lunedì 8 aprile 2019

Qualche consiglio per gli insegnanti

Conosco insegnanti molto bravi, motivati e competenti, ma anche tantissimi che fanno danni, puniscono, umiliano i bambini, non sanno motivarli nè gestirli.... e questo mi fa troppa tristezza, Non sopporto di vedere il potenziale dei bambini buttato via e non sviluppato come meriterebbe.... perciò ho scritto qualche indicazione che mi piacerebbe far leggere a chi insegna ed a chi vorrebbe insegnare. Qualsiasi materia, argomento o attività. Perchè, davvero, i bambini non meritano adulti che non sanno occuparsi della loro crescita e del loro futuro.




La motivazione non dipende dal bambino. Non ha senso insegnare solo a bambini già motivati. La motivazione va creata, supportata, sostenuta ed incoraggiata. Perciò il fatto che un bambino sia poco motivato non dipende da lui e non è “colpa” sua.
2) Ogni bambino è diverso dagli altri, ognuno ha le sue caratteristiche, i suoi punti di forza e le sue difficoltà. Proprio come noi adulti. Se conoscete una persona perfetta ditemelo, perché io non ne ho mai incontrate. Detto questo, l’insegnamento e la didattica andrebbero calibrati sul singolo bambino, senza pregiudizi o preconcetti riguardo alle sue capacità.
3) Le diagnosi e le etichette servono per avere maggiori informazioni su un bambino, ma non dicono ciò che un bambino può o non può fare.
4) TUTTI i bambini possono imparare QUALSIASI materia o apprendimento, tutto dipende dall’insegnamento che viene loro dato, e dalla qualità di tale insegnamento. Partire pensando “questo bambino non può imparare” è, secondo me, l’errore più grande che un insegnante possa fare.
5) I bambini disabili NON hanno bisogno di amore. Hanno dei genitori che li amano e non hanno bisogno che un insegnante dia loro amore. Hanno bisogno, invece, come tutti gli altri bambini, di insegnanti che facciano il loro lavoro, ovvero che INSEGNINO.
6) La fiducia nelle capacità dei bambini incrementa la loro motivazione e può fare davvero la differenza tra un percorso didattico o educativo fallimentare ed uno di successo (intendendo per successo l’avvenuto apprendimento)
7) I bambini iperattivi, disattenti, aggressivi o con disturbi del comportamento NON sono bambini “cattivi”! Sono bambini che di partenza hanno, magari, alcuni difficoltà di tipo attentivo, cognitivo (o, al contrario, superiori capacità cognitive) o emotivo, ma che soprattutto hanno a che fare con adulti che non hanno come rispondere ai loro bisogni emotivi, di motivazione e di apprendimento, e che non hanno strategie per gestire e redirezionare in positivo i loro comportamenti.
8) Ogni comportamento ha una FUNZIONE, ovvero uno “scopo”. Non lo dico io, ma lo dice una scienza chiamata Analisi Applicata del Comportamento che ha lo scopo, appunto, di studiare e spiegare il comportamento in modo scientifico.
9) Pertanto, nessun comportamento è senza ragione! Se pensate che un bambino si comporti in un certo modo “senza una ragione”, considerate di formarvi nella scienza del comportamento. Sarebbe utile a tutti gli insegnanti e gli educatori e ridurrebbe la maggior parte dei comportamenti inadeguati di molti bambini nonché la difficoltà estrema di alcuni adulti di rispondere a tali comportamenti.
10)Urlare, minacciare, punire, umiliare, dare note …. NON SERVONO!! Molti insegnanti dicono “Ma io ho sempre fatto così…. Faccio così da trent’anni, sono cresciuto così e da bambino ho ricevuto punizioni, magari anche schiaffi, e sono cresciuto benissimo!” A parte che il giudizio sulla vostra funzionalità andrebbe formulato da altri e non da voi …. L’educazione e la didattica negli ultimi 30 anni si sono evolute e sono cambiate molto, peccato che non ve ne siate accorti, ma anche se fosse, trovo gravissimo che un professionista che lavora con i bambini non sia interessato a formarsi ed aggiornarsi su approcci e strategie più “moderni” ed efficaci.
10) Mi sembra che molti insegnanti ragionino in base alla “pedagogia della nonna” (con tutto il rispetto per i nonni), usando approcci e strategie che hanno imparato nel corso della vita, magari da bambini, o dai loro genitori…. “Perché tutti fanno così… i miei insegnanti facevano così…. Mia nonna faceva così”…. Ma l’insegnamento dovrebbe essere una PROFESSIONE, ed in quanto PROFESSIONISTI dovreste avere ben altre competenze, strategie e capacità rispetto a vostra nonna. Un insegnante dovrebbe essere in grado di controllare il proprio comportamento, gestire le proprie emozioni, non lasciare che i propri problemi personali interferiscano con il rapporto con gli alunni e con il proprio stile di insegnamento.
11) Le vostre frustrazioni e la vostra insoddisfazione non avrebbero sfogate sugli alunni, in qualsiasi grado ed ordine di scuola. Un PROFESSIONISTA dovrebbe saper fare il proprio lavoro anche in condizioni emotive non ottimali, senza lasciare che ciò che prova interferisca con quello che fa.
12) E’ possibile gestire gruppi anche molto estesi di bambini e ragazzi parlando A BASSA VOCE, anzi, anche non parlando proprio, e soprattutto SENZA URLARE. Che ci crediate o no, non solo è possibile, ma sarebbe anche auspicabile.
13) A mio parere, un insegnante dovrebbe essere anche un educatore. Non si possono sentire insegnanti che dicono “Occuparmi del comportamento del bambino non è una mia responsabilità”. Un insegnante dovrebbe insegnare a vivere prima che a studiare la lettura, la scrittura o la matematica. Dovrebbe insegnare la passione per la propria materia, la motivazione verso la vita, il comportamento, il rispetto e la relazione con gli altri. Il divertimento e la gioia di vivere.
14) Tutto questo rappresenta una grande responsabilità, ma se non avete voglia di assumervela, cambiate mestiere.
15) Se non avete voglia di prepararvi, formarvi, imparare a gestire i bambini, i gruppi, le difficoltà, le disabilità, le emozioni, l’aspetto educativo ed i contenuti da trasmettere…. Cambiate mestiere. Perché non è giusto che i bambini siano danneggiati da voi nel loro percorso di vita. Non lo meritano.