Mattia ha un disturbo dello spettro autistico con una diagnosi di Disturbo Generalizzato dello Sviluppo.
E' nato nel 2003, quando lo conosco ha 8 anni, ed è un bambino molto vivace,
iperattivo, però anche intelligente, brillante e con un livello cognitivo senza
dubbio alto.
Fisicamente mi ricorda Harry Potter : magrolino,
con gli occhi scuri, gli occhiali, i capelli a caschetto e lo sguardo furbo.
E’
molto loquace, usa un linguaggio avanzato per la sua età e parla di argomenti
insoliti per un bambino di 8 anni, quali la cucina o la moda.
Riservato
e poco “sociale” come tutte le persone autistiche, Mattia è però un bambino
dolce ed affettuoso, che conquista con il suo sorriso ed il suo entusiasmo verso
le cose che gli piacciono.
E’ interessato alla musica, ha un ottimo orecchio –
che alla prima osservazione non escludo possa essere assoluto – un buon senso
del ritmo, una motricità globale piuttosto buona ed una memoria straordinaria.
Nella
prima scheda di valutazione, sottolineo anche la sua capacità di lettura,
superiore alla media per un alunno di 3^ elementare, ed il suo interesse verso
il pianoforte, e rilevo come aree carenti la manualità fine e la coordinazione
motoria, mentre non riesco a valutare l’intonazione perché il bambino non
accetta di cantare, ma immagino che, dato l’eccellente orecchio, il canto sia
uno dei suoi punti di forza. La mamma, infatti, riferisce che a casa Mattia
canta in continuazione, quindi decido di dargli tempo.
Il
costante bisogno di muoversi di Mattia porta con sé difficoltà di attenzione e
concentrazione, che rappresentano sicuramente la sua difficoltà maggiore. La
mamma parla anche di una motivazione altalenante, che va continuamente
alimentata e sostenuta cambiando spesso attività e trovando per lui esercizi
non troppo facili, ma neanche troppo impegnativi, che lo farebbero sentire in
ansia e minerebbero la sua autostima.
Credo
che, comunque, Mattia abbia bisogno di ricevere stimoli che siano all'altezza
delle sue potenzialità, e di raggiungere una maggiore fiducia in sé stesso, che
sicuramente gli deriverà dal padroneggiare anche abilità più complesse.
Gli
obiettivi che mi pongo con lui, e gli strumenti che scelgo per raggiungerli,
sono quindi i seguenti :
1)
Incremento della motricità generale
tramite canzoni con coreografie
2)
Sviluppo
della manualità fine
tramite “canzoni per fare” (con esercizi
di manualità), giochi di manualità,
uso di strumentini
3)
Sviluppo
della coordinazione
tramite canzoni con coreografie, giochi
di coordinazione e motricità,
utilizzo degli strumentini, del
pianoforte ed eventualmente del “violino finto”
4)
Incremento
della capacità di attenzione e concentrazione
tramite lavoro sul concetto di silenzio
e pausa vs concetti di rumore e movimento,
con incremento progressivo dei tempi di
pausa
5)
Avviamento
al pianoforte
tramite esercizi di esecuzione di brani ad orecchio, esecuzione di cartelli
ritmici, e più avanti lettura degli
spartiti ed esecuzione brani al pianoforte.
Per
le lezioni di Mattia lavorerò insieme alla mia collega Maria Semeraro, pianista, che si occuperà
della parte strumentale.
La
mamma di Mattia mi ha chiesto di programmare alcune lezioni tenendo conto della
sua iperattività e del suo bisogno di esprimersi attraverso il corpo, quindi
inserendo elementi di movimento adatti anche a bambini più piccoli.
Per
questo motivo, i piani di lezione iniziali prevedono esercizi molto semplici :
l’Appello, al quale inizialmente Mattia non vuole rispondere cantando,
l’esecuzione di un ritmo binario con i
legnetti, il gioco del rumore/silenzio – che spesso utilizzo con i bambini
iperattivi per educarli al controllo motorio ed al silenzio, aumentando
progressivamente i tempi di immobilità- , Soldatini con la coreografia, la
canzone per fare Campanellino, il Tuffo saltando o spostandosi con il corpo, e,
per la lettura ritmica, l’Albero delle note ed i primi cartelli ritmici
associati a movimenti precisi.
