domenica 7 febbraio 2021

Suonare il violino a 2 anni? Sì, è possibile!

 Negli anni Trenta, il violinista giapponese Shinichi Suzuki ha scoperto che era possibile imparare a suonare il violino così come si apprendeva una lingua: tramite l'ascolto, l' "immersione" in un ambiente musicale, il divertimento e la motivazione, e l'imitazione.


Nicholas



Personalmente, come sapete, ho anche altre competenze specifiche per lavorare con i bambini piccoli ed i loro genitori, eppure ogni volta che le persone sentono che i miei allievi hanno l'età del nido d'infanzia, 2-3 anni, si stupiscono, perchè faticano ad immaginare come bambini così piccoli possano imparare a suonare.


Maria


In realtà, nel periodo della prima infanzia i bambini imparano qualunque cosa gli si insegni con un approccio adatto a loro, basato sulla motivazione, sul gioco e sul movimento, senza costringerli a stare fermi a lungo, a svolgere compiti che per loro non abbiano un obiettivo o a lavorare per molto tempo. Fino ai 3 anni il potenziale di apprendimento è massimo, praticamente tutti i bambini amano la musica, e con la collaborazione dei genitori, che si impegnano a giocare con la musica ed a lavorare con il violino, in modo ludico, con loro ogni giorno anche a casa, insegnare loro uno strumento non è così difficile.


Thomas


E per loro è un'esperienza educativa e formativa di inestimabile valore, che li rende felici, autonomi, competenti, attenti e motivati. Per approfondimenti, vi invito a leggere altri articoli di questo blog sul metodo Suzuki, la didattica famigliare, il CML, l'apprendimento in età precoce ed argomenti correlati: nel motore di ricerca del blog, inserendo questi termini, ne troverete molti.


Alys


    Intanto, ecco alcuni miei piccolissimi allievi all'inzio del loro percorso con il violino!


Il primo è Laerte, che oggi ha 5 anni, in un video di quando ne aveva 2 e mezzo. Io allora non ero ancora insegnante Suzuki,quindi tecnicamente potete vedere alcune lacune (violino troppo grande, niente spalliera, presa dell'arco scorretta), ma lui era già entusiasta e molto "professionale"!




Ecco poi Thomas (sindrome di Williams) a 2 anni e mezzo:





Artemisia, 2 anni e mezzo:





Pietro ad appena 2 anni:



 

e, un po' più grande, a 2 anni ed 8 mesi




 ed infine poco prima di compiere 3 anni:





Maria (Trisomia 21) a 2 anni e 10 mesi:





Alys, 2 anni e 11 mesi:





Ed infine i più piccoli!

Michelangelo, appena 23 mesi:



e Nicholas, 2 anni appena compiuti!



E un'allieva di un video precedente, ora più "grande" : Alys a 3 anni!






venerdì 29 gennaio 2021

Ancora riguardo a tecnica vs "amore" nell'insegnamento....

 Sui social circola la fotografia di un insegnante che, fuori dalla classe, si sdraia accanto ad un bambino che si è buttato per terra perchè non vuole entrare, "per spiegargli che qualche volta anche gli insegnanti non hanno voglia di entrare in aula".



E tutti a scrivere "Ciò che conta è l'amore", "Ecco gli insegnanti che amano i propri alunni" e via così.

Purtroppo, questo è invece il classico esempio che prova l'incompetenza di alcuni insegnanti che, armati sì di passione, "amore" e buona volontà, provano ad agire in qualche modo con i loro alunni.

Beh, provare ed avere buona volontà non basta... ma non solo non basta, è sbagliato.

Rispondere ad un comportamento inadeguato (perchè, al di là del "romanticismo" e dei discorsi sui "bambini speciali", che nel 2021 anche no... E' inadeguato) in modo spontaneo, non controllato e guidato solo dalle proprie emozioni, può essere comprensibile per un genitore, una mamma, un papà, che non hanno studiato per fare i genitore... ma da parte di un professionista non lo è.

