giovedì 12 ottobre 2017

L'importanza del contesto in cui si lavora: un ambiente piacevole ed accogliente favorisce l'apprendimento

Quando ho iniziato ad arredare il mio studio, mi sono posta come primo obiettivo quello di renderlo accogliente e facilitante l'apprendimento di tutti i bambini, anche quelli con difficoltà o necessità particolari. Ho scelto colori chiari per le pareti, mobili bianchi, tappeti di colore chiaro o, altre volte, colorato ed allegro, ma ho pensato anche a ciò che i bambini avrebbero trovato all'interno della stanza.

Un aspetto cruciale è l'assenza di banchi con le sedie o tavoli. Per la maggior parte del tempo, i miei allievi lavorano, senza scarpe, sul tappeto, che è grande e morbido, e a seconda di ciò che stanno facendo possono stare in piedi, muoversi camminando marciando, ballando o saltando, o sedersi, con l'unica regola di non sdraiarsi a parte quando devono svolgere esercizi in cui questa posizione è richiesta. 



In altre sedi in cui lavoro, per favorire la concentrazione degli allievi con difficoltà attentive preferisco lavorare in ambienti più neutri, quasi vuoti, con un arredamento essenziale e lineare e pochissimi stimoli visivi. Questo aiuta molto i bambini iperattivi e con deficit di attenzione e favorisce la focalizzazione sullo strumento che stanno suonando e sul compito richiesto.

A Voghera, tuttavia, non sarebbe possibile togliere e rimettere ogni volta libreria, scaffali, quadri ecc., quindi, sebbene nei miei progetti ci sia l'acquisto di grandi teli con cui coprire gli stimoli visivi in eccesso durante le lezioni di alcuni allievi, nel frattempo faccio in modo che l'ambiente sia il più allegro ed accattivante possibile, in particolare per i più piccoli.

Alle pareti sono appese fotografie degli allievi, in particolare dell'orchestra, in momenti quali concerti, prove o concorsi. I nuovi allievi rimangono subito colpiti da queste immagini colorate di tanti bambini con il violino in mano, che trasmettono subito allegria.




Gli strumenti a percussione per gli esercizi di ritmica sono dentro ad un armadietto in corridoio - proprio perchè non siano stimoli distraenti-, ma solo colorati ed accattivanti, e molto vari :





I miei allievi, fin da piccolissimi, sanno dove si trovano gli strumentini ed imparano ad andare in corridoio, sceglierli in autonomia e riporli al loro posto una volta finito di utilizzarli. Penso sia molto importante insegnare ai piccoli ad avere cura delle loro cose e rimetterle a posto, ed è una competenza che inizio ad insegnare già agli allievi di 1 anno.

Per fare in modo che lo strumento musicale venga associato a qualcosa che ai bambini piace già, tengo in studio anche diversi giocattoli, da usare come rinforzatori, come svaghi nei momenti di pausa, come strumenti di lavoro per vari esercizi di ritmo, manualità o motricità, e come oggetti con cui "condizionare" (termine comportamentale che, al contrario di quanto sembri, non ha un'accezione negativa ma indica solo l'appaiamento di due stimoli di cui uno con valore positivo) l'attività del suonare uno strumento.

Tali giochi cambiano a seconda dell'età dell'allievo, quindi per i più piccoli ho alcuni set di animaletti i gomma e palline morbide, per i bimbi in età scolare bolle di sapone, palloncini gonfiabili, bambole e piccoli pupazzi, e per i preadolescenti penne colorate e palloni.






I giochi ed i rinforzatori - questi ultimi che si possono ottenere studiando a casa tutti i giorni o eseguendo a lezione lo studio di esercizi particolarmente complessi e impegnativi-, vengono scelti anche dagli allievi, che spesso me li "commissionano", facendomi poi girare negozi e cartolerie alla ricerca degli stickers di Cars o delle Winx, o di un particolare Tirannosauro di gomma.



Come dico sempre, la motivazione verso il suono e la musica è intrinseca, universale e molto spesso innata, così come le capacità musicali, ma quella per lo studio di uno stumento musicale non la è. Anche i bambini che dicono "vorrei suonare il violino/il pianoforte/il violoncello", in realtà sono attratti dal suono di quello strumento, ma non hanno idea di cosa voglia dire davvero imparare a suonare uno strumento, studiare, impegnarsi tutti i giorni, sbagliare e ripetere, sbagliare ed ...accettare di aver fatto un errore che però è indispensabile per poter imparare .... non sanno che per impare un brano anche semplicissimo ci vogliono ore di esercizi e tante lezioni e non basta prendere in mano lo strumento per farlo suonare.

Quindi, dato che appunto è quasi impossibile che una motivazione di questo tipo sia intrinseca, sono convinta che non ci sia nulla di male nell'utilizzare la motivazione estrinseca per un breve periodo e per alcuni obiettivi selezionati - es quello di esercitarsi a lungo su passaggi difficili, o di studiare a casa tutti i giorni.

Solo così, infatti, lavorando in un ambiente sereno, gioioso ed accogliente e facendo in modo che l'allievo associ lo strumento ad altri stimoli per lui già positivi e motivanti, la motivazione diventerà intrinseca, e nel bambino nascerà l'amore per lo strumento e per lo studio dello stesso.



La passione per uno strumento non è automatica ma va supportata, costruita, creata e coltivata, a volte anche con l'attenzione ai dettagli e con i piccoli accorgimenti grazie ai quali la musica può diventare, davvero, fonte di gioia e felicità.