martedì 30 novembre 2021

Ricerca della performance o allievi felici? : è possibile avere entrambi!

Nel mio lavoro ho la caratteristica di tenere gli obiettivi molto alti: non accetto mai meno del massimo che ognuno può dare e voglio che tutti raggiungano un'impostazione impeccabile e basi il più possibile corrette.





Per fare questo, però, non sono mai coercitiva e non forzo mai i bambini. Al contrario, preferisco procedere a piccoli passi, talvolta proprio piccolissimi e molto lenti, cercando di mantere la loro motivazione alta e di creare un'atmosfera di apprendimento e di lavoro sempre tranquilla e serena, senza stress nè obblighi di nessun tipo.

E senza "calendario" : pur avendo una programmazione precisa, con tempi medi ideali ed una struttura chiara di lavoro, metto in chiaro che tali tempi sono solo un'ipotesi ed assolutamente non un'agenda da seguire in modo rigido.

Non solo ognuno ha i propri tempi, soprattutto nel caso di allievi con difficoltà, ma, anche quando si tratta di bambini particolarmente brillanti e veloci, la mia priorità rimane il loro benessere e la loro serenità.

Quindi, se devo scegliere tra proseguire con gli esercizi tecnici ed il repertorio ed avere un allievo sereno, decido di fare un passo indietro ed opto per la seconda situazione, che a volte è anche funzionale al raggiungimento di esecuzioni ancora più precise del programma già studiato.

Per quanto io cerchi di creare motivazione, infatti, con una certa regolarità capita che, in corrispondenza dei passaggi di livello tecnico, i bambini abbiano momenti di crisi nei quali il timore di non riuscire prevale sull'entusiasmo nei confronti della novità, quindi preferisco rallentare ancora, ricordare al bambino ed alla famiglia che non stiamo facendo nessuna "gara" di apprendimento e che non ho fretta di procedere, e continuare con i nostri passettini, portati avanti, però, sempre con la massima precisione, attenzione ed accuratezza.




Conosco anche altre strategie per introdurre esercizi complessi nel programma, ma sono troppo difficili da spiegare in poche parole.

Sta di fatto che appena il bambino ha superato il momento di difficoltà, durante il quale comunque la nuova tecnica non è stata accantonata ma semplicemente presentata in un modo diverso, allora possiamo continuare spingendo di nuovo sull'acceleratore, ma la velocità della didattica rimane sempre calibrata sul singolo bambino e non è mai, e dico MAI, in funzione di una mia programmazione standard, di tempi prestabiliti o, ancor peggio, di aspettative mie o della famiglia.

Anche se i miei allievi iniziano a 2 anni, talvolta anche prima, non mi pongo mai l'obiettivo di creare piccoli geni, ma sempre quello di far crescere bambini felici.

Ginevra, 20 mesi




mercoledì 24 novembre 2021

"Violino adattato"? No, è violino e basta!

 

"Attività adattata": spesso si usa questa dicitura quando si parla di attività per persone con disabilità ... ma a cosa serve? Io insegno violino a tutti, compresi bambini piccolissimi con disabilità e difficoltà di ogni tipo... e ovviamente adatto il mio lavoro, però non all'allievo con disabilità, ma a TUTTI! 

Adatto la mia proposta, la metodologia di lavoro e la programmazione al bambino che mi trovo davanti, dunque ovviamente il mio corso di violino è "adattato", perchè se non lo fosse non riuscirei ad insegnare! Il termine adattato si riferisce talvolta ad ausili, modifiche, facilitazioni, ma, ancora una volta, non è detto che solo i bambini con difficoltà ne abbiano bisogno. Nel mio caso, ad esempio,quasi tutti gli allievi molto piccoli necessitano di qualche forma di supporto per la presa dell'arco, perchè la loro manualità non è ancora così sviluppata. Quindi dovrei chiamarlo "violino adattato"? No,è volino e basta, per tutti!





 Oppure, secondo un'altra definizione, adattato significa modificato per chi "non è in grado di usufruire della proposta come gli altri". Dato che io insegno le basi, tutti i miei allievi riescono invece a seguire il mio corso, qualcuno in modo un po' diverso, qualcuno con tempi più lunghi, qualcuno con un livello di supporto maggiore... ma, nei limiti del possibile, gli obiettivi a lungo termine sono gli stessi per tutti. Tutti i miei allievi "sono in grado", anche se la maggior parte di loro non arriverà mai a suonare a livello professionale, ma non è questo l'obiettivo di insegnare musica ai bambini, indipendentemente dal fatto che abbiano difficoltà o no. E le modifiche servono a TUTTI, perchè ogni bambino è diverso ed ognuno necessita di un approccio su misura, ma questo non vuol dire che qualcuno "non possa" imparare. 





Infine, la definizione di adattato può riferirsi ad attività che prevedano l'inclusione di persone con difficoltà ed altre senza. Ma c'è bisogno di sottolinearlo? Con i bambini, questo viene assolutamente naturale. I miei allievi non si fanno problemi di alcun genere, suonano tutti insieme, si accettano a vicenda, fanno amicizia. Ma sempre musica è, sempre orchestra è, sempre violino è. Non c'è nulla di adattato solo perchè qualcuno di loro ha più difficoltà di altri. E viceversa, ogni singola lezione è adattata, sempre, al singolo bambino. Perchè, credetemi, la Musica è Gioia per tutti.



E non sono d'accordo neppure con denominazioni del tipo "violino inclusivo", "violino speciale" o "diversamente violino" ... è violino E BASTA! NON è "speciale", NON è diverso per i bambini con difficoltà, è diverso PER TUTTI, perchè ognuno ha il proprio percorso personalizzato, ma sempre studio del violino è! Perchè bisogna pensare che se un bambino ha una disabilità allora debba seguire un percorso diverso? Per quanto mi riguarda, non è così.