Saper adottare tecniche e strategie efficaci, comprovate e scientifiche, rispetto ad andare per tentativi ed errori perchè "basta l'amore", non vuol dire non essere empatici e comunicativi, non vuol dire non amare il proprio lavoro e non mettersi nei panni del bambino, ma, al contrario, vuol dire essere in grado di aiutare veramente i nostri allievi/alunni/pazienti o chiunque siano... vuol dire da loro strumenti per crescere, comunicare, apprendere e relazionarsi con gli altri nella società in cui vivono.

Nessuno di noi professionisti che lavora in modo competente con i bambini vuole modificarli, cambiare la loro personalità, forzarli o rimanere indifferenti davanti a loro come esseri umani... anzi!

Se io vedo un bambino che si comporta in modo scorretto e invece di abbracciarlo e consolarlo gli insegno un comportamento più funzionale non lo sto nè forzando nè trattado male, lo sto aiutando! Gli sto dando degli strumenti che nella vita gli serviranno realmente.

Se davanti ad un bambino che piange non piango con lui, ma mantengo il controllo e gli spiego come fare per sentirsi meglio, non vuol dire che non sono empatica e non provo emozioni, ma, al contrario, che ho imparato a gestire tali emozioni per poter essere davvero efficace nel mio lavoro con lui!

Se di fronte ad una mia allieva che si rifiuta di suonare un brano perchè ha paura di sbagliare scelgo di incoraggiarla ad eseguirlo anche se lei va in ansia e scappa, e le dò suggerimenti ed aiuti pratici finchè non riesce a farlo, non la sto nè obbligando nè maltrattando, ma lo sto insegnando che nella vita le difficoltà si possono superare anche se si ha paura, anche se ci si sente male, ma poi si ha successo e ci si sente più sicuri di sè e molto soddisfatti!


Ricordiamoci sempre con un insegnante, un educatore, un istruttore, uno psicologo NON è un genitore nè un amico, è un professionista, e non ha scuse per non essere preparato, competente ed efficace.

Imitare il comportamento scorretto di un alunno è sbagliato e controproducente, NON è "amore", è mancanza di competenza, con l'unica scusante di essere una persona dotata di buona volontà che, quantomeno, prova a fare qualcosa.

Ma tentativi ed errori spesso non portano da nessuna parte e fanno perdere tempo... e ve lo dice una che ha lavorato in questo modo per i primi anni, perchè purtroppo non è sempre possibile avere una formazione adeguata da subito, e anche perchè la voglia di fare spesso è una cattiva consigliera. Ma proprio per questo mi piacerebbe che le altre persone che lavorano nel mio campo non ripetessero i miei errori e pensassero bene prima di intraprendere alcune professioni, che, se ci pensate bene, danno il "potere" enmorme di influire sulla vita e sul futuro dei più piccoli, e non vanno, MAI, sottovalutate.




venerdì 22 gennaio 2021

Artemisia : crescere con la musica

 Artemisia, oggi 4 anni e mezzo, ha iniziato a studiare violino a 2 anni e 5 mesi : piccolissima, ma da subito estremamente seria e "professionale", come se fosse stata una bambina molto più grande.

Eccola durante la sua prima lezione, con un violino troppo grande perchè non aveva ancora il suo!


Dopo pochi giorni ha iniziato a suonare su un violino da 1/32, e, grazie alla convinzione ed all'impegno dei suoi genitori, Margherita e Luca, anche a studiare a casa.

Qui la vediamo nelle lezioni successive anche insieme ad altre allieve:










Artemisia ha sempre dimostrato un grande entusiasmo nei confronti delle lezioni, ma soprattutto una notevole capacità di concentrazione, impegno e disciplina fin da piccolissima, come vediamo in questi video del suo lavoro a casa a 2 anni e mezzo:




A 3 anni ha lavorato molto sulla presa dell'arco, arrivando ad acquisirla perfettamente dopo diversi mesi di esercizio, come vediamo dalla differenza tra questi due video:




Per sostenere la sua motivazione, l'ho sempre fatta partecipare a tutti gli eventi del mio studio: "sfide" a chi studiava di più e meglio, concerti, concorsi, masterclass...



A 3 anni ha partecipato a due masterclass con i M.i Alessio Nacuzi e Catherine Von Der Nahmer, ai casting di Got Talent Espana ed al Concorso Nazionale Insieme per suonare di Verbania, vincendo il 3^ premio.


