giovedì 23 novembre 2017

Musica e autismo: perchè la musica dev'essere terapia??

Quando si parla di attività rivolte a persone con disabilità, sempre più spesso leggo definizioni delle proposte particolari e fantasiose, come se quella attivià, che sia musicale, sportiva o artistica, dovesse essere diversa e differenziata nei contenuti solo perchè destinata ad allievi con difficoltà.

Il nuoto diventa "terapia in acqua", lo sport "velaterapia", "baskin" o "calcio inclusivo" .... un corso di pittura diventa "arteterapia" ... l'attività musicale si chiama "coinvolgimento sinfonico e orchestrale", "il suono che cura", "riabilitazione tramite la musica"...

Non sono tanto le iniziative in sè che non condivido, quanto il modo in cui vengono proposte e gli obiettivi che si pongono. 
A mio parere, intanto, considerare "terapia" tutto ciò che viene proposto alle persone disabili è sbagliato ed anche fuorviante, perchè alimenta false speranze ed aiuta a credere nei miracoli. perdendo di vista gli obiettivi di acquisizione di competenze reali, concrete e spendibili nella vita quotidiana.

Inoltre, secondo me non sarebbe necessario cambiare nome e contenuti a queste attività per renderle accessibili, ma basterebbe cambiare modalità di insegnamento, adattandole alla persona che abbiamo davanti, che abbia una disabilità oppure no.

Ognuno è una persona a sè ,ed un insegnante deve essere consapevole delle caratteristiche di ogni studente per essere in grado di trasmettere competenze in modo efficace. 

Quindi se fossimo in grado di vedere una disabilità come un insieme di caratteristiche, comportamentali, emotive, fisiche, cognitive, psicologiche ecc, e non come qualcosa di strano, spaventoso o disorientante, faremmo un grande favore ai bambini con cui lavoriamo ed anche a noi stessi, perchè lavoreremmo con molta più facilità, naturalezza ed efficacia.







E' davvero inutile inventare percorsi o attività "diversi" per persone disabili,  nella convinzione che quelli "normali" non siano a loro accessibili, perchè non è vero.

E' la modalità di insegnamento che fa la differenza, non i contenuti.

Se chiamiamo il teatro "drammaterapia" o la musica "coinvolgimento orchestrale" non li rendiamo più semplici nè più inclusivi, ma anzi, non facciamo altro che sottolineare la differenza tra le persone "neurotipiche" , che possono nuotare, andare in bibicletta, recitare, suonare davvero, e quelle "disabili" che, per definizione, possono avere accesso solo ad un "surrogato" di questi apprendimenti.




Comunque non tutti i bambini che iniziano un corso diventeranno sportivi, musicisti o attori, ma questo non dovrebbe essere comunque l'obiettivo principale con il quale far intraprendere un'attività ad un bambino. Un livello base di apprendimento in qualsiasi campo è accessibile a tutti, basta saper insegnare, e soprattutto non pensare che, se la persona che abbiamo davanti ha una disabilità o una difficoltà, per lei un'attività debba per forza essere "curativa", "riabilitativa" o risolutiva di qualche lacuna.





Perchè tutti possono avere il piacere di imparare qualcosa, e riceverne sicuramente benefici e vantaggi, ma senza che tale attività debba per forza essere "terapeutica".

I sostenitori di questo approccio, però, di solito obiettano dicendo che loro vogliono che il loro lavoro sia terapeutico, e motivano questa scelta con esempi che proverebbero i "miglioramenti" avvenuti nei "pazienti" grazie al loro intervento.

In alcuni articoli di musicoterapia leggo, ad esempio, che un bambino con autismo ha dimostrato una "migliore sintonizzazione affettiva" improvvisando - leggi ; schiacciando a caso i tasti del pianoforte- in risposta all'improvvisazione del terapeuta.

Sì, in realtà però è assolutamente casuale che un bambino, autistico o no, schiacci i tasti di un pianoforte, se lo fa una volta su dieci, inoltre, non c'è proprio nulla di "relazionale" in questo comportamento, ed il massimo della competenza che io vedo in questa scena è relativa, semmai, alla capacità di prendere il turno, competenza quindi molto molto più di base rispetto alla grandiosa "relazione" millantata da questo terapeuta.

