giovedì 30 luglio 2020

La Musica è Gioia ....ecco il nostro anno scolastico!

OTTOBRE

Concorso interno "Irish music challenge"





NOVEMBRE


Servizio fotografico (fotografa Margherita Garavana)




DICEMBRE

Esami di metà anno






Concerto di Natale



Masterclass Suzuki in Spagna (M.o Claudio Forcada)


FEBBRAIO

Registrazione cd La Musica è Gioia (studio di registrazione Giacomo Lampugnani)





Secondo servizio fotografico



Workhop M.o Alessio Nacuzi








APRILE

Il nostro cd




Parlano di noi in Germania, Svezia, Norvegia, Italia





Parlano di noi al TG2








MAGGIO

Concerto di Primavera online






GIUGNO

Masterclass online Suzuki Link Up







Espana's Got Talent











LUGLIO

Concorso Insieme per suonare online (Verbania)




Festa di fine anno online










Concerti online Suzukids (Messico)








Concorso Gewa Young Contest online (Pordenone)








Italia's Got Talent




giovedì 2 luglio 2020

I miei allievi : Pietro e la musica

Pietro ha 6 anni e mezzo e una sindrome genetica molto rara. E' un bambino seguitissimo da una famiglia meravigliosa (mamma, papà, nonni, zii, tutti coinvolti in prima persona nel suo percorso di crescita!) e da professionisti davvero competenti, grazie ai quali ha fatto enormi passi avanti da quando lo conosco.



Dato che questo non è sempre chiaro, lo ribadisco: quando parlo di progressi nelle competenze di vita, a livello linguistico, comunicativo, cognitivo, non me ne prendo il merito. Non è che lo studio della musica non abbia nessun impatto, ma l'apprendimento di abilità spendibili nella vita quotidiana avviene grazie alle terapie, agli interventi, quali ad esempio ABA, logopedia e altri, non alle attività come la musica, che sono risorse educative importantissime ma hanno, o dovrebbero avere, scopi differenti, perchè altrimenti si rischia di fare troppo e farlo male, nel tentativo vano di far diventare la musica quello che non è, ovvero una terapia.

Una volta lavoravo così, facendo troppo e male, oggi invece mi concentro sull'insegnamento dello strumento ed i risultati in termini di apprendimento e motivazione degli allievi sono di gran lunga superiori a prima.

Pietro ha iniziato a lavorare con me a 2 anni e mezzo, con il programma Lullaby svolto insieme ad un'altra allieva, Arianna, anche lei con una sindrome rara e di qualche mese più piccola. I due bambini si trovavano molto bene insieme ed hanno seguito le lezioni collettive per il primo anno e mezzo, poi, con l'inizio dello strumento, li ho divisi per lavorare su programmi più individualizzati.


Ecco Pietro a 3 anni:




Il Lullaby è un percorso di propedeutica musicale ideato dalla didatta Elena Enrico, ispirato al metodo Suzuki, che supporta lo sviluppo musicale ed educativo dei bambini, fin da piccolissimi, grazie ad un programma che unisce ascolti, esecuzione e lettura ritmica, canzoni con coreografie e movimenti, filastrocche e vocalità. E' pensato per bambini dai 12 ai 36 mesi, ed è seguito dal Children's Music Laboratory, specifico invece per lo sviluppo delle abilità legate allo strumento, quali ad esempio manualità fine, armonia di base e conoscenza del repertorio Suzuki.

(per maggiori informazioni su questi programmi: http://www.musicalgarden.it/percorsi-cml/)

Qui vediamo una canzone del percorso Lullaby in cui gli allievi apprendono la durata della nota da 4/4:



Terminato il programma Lullaby, Pietro ha iniziato il CML. Qui lo vediamo a 4 anni mentre esegue Canzone di Maggio:



E' un bambino musicale, con un ottimo senso del ritmo, affascinato dalla musica e dai suoni e molto collaborante, tutte caratteristiche che non solo ha mantenuto fino ad oggi, ma ha anche incrementato, diventando sempre più attento e motivato.




Anche nella lettura ritmica ha svolto un ottimo percorso, ed oggi legge con facilità e speditamente lke sequenze ritmiche di base.

Lettura ritmica a 4 anni:



Lettura ritmica a 5 anni sul libro Divertiamoci col ritmo di A. Hayes:



In seguito ha iniziato a studiare violino, ed a 5 anni ha imparato a tenere lo strumento  da solo, obiettivo complesso per un bambino fortemente ipotonico:





Esecuzione di Bella Stella con il pizzicato:




La presa dell'arco per Pietro ha richiesto un lavoro intenso e progressivo per imparare ad utilizzare il supporto della serie Bow Hold Buddies, ma anche in questo si è impegnato ed è arrivato ad avere una prensione stabile e precisa:



Oggi Pietro ha 6 anni e mezzo. Grazie all'intervento comportamentale ed a quello logopedico ha acquisito ottime competenze linguistiche, è un bambino che parla molto, a volte quasi troppo!, si esprime davvero bene ed ha anche raggiunto una capacità di concentrazione molto più elevata rispetto a quando era piccolo, infatti le nostre lezioni prevedono meno cambi di attività rispetto a prima, tempi di lavoro più lunghi ed esercizi anche a tavolino o in piedi con lo strumento.