Masterclass Suzuki Link Up :




Concorso Insieme per suonare (3^ premio 89/100):



Da quando ha iniziato a suonare con le dita della mano sinistra ha sempre cercato la precisione nell'impostazione della mano e nell'intonazione, apprezzando il percorso che stava svolgendo, i piccoli successi ed i passi avanti di ogni giorno:



 

A Dicembre 2020, Artemisia ha sostenuto l'esame sulle variazioni di Bella Stella, ed a Gennaio 2021 ha partecipato al Concorso Internazionale Nouvelles Etoiles di Parigi, ricevendo l' Attestato di Incoraggiamento.








In questi video si vedono chiaramente i progressi che la bambina ha fatto nel corso del tempo, nell'impostazione, nel suono, nell'intonazione e nell'esecuzione dei brani.

Lei è senza dubbio una bambina musicale, veloce e motivata, ma ci terrei a sottolineare che risultati di questo tipo, soprattutto con bambini così piccoli, si possono ottenere solamente grazie al lavoro tenace e quotidiano dei genitori insieme al bambino, che ogni giorno, come fanno Margherita e Luca, devono investire tempo e risorse, in particolare attentive, emotive ed organizzative, nell'educazione del proprio figlio attraverso la musica.

Anche livelli di attenzione, concentrazione, impegno e costanza così alti si possono raggiungere solamente lavorando giornalmente su tali competenze, motivando il bambino e non arrendendosi davanti a difficoltà, momenti di stanchezza, eventuali stalli o passi indietro che nell'apprendimento sono del tutto normali.

Questo è solo l'inizio, e Artemisia non vede l'ora di progredire nel repertorio e riprendere a suonare con gli allievi più grandi, che ammira molto e dai quali ama imparare. Ma io so che il suo percorso, per quanto impegnativo e talvolta faticoso qual è lo studio di uno strumento, le regalerà sempre maggiore entusiasmo, competenze e voglia di apprendere ed esprimersi attraverso il violino, quindi non posso che augurare a lei ed ai suoi genitori di continuare su questa strada!

Artemisia in una fotografia della sua mamma, Margherita Garavana


martedì 12 gennaio 2021

Alcune professioni non si improvvisano...

 





Sono insegnante Suzuki di 2^Livello! 

Sognavo di ottenere l'abilitazione al metodo Suzuki già tantissimi anni fa, ed ora sono finalmente arrivata al secondo livello.






Tuttavia studiare mi piace molto e, nonostante abbia quasi 38 anni, continuo a formarmi, quest'anno seguendo un master in Psicologia dello Sport e della Performance e Coaching.


Possiedo un diploma di Conservatorio in violino, sono Psicologa dello Sviluppo e Tecnico del comportamento (ABA), ho conseguito inoltre un Master in Didattica dello Strumento ad arco in UK  ed una specializzazione nei metodi didattici Lullaby e Children's Music Laboratory (www.musicalgarden.it).

Inoltre ho partecipato, sia come spettatrice sia come relatrice, a vari convegni nazionali ed internazionali sui temi della didattica, della musica, e della disabilità.




Per finire, o, forse, partendo dall'inizio del mio lavoro in questo campo, ho quasi 20 anni di esperienza educativa nell'ambito delle disabilità dello sviluppo, in molti contesti diversi- casa, scuola, vacanze, assistenza h24, comunità, laboratori, ospedale, associazioni- e di qualunque tipo.

Più vado avanti, più sono convinta che i titoli di studio, insieme all'esperienza sul campo, contino davvero. Quando si lavora con le persone, e in particolare con i bambini, non ci si può improvvisare. Purtroppo è ancora molto diffusa l'idea dell'insegnante, dell'educatore e addirittura del professionista del benessere psicologico come di una persona che deve essere prima di tutto empatica e motivata, poi il resto non conta. Sembra che bastino "l'amore", alcune esperienze di vita, due corsetti e poi tutti possono fare tutto. Beh, non è così.

Io nella vita lavoro "solo" come insegnante di violino, cosa che spesso mi viene rinfacciata dagli haters e dai detrattori in rete (cosa ne vuoi sapere... sei solo una maestra di musica!), eppure, per svolgere questa professione con bambini piccoli e con disabilità, sto studiando ed acquisendo titoli di studio ed esperienza da 20 anni. Perchè voglio svolgerla con preparazione, competenza e professionalità.