Oppure che "per i bambini meno colpiti  (testuali parole!!!), la musica può servire da tramite per la comunicazione verbale. Ad esempio, tutta la mia comunicazione con un bambino Asperger era fatta di canzoni... se inizio a parlare con un tono di voce normale, lui perde l'attenzione, inizia ad autostimolarsi e se ne va"

Fantastico .... peccato che una persona Asperger sia ASSOLUTAMENTE in grado di parlare in modo corretto e funzionale, spesso anche di conversare, e che sia gravissimo e scorretto permettergli di non partecipare ad una conversazione, di andarsene e di parlare solo cantando!!

Proprio perchè è una competenza che lui ha e deve, semmai, solo rendere più adeguata al contesto sociale in cui si trova, abilità che gli va INSEGNATA con un training specifico sulla conversazione, non certo cantando con lui!

In un altro articolo sulla musica in gruppo, leggo : " La peggior cosa che si possa fare con un bambino (autistico) è lasciarlo seduto ad aspettare senza far nulla mentre gli altri suonano".




Certo, perchè nella vita non dovrà mai aspettare il proprio turno, è autistico, quindi è scusato, può fare ciò che vuole, non è in grado di aspettare!!

Tra l'altro, questa frase è in aperta contraddizione con tutto il presunto lavoro sul turno effettuato in "terapia", nel quale l'apprendimento del turno è casuale, ma poi non viene incoraggiato negli altri momenti dell'incontro, anzi, viene scoraggiato ed impedito.

Infine, tutta l'enfasi sulla libertà e sull'improvvisazione  musicale come strumento di relazione è addirittura pericolosa e porta a grandi difficoltà per una persona con autismo.

Un musicoterapeuta scrive 
Attraverso il “gioco” improvvisativo musicale, dove non ci sono regole restrittive e si è in balia dell’imprevedibile, si creano quegli attimi di ascolto in cui l’altro, tramite uno sguardo o un movimento, ci farà capire che è comunque presente, che non riesce a nascondere di essere sensibile al “bello” e ci mostrerà come abbia bisogno di quella cosa cosi impalpabile ma potente che è la musica.

A parte l'allucinante insieme di stereotipi ( "è presente" ... come se un bambino autistico non lo fosse.... è sensibile al bello" ... ma no??), non c'è nulla di più confusivo e disorientante per una persona con autismo della mancanza di regole e dell'imprevedibilità.

L'assenza di regole, di una struttura e di un programma, quindi, manda in confusione totale un bambino esposto a questa situazione, e rende più probabili meltdown, comportamenti problema e manifestazioni di ansia o comportamenti di evitamente della proposta.

Altri musicoterapeuti affermano che la musica serve al bambino per "esprimere sè stesso", ma esprimersi attraverso la musica senza saper suonare è come esprimersi verbalmente senza essere in grado di parlare. Anche senza considerare l'ossimoro costituito da questa frase, il massimo che si potrebbe ottenere sarebbe una comunicazione incomprensibile, confusa, senza significato e casuale, come è infatti l' "improvvisazione" data dallo schiacciare casualmente i tasti del pianoforte o dal pizzicare le corde di una chitarra senza avere idea di come si suona.

E' come parlare senza parole, costruire una frase senza regole grammaticali o scrivere le parole saltando delle lettere.

A mio parere questa non è espressione di sè nè comunicazione, perchè non esprime nulla e, in realtà, non deriva da un intento comunicativo, ma è solo un gioco per il bambino, che appunto non ha in questo modo i mezzi e gli strumenti per esprimersi.

Un bambino che non parla, infatti, senza dubbio comunica, ma di certo non esprime completamente sè stesso, perchè non ne ha gli strumenti, e proprio per questo è fondamentale darglieli... con i segni, la CAA, ove possibile le parole, magari anche con la musica , ma insegnandogli a suonarla, prima.




