domenica 26 maggio 2013

Dedicato ad un'allieva molto speciale

Che cosa vuol dire avere 4 anni ed essere stata ignorata e maltrattata da tutti gli adulti della tua vita?           

Io non lo so, posso immaginarlo, ma non lo capirò mai davvero, perché la mia infanzia è stata felice e non ho mai conosciuto la trascuratezza, l'abbandono e la violenza degli adulti.

Invece tu sì, e il nostro incontro è stato di quelli che non si possono dimenticare.

I tuoi occhi scuri, grandi e profondi, che avevano visto cose che un bambino non dovrebbe mai vedere, il tuo sguardo bellissimo e triste, la tua impressionante maturità nonostante fossi così piccola.

Eri piccola e minuta, ma di fragile in te non c'era nulla, ti ponevi davanti agli altri con sicurezza e dignità, nonostante quelle persone fossero tanto più grandi di te, alte, imponenti ... ma tu non avevi paura.

Ti avevano fatto del male, eppure tu non odiavi nessuno, anzi ti affezionavi a chiunque, cercando affetto anche nello sguardo e nelle parole degli sconosciuti, e chiedendo solo un sorriso e un abbraccio.

Una forza incredibile, la tua, una tenacia ed una voglia di vivere che resistevano a qualsiasi difficoltà, a qualsiasi sofferenza.

A volte i ricordi riaffioravano e non riuscivi a mandarli via, allora piangevi, ti arrabbiavi, lottavi e chiedevi "Perché a me?" con una consapevolezza ed una lucidità disarmanti ...

Proprio in uno di quei momenti, dopo averti ascoltata ed aver risposto alle tue domande con la massima sincerità possibile,  ti ho proposto la musica, per distrarti e darti un nuovo modo per esprimere le tue emozioni.

Allora abbiamo iniziato a cantare, la prima canzone è stata Nella Vecchia Fattoria, poi siamo passate allo Zecchino D'Oro, per iniziare poco dopo con il corso di CML, le canzoncine, le filastrocche, gli esercizi di manualità e coordinazione - la tua preferita era Spazzola e Pettine per Fido- , ed infine il violino.

Suonare ed inventare canzoni e brani per te erano una via d'uscita alla vita complicata e spesso incomprensibile che conducevi, che certo era migliorata molto nell'ultimo periodo, ma rimaneva lontana da quella che ogni bambino avrebbe il diritto di avere, lontana da un'infanzia tranquilla con la sicurezza di una famiglia solo tua.

Mi chiedevi spesso se Bella Stella fosse suonata abbastanza bene, se i tuoi miglioramenti con il violino fossero evidenti a tutti, se tu fossi la più brava di tutti i miei allievi ...

dentro di te albergava un pesante senso di colpa, pensavi di non essere stata "abbastanza brava", e perciò di esserti meritata quello che ti era accaduto.

Quindi provavi a diventare "più brava", ad essere la più bella e la più brava in tutto, così, magari, la tua mamma ed il tuo papà ti avrebbero voluta di nuovo.

Nel nostro "gioco delle emozioni" quello che provavi era a volte troppo intenso e per te ingestibile, ed i  tuoi disegni delle emozioni negative mi ricordavano spesso l'Urlo di Much, con quegli occhi enormi, sbarrati e cerchiati di nero, e quella disperazione così grande ed evidente.

Cosa sono riuscita a fare per te?

Spero di averti lasciato qualcosa ... un po' di affetto, tante coccole, la fiducia che nutrivo in te e nelle tue capacità, l'ammirazione che provavo per il tuo essere una piccola grande donna, le nostre canzoni e la possibilità di esprimerti con la musica, e il suono di quello che chiamavi "il mio gioco", il violino.

Piccola, non ti dimenticherò facilmente ... continua ad essere così forte e coraggiosa, non lasciarti mai abbattere e continua ad amare come sei capace di fare ...

vedrai che presto o tardi, spero il prima possibile, la vita inizierà a sorriderti.