Una definizione ormai superata di disabilità, proposta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1980, proponeva di considerarla la conseguenza di una menomazione, intesa come anormalità di una funzione fisiologica, che portava ad uno svantaggio sociale riguardo a ciò che la persona era in grado di fare, detto handicap.
L'accento, quindi, era posto su ciò che la persona non era in grado di fare, sulle sue difficoltà e sulla deviazione dalla norma (uso questo termine in senso statistico).
Oggi, invece, vengono sottolineate le capacità della persona, le sue aree di funzionamento, ed il fatto che fattori personali ed ambientali possano facilitare o meno l'espressione di tali potenzialità.
Se l'ambiente è favorevole e facilitante, dunque, la persona potrà sviluppare al massimo i suoi punti di forza, e di conseguenza le sue difficoltà potrebbero anche non esprimersi e non essere evidenti nè invalidanti.
I miei allievi, ed in particolare l'Orchestra Musica è Gioia, sono un esempio di questa seconda classificazione.
Ai miei corsi partecipano bambini con tutte le caratteristiche personali possibili : piccolissimi (2-3 anni), un po' più grandi, pre-adolescenti o adolescenti, neurotipici, con capacità nella norma, con capacità superiori alla norma, con difficoltà di comportamento, di attenzione e concentrazione, con un ritardo cognitivo, verbale o un ritardo mentale ... bambini con disabilità fisica, sensoriale, autistici o con sindromi genetiche "comuni" (es. sindrome di Down) o rare, talvolta anche rarissime.
Alessia (sindrome di Williams) oggi ha 20 anni e studia con me da quasi 9 anni! |
Convinta che il talento non sia innato ma si possa costruire con un lavoro quotidiano e costante, non faccio nessuna selezione all'inizio, se non scegliendo famiglie che abbiano voglia di impegnarsi, mettersi in gioco e lavorare con i propri figli. Questo e l'unico requisito.
In altre parole, seleziono da subito un ambiente favorevole, ciò che fa davvero la differenza tra un percorso di apprendimento di successo ed uno fallimentare. Un bambino posto in un contesto supportante, stimolante e facilitante, infatti, imparerà SEMPRE, indipendentemente dalle sue caratteristiche di partenza.
Insegno da quasi 10 anni (ufficialmente ... perchè in realtà ho avuto i primi allievi ben 18 anni fa!) e non ho mai , e dico mai, incontrato un bambino che non fosse in grado di apprendere. Ognuno secondo i suoi tempi e le sue modalità, ognuno in un modo diverso, ma tutti hanno sempre imparato qualcosa.
Arianna e Pietro, piccoli con disabilità complesse, quest'anno hanno imparato a tenere il violino da soli! |
L'orchestra dei miei allievi, inoltre, è veramente un contesto in cui le differenze sono molto importanti, nel senso che ognuno è libero di essere sè stesso ed esprimere i propri punti di forza e la propria personalità, ma in cui disabilità e difficoltà non si percepiscono.
In questo gruppo suonano 25 bambini tra i 3 ed i 14 anni, ed alcuni di loro fanno lezione nel mio studio a Voghera, mentre gli altri si aggiungono in occasione di eventi pubblici e concerti.
Tutti i partecipanti all'orchestra seguono le stesse regole, concordate insieme ed in larga parte proposte da loro : a lezione si parla a bassa voce, si trattano con gentilezza gli altri e gli strumenti, si ascolta l'insegnante, si sta in silenzio quando gli altri suonano, si gioca e ci si diverte, ci si aiuta e si collabora.
Nel gruppo ogni bambino viene accolto e valorizzato per quello che è, per i suoi lati positivi e le sue capacità, che vengono sempre sviluppate e messe in evidenza, con un atteggiamento tranquillo ed una comunicazione positiva, mai critica o punitiva, nè da parte mia nè da parte degli altri bambini.
Per me è molto importante che ognuno si senta ascoltato, valorizzato e compreso, e possa esprimere le sue opinioni e fare proposte riguardo agli esercizi da svolgere o ai brani da eseguire. Anche i più piccoli hanno idee ed opinioni degne di nota e vanno ascoltati e tenuti in considerazione.
Nell'orchestra suonano anche allievi disabili, spesso con difficoltà anche gravi, o con disturbi dell'attenzione e del comportamento, ma personalmente non ho mai sentito il bisogno di spiegarlo agli altri bambini o di sottolinearlo in qualche modo : sarebbe soltanto un modo per evidenziare aspetti che in orchestra non contano e non entrano in gioco praticamente mai.