Dalla
terza lezione, inseriremo anche giochi di coordinazione, quali un’associazione
tra suono e movimento, o un esercizio di più movimenti in contemporanea – ad
es. far girare una pallina con una mano mentre
batte a tempo un legnetto; la canzone “Attenzione alla discesa”, ed
alcune filastrocche.
Mattia,
infatti, ha una stereotipia motorio – vocale che consiste nel tenere in bocca
la saliva parlando a voce bassa, velocemente e in modo a volte poco
comprensibile, per cui le filastrocche hanno lo scopo di incentivare un
utilizzo controllato e consapevole del linguaggio anche come funzione sociale e
non solo “privata”.
Spesso ricordiamo a Mattia di “mandare giù la saliva e parlare a voce
alta”, anche tramite un cartello affisso sopra al pianoforte che recita “Le
regole del parlare bene”,e intorno alla metà dell’anno inizieremo a fargli
eseguire filastrocche e scioglilingua seguendo il battito del metronomo,
partendo da un tempo di velocità media per arrivare ad uno più veloce, e finire
con un ritmo molto lento, il più impegnativo per lui.
Visto
il suo livello cognitivo molto buono, Mattia procede velocemente con il
programma. Dalla quinta alla dodicesima lezione continuiamo i Tuffi
associandovi , però, ritmi sempre più complessi, in breve finiamo i cartelli
ritmici e passiamo ai primi esercizi di Divertiamoci col ritmo – ricordiamoci
che Mattia ha 8 anni, dunque è naturale che con lui si arrivi alla lettura in
breve tempo- , dopo Soldatini gli proponiamo in sequenza tutte le canzoni del
repertorio Suzuki con le coreografie CML, introduciamo l’armonia con gli
esercizi su gradi della scala, intervalli (Intervalli da Intonare, Una canzone
sull’Intervallo) e più avanti la cadenza (Ora canto la cadenza); e la lettura
con il “foglio millerighe” e , poco dopo, alcune pagine del Quaderno Operativo,
La casa delle note, Le Bolle, con un’iniziale letto – scrittura delle note,
passando dalla Lettura – “con dito”.
Per
la manualità fine gli proponiamo nuove
Canzoni per Fare , tra cui Cinesin Pesciolin, che diventa la sua preferita, Con
un pezzettino, la mia Camminare sul Legnetto; e , con l’arco del violino, Il
Ragnetto e la Ranocchia e Spazzola e Pettine.
http://www.youtube.com/watch?v=2ukV25gP7Sg&feature=youtu.be
Il lavoro sulla coordinazione e sul controllo motorio parte dal richiedergli un maggiore finalismo nei movimenti, che a volte sono eccessivi e fuori contesto, e passa dall’eseguire, ad esempio, il ritmo “cort/doppia” a tempo di metronomo e in diversi esercizi sempre più veloce, per arrivare alla Danza del Cappello fatta con il corpo e tenendo una mano in testa ed al gioco di associazione “suono/movimento” arrivando a 5 movimenti diversi. Anche il solfeggio diventa un “pretesto” per aumentare la coordinazione, attraverso la lettura degli esercizi dell’Hayes con un movimento per ogni figurazione ritmica.
http://www.youtube.com/watch?v=2ukV25gP7Sg&feature=youtu.be
Il lavoro sulla coordinazione e sul controllo motorio parte dal richiedergli un maggiore finalismo nei movimenti, che a volte sono eccessivi e fuori contesto, e passa dall’eseguire, ad esempio, il ritmo “cort/doppia” a tempo di metronomo e in diversi esercizi sempre più veloce, per arrivare alla Danza del Cappello fatta con il corpo e tenendo una mano in testa ed al gioco di associazione “suono/movimento” arrivando a 5 movimenti diversi. Anche il solfeggio diventa un “pretesto” per aumentare la coordinazione, attraverso la lettura degli esercizi dell’Hayes con un movimento per ogni figurazione ritmica.