Durante il lockdown ha dovuto interrompere lo studio del violino perchè non aveva lo strumento nella casa in cui si trovava, ma adesso abbiamo ripreso le lezioni e ricominciato con lo strumento.

Apprezza molto le lezioni e cerca sempre di impegnarsi e dare il massimo.





E' sempre gratificante vedere il percorso degli allievi negli anni, e quello di Pietro è stato costante, caratterizzato da motivazione, progressi e passione per la musica, e non potrà che continuare con apprendimenti sempre più importanti ma sempre con lo stesso entusiamo.


lunedì 29 giugno 2020

Didattica a distanza e didattica famigliare : da difficoltà ad opportunità



Mai come quest'anno, vorrei ringraziare i genitori dei miei allievi. Da Febbraio facciamo didattica a distanza e loro lavorano con i figli direttamente, seguendo le mie indicazioni durante le lezioni, facendoli studiare a casa, dando loro la possibilità di partecipare, anche a distanza, a concerti, concorsi e masterclass, e spesso mettendosi in gioco in prima persona per imparare le basi del violino, per comprendere esattamente cosa debbano fare i loro figli.




Chiara, mamma di Laerte


Carola e Francesca, mamme di Pietro e di Luigi e Carlo





Certo, i genitori Suzuki sono entrati in lockdown con il vantaggio di essere già abituati a lavorare con i propri bambini, perchè il metodo prevede che prendano parte ad ogni lezione e che il corso non sia mai un "parcheggio", bensì un'esperienza condivisa.


Federico



Ma trovarsi da un giorno all'altro a dover gestire l'apprendimento del violino senza la mia presenza fisica di sicuro non è stato facile. Hanno dovuto imparare ad accordare ancora meglio lo strumento, a gestire pece, corde, metronomo e violini di misure superiori senza potermeli far provare, hanno dovuto imparare a mettere da soli le fascette sulla tastiera ed a fornire loro la guida fisica ai bambini durante le lezioni, perchè io ero dietro ad uno schermo.
Hanno reinventato lo studio quotidiano in un periodo difficile per tutti, con bambini a volte in crisi, spaventati, annoiati, privati delle loro routine e dei rapporti sociali per mesi.

Eppure non hanno mai mollato. I miei allievi hanno sempre fatto lezione, studiato, fatto progressi e mantenuto la motivazione grazie a loro.






Tra le molte critiche alla didattica scolastica a distanza - con le quali, da quello che mi è stato riportato non posso che concordare- una era relativa al fatto che i genitori dovessero diventare insegnanti dei propri figli. Questo è però un equivoco dovuto al fatto che, immagino, molti insegnanti siano stati assenti ed abbiano rinunciato al loro ruolo durante questo periodo, ma se ben gestito sarebbe potuto essere un aspetto anche positivo.

Il fatto che i genitori dei miei allievi si siano dovuti mettere in gioco in prima persona ancor più di prima, infatti, non ha nè sostituito nè reso inutile il mio ruolo, anzi penso che ne abbia sottolineato l'importanza, evidenziando il fatto che sia praticamente impossibile imparare a suonare uno strumento senza un insegnante.

Il mio ruolo, infatti, non è cambiato rispetto a prima, ma si è semmai "esteso"  per comprendere ancora di più genitori, fratelli, nonni e chiunque avesse il tempo e la volontà di partecipare al percorso musicale dei bambini.
Nonostante i famigliari abbiano dimostrato tantissimo impegno e volontà, nessuno di loro è diventato all'improvviso insegnante di violino, bensì, come dice Suzuki, "home coach", una figura indispensabile di guida, aiuto e supporto, che però aveva bisogno delle mie spiegazioni, della mia programmazione e della mia competenza di insegnante per poter essere efficace.

Didattica a distanza, per quanto mi riguarda, non ha significato delegare il mio ruolo ai genitori, ma, anzi, lavorare per alcuni versi molto di più di prima, per permettere a bambini e adulti di vivere con serenità, entusiasmo e risultati in termini di apprendimento il loro lavoro insieme.
E mi sembra strano che questo nella scuola non sia stato chiaro e non si sia verificato, perchè a mio parere la differenza è enorme.

A soli 2 anni, Pietro ha imparato a tenere in equilibrio una pallina sul violino!





Detto questo, niente si sarebbe potuto realizzare senza la motivazione e la costanza dei genitori dei bambini, che hanno vissuto questi mesi credendo forse più di prima nell'importanza della musica per la vita e l'educazione dei loro figli. Ne citerò solo alcuni, ma vorrei che chi legge sapesse quanto lo stimo e quanto sono soddisfatta del lavoro svolto insieme.

Inizio col dire che sono particolarmente fiera dei miei allievi di lunga data, che hanno iniziato 4-5 anni fa, quando purtroppo non avevo le compentenze di adesso riguardo alle basi violinistiche, dunque loro hanno dovuto ricominciare da capo, ma non si sono mai scoraggiati, ed hanno fatto notevoli progressi anche in quarantena, prima di tutto grazie ai loro genitori che li hanno sempre incoraggiati e sostenuti. Quindi complimenti a Monica e Constantin, genitori di Alessia, ad Alessia, mamma di Riccardo ed a Ida, mamma di Noemi.

Noemi



Riccardo

Alessia


Anche Sofia, Inès, Rebecca e Sara hanno fatto un ottimo in questo periodo. Hanno iniziato quasi tutte nello stesso anno anche se hanno età diverse (tra i 5 e mezzo e gli 8 anni), ma le ultime tre sono progredite nel repertorio nonostante la distanza, partecipando anche ad un concorso di violino preparato solo online, e per questo devo fare i complimenti a Sabrina e Giuseppe, genitori di Inès, a Silvia, mamma di Rebecca ed a Paola, mamma di Sara.

Rebecca

Ines


Sofia, grazie al lavoro effettuato soprattutto con il papà, Roberto, è arrivata addirittura a lavorare su una tecnica molto avanzata, che comprende armonici naturali, pizzicato, scale a due ottave ed esercizi in terza posizione, ad appena 6 anni e mezzo!

 Francesca, che ha la stessa età di Sofia, ha raggiunto lo stesso livello nella tecnica pura, oltre ad aver quasi finito il primo Volume Suzuki, insieme a Ketty, sua mamma, che è insegnante di professione ed inventa sempre nuovi giochi ed esercizi per la bambina, aiutandola a studiare ogni giorno con precisione e musicalità.


Anche Antonella e Simona sono insegnanti, e seguono i loro bambini con grandissima creatività e molti stimoli  che arricchiscono la loro crescita, e che per loro sono particolarmente importanti dato che Maria e Stefano sono bambini con disabilità.

Stefano e sua sorella Sofia


Maria ha terminato sia le variazioni di Bella Stella sia il brano successivo, Remando dolcemente, con un controllo del suono e dell'intonazione sempre maggiore, mentre Stefano e sua sorella Sofia imparano ultimamente quasi un brano nuovo a settimana, studiando tantissimo e con assoluta precisione nei punti tecnici di ogni pezzo, nella tecnica d'arco e nel ritmo.

Maria


Ma anche i genitori dei più piccoli sono riusciti ad ottenere ottimi risultati, con grande entusiasmo e voglia di apprendere da parte dei loro bambini.

Marina, mamma di Edoardo, lavora ogni giorno con il suo bambino di 3 anni e mezzo, che è davvero musicale e brillante, ma in questo periodo ha dovuto sopportare, oltre all'isolamento, anche un braccio ingessato per un mese! Eppure ha sempre continuato a suonare e ad esercitarsi con il braccio che poteva utilizzare.

Edoardo



Per finire, ecco Maria, che ha appena 2 anni e 9 mesi, la sindrome di Down ed abita a centinaia di km da me, eppure grazie al supporto di Daniela, sua mamma, e delle sue sorelle Viviana ed Elisa, che partecipano ad ogni lezione, ha già iniziato a suonare il violino!

Maria

Queste famiglie stanno dimostrando, prima di tutto, che dalle difficoltà possono nascere situazioni positive, quale quella di dedicare ancora più tempo ed interesse alle passioni dei propri figli, condividendo esperienze che rimarranno per tutta la vita, poi che la musica può essere una grande risorsa nei momenti duri per ritrovare serenità e tranquillità e per esprimere ed imparare a gestire e condividere le proprie emozioni.

Grazie davvero a tutti!

martedì 23 giugno 2020

La Musica è Gioia ad Espana's Got Talent

Dato che il mio profilo Instagram è seguito anche, e soprattutto, all'estero, qualche settimana fa la redazione di Got Talent Espana ha visto i video dei miei allievi e li ha invitati a prendere parte ai casting online.





Ne ho parlato con i genitori, e sia loro sia i bambini hanno aderito alla proposta con entusiasmo. I miei allievi amano suonare in pubblico perchè fin da quando sono molto piccoli faccio un lavoro specifico per trasmettere loro l'entusiasmo per il palcoscenico e per la condivisione della loro musica con gli altri.

Comunemente si pensa che mettere un bambino su un palcoscenico significhi "metterlo in mostra" o farlo esibire, ma per un musicista suonare per gli altri fa parte dell'esperienza musicale, e non per esibizionismo, ma perchè condividere ciò che si ama fare e le emozioni che si provano suonando ed avere la possibilità di esprimersi attraverso la musica è qualcosa di veramente piacevole ed entusiasmante. 

E' questo il motivo per cui per me non esistono i "saggi", nei quali i bambini devono dimostrare qualcosa a genitori e parenti, ma solo "concerti", in cui piccoli violinisti esprimono il loro amore per la musica e, dopo molto studio, impegno e lavoro, comunicano agli altri le proprie emozioni. Può sembrare una differenza sottile, ma per me è fondamentale.