Qualcuno penserà che io, con i titoli di studio che ho, mi sia "ridotta" ad insegnare violino perchè non trovavo altro, perchè non ero "abbastanza brava" per fare la psicologa, la consulente ABA (titolo che non ho, ma che mi piacerebbe acquisire in futuo) o la psicoterapeuta (idem).

Non è così. Io ho sempre voluto insegnare ai bambini piccoli, all'inizio non sapevo di preciso cosa, poi ho capito che volevo insegnare musica. E, per quanto mi riguarda, questo non è un ripiego, qualcosa che mi limita o mi sminuisce, anzi!



 Insegnare ai bambini piccoli ed ai bambini disabili è, o meglio dovrebbe essere, difficilissimo! Se conoscete persone per le quali non lo è, o per le quali "basta l'amore", fatevi qualche domanda e poi fuggite a gambe levate.

Essere professionali, competenti e preparati al livello più alto possibile è l'unica soluzione, altrimenti si rischia di rovinare i bambini e di incidere in modo negativo sulla loro crescita e sul loro futuro. Proprio come farebbe un medico impreparato.

Vi fareste curare da una persona "tanto appassionata" di medicina ma senza laurea? Non penso. Allora perchè fare lo stesso con un insegnante o un professionista del benessere psicologico?

Sono professioni altrettanto importanti, delicate e complesse, e sarebbe ora che venissero riconosciute come tali, perchè solo così si potranno vedere reali cambiamenti in termini di apprendimento o di competenze sia nei bambini sia negli adulti.

I titoli di studio contano, e certe professioni non si possono improvvisare.

E' per questo che io, "nonostante" tutti i miei titoli ed anni di studio ed esperienza, ho scelto di fare "solo" l'insegnante di violino.



 




domenica 10 gennaio 2021

Intervista per Sport Mindset Agency


 

Ecco la mia intervista per Sport Mindset Agency, in cui ho parlato di musica e psicologia, didattica musicale per l'infanzia e la disabilità, musica e sport e benessere.





Trovate Sport Mindset Agency sul web (https://www.sportmindsetagency.com/), su Facebook e su Instagram, questo è quello di cui si occupano:

"
Presso Sport Mindset Agency lavorano diversi Psicologi dello Sport & Performance in tutta Italia, tramite un network fidato costruito nel tempo, con professionisti altamente specializzati, in grado di arricchire e di portare qualità all'interno dei contesti sportivi.
Offriamo servizi di formazione e consulenza sulla mentalità sportiva e della performance ad atleti professionisti, olimpici, d'élite, dilettanti, dei settori giovanili, nonché a musicisti, attori, artisti e professionisti."

(dal sito web www.sportmindsetagency.com)


Ph. Margherita Garavana


domenica 27 dicembre 2020

Gli esami Musica è Gioia 2020

Questo mese, grazie alla collaborazione di alcuni colleghi (Alessio Nacuzi di Siena ed Elena Saccomandi di Torino), si sono tenuti gli esami degli allievi delle sedi Musica è Gioia di Voghera e Torino.

32 candidati dai 3 ai 15 anni, con programmi che andavano dal primo al quarto Volume Suzuki, compresi alcuni piccolissimi Pre-Twinkle.

Gli esami si sono tenuti in parte online ed in parte in presenza nello studio di Voghera, con i commissari esterni collegati in remoto. 



Artemisia, 4 anni



Gli allievi, alcuni alla loro prima esperienza in assoluto in "pubblico" e con un programma che per il loro livello era molto impegnativo (anche 5-6 brani da eseguire senza pause), erano emozionati ma felici, non vedevano l'ora di suonare, e questo è stato l'aspetto a mio parere maggiormente positivo, perchè il mio scopo era di far vivere loro un'esperienza serena ed importante, che avrebbero ricordato con gioia in futuro.