Più
avanti introdurremo anche l’argomento “emozioni”, sul quale Mattia sta già
lavorando con terapisti ed insegnanti, infatti si trova già ad un buon livello
di riconoscimento sia delle emozioni di base sia di quelle complesse e ad un
lavoro iniziale sulla “teoria della mente” – ovvero la capacità di mettersi nei
panni degli altri e comprendere che i loro pensieri e le loro emozioni possono
non coincidere con le nostre. Per il lavoro sulle emozioni
useremo un “Dado delle Emozioni”, con uno smile diverso disegnato su ognuno dei
sei lati per esercizi piuttosto complessi sul riconoscimento, la descrizione e
la verbalizzazione delle emozioni sia del bambino stesso, dopo aver ascoltato
brani musicali, sia di quelle degli altri.
Intorno
a Febbraio, riusciamo a vincere la resistenza di Mattia verso il canto,
ottenendo di sentirlo eseguire alcune canzoni. Come avevo immaginato all’inizio,
il bambino ha un’ottima intonazione ed una bella voce, tende però a cantare
velocemente ed a voce bassa, ribadendo ogni volta “ A casa canto sempre, invece
qui non canto mai … “, nonostante sia evidente che cantare gli piace, infatti
tra Marzo e Giugno accetterà di eseguire quasi tutte le canzoni, ed addirittura
entrerà a far parte di un coro scolastico!
La
difficoltà principale che incontriamo con Mattia è relativa al suo
comportamento. Dopo un avvio positivo, il bambino capisce di poterci, diciamo,
“manipolare”, e per circa un mese e mezzo mantiene un comportamento poco
adeguato, distraendosi intenzionalmente, cercando argomenti di conversazione
non pertinenti la lezione, alzandosi quando non dovrebbe e mettendosi a correre
per la stanza, in breve cercando ogni occasione per non assecondare le nostre
richieste, anche quando l’esercizio catturerebbe il suo interesse e la sua
motivazione. Cerca di metterci alla prova, di mostrarsi demotivato pur non
essendolo, e devo ammettere che purtroppo ci riesce benissimo.
Non
conoscendolo ancora bene, ed avendo comunque come obiettivo quello di farlo
appassionare alla musica, per un periodo rimaniamo spiazzate e chiediamo la
collaborazione e l’intervento della sua terapista comportamentale, Francesca,
che lo segue da un paio d’anni sia a scuola sia a casa.
Lei
si mostra molto disponibile e prende parte ad alcune lezioni, inviandoci poi
una relazione sulle sue osservazioni. Insieme a Francesca , agli altri terapisti
ed al supervisore, io partecipo anche ad un Workshop ABA - terapia comportamentale applicata- a casa
del bambino, durante il quale esponiamo programmi ed obiettivi del nostro
lavoro con lui, io proietto alcuni video delle lezioni commentandoli, ed infine
osserviamo i terapisti al lavoro con Mattia concludendo con una riunione di
equipe alla quale partecipa anche la mamma di Mattia, e durante la quale il
supervisore spiega le difficoltà riscontrate e le modalità più funzionali per
procedere in futuro.
Dall’osservazione
di Francesca, i miei resoconti ed i video, rileviamo nel comportamento di
Mattia frequenti “tentativi di evitamento”, che consistono, come ho già
accennato, nel trovare mezzi per non eseguire ciò che gli richiediamo,
dilazionando il più possibile il momento in cui dovrà impegnarsi. Tuttavia,
essendo Mattia molto intelligente, tali tentativi non sono sempre evidenti e
facili da riconoscere, perché a volte vengono messi in atto con una grande
naturalezza e noi “ci caschiamo”! Ad esempio, spesso il bambino fa domande
veramente intelligenti e che denotano
curiosità, ma che sono poste in un momento in cui il suo unico scopo è quello
di non impegnarsi nel compito.