Sì, perchè durante le lezioni ed i concerti tali difficoltà non si notano e non vengono espresse, ogni bambino dà il suo contributo come riesce (anche se, da professionista, prentendo sempre il 100% da tutti, quindi impostazione corretta, intonazione, precisione e preparazione), e, veramente, le differenze intese come difficoltà non si vedono.
I bambini dell'Orchestra Musica è Gioia formano un gruppo affiatato e coeso, nel quale molto spesso nascono amicizie durature ed importanti, al di là delle caratteristiche, anzi, grazie alle caratteristiche di ognuno. L'unico argomento che affronto, se e quando viene posto da loro, è relativo al fatto che ognuno ha aree in cui è competente e capace ed altre in cui ha difficoltà, e che tutti siamo fatti così. Nessuno è capace di fare tutto, ed ognuno di noi fa fatica in qualcosa, ma ciò non vuol dire che ci siano persone che non hanno punti di forza o persone incapaci di apprendere e fare progressi.
Questo è un discorso che affronto anche con i bambini di 3 anni, ma non sento il bisogno di spiegare altro, perchè con i bambini non è necessario.
Un altro aspetto fondamentale dell'esperienza dei miei allievi in orchestra è lo sviluppo dell'indipendenza : essendo da sola con 15-20 bambini (il mio studio è troppo piccolo per ospitare i genitori anche durante le lezioni di orchestra), non potrei neanche volendo occuparmi fisicamente delle necessità di ognuno.
Pertanto, i bambini imparano fin da subito ad essere autonomi ed a svolgere molte attività da soli : appena entrati in aula si svestono, tolgono le scarpe- infatti lavoriamo in gran parte sul tappeto-, preparano gli strumenti, e vengono nell'aula di lezione con il violino già pronto.
I nuovi o i piccoli, che non sono ancora del tutto autonomi, o gli allievi con difficoltà vengono aiutati dagli altri, che conoscono infatti la regola fondamentale del gruppo : ci si aiuta e si collabora.
Tendenzialmente, i più grandi aiutano i piccoli, spesso senza neppure che sia io a richiederlo, ma tutti si aiutano tra di loro.
Essendoci un clima sereno e disteso, per creare il quale io mantengo un atteggiamento calmo e parlo quasi sempre a bassa voce, tranne quando devo sottolineare alcuni concetti, anche eventuali comportamenti inadeguati o differenti dai soliti vengono considerati nella norma e molto spesso ignorati dal gruppo. In questo modo, eventuali comportamenti tesi a ricercare attenzione con modalità non corrette non ricevono nessun tipo di rinforzo, anzi si estinguono da soli e dopo un po' cessano.
Tali comportamenti, tra l'altro, non vengono messi in atto solo dai bambini con difficoltà, ma, un po' a turno, da tutti, perchè i bambini sono in gran parte ancora piccoli e devono spesso ancora imparare ad autocontrollarsi e relazionarsi in modo efficace in un gruppo grande ed eterogeneo.
Ma uno degli obiettivi dell'orchestra è anche quello di imparare a relazionarsi e socializzare con competenza, ascoltandosi a vicenda e seguendo le regole, dunque durante tutti gli incontri lavoro molto sul rinforzo della collaborazione e sulle regole di comportamento, che spesso passano anche attraverso la creazione di routine, quali il saluto iniziale e finale, l'inchino, l'inizio con l'esecuzione di una variazione di Bella Stella ecc..
L'arco in testa significa SILENZIO! |
Come dicevo prima, anche i miei allievi di Milano partecipano agli eventi dell'orchestra, con alcune prove ad hoc nei giorni precedenti concerti e concorsi.
Durante la settimana, loro studiano con me preparando sia il repertorio individuale sia quello collettivo, e quando entrano a far parte del gruppo al completo sono già pronti e desiderosi di suonare con gli altri.
Sara e Claid, entrambi allievi autistici, sono ormai "veterani" dell'orchestra, e da anni danno un importantissimo contributo al gruppo con impegno, precisione e musicalità.
Claid suona Bach Minuetto 1 :
Sara a lezione :
Anche le "nuove leve" di quest'anno si sono inserite molto bene nel gruppo. Maria, ad esempio, allieva molto brillante con la sindrome di Down, lavora benissimo in orchestra e studia a casa i pezzi con grande attenzione :
Insomma, questi bambini stanno vivendo un'esperienza educativa, formativa ed arricchente, che dà qualcosa ad ognuno di loro ed, attraverso la musica, li fa divertire imparando.
So di chiedere molto a loro, ma, soprattutto alle loro famiglie, ma il sorriso e l'entusiasmo che dimostrano quando sono insieme ripagano tutti di ogni sforzo e sacrificio.
E sono sicura che ognuno di loro ricorderà per sempre questi momenti.