Laerte e Stefano:




Nonostante al termine di ogni esame consegnassimo un attestato su cui erano riportati dei voti relativi a più competenza (arco, suono, impostazione, intonazione, ritmo ecc), come sempre ho voluto tenere la valutazione distinta dal concetto di giudizio: a differenza dei voti scolastici, infatti, voglio che per i bambini sia chiaro che eventuali punteggi, come nel caso di quelli agli esami, non danno un giudizio su di loro come persone, ma sono solamente valutazioni oggettive del loro livello di apprendimento e degli aspetti su cui è necessario lavorare nello specifico per migliorare ancora di più.

I voti che abbiamo dato, infatti, erano tutti molto alti, accompagnati da giudizi espressi in positivo e da ua spiegazione delle competenze che necessitavano di maggiore studio e focalizzazione.

In questo modo, nessuno è rimasto scontento del proprio risultato o si è sentito giudicato come persona, ma allo stesso modo a tutti era chiaro quali fossero gli aspetti che avevano bisogno di particolare studio ed attenzione.

Giulia, 5 anni





Come ho scritto nell'articolo precedente (Insegnare è una questione di equilibrio) per me è fondamentale essere onesta con gli allievi, dunque dire loro con sincerità ciò che penso e tenere sempre gli obiettivi alti, ma con tranquillità, serenità e con un atteggiamento positivo.

Maria, Riccardo, Sara, Francesca:






I miei colleghi erano perfettamente in linea con questo approccio, infatti è stato molto interessante per i miei allievi ricevere da loro consigli, commenti e feedback costruttivi sulle loro esecuzioni, e per noi tre è stato uno scambio di competenze e di professionalità veramente utile ed arricchente.


Federico, 10 anni


Dato che, dal periodo del primo lockdown, ho allievi da tutta Italia ed anche dall'estero, abbiamo avuto candidati provenienti da luoghi lontanissimi tra loro, dalla Sicilia alla Scozia, ed anche per loro è stata un'esperienza veramente stimolante.


Ecco Marika (da Trapani), Alys (da Caserta) ed Oona (da Edimburgo):










Gli esami in studio sono stati ancora più "adrenalinici" , perchè entrare uno alla volta, suonare dal vivo e poi ricevere la valutazione e l'attestato in presenza hanno aggiunto "ufficialità" ed un pizzico di tensione all'evento!

Inès:





Noemi:


Riccardo:



Sofia:




Alessia:



Rebecca:



Le esecuzioni sono state tutte, sia per lo studio di Voghera sia per quello di Torino, di alto livello e caratterizzate da impegno, preparazione e musicalità, quindi sono senza dubbio soddisfatta e vorrei fare i complimenti a tutti i partecipanti, con l'augurio di continuare con lo stesso impegno, dedizione ed entusiasmo anche in futuro!


Ecco alcune delle esecuzioni dei piccoli violinisti!

Artemisia, 4 anni:


Oona, 6 anni:




 
Sofia, 5 anni e mezzo:



Stefano, 5 anni e mezzo:




Maria, 8 anni:






Inès, 8 anni:



Sara, 7 anni:



Alessia, 9 anni:



Francesca, 7 anni:


Rebecca, 6 anni:



Noemi, 9 anni:

giovedì 17 dicembre 2020

Insegnare è una questione di equilibrio

A fronte degli insegnanti di cui ho parlato più volte su questi blog, quelli rigidi, autoritari e inutilmente severi, ce ne sono anche molti che hanno un approccio rinforzante e basato sulla comunicazione positiva,sulla gentilezza e sul rispetto del bambino.

A volte, però, anche questo atteggiamento, senza dubbio auspicabile, viene portato un po' all'estremo, diventando quasi iperprotettivo nei confronti dei bambini, ai quali si chiede poco e nei confronti dei quali si ha quasi paura di essere troppo invasivi o decisi. A volte osservo, infatti, una tendenza ad abbassare molto le richieste di confronti degli alunni, chiedendo loro il minimo indispensabile e cercando di preservarli da errori, difficoltà e frustrazioni, proprio per non incorrere nei comportamenti autoritari di cui sopra.

A maggior ragione, se il bambino ha difficoltà o disabilità si fa in modo di ideare per lui obiettivi più bassi possibili, per "proteggerlo" da un eventuale "fallimento" e dalla conseguente frustrazione. Questo succede anche nel mio campo, quello della didattica musicale, ed anche con bambini che non hanno difficoltà: se il bambino "non se la sente" di suonare in pubblico, gli viene permesso di non farlo; se è timido, viene esonerato dall'orchestra fino a quando non sarà "pronto"; se non si impegna non gli si dice di studiare di più, perchè potrebbe rimanerci male.