Credo che il concetto cardine di questo discorso sia relativo alla visione che si ha di una persona con disabilità e, ricollegandomi agli esempi che ho fatto, in particolare con autismo : se noi consideriamo un bambino autistico come un "essere speciale", diverso da noi, lontano ed irraggiungibile, perso nel "suo mondo" nel quale dobbiamo "entrare" - guarda caso, visione "magica" e romantica di gran parte dei "terapeuti" che ho citato-, allora è lecito voler fare delle "magìe" per entrare nella "bolla" in cui questo bambino è rinchiuso, per comunicare con lui con modalità "alternative" e fantasiose, senza preoccuparci di rendere il nostro intervento concreto e mirato, intanto l'importante è la "sintonizzazione affettiva", la tanto millantata "relazione" che magicamente "guarisce".

Se, invece, vediamo un bambino per quello che è .... e, quindi, un bambino e basta, magari con caratteristiche diverse dalla maggior parte dei bambini, ma sue, che però non lo rendono speciale, magico o irraggiungibile perchè "perso nel suo mondo" ...

e se capiamo che anche lui vive nel nostro stesso mondo e, quindi, ha bisogno di strumenti per poterne far parte attivamente,

allora capiamo che non c'è bisogno di inventarsi terapie prive di concretezza nè interventi o attività apposta per lui.

Ma basta rendere accessibile a questo bambino le attività che esistono già e che svolgono tutti gli altri bambini, basta aiutarlo ad apprendere le abilità che ancora non possiede tramite un insegnamento adatto al suo modo di apprendere.

Basta dargli la possibilità di vivere nel mondo reale insieme agli altri.







lunedì 20 novembre 2017

L'orchestra "Musica è Gioia" compie 3 anni!

... ovvero la stessa età di alcuni suoi componenti :)

L'orchestra Musica è Gioia è nata nell'a.s. 2014-2015, composta dai miei piccolissimi allievi di violino, che vi partecipano a partire dal primo anno di corso, quando hanno tra i due anni e mezzo ed i 3 anni. 

Le prime prove, ad ottobre/novembre 2014:




Se guardo indietro, mi sembra che sia passata una vita, perchè da quel primo "esperimento" al concerto di Natale 2014 ne è passata di acqua sotto i ponti. Insegnavo dal 2009 e quindi mi era già capitato di formare gruppi di allievi, ma fino ad allora non avevo mai lavorato con gruppi numerosi e soprattutto mai in contesti "ufficiali" con esibizioni pubbliche.

Infatti in quei primi video si vede l'inesperienza che avevo allora : i bambini avevano un'impostazione sul violino non molto precisa, non erano "allenati" a mantenere attenzione e concentrazione a lungo, l'insieme era piuttosto approssimativo e la disposizione dell'orchestra poco ordinata.



Certo, i primi componenti dell'orchestra suonavano da pochissimi mesi, da uno fino a 6 mesi al massimo, ed i violinisti ad un livello superiore al primo anno erano davvero pochi.

Anzi, le uniche che superavano il primo corso erano due mie ex- allieve di Milano, invitate ad unirsi a noi per sostenere i piccoli.




Dato che i bambini in prima fila non avevano mai suonato prima in orchestra, avevo chiesto la presenza sul palco dei genitori, sia per incoraggiarli sia per controllare che suonassero nel modo "corretto".

Dopo quella "pionieristica" esperienza, l'orchestra ha suonato, pochi giorni dopo ed in formazione ridotta, ad un concerto di beneficienza a Lungavilla (PV).




Nel corso dell' anno scolastico,ho cercato di dare una certa regolarità agli incontri e di lavorare con serietà su pochi brani per volta.

Tuttavia, il mio approccio allora era ancora "sperimentale", dunque mi era di fatto difficile far provare i bambini spesso e non avevo ancora un metodo di lavoro, per quanto riguardava le lezioni di gruppo, sicuro e consolidato.  Ma lo studio Musica è Gioia esisteva da poco e per forza di cose il livello degli allievi era ancora iniziale.

Ciò che ho mantenuto è l'aspetto ludico e gioioso delle lezioni, il cui obiettivo rimane quello di trasmettere agli studenti la passione per la musica e per il violino e la voglia di imparare, studiare e migliorare ogni giorno di più, mai con stress ma sempre con allegria, serenità e tranquillità.

Alcune immagini delle lezioni di gennaio- maggio 2015 :








A Maggio 2015, al Concorso nazionale E lucevan le stelle di Parma, il gruppo dei miei allievi ha il secondo premio nella categoria gruppi.