Laerte in preparazione per Got Talent





Per lo stesso motivo, faccio in modo che esperienze simili non siano mai ansiogene o addirittura traumatiche (chi di voi non ricorda come un incubo i famosi "saggi" o le "recite" scolastiche in cui ci si doveva esibire davanti a genitori e famigliari, spesso anche senza un'adeguata preparazione, e quindi si veniva colti dal panico??). Al contrario, voglio che i bambini siano felici di suonare in pubblico, che affrontino la situazione con tranquillità e si divertano a suonare sempre ed in qualsiasi luogo o contesto.

L'invito a Got Talent, quindi, è stato affrontato da me, dai genitori e dagli allievi con questo spirito.

Ogni bambino ha dovuto preparare un video in cui si presentava brevemente ed un altro nel quale suonava per un tempo massimo di 100 secondi.

Questo video raccoglie le presentazioni di tutti i bambini:




Dopo una prima selezione, si accedeva ad una seconda fase di casting sempre online ma in collegamento con la produzione della trasmissione, che incontrava "in diretta" i candidati, faceva loro alcune domande ed ascoltava la loro esecuzione.

Alla seconda fase sono passati 3 miei allievi, tra cui i più piccoli: Michelangelo, 2 anni appena compiuti ed Alys, 2 anni e 10 mesi, entambi miei studenti a distanza , rispettivamente dall'Emilia Romagna e dalla Campania; e Francesca, 6 anni e mezzo, che, come vedete dal video di presentazione, aveva il vantaggio di essere anche madrelingua spagnola.

Michelangelo ha partecipato non solo come violinista ma anche come direttore d'orchestra! Infatti, essendo nato in mezzo alla musica grazie ad un papà pianista e ad una mamma violinista, è appassionato di direzione d'orchestra, ed al casting ha affrontato addirittura un concerto per pianoforte di Liszt!




Alys invece, dotata di una personalità e di un temperamento davvero spiccati e di una notevole musicalità, dopo appena due mesi di lezioni di violino ha eseguito due brani di Suzuki sulla corda di Mi:




Francesca ha suonato un Minuetto di Bach, e dopo l'audizione mi ha subito chiamata dicendomi che era felicissima ed emozionata : "Mi sono quasi messa a piangere dalla felicità!"



I risultati dei casting si sapranno a Dicembre, ma non importa se voleremo in Spagna oppure no, anche così è stata un'esperienza coinvolgente e significativa ed un'occasione in più per i bambini per suonare e condividere la propria gioia di fare musica.

lunedì 1 giugno 2020

I miei allievi :Thomas

Thomas ha compiuto 3 anni pochi giorni fa ed ha iniziato le lezioni di musica a Settembre 2019, a poco più di 2 anni. 



Ha la sindrome di Williams (per saperne di più : https://www.aisw.it/?q=node/86) ed è un bambino fortemente comunicativo, socievole e brillante, con una notevole capacità di apprendimento ed una grandissima passione per la musica, caratteristica comune a molte persone con sindrome di Williams, che di solito sono anche particolarmente musicali.

Alessia (sindrome di Williams) mia allieva dal 2011 al 2018


In realtà, come dico spesso, le doti musicali innate sono sopravvalutate dal senso comune, che associa orecchio assoluto e spiccato senso del ritmo al fatto di saper suonare uno strumento o di essere "geni" della musica. Invece nell'apprendimento "reale" della musica tali competenze, per quanto possano aiutare, non fanno di per sè un musicista nè una persona che possa esprimersi più di tanto con uno strumento, ma vanno sviluppate e valorizzate con uno studio vero, anche tecnico, e con l'esercizio quotidiano, altrimenti rimangono sterili ed a lungo andare possono non dare molta soddisfazione.

Sarebbe bello, quindi, che anche le persone che hanno qualità spiccate ed una forte motivazione potessero svilupparle con un apprendimento reale dello strumento, cosa che purtroppo non sempre accade.



Nella sindrome di Williams, ciò che stupisce è un profilo cognitivo spesso disomogeneo, con aree di difficoltà (competenze visuo-spaziali, disegno, motricità ecc) ed altrettanti punti di forza(produzione linguistica, apprendimento delle lingue, musicalità). Ma se consideriamo anche le disabilità come un insieme di caratteristiche, possiamo pensare che anche loro abbiano, come tutti noi, punti di forza e di difficoltà, forse in questo caso solo un po' più accentuate, quindi con qualche lacuna e qualche "talento" in più rispetto alla media.

Thomas, dunque, ha la fortuna di poter sviluppare nella pratica le sue doti musicali perchè i suoi genitori hanno scelto per lui l'educazione attraverso la musica. Dato che era già in grado di riprodurre ritmi di base ma mostrava anche un interesse spiccato per il suono e per gli strumenti musicali, nonostante fosse molto piccolo gli ho proposto il programma di propedeutica CML1 e di violino Suzuki (Pre-Twinkle). 
Essendo fisicamente piccolissimo, Thomas suona un violino veramente minuscolo, 1/64 dell'intero!, che ha, tuttavia, un arco un po' lungo per lui, ma di più piccoli non ne esistono, quindi ci adattiamo...





Durante le lezioni, questo piccolissimo musicista dimostra entusiasmo, passione e motivazione, ed impara velocemente le canzoni di repertorio, i ritmi e le coreografie, ma fa progressi continui anche con lo strumento. 

I suoi genitori sono eccezionali, sono coinvolti nel percorso,lo seguono tantissimo ed hanno ottime competenze educative, sono fermi ma anche sereni e comunicativi, e lavorano con lui anche a casa con impegno e determinazione.


Thomas ha un fratellino più piccolo, Nicholas, che attualmente ha 1 anno e mezzo e segue le lezioni da quando aveva pochi mesi, dunque conosce tutto il repertorio, esegue il programma e naturalmente vorrebbe suonare il violino!




Tra i "cavalli di battaglia" di Thomas ci sono la lettura ritmica, nella quale ormai ha acquisito il riconoscimento di tutti i cartelli ritmici singoli, ed un esercizio molto impegnativo di tenuta dello strumento mantenendo un oggetto in equilibrio sul violino, in cui arriva oggi a 15 secondi consecutivi con un'ottima impostazione del violino.

Lettura ritmica di Thomas a 2 anni e mezzo:


Esercizi di impostazione sul violino:



Durante il lockdown, Thomas ha continuato le lezioni con me a distanza, ed anche online lavora davvero bene e con entusiasmo. Chi rimane stupito dal fatto che io riesca a fare lezione a distanza con bambini così piccoli e con difficoltà mi lascia perplessa, perchè a mio parere, se un'insegnante ha una didattica efficace in presenza la avrà anche a distanza, e viceversa se la didattica aveva delle lacune quando si lavorava dal vivo, le avrà a maggior ragione anche online.

Personalmente ho sempre lavorato sulla motivazione degli allievi ed ho sempre rispettato i loro tempi, la loro necessità di muoversi ed il livello delle loro competenze attentive individuali, quindi non ho avuto problemi a riproporre gli stessi criteri davanti ad uno schermo.

La flessibilità è fondamentale per insegnare, ed avendola basta sapersi adattare a differenti contesti e situazioni.

Ecco Thomas e Nicholas durante le lezioni a distanza:




A Maggio, Thomas ha partecipato al nostro concerto di primavera online suonando il ritmo della prima variazione di Bella Stella 





Durante le ultime lezioni dell'anno scolastico stiamo lavorando sulla presa dell'arco, insegnando al bambino ad inserire mignolo e pollice negli appositi spazi del supporto per la prensione (costruito da me con alcuni cerotti), e sulla qualità del suono, mediante giochi che insegnano a discriminare tra suoni "belli" e "brutti" ed a produrre un bel suono.

La ricerca della qualità del suono è qualcosa alla quale tengo molto e su cui inizio a lavorare da subito, con bambini anche di 2 anni, perchè sono convinta che gli allievi debbano essere educati, fin da quando sono assoluti principianti, a produrre un buon suono, altrimenti,  se si lasciano passare mesi o anni senza richiamare la loro attenzione su un obiettivo così importante, dopo sarà troppo tardi.

Per concludere, sonomolto soddisfatta del lavoro che sta svolgendo Thomas, grazie prima di tutto ai suoi genitori, Claudia e Luca, e sono sicura che il suo percorso continuerà con progressi sempre più grandi, e con la passione e l'allegria che lo contraddistinguono, e gli darà la possibilità, da grande, di esprimersi davvero grazie alla musica.








sabato 16 maggio 2020

La Musica è Gioia: storia ed evoluzione di un progetto

Negli ultimi due anni, spesso dico alle persone o scrivo sui social che, circa dal 2018, il mio approccio di lavoro è radicalmente cambiato, e devo dire che nell'ultimo anno il cambiamento si è fatto sempre più evidente e si è del tutto consolidato grazie all'esperienza della didattica a distanza che mi è stata "imposta" dall'emergenza Covid-19, dunque negli ultimi due mesi.

Addirittura mi sento talmente diversa da rinnegare quasi il mio lavoro precedente e da reagire con irritazione se vedo commenti o condivisioni dei miei video del periodo 2013 (di più vecchi credo che in rete non ce ne siano)-2017/18.

Un'ìmmagine del mio studio ai suoi albori, nel 2014


Anche se spero che ad un occhio esperto la differenza sia evidente, capisco che per chi non è del mestiere un discorso simile possa sembrare eccessivo e di difficile comprensione, perchè ciò che le persone vedono dall'esterno sono allievi simili ai precedenti, dunque molto piccoli ed anche con difficoltà e disabilità, che suonano il violino, proprio come prima.

In realtà, nel corso degli anni si sono modificate tantissime cose, è cambiato il mio approccio alla disabilità prima di tutto, poi il mio metodo di insegnamento, sono aumentate le mie competenze didattiche ed è cresciuta la fiducia che ho in me stessa in qualità di insegnante, o "maestra" come ai miei allievi piace chiamarmi!

