Per fare questo, però, non sono mai coercitiva e non forzo mai i bambini. Al contrario, preferisco procedere a piccoli passi, talvolta proprio piccolissimi e molto lenti, cercando di mantere la loro motivazione alta e di creare un'atmosfera di apprendimento e di lavoro sempre tranquilla e serena, senza stress nè obblighi di nessun tipo.
E senza "calendario" : pur avendo una programmazione precisa, con tempi medi ideali ed una struttura chiara di lavoro, metto in chiaro che tali tempi sono solo un'ipotesi ed assolutamente non un'agenda da seguire in modo rigido.
Non solo ognuno ha i propri tempi, soprattutto nel caso di allievi con difficoltà, ma, anche quando si tratta di bambini particolarmente brillanti e veloci, la mia priorità rimane il loro benessere e la loro serenità.
Quindi, se devo scegliere tra proseguire con gli esercizi tecnici ed il repertorio ed avere un allievo sereno, decido di fare un passo indietro ed opto per la seconda situazione, che a volte è anche funzionale al raggiungimento di esecuzioni ancora più precise del programma già studiato.
Per quanto io cerchi di creare motivazione, infatti, con una certa regolarità capita che, in corrispondenza dei passaggi di livello tecnico, i bambini abbiano momenti di crisi nei quali il timore di non riuscire prevale sull'entusiasmo nei confronti della novità, quindi preferisco rallentare ancora, ricordare al bambino ed alla famiglia che non stiamo facendo nessuna "gara" di apprendimento e che non ho fretta di procedere, e continuare con i nostri passettini, portati avanti, però, sempre con la massima precisione, attenzione ed accuratezza.
Conosco anche altre strategie per introdurre esercizi complessi nel programma, ma sono troppo difficili da spiegare in poche parole.
Sta di fatto che appena il bambino ha superato il momento di difficoltà, durante il quale comunque la nuova tecnica non è stata accantonata ma semplicemente presentata in un modo diverso, allora possiamo continuare spingendo di nuovo sull'acceleratore, ma la velocità della didattica rimane sempre calibrata sul singolo bambino e non è mai, e dico MAI, in funzione di una mia programmazione standard, di tempi prestabiliti o, ancor peggio, di aspettative mie o della famiglia.
Anche se i miei allievi iniziano a 2 anni, talvolta anche prima, non mi pongo mai l'obiettivo di creare piccoli geni, ma sempre quello di far crescere bambini felici.
Ginevra, 20 mesi |