In quelll'occasione ha suonato anche Sara, mia allieva con autismo, e da allora tutti i miei allievi, sia neurotipici sia con disabilità, hanno sempre suonato in orchestra insieme, senza distinzioni nè differenze, ognuno secondo le proprie possibilità, ma alla pari.



Per inciso : Sara è la bambina che abbraccia gli altri due ragazzini ... alla faccia dello stereotipo sulle persone autistiche che "non vogliono relazionarsi"!


Il 18 giugno 2015, sempre con bambini tutti al primo anno con l'aggiunta di Alessia, pianista accompagnatrice con disabilità, mia allieva da alcuni anni, il gruppo si è esibito a Milano per una serata dell'Associazione Terra e Sogni




Il primo appuntamento del successivo anno scolastico si è tenuto in ottobre a Lodi, in occasione di un convegno sull'acondroplasia. Hanno suonato sia come solisti sia in orchestra diversi allievi con disabilità e per tutti i bambini è stata una giornata molto piacevole e divertente.



In dicembre, l'orchestra di è esibita all'Ospedale Niguarda di Milano per l'Associazione Ipazia :




Piano piano, l'orchestra acquistava maggiore solidità ed affiatamento, ed i bambini imparavano a conoscersi, ascoltarsi ed eseguire i programmi con più attenzione e pulizia tecnica e di suono.

Al concerto di Natale 2015,  a Voghera, hanno partecipato come da tradizione allievi ai primissimi mesi di strumento, ed i più piccoli non avevano neppure 3 anni!



Nei mesi di gennaio/marzo, solitamente non prendo impegni per i bambini, perchè voglio che abbiano il tempo di preparare e consolidare programmi nuovi.



A partire da Aprile, invece, inizia il periodo dei concorsi.

Ero stata presente con i miei allievi al concorso Insieme per Suonare, Cantare e Danzare in provinci di Verbania già dal 2013, ma nel 2016 ho iscritto anche l'orchestra.

Ho portato ben 20 violinisti, il mio gruppo ha vinto il primo premio con un punteggio di 96/100, e quello straordinario weekend, che i bambini hanno rievocato per mesi e mesi, è stato documentato da una mamma in questo video emozionante :



La più piccola componente dell'orchestra aveva appena due anni e mezzo!!, altre due bambine ne avevano appena compiuti 3, e nel gruppo c'erano alcuni giovanissimi musicisti con disabilità, autismo e sordità.


Il fatto che dell'orchestra facciano parte anche piccoli musicisti con difficoltà stupisce le persone, ma per me e per i bambini è sempre stato qualcosa di naturale e "normale". 

Semplicemente, nel gruppo ci sono bambini molto diversi tra loro, ognuno con le sue caratteristiche, e quelli che non hanno difficoltà lo prendono così, senza porsi problemi. Anzi, tutti si aiutano tra di loro, sono molto amici ed apprezzano le reciproche qualità e caratteristiche.


 Per questo sono convinta che il progetto dell'orchestra sia fondamentale per tutti gli allievi : oltre ad insegnare a suonare insieme, a rispettare regole ed a lavorare sodo, ed oltre a far progredire tecnicamente, il gruppo offre infatti anche uno spazio di socializzazione tra bambini di diverse età e permette di crescere in un ambiente sano, stimolante ed educativo.



E dà la possibilità, ad esempio ai bambini con autismo che vorrebbero socializzare ma non ne hanno gli strumenti, di fare amicizia grazie alla condivisione di un interesse comune.

Pochi giorni dopo il viaggio a Verbania, i bambini dell'orchestra Musica è Gioia hanno vissuto un'altra esperienza indimenticabile, che tutt'ora mi chiedono di poter replicare.

Il 1 Maggio 2016 hanno suonato insieme a musicisti professionisti di alto livello, che con grandissima disponibilità si sono prestati a questo concerto benefico, presso il Teatro San Rocco di Voghera.