Non mi sento "conclusa", "arrivata" o preparata al 100%, e spero di non esserla mai, anzi sono convinta di dover continuare ad imparare, a crescere ed a migliorare, ma almeno, rispetto a qualche anno fa, adesso so dove sto andando ed ho più chiari in mente i miei obiettivi ed il mio metodo di lavoro che voglio continui ad essere personale ed unico, perchè è solo sentendomi libera e me stessa che riesco a lavorare come vorrei.

Le mie prime esperienze didattiche risalgono a più di 20 anni fa, anno scolastico 1998/1999, con alcuni allievi di pianoforte e propedeutica, lavoro continuato fino al 2003 circa. Con quei primi allievi era tutto completamente sperimentale, ero solo al quinto corso di Conservatorio, non avevo ancora iniziato a lavorare come educatrice con i bambini, e tutto ciò che avevo da offrire era passione per la musica, per l'insegnamento e per i bambini, ma senza competenze nè esperienza di nessun tipo. Improvvisavo lezioni divertenti e giocose in cui passavo anche qualche competenza musicale, insegnavo qualche ritmo,il solfeggio e la lettura delle note con i colori, facevo fare giochi di ascolto, proponevo canzoncine ed inventavo esercizi di "tecnica" pianistica e, più avanti, intorno al 2002/2003 anche di violino.

Gli allievi avevano, allora, dai 3 ai 9 anni e si trovavano bene perchè vivevano le lezioni come un gioco, ma non so quanto imparassero, e soprattutto con quali obiettivi, che all'epoca non erano per niente chiari nè strutturati.

Per i miei primi allievi di violino utilizzavo strumenti grandissimi perchè non sapevo che ne esistessero di più piccoli, ed il repertorio che facevo studiare era vecchio e noioso, lo stesso che avevo appreso io non molti anni prima, oppure troppo "leggero" e piacevole ma senza un reale scopo didattico.

E' anche vero che all'epoca avevo tra i 15 ed i 20, ero giovanissima, e guardando indietro posso ritenermi fortunata ad aver avuto la possibilità di iniziare ad insegnare così presto, anche se forse a discapito dei miei primi allievi!



La "seconda fase" della mia storia lavorativa è iniziata nel 2009, quando ho ripreso ad insegnare con alle spalle già un piccolo bagaglio di esperienze quantomeno educative, infatti ormai lavoravo da tempo con i bambini disabili come volontaria ed educatrice, ero vicina al diploma in violino ed alla laurea in Psicologia dello Sviluppo, ed avevo maggiori nozioni, preparazione anche strumentale e soprattutto un background di alcuni anni in ambito educativo.

Questa fase è durata dal 2009 al 2014, periodo in cui ho accumulato nuove esperienze di insegnamento della musica e dello strumento in vari ambiti quali scuole, associazioni, campi estivi, nidi e scuole d'infanzia, istituti e centri residenziali e privatamente. Dico "accumulato", perchè a livello professionale era tutto ancora un po' confuso e senza una direzione molto chiara. Senza dubbio fare la Psicologa non mi interessava più di tanto, da sempre mi sentivo dentro, e continuavo a sentirmi, un'insegnante, ed insegnare era ciò che volevo fare realmente. Però non mi era chiaro come farlo, non mi piaceva lavorare per altri e neppure in team, volevo essere libera, poter dare sfogo alle mie idee ad alla mia creatività e svolgere una professione che mi permettesse di esprimermi, realizzare progetti e sviluppare le mille idee ed iniziative che fin da piccolissima ho sempre avuto.




In quel periodo ho avuto i primi allievi con disabilità, ma il mio approccio a loro era molto diverso da oggi. Nonostante fossi convinta di pretendere il massimo da loro e di considerarli come gli altri, di fatto ciò che facevo era più simile alla musicoterapia, pensavo di risolvere le loro difficoltà attraverso la musica e mi ponevo obiettivi irrealistici non dal punto di vista musicale ma da quello dello sviluppo di altre abilità, pensando di lavorare, in una lezione di un'ora una volta a settimana, su motricità, attenzione, linguaggio e processi cognitivi, quando invece  la mia non era la sede per farlo e sicuramente non c'era nè il tempo nè il modo per fare un lavoro che esulasse dall'apprendimento della musica.

In questo modo penso di aver perso tantissimo tempo che avrei potuto investire in un lavoro più mirato ed approfondito, ma soprattutto più realistico. Oggi so, invece, che i bambini disabili possono davvero imparare a suonare come quelli neurotipici, ma che la musica, per quanto importantissima e "potente", non ha la capacitò di risolvere tutti i problemi, come spesso si pensa, e non è una medicina nè qualcosa di magico, dunque per un bambino con difficoltà è decisamente più gratificante imparare a suonare che non ricevere un "mix" di proposte poco definito e fintamente "terapeutico".

Oggi ritengo che la musicoterapia sia, prima di tutto, discriminante e che non sia assolutamente una terapia!


Nel 2009 avevo pubblicato da poco il mio secondo libro, Farfalle senza ali, che già dal titolo, purtroppo dice molto sull'atteggiamento che avevo in quegli anni. Come molti professionisti fanno ancora oggi, all'epoca pensavo che le persone disabili fossero intrinsecamente migliori delle altre, che i miei bambini fossero "magici" e "speciali" e che avessero bisogno, prima di tutto, di vicinanza, amore e comprensione.