Se poi un bambino è, magari, nello spettro autistico, allora l'importante sembra essere il "rispetto della sua identità", e quindi può suonare con un'impostazione sbagliata, mettere in atto stereotipie e comportamenti problema (perchè è il "suo modo di esprimersi"), scappare via, e quant'altro, perchè dargli regole e richiedergli precisione ed impegno equivarrebbero a "non rispettare la condizione autistica " ed a "volerlo cambiare, facendolo diventare diverso da quello che è".

Ma, al pari dell'atteggiamento autoritario, anche quello permissivo ha i suoi limiti.

Come ho detto più volte, un insegnante non è un genitore che, in virtù del suo totale coinvolgimento emotivo, può comprensibilmente essere iperprotettivo e troppo attento, ma, al contrario, è un professionista, e quindi  dovrebbe essere in grado di separare le proprie emozioni dal lavoro che sta svolgendo, per mettere al centro il bambino e non sè stesso.


Insegnare agli allievi maggiori competenze e dare loro strumenti per far fronte alle richieste della vita quotidiana, dunque, non vuol dire non accettarli per ciò che sono, ma, al contrario, diventare per loro insegnanti di vita prima che di qualsiasi altra materia. Insegnare e dare maggiori strategie non vuol dire non accettare il bambino come persona, ma, anzi, dargli la possibilità di diventare in futuro una persona più serena, capace e realizzata.

Un bambino che ha comportamenti aggressivi o pericolosi, che comunica in modo inadeguato non va "accettato nelle sue modalità di comunicazione", ma va aiutato a trovarne altre più funzionali. Un bambino che ha difficoltà comunicative, linguistiche, cognitive o emotive non va lasciato da solo ad affrontarle, ma supportato affinchè possa superarle. Troppo facile dire "crescerà... imparerà da solo... con il tempo troverà soluzioni più efficaci..."... certo, intervenire è più faticoso, perchè bisogna sapere come fare, ma è il nostro lavoro. I genitori possono, se vogliono, predicare l'efficacia di una presunta "crescita naturale", senza proposte, richieste o aspettative; noi, da professionisti, no.

Nella didattica musicale il discorso è lo stesso.

Ho già parlato in più articoli della differenza tra il mio lavoro, didattico, e la musicoterapia, ma ancora una volta mi piacerebbe ricordare che trattare i bambini autistici, o con disabilità, come "essere magici e speciali che vivono in un loro mondo fatato" (che ci crediate a no, questo è l'atteggiamento di molti professionisti) non rende loro giustizia,non li aiuta ed è un modo come un altro per discriminarli e non avere rispetto per loro.

Empatia, entusiasmo e capacità di comunicazione sono fondamentali, ma con equilibrio, senza lasciare che le emozioni guidino il nostro operato in modo incontrollato, ma avendo prima chiari modalità di lavoro, obiettivi e strategie, proprio perchè insegnare è una professione, non un hobby che può essere coltivato facendosi guidare unicamente dal cuore e dalla passione, e richiede molto, molto altro.

In conclusione, quindi, come ho detto più volte, anche gli allievi con disabilità e difficoltà sono prima di tutto bambini come gli altri (e non sono "speciali" in virtù delle loro difficoltà) e soprattutto possono imparare come gli altri, con i loro tempi, certo, ma timore, insicurezza ed iperprotezione nei loro confronti non portano da nessuna parte. Di certo non li aiutano e possono, addirittura, impedire loro di raggiungere i risultati che potrebbero avere, perchè un atteggiamento già sconfitto in partenza equivale al porre davanti al bambino ostacoli insormontabili che, in realtà, non esistono se non nella nostra mente.








martedì 15 dicembre 2020

Steven: a piccoli passi si va molto lontano!

 Steven ha 4 anni e mezzo. E' un bambino autistico con importanti difficoltà, non verbale, ma anche con ottime capacità di apprendimento, una buonissima memoria, musicalità ed orecchio.