I musicisti che hanno partecipato provenivano da realtà importanti quali Orchestra del Teatro alla Scala, Orchestra Sinfonica della BBC, Solisti di Pavia ecc... ed hanno eseguito, anche insieme ad alcuni allievi, brani cameristici nella prima parte del concerto, per poi unirsi a tutti i miei piccolini in un finale strepitoso.



I camerini, le prove, il palco, gli applausi e la condivisione della musica con i grandi.... i bambini erano emozionatissimi ed increduli, e sono stato ripagati di tutto il lavoro svolto nei mesi precedenti.





Al termine dell'anno scolastico, ho organizzato una festa di fine anno estesa anche ad alcuni bambini con autismo che avrebbero partecipato in estate al terzo corso estivo Musica è Gioia.


Anche chi non aveva mai suonato il violino ha potuto provarlo e suonare in orchestra, e dopo la lezione ci sono stati giochi all'aria aperta ed una merenda organizzata da tutti i genitori.

In luglio si è svolto, appunto, il corso estivo rivolto a ragazzini con disabilità, al termine del quale l'orchestra è intervenuta come ospite per suonare al concerto di fine corso.

Anche in questa occasione si sono create nuove amicizie ed è stato tutto molto spontaneo, semplice e divertente.



L'anno scolastico 2016-2017 è iniziato, come di consueto, con le prove per studiare nuovi brani, in particolare Clair de Lune di Jean Baptiste Lully.

In orchestra i bambini suonano prevalentemente gli stessi pezzi che stanno studiando individualmente, ma a volte assegno anche brani specifici per le lezioni collettive.

Tuttavia, essendo io la stessa insegnante per entrambi i corsi, ho il vantaggio di poter farli esercitare di persona su tutti i programmi e di verificare la preparazione di ognuno anche nel programma di orchestra.





Al concerto di Natale 2016 si è evidenziata chiaramente la crescita tecnica e musicale dell'orchestra Musica è Gioia. Rispetto al 2014, i bambini erano molto più preparati, precisi, intonati ed affiatati, ed il livello di tutte le esecuzioni era decisamente più alto.

Ad essere sincera, credo di essere cresciuta soprattutto io che, dai primi "esperimenti" dell'anno iniziale del mio studio, sono passata ad un lavoro più consapevole ed accurato.
Ho chiarito prima di tutto a me stessa gli obiettivi del mio lavoro, ed ho scoperto di poter puntare sempre più in alto con i miei allievi e di poter pretendere da loro molto di più, credendo nelle loro capacità e proponendo loro un lavoro serio e, anche se sempre piacevole, divertente e coinvolgente, caratterizzato da un miglioramento ed una crescita continua delle loro competenze e capacità.

Il gruppo di esecuzione di brani natalizi

Il coro Musica è Gioia

L'orchestra del concerto di Natale 2016

Nel 2017 abbiamo suonato nuovamente a Parma, Omegna (VB), Voghera... sempre con ottimi risultati e grande entusiasmo da parte di tutti gli allievi coinvolti.

Secondo premio categoria Gruppi al concorso di Omegna (VB)



A Voghera - Maggio 2017



Per la prima volta, l'orchestra ha eseguito tutte le variazioni di Suzuki sul tema Twinkle twinkle little star, programma piuttosto lungo per la prima fila di violiniste di appena 3 anni!



In Giugno si è tenuta, come di consueto, la festa di fine anno, durante la quale hanno provato a suonare in orchestra per la prima volta anche i piccoli studenti di primo anno, tra i 2 ed i 4 anni, che avevano appena ricevuto il violino.




Ed eccoci arrivati al presente anno scolastico, partito subito con un nuovo programma - Trad. Frà Martino e Suzuki Lightly Row- e prove "intensive", quando riusciamo anche tutte le settimane, ma nell'ultima settimana ne abbiamo fatte due in tre giorni!

Dagli esordi il mio approccio è cambiato ancora : le prove sono rivolte solo ai più piccoli, dai 3 ai 7 anni, perchè i grandi lavorano in gruppo per conto loro e partecipano solo alle prove generali ed ai concerti insieme piccoli.

I bambini vengono a lezione senza genitori, solo per la collettiva visto che uno dei cardini del mio approccio è appunto la partecipazione della famiglie a tutti gli incontri, e suonano per un'ora intera, praticamente senza pause.

