martedì 5 dicembre 2017

Attenzione, questa non è un'esercitazione!

Suonare uno strumento può essere un gioco, ma lo strumento non è un giocattolo!

Come insegnante di musica, gli obiettivi principali che mi pongo, oltre all'apprendimento puro, sono due : tramettere la passione per la musica e per lo strumento, ed insegnare il valore dello stesso, del percorso che si sta seguendo e dello strumento musicale in sè.

Per i bambini piccoli, infatti, suonare dev'essere un gioco, ma, per quanto possa questa possa sembrare una contraddizione, tale gioco deve essere "serio". Deve avere delle regole, e deve avere un valore, cioè non deve essere portato avanti in maniera superficiale o casuale, ma deve essere considerato importante sia dal bambino sia dalla famiglia.



Attenzione, però : una cosa non esclude l'altra. La lezione di musica può e deve essere portata avanti con il sorriso e con il divertimento dei bambini, ridendo, scherzando, giocando, ballando e saltando, ma contemporaneamente l'allievo deve sapere che ciò che sta facendo è anche serio, importante, richiede impegno e disciplina, e non va preso sottogamba.

Ci sono i momenti in cui si gioca, si inventa, si chiacchiera anche, ed i momenti in cui si dà il massimo,  si sta fermi, si studia, si ripetono centinaia di volte le stesse note, e magari ci si stanca anche, ma poi si ricomincia a giocare, improvvisare e ridere.

Nel mio studio, i bambini, anche di 3 anni, passano dal far volare in aria i palloncini all'impegnarsi per raggiungere l'eccellenza, cioè il loro massimo, nell'esecuzione di un brano, e tutto senza soluzione di continuità.

E' proprio questa fluidità che rende il lavoro un gioco interessante e piacevole, ma non ne altera il valore e la serietà.




Una delle prime cose che faccio, infatti, è insegnare agli allievi, di solito intorno ai 2 anni, a prendersi cura del loro materiale e del loro strumento. A 2 anni lo strumento è di plastica e non suona, ma non importa, loro devono sapere che non è un giocattolo e che quindi va trattato con attenzione, cura e rispetto.

Sul violino in plexiglass i bambini possono attaccare gli stickers, come faranno poi anche con il violino "vero", ma non possono sbatterlo, lanciarlo, farlo cadere, perchè poi impareranno a fare lo stesso anche con lo strumento in legno.


Il valore che trasmetto loro non è tanto materiale/economico, quanto una sorta di rispetto verso un oggetto che li accompagnerà nella loro crescita, e che è anche una metafora di come si trattano gli altri, le persone.

Con attenzione, interesse, cura ed amore.

Anche quando giocano con lo strumento, suonandolo quindi "casualmente",  i miei bambini imparano a giocare "bene", tenendo l'arco correttamente e ricercando un bel suono. Poi le note possono essere quelle che preferiscono, possono anche produrre suoni o rumori strani, effetti, ma sempre con un obiettivo di bellezza e significato, non in modo superficiale e senza aver prima imparato, almeno, l'impostazione di base e qualche ritmo sulle corde vuote.




Imparando a prendersi cura delle loro cose, i piccoli svilupperanno anche una maggiore autonomia e senso di responsabilità, e, a dispetto della loro età, saranno in grado di svolgere da soli compiti considerati impegnativi - riporre lo strumento e l'arco, chiudere la custodia, controllare l'accordatura, mettere la pece, e maneggiare l'arco stesso che, se ci pensate, appuntito com'è , può diventare molto pericoloso.

Vedo però che il fatto di dare loro fiducia ed autonomia li rende fieri ed orgogliosi di sè, aumenta la loro autostima e li incoraggia a prestare attenzione ed a considerare i loro strumenti come qualcosa di importante, che è stato affidato a loro e che sono capaci di gestire.




Loro sanno che avrò sempre fiducia in loro e che, anche se sono piccoli, li ritengo assolutamente capaci di essere responsabili ed autonomi, e quindi si impegnano sempre di più per creare con il loro strumento qualcosa di meraviglioso ogni giorno, con serietà ma anche con entusiasmo, tranquillità, serenità e gioia.