Oggi mi vergogono profondamente di pensieri simili, ma in qualche modo esso hanno fatto parte del mio percorso, e l'importante e che in seguito li abbia cambiati. Infatti con il tempo ho capito che ognuno di noi è diverso dagli altri, ognuno ha le sue caratteristiche e le sue peculiarità, ma avere difficoltà non vuol dire essere "speciale", nè aver bisogno di più amore od attenzione rispetto ad altri, ma è solo una caratteristica, e ciò di cui i bambini con difficoltà hanno bisogno sono semmai abilità, competenze e tanto lavoro per dare loro strumenti che possano davvero aiutarli nella vita quotidiana.

Ho scritto parecchio su questo argomento, potete trovare gli articoli sul presente blog.



Alessia ha iniziato con me in quel periodo ed ha svolto un bellissimo percorso durato quasi 9 anni!

Dal punto di vista didattico, continuavo, almeno fino al 2013, ad improvvisare abbastanza ed a riempire la lezione di giochi ed esercizi che esulavano dall'apprendimento strumentale. Un gioco che usavo spesso era quello delle palline colorate, che mi servivano per esercizi di manualità, esecuzione ritmica, giochi nei momenti di pausa e per la lettura, dato che allora associavo ancora un colore ad ogni nota e proponevo la lettura fin dalle prime lezioni ed anche a bambini molto piccoli.


Insegnavo ancora sia pianoforte, anche se solo le basi non essendo diplomata, sia violino, ma sempre con strumenti troppo grandi, testi vecchi e superati e senza una vera tecnica didattica. Gli allievi amavano le mie lezioni e si divertivano, ma i risultati erano ancora lenti e parziali.

Qualcosa è cambiato tra il 2012 ed il 2013, grazie all formazione Children's Music Laboratory, propedeutica strumentale basata sul metodo Suzuki, in seguito alla quale ho appreso come insegnare propedeutica, avviare allo strumento e sviluppare realmente e seriamente orecchio, senso del ritmo, manualità, coordinazione, letto-scrittura, armonia iniziale e competenze musicali di base.

Da quel momento le mie lezioni hanno iniziato ad essere più strutturate e ad avere obiettivi seri, mirati e specifici.

Lorenzo, uno dei miei primi allievi CML, nel 2012

Agli allievi con disabilità continuavo a proporre un tipo di lavoro più blando sullo strumento e denso di troppi obiettivi poco mirati, ma quasi tutti imparavano comunque le basi del pianoforte e del violino e vivevano esperienze positive e soddisfacenti, anche se di sicuro non così inclusive quanto sarebbero potute essere. Tra il 2009 ed il 2017 ho lavorato con allievi con qualsiasi caratteristica, adattando la  mia didattica in evoluzione ad ogni tipo di bambino o ragazzo e ad ogni tipo di disabilità, fisica, sensoriale, cognitiva, complessa e quant'altro.


                                               All'epoca, Davide aveva 16 anni e lavorava con impegno ed ottimi risultati


                                       Sara, che ha iniziato a quasi 5 anni, nel 2011, ha studiato con me per 8 anni iniziando così :



                                                   Per arrivare quasi 8 anni dopo, a suonare così :



Nel 2014 ho aperto a Voghera lo studio Musica è Gioia, ed insieme al mio studio si è aperta una nuova era.

I primi "membri"  de La Musica è Gioia erano i miei "vecchi" allievi privati, bambini con i quali avevo iniziato un lavoro un po' improvvisato un po' pionieristico cercando di trovare la mia strada, ed a loro si sono poi aggiunti diversi altri studenti, alcuni dei quali sono "sopravvissuti" ancora oggi nonostante in mezzo siano passate, almeno questa è la mia sensazione, intere ere geologiche.

Ecco Noemi, allieva storica del mio studio che oggi ha 8 anni e continua con la stessa determinazione di quegli inizi, a 4 anni e mezzo :



Nel 2014 si è tenuto il primo concerto de La Musica è Gioia, già con parecchi allievi, penso una ventina, ma con un po' di disorganizzazione e confusione, come si nota da questo video, dal quale traspaiono molto entusiasmo ma una didattica ancora un po' nebulosa:



Una delle differenze principali riguarda il lavoro con i genitori.  Dato che fin dall'inizio il mio approccio si ispirava al metodo Suzuki, che ho sempre conosciuto a livello "filosofico" pur avendo preso l'abilitazione al metodo solo nel 2019, nelle mie lezioni la presenza del genitore era prevista fin dalle mie prime esperienze. Tuttavia, acquisire sicurezza, autorevolezza e professionalità mi ha richiesto del tempo. Nei primi tempi, diciamo pure per alcuni anni, cercavo di compiacere in tutto e per tutto i genitori dei bambini, pensando che, se avessi dato loro ciò che si aspettavano, essi sarebbero stati più motivati a continuare il percorso. Quindi adattavo lezioni e programmi non al bambino, ma al genitore. Se un genitore, ad esempio, volevo che suo figlio suonasse il pianoforte e non il violino, io gli insegnavo pianoforte. Se un genitore voleva che il figlio si divertisse e basta senza imparare, io lo facevo giocare. Se un genitore voleva che il bambino imparasse più brani nuovi, io gli facevo iniziare subito un nuovo pezzo.