Ho scoperto che non solo possono farlo, ma che non si stancano e addirittura al termine della prova sono felici e soddisfatti, mi salutano con gioia, mi abbracciano, e non vedono l'ora che ci sia la prossima lezione.



Uno dei bambini più piccoli, di 3 anni e mezzo, dice sempre alla mamma " Voglio suonare con i miei amici" , e in prova, dopo ogni pezzo, esclama orgoglioso "Ho suonato io!"




Sono molto più esigente e mi aspetto da loro puntualità, presenza alle prove, precisione nella postura, nell'impostazione, nella tecnica, impegno e disciplina.

Mi aspetto che siano in grado di gestire i loro strumenti, le custodie e gli accordatori, e che i più grandi aiutino i piccoli a prepararsi per l'ingresso in aula.

Ovviamente propongo tutto questo con dolcezza e serenità, i bimbi ridono tantissimo e sono felici, però sono ferma, e loro sono abituati a seguire le regole e ad essere gentili e rispettosi nei confronti non solo della sottoscritta ma anche e soprattutto tra di loro.





Penso che in questo senso l'orchestra sia una scuola di vita e che rappresenti molto di più che un'ora di esercitazioni collettive, ed il modo in cui i bambini stanno crescendo all'interno di questo progetto mi conferma di essere sulla strada giusta.

Sono bambini affettuosi, sensibili, brillanti, intelligenti e creativi. Sono educati, entusiasti e tavolta "esplosivi" in felicità ed allegria, ma sanno anche controllarsi, stare in silenzio, avere pazienza ed aspettare. Sanno relazionarsi tra loro, anche chi ha normalmente difficoltà di relazione, aiutarsi, collaborare ed essere disponibili.

Amano viaggiare per suonare e conoscere altri bambini che condividono la passione per la musica. Quando sentono un violino per strada o in tv rimangono a bocca aperta e , fin da piccolissimi, riconoscono immediatamente un suono che per loro è molto familiare.

Come diceva Suzuki, questi bambini sono persone meravigliose con caratteristiche positive che li accompagneranno per tutta la vita e che stanno sviluppando senza dubbio anche grazie alla musica.



martedì 7 novembre 2017

Noemi, Iris, Giulia : il violino è la nostra passione!

 La "storia musicale" di Noemi, Iris e Giulia è di lunga data : Noemi e Iris hanno intrapreso le lezioni rispettivamente a 3 anni e mezzo ed a 2 anni e, dopo un periodo di propedeutica, hanno iniziato a suonare il violino. Giulia, invece, è entrata per la prima volta nel mio studio addirittura a 6 mesi! per frequentare il corso Lullaby con la sua mamma. Poi è passata al CML, e dopo pochissimo, viste le sue spiccate competenze ritmiche, musicali e motorie, ha avuto il violino.

Quest'anno la maggioranza dei miei allievi studia tutti i giorni, grazie al supporto ed alla motivazione delle loro famiglie, ma ciò che distingue queste bambine sono la loro passione per lo strumento ed i progressi enormi che stanno facendo di lezione in lezione, senza mai scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e mantenendo una grande entusiasmo e voglia di migliorare ed apprendere.

Giulia, 3 anni appena compiuti, è sempre stata "innamorata" del violino. Già da piccolissima, quando ancora non camminava e non parlava, rimaneva ad ascoltarmi affascinata e si muoveva a tempo di musica. A due anni voleva assolutamente suonare, e capitava che, dopo aver provato lo strumento, scoppiasse in lacrime quando capiva di non poterlo portare a casa!

Adesso, che finalmente ha il suo violino, studia tutti i giorni e lo porta ovunque ... addirittura il giorno in cui lo ha ricevuto doveva fare degli esami medici, ed ha voluto portarlo con sè e suonare in sala d'attesa!! 

Immaginate questa bimba minuscola, con un violino piccolissimo, quasi un giocattolo, che, davanti ad un "pubblico" incredulo, suona come se stesse giocando con una bambola, con la stessa facilità e naturalezza.




Giulietta ha anche un'impostazione incredibilmente avanzata per la sua età, e riesce già a tenere l'arco correttamente, come di solito fanno allievi più grandi, ed eseguire tutti i ritmi che le propongo.