Ha iniziato a studiare violino a Novembre seguendo una lezione online a settimana con me insieme alla sua mamma, Rovena, bravissima nel seguirlo e nel lavorare con lui sia durante le lezioni sia nello studio quotidiano.

In caso vi stiate chiedendo come sia possibile insegnare violino online a bambini piccoli con disabilità, ecco la risposta: grazie ai loro genitori. Per la mia esperienza, se il genitore che partecipa alla lezione del bambino è formato in ABA ed è già abituato a collaborare e lavorare a casa con il proprio bambino, la didattica a distanza diventa non solo possibile ma anche semplice, naturale, non molto diversa da quella in presenza, che comunque rimane sempre da preferire, ma , qualora si sia distanti (io ho allievi in tutta Italia ed anche all'estero), si può fare anche DAD  in un'ottica inclusiva senza tutti i problemi che gli insegnanti di scuola lamentano ormai da mesi.

Steven segue i programmi Pre-Twinkle Suzuki e CML1 (Children's Music Laboratory), lavorando su impostazione del violino ,lettura ritmica, manualità, motricità fine e coordinazione.

E' un bambino che ama imparare le canzoni ed i ritmi e si impegna molto anche con lo strumento, infatti,essendo partito a Novembre con l'impostazione sul violino tenuta per secondi, ad oggi riesce a mantenerla per 10 secondi e sta per arrivare a 15 secondi consecutivi.

Forse può sembrare poco, ma nel mio lavoro è molto importante stabilire obiettivi mirati e raggiungibili e procedere a piccoli passi, per poi riuscire ad alzare sempre di più la difficoltà dei compiti e la durata degli esercizi, e solo in questo modo è possibile ottenere, con  calma ma con precisione, risultati degni di nota.

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A breve inizieremo a lavorare anche sulla presa dell'arco, ma intanto Steven, insieme alla mamma, ha iniziato a provare ad utilizzarlo per imparare il ritmo della prima variazione di Bella Stella:



Rovena, seguendo le mie indicazioni riguardo al programma didattico, gestisce molto bene i tempi di lavoro del bambino,la sua motivazione e collaborazione, ed è evidente quanto per Steven la musica sia importante e sia un risorsa per la sua crescita e per lo sviluppo dei suoi interessi.




Tornando al discorso sulla formazione dei genitori, come ho spiegato in diversi articoli, l'analisi del comportamento fornisce loro strategie per lavorare con i propri figli incentivando l' apprendimento di competenze di vita quotidiana e di comportamenti funzionali ed adeguati. Un bambino che è seguito in ABA imparerà molto più facilmente anche a suonare, oltre ad avere ovviamente maggiori competenze nella vita quotidiana a livello comportamentale, comunicativo, linguistico e cognitivo.

Quando una nuova famiglia inizia il percorso musicale con me, dunque, dico sempre che, per la mia esperienza e secondo le ricerche scientifiche, l'intervento ABA fa davvero la differenza, prima di tutto nella vita di tutti i giorni ma anche nell'apprendimento della musica. E molti miei allievi ne sono la prova, perchè chi di loro lo segue  ed ha genitori formati apprende molto meglio, è più motivato e collabora di più.

Purtroppo ci sono tanti pregiudizi al riguardo, avvallati da una certa "vecchia scuola" secondo la quale l'intervento comportamentale sarebbe rigido e "robotizzerebbe" i bambini. Invece è esattamente il contrario, perchè esso mira invece a creare indipendenza, autonomia e motivazione intrinseca.

Gli stessi obiettivi che mi pongo io, ma per la musica: cerco di fare in modo che i bambini diventino capaci di suonare da soli e che si appassionino al violino, tuttavia una prima fase di "addestramento" è indispensabile per tutti gli allievi (ma se ci pensate...qualcuno di voi ha forse imparato a guidare da autodidatta ed inventandosi le regole della strada??), che, una volta imparata la tecnica di base, saranno liberi di esprimersi attraverso lo strumento.

Per ora Steven è solo all'inizio del suo percorso, ma ha tutte le carte in regola per percorrere una strada lunga, appassionante e ricca di emozioni e soddisfazioni.

Complimenti a lui ed ai suoi genitori e buon lavoro!!