Francesca
e il supervisore ci mostrano come individuare comportamenti di questo tipo, e
ci consigliano di ignorarli, ripetendo, se necessario, più volte la richiesta,
usando sempre lo stesso tono di voce e le stesse parole, fino a quando il
bambino non avrà svolto l’esercizio come noi, conoscendo le sue potenzialità,
ci aspettiamo che possa fare.
Ci raccomandano, inoltre, di essere sempre ferme e coerenti, bloccando i
comportamenti non adeguati ogni volta che si presentano, e, quando Mattia
raggiunge l’obiettivo, di fargli svolgere come premio un’attività di sua
scelta, indirizzandogli molti complimenti e coccolandolo, perché con le persone
che conosce è un bambino affettuoso e che apprezza il contatto fisico.
Nonostante
io conoscessi anche prima tali tecniche, mi accorgo di non averle utilizzate
perché ero troppo concentrata sugli obiettivi didattici e sul “qui ed ora”
della lezione, ma dopo il workshop mi ripropongo di farlo.
Infatti,
in pochissimo tempo la situazione si sblocca : Mattia diventa più tranquillo,
collaborante e motivato, pur rimanendo vivace e chiacchierone non mette più in
atto comportamenti tanto disturbanti, e riesce ad esprimere al meglio le sue
capacità, dimostrando di sentirsi anche più bravo e capace. Ci ha messe alla
prova, ma dopo alcune settimane di disorientamento ha compreso che anche noi
seguivamo la linea di condotta dei suoi famigliari e terapisti, e che anche su
di noi poteva contare per avere dei limiti e delle regole chiare per imparare
a controllare e gestire il suo
comportamento. E penso che questa “scoperta” gli abbia fatto piacere, e che con
la sua fase di ribellione volesse semplicemente assicurarsi di potersi fidare
di noi.
Date
tali premesse, abbiamo potuto anche avviare Mattia al pianoforte con più
tranquillità. La mia collega Maria segue insieme a me il bambino nello studio
dei primi brani del Thompson vol.1 , ed anche qui i progressi non si fanno
attendere, nonostante per Mattia sia difficile mantenere la concentrazione per
un brano intero.
Comunque la sua lettura delle note è molto buona ed anche le
abilità di manualità fine subiscono un notevole incremento. Per arrivare a
fargli eseguire tutto il brano, lo scomponiamo in sezioni brevi di 2 -3
battute, ed al termine del lavoro Mattia impara a suonare dall’inizio alla
fine, tra gli altri brani, anche Mary Aveva un Agnellino, che per lui è
piuttosto lungo.
Quando
arriva il momento di decidere della sua partecipazione al saggio finale, io e
Maria non abbiamo dubbi : Mattia eseguirà alcune canzoni CML con il gruppo dei
miei allievi più piccoli (che comprenderà anche un paio di bambini della sua
età che mi hanno chiesto di poter partecipare), e suonerà al pianoforte Mary Aveva
un Agnellino.
La mamma
del bambino è preoccupata che la situazione di gruppo da una parte, e
l’esecuzione solistica dall'altra possano scatenare in Mattia una crisi
facendolo ritornare ai vecchi comportamenti, ed anche Francesca esprime qualche
perplessità, ricordandoci che il saggio dovrà essere per lui prima di tutto
un’esperienza positiva e formativa, senza creargli eccessive ansie.
Mattia
è , infatti, un bambino che tiene molto al risultato e ad essere all'altezza
della situazione. Io e Maria, però, abbiamo fiducia nella sue capacità, e con
il nostro entusiasmo riusciamo a convincere anche la mamma e la terapista.
Il
giorno del saggio siamo un po’ tese : va bene la fiducia, ma capiamo anche
quanto la situazione sia nuova, in parte inattesa – la sala è gremita- ed
emotivamente carica per Mattia.
Lui
però, ancora una volta, ci stupisce tutti : esegue le canzoni insieme agli
altri ed in sintonia con la mamma, senza mostrare la sua agitazione per il
contesto di gruppo, e suona il pezzo al pianoforte a quattro mani con Maria,
sostenendolo tutto ed inchinandosi alla fine. Quella con Mattia è stata senza
dubbio una scommessa vinta, e in gran
parte per merito suo.