A dicembre terrà il suo primo concerto in orchestra, appuntamento al quale si sta preparando con una serietà, una attenzione e una concentrazione davvero notevoli per avere appena 3 anni.

Iris, quasi 5 anni, ha sviluppato da quest'anno, insieme alla sua mamma, un metodo di studio molto efficace basato sulla routine e sulla costanza. Così il violino è diventato parte della sua vita e della sua giornata, e quando la mamma si dimentica di farla studiare, lei glielo ricorda e le chiede di suonare. E' proprio questa la chiave dello studio a casa: creare una routine, grazie alla quale i bambini iniziano a vivere lo strumento come momento della quotidianità ed amare, passo dopo passo, anche l'esercizio a casa, diventato ormai un'abitudine per loro irrinunciabile.

Non è un obiettivo semplice, anzi richiede tempo, dedizione, costanza e pazienza per tollerare gli iniziali momenti di rifiuto dei bambini, le proteste che possono sorgere nei primi tempi, e le loro "giornate no", durante le quali magari non hanno voglia di fare nulla.

Ma con fermezza, serenità e fantasia di riescono a superare anche questi ostacoli, e piano piano la routine si crea.

Iris è una bambina con un carattere molto determinato, è allegra e creativa, e molto brillante. Ha sempre avuto un comportamento ed una capacità di riflessione ed apprendimento molto sviluppati. Ha partecipato al suo primo concorso con l'orchestra a 3 anni, ed in molte iniziative in cui l'ho coinvolta era la più piccola, ma si è sempre trovata a suo agio anche con persone più grandi, proprio grazie alla sua intelligenza spiccata ed ad un temperamento maturo e deciso.

Negli ultimi mesi ha imparato vari brani nuovi e continua a fare progressi nel suono, nell'arco e nella mano sinistra e nella pulizia tecnica.



Noemi ha 6 anni appena computi e mi ha sempre colpita per la facilità del suo rapporto con il violino. 

Fin da piccola si è distinta per il suono dalla cavata ampia e potente, decisa e personale, e per un'espressività che di solito si riesce ad esprimere dopo alcuni anni di studio, e che invece lei ha sempre avuto, fin dalle primissime lezioni.

E' una bambina veramente molto musicale e dal grande temperamento, con una incredibile velocità di apprendimento e , nonostante sia molto vivace e fatichi a stare ferma nella vita di tutti i giorni, quando prende in mano il violino riesce ad avere una capacità di concentrazione assoluta e totale, come se in quel momento l'unica cosa che conta fosse fare musica e condividerla con gli altri.

In lei trovo davvero caratteristiche tipiche di studenti molto più grandi, e semmai la difficoltà è quella di "rallentare" a volte i suoi tempi richiedendole uno studio più dettagliato ed approfondito, perchè se fosse per lei imparerebbe quasi un brano al giorno!



Da quest'anno le sto proponendo una sorta di "allenamento intensivo", facendole più lezioni quando possibile ed aumentando la difficoltà del programma che sta svolgendo. Noemi studia infatti scale, arpeggi, Studietti di Curci ed, oltre agli ultimi brani del primo libro Suzuki, Saltarello di Curci, ed a breve inizierà il Concertino in la minore.

Studia a casa tutti i giorni con la mamma, ed ama suonare in pubblico e fare orchestra e musica da camera.


Altri miei allievi che stanno facendo un ottimo lavoro ed hanno trovato la giusta chiave per lo studio a casa sono Beatrice, quasi 6 anni e Riccardo, 7 anni, che non saltano mai un giorno di esercizio e vengono a lezione con grandissimo entusiasmo e voglia di imparare.




Sono davvero fiera dei miei allievi e del percorso che stanno portando avanti, che spero sia sempre ricco di soddisfazioni e stimoli per loro ma che possa anche essere di esempio per le "nuove leve", i tanti piccoli che inizieranno a suonare in questo anno scolastico e vivranno momenti di dubbio e difficoltà, com'è normale che accada nella vita e nello studio della musica, ma anche di gioia, serenità e divertimento, che rimangono, per quanto mi riguarda, gli obiettivi primari del mio lavoro.