Un atteggiamento di questo tipo da una parte mi rendeva molto "simpatica" e "desiderata" dalle famiglie, ma dall'altro mi impediva di trovare un equilibrio reale e di creare un percorso che fosse veramente mio e che avesse sicurezza, stabilità, solidi pilastri e certezze su cui poggiare.

Oggi, invece, lavoro molto sulla relazione con il genitore, tramite colloqui, incontri, contatti costanti ed un'attenzione particolare alla motivazione delle mamme e dei papà, ma non sono più così "malleabile" e compiacente, perchè sono convinta di ciò che faccio, ho una professionalità ed una preparazione più vaste e sicure, e non temo di essere io a guidare il percorso, prendendone le redini indipendentemente dalle proposte, poste senza dubbio in buona fede da persone che però fanno un altro lavoro, dei genitori degli allievi.

Non che sia del tutto impermeabile, infatti cerco sempre di ascoltarli e dare spazio anche a loro, ma ho scoperto che se comunico più sicurezza e convinzione in ciò che faccio posso risultare maggiormente professionale ed anche affidabile.

Il mio studio nell'a.s. 2018/2019
Tra il 2016 ed il 2019, le cose sono cambiate ancora una volta.

Nel 2016 sono diventata Tecnico del Comportamento, qualifica ottenuta in seguito ad un corso sull'Analisi del comportamento, che, in seguito ad un tirocinio ed alcune esperienze lavorative, stavo studiando da alcuni anni.  La scienza del comportamento mi ha dato ulteriori sicurezze e competenze, in particolare nell'insegnamento ad allievi disabili ma non solo, infatti la applico a tutti.

Nel 2019 ho ottenuto invece un Master di primo livello in didattica del violino presso l'Università di Chichester  (UK) e l'abilitazione al primo livello del Metodo Suzuki per violino presso il British Suzuki Institute di Londra, presso il quale sono tutt'ora in formazione per ottenere il Secondo Livello.

Grazie a tali corsi, il mio metodo di lavoro si è ulteriormente evoluto ed ha iniziato a strutturarsi come un vero e proprio approccio di didattica del violino, mirato ad insegnare prima di tutto lo strumento a tutti, indipendentemente dalle loro caratteristiche e potenzialità o difficoltà.

Negli ultimi due anni, dunque, ho "imparato ad insegnare" violino seriamente, con strumenti, tecniche e strategie didattiche chiare, precise e mirate al raggiungimento da parte degli allievi di un livello tecnico e musicale più alto possibile. Da parte di tutti gli allievi.

Ho scoperto che gli "sconti" che facevo agli allievi disabili erano superflui e non necessari, perchè anche loro non solo potevano suonare, ma potevano farlo bene, proprio come gli altri.
Prima non me ne rendevo conto, ma mi accontentavo di risultati incompleti, parziali, sufficienti, abbastanza buoni.

Adesso pretendo veramente il massimo, da tutti. Con la serenità e la tranquillità di sempre, anzi, forse con maggiore calma e positività, ma senza fare sconti davvero a nessuno. Ora so che tutti possono imparare l'impostazione corretta, un bel suono, alcuni brani di repertorio, il senso del ritmo, la musicalità. So che non è necessario semplificare troppo il programma, ma è indispensabile adattarlo ad ogni bambino, tavolta con accorgimenti ed ausili specifici. E' cruciale che ognuno abbia i propri tempi per raggiungere gli obiettivi, e che a nessuno venga messa fretta o venga accelerato il processo di apprendimento senza prima dotare l'allievo di strumenti adeguati a raggiugere quell'obiettivo.

Motivazione, gioia e divertimento sono sempre i miei pilastri, ma oggi richiedo a tutti, bambini e genitori, una quota di impegno, costanza, tempo di studio e precisione infinitamente superiori a prima.

Qualcuno rinuncia, è vero... non tutti ce la fanno, e non parlo di allievi. Loro ce la fanno sempre. Ma non tutte le famiglie se la sentono di continuare a lungo su un percorso così impervio ed impegnativo, costellato sì di soddisfazioni ma anche, non lo nego, di tanti sacrifici e fatica.

Ma chi la fa è sempre più soddisfatto e fa un regalo inestimabile al proprio figlio.

La Musica è Gioia a.s. 2019/2020


Giorno per giorno ne sono sempre più convinta, perchè oggi, finalmente, so di aver trovato la mia strada e so dove voglio andare. Spero di poter continuare il più a lungo possibile ad accompagnare sempre più bambini nel loro cammino di vita e di crescita attraverso la musica.

Mi sento privilegiata a svolgere questa professione e ringrazio tutte le famiglie che mi seguono e si fidano di me.

Se oggi ho bambini che suonano così (e vedo questo solo come un inizio), vi assicuro che il merito è prima di tutto loro e dei loro genitori :