domenica 19 aprile 2020

Didattica a distanza: è davvero così difficile?

Continuo a leggere post di genitori, ma anche insegnanti, secondo i quali la didattica a distanza non solo non funzionerebbe, ma sarebbe impossibile da realizzare. I genitori, giustamente, osservano che molte scuole si limitano ad inviare compiti su compiti senza preoccuparsi di aspetti fondamentali quali motivazione, risultati di apprendimento, tempi dei bambini e delle loro famiglie e così via... E, dall'altra parte, gli insegnanti sostengono che non sia possibile fare lezione senza vedere di persona gli alunni, senza contatto fisico e relazione, senza una connessione Internet affidabile e preparazione specifica.

Ma io penso che il problema sia sempre lo stesso : molti insegnanti (non tutti, per fortuna), non sono impreparati per la didattica online, sono impreparati e basta. Come ho detto più volte e dirò sempre, insegnare è difficilissimo, e più gli alunni sono piccoli più è difficile. Proprio per questo, chi insegna dovrebbe avere una preparazione completa, vasta, molto approfondita, dovrebbe avere competenza in diverse aree, oltre a flessibilità, creatività, fantasia, motivazione ed empatia. E preparazione teorica, pedagogica, didattica e in parte psicologica. Dovrebbe avere tecniche, strategie e strumenti. L'amore non basta .... mi dispiace....e forse neanche serve. L'ho detto più volte e non lo ripeto, se volete rileggete gli articoli in proposito: https://musicaegioia.blogspot.com/2019/11/insegnare-ai-bambini-amore-o.html (e altri). Quello che manca nella didattica a distanza non è il contatto fisico... i bambini hanno i loro genitori che li coccolano, ed entusiasmo, gioia, serenità ed empatia si possono trasmettere anche attraverso uno schermo. Quello che manca sono la flessibilità  e la capacità di adattare la didattica ad una nuova situazione, che per forza di cose costringe ad insegnare in modo diverso, ma non per forza peggiore, meno motivante o meno efficace, anzi.

Non si può pensare di riproporre davanti ad uno schermo ore ed ore di lezione frontale... che già non funzionavano nella "realtà", figuriamoci da casa! 
Come si possono proporre ad un bambino di 6,7,8 anni 2 o 3 ore consecutive di lavoro teorico davanti al pc?? O compiti su compiti senza spiegarne il senso, senza un qualsiasi tipo di scopo, incentivo, obiettivo, motivazione?? 



Come si può pensare di fare lezione ad un'intera classe con una connessione che va e viene, con il collegamento che "salta", con i bambini che, senza nessun tipo di preparazione o di percorso, devono autogestirsi in questo? 

Io capisco che le richieste ed i programmi da parte delle scuole siano questi, ma è forse proibito provare a sperimentare qualcosa di diverso? Fare dei tentativi per essere più accattivanti, interessanti, motivanti, originali? 

Insegnare non è un lavoro come gli altri, non si può pensare di timbrare il cartellino e farlo meccanicamente ed in modo svogliato ed automatico. A maggior ragione in un periodo di crisi, traumi, insicurezze, paure e confusione, nel quale invece ci sarabbe davvero la possibilità di fare qualcosa per i bambini, di dare loro sicurezza, serenità, tranquillità e nuove motivazioni per affrontare l'isolamento e le loro paure.

Le lezioni a distanza dovrebbero essere intanto più brevi, poi più fantasiose, interessanti, empatiche (sì, anche davanti ad uno schermo!!), creative, meno orientate al programma, ai voti ad alle valutazioni. Perchè continuare con questa ossessione del voto?? A cosa serve? Non l'ho mai capito e continuo a non capirlo. Il voto dovrebbe essere dato agli insegnanti, per aiutarli a capire come lavorare in modo più efficace e cosa modificare e migliorare della loro attività didattica. 
I gruppi online dovrebbero essere rivolti a meno bambini per volta, perchè è impossibile collegarsi in 20 e riuscire a seguire.
Le famiglie andrebbero coinvolte ma non per stressarle, bensì per fornire loro strumenti pratici per lavorare, con entusiasmo e passione, a casa con i loro figli.

Anche i lavoretti assegnati dalle scuole dell'infanzia vengono percepite dalle famiglie come "compiti", da eseguire entro il tempo assegnato e con i materiali richiesti, esattamente quelli altrimenti.... altrimenti cosa? Non è possibile stressare le famiglie anche per i lavoretti!! A parte che già il nome lavoretto a me fa tristezza .... i miei allievi di violino suonano a 2 anni con il violino e l'arco veri!! Perchè sminuire ciò che fanno i bambini? Comunque, questi lavori potrebbero essere un'occasione per passare del tempo piacevole insieme, tra genitori e figli, e non importa se i materiali utilizzati non sono esattamente quelli richiesti, se la consegna non viene fatta nei tempi previsti o se l'esecuzione non è perfetta... stiamo parlando di bambini di 3 o 4 anni! E di genitori a loro volta spesso traumatizzati, confusi, spaventanti e stressati.

Far ottenere la perfezione in ciò che si fa e far lavorare bambini e genitori può essere un obiettivo perseguibile, ma solo come continuazione di un percorso in atto, in cui entrambe le parti sono abituate a lavorare insieme, collaborare, impegnarsi... non ha senso, invece, proporlo, come di dice in inglese, "out of the blue", così, dal nulla.

La motivazione va creata, sviluppata, supportata e gestita, non nasce dal nulla.

La gioia di imparare dovrebbe essere il primo obiettivo da perseguire, senza il quale i risultati di apprendimento potrebbero non esserci, e di conseguenza i voti potrebbero non avere nessun significato. Un bambino demotivato che prende 4 perchè i genitori non sanno come farlo lavorare a casa, perchè nessuno gli ha insegnato ad amare lo studio ed i compiti, perchè, chiuso in casa da 2 mesi, è stufo, annoiato o additittura depresso... come può sentirsi? Ma soprattutto, che validità può avere un voto dato in una situazione simile? Quanto può riflettere l'apprendimento reale dell'alunno?

Nel mio lavoro, anch'io ho dovuto reinventarmi. Paradossalmente, prima le mie lezioni, di violino, sia individuali sia collettive, erano più ludiche e divertenti, perchè duravano un'ora e perchè potevano essere svolte in ambiente più consono al mio stile di lavoro, con tanto materiale, giochi, strumenti, il pianoforte, spartiti, spazio in cui muoversi.... adesso ho ridotto i tempi, proprio per non costringere i bambini troppo a lungo seduti davanti ad uno schermo, e quindi devo andare dritta al punto, faccio lavorare di più sulla tecnica, le scale, gli esercizi... ma cerco di essere sempre e comunque divertente e motivante, di sorridere, rinforzare, proporre giochi, sfide, obiettivi positivi e momenti di pausa e "svago". Non mi aspetto che gli allievi più piccoli stiano fermi o seduti, e non lo vorrei neanche. Hanno 2-3 anni, sono davvero piccolissimi!! Facendo il paragone con la scuola, sarebbe come fare lezione al nido d'infanzia!!

Impossibile, penserete voi. Invece no, si può fare. Come sempre, coinvolgo i genitori, a volte anche i fratelli, propongo attività e giochi molto brevi e mirati, lascio ai bambini la possibilità di muoversi, alzarsi, camminare, correre via e poi tornare, avendo però come obiettivo quello di insegnare loro a stare fermi, seduti o in piedi con il violino in mano. Ma non posso aspettarmi che siano già capaci di farlo! Devo insegnarlo a loro ed ai genitori. Seguo molto le loro proposte, detto in termini di analisi del comportamento lavoro in NET, seguendo la loro motivazione.

E così l'apprendimento diventa piacevole, divertente, motivante ed efficace. Sì, efficace, perchè i risultati ci sono, e , anzi, non sono mai stati così buoni. I bambini imparano di più, più velocemente ed in modo più stabile e generalizzato, perchè imparando direttamente a casa non hanno bisogno di esportare quelle competenze in un contesto nuovo.

Insomma, la didattica a distanza è realizzabile, basterebbe reinventarsi, inventare, sperimentare, e non rimanere legati al modo di lavorare di prima, che, ripeto, già prima evidentemente non andava bene. 

Potrebbe davvero essere un'opportunità interessante, allora perchè non provarci?

lunedì 16 marzo 2020

Bambini e genitori in quarantena e l'ansia del fare

Io da piccola non mi sono mai annoiata. D'accordo, erano altri tempi, tra gli anni '80 ed i primi anni '90, ed inoltre ero una bambina particolare, creativa, fantasiosa e con la testa tra le nuvole, sempre con duemila idee, iniziative e progetti. Ora sono più vicina ai 40 che i 30, eppure non sono cambiata. Normale non la sono mai stata, quindi forse non faccio testo.

Tuttavia, da quando è iniziata la quarantena, vedo genitori stressati, forse più di prima, dalla necessità di riempire la giornata dei loro figli con attività su attività, giochi, lavoretti, compiti, cercando sempre nuove idee per intrattenerli programmando ogni minuto della loro giornata nel dettaglio, come se fosse obbligatorio fare sempre di più, sia da parte del genitore che del bambino.

Di questo argomento avevo già parlato in tempi "non sospetti" nell'articolo "Bambini troppo impegnati: perchè fare troppo non serve?" (http://musicaegioia.blogspot.com/2019/10/una-tendenza-genitoriale-degli-ultimi.html), ma adesso mi accorgo che la tendenza a fare troppo continua anche da casa.

Certo, la scuola non aiuta: leggo che gli insegnanti starebbero inondando le famiglie di compiti da far fare ai figli, senza essere in grado di implementare la didattica a distanza, ma preoccupandosi solo di non rimanere indietro con il programma, e creando quindi, nei genitori, una ancora maggiore ansia da prestazione nel tentativo di non "rimanere indietro" neanche loro, e quindi dovendo passare ore e giorni a svolgere insieme al bambino i compiti ricevuti. A che scopo, poi? Siamo davvero sicuri che tutti questi programmi così lunghi e pesanti servano a favorire l'apprendimento dell'alunno? Io penso proprio di no, ma l'impressione è che, come sostenevo nell'articolo precedente, il sistema scolastico non abbia come obiettivo l'apprendimento, bensì la dimostrazione di quanto si stia facendo, mettendo in secondo piano il come ed il perchè di ciò che viene insegnato. E non abbia come obiettivo neppure la motivazione, che spesso non viene proprio tenuta in considerazione. Pazienza se i bambini non sono motivati ad apprendere, l'importante è che facciano il più possibile.



Purtroppo, però, la stessa tendenza è presente, di riflesso, anche nei genitori, che, in questi giorni in cui hanno i bambini a casa, cercano di impegnare al massimo la loro giornata temendo di vederli annoiati o senza nulla da fare. Io penso, invece, che sarebbe bello che le famiglie riuscissero a trasformare un periodo di difficoltà in un'opportunità per ripensare il proprio stile di vita e quello dei loro figli. Fare insieme può essere molto bello, e sfruttare questo tempo a disposizione per stare insieme può essere un'ottima idea, ma senza fatica e stress, altrimenti si perderà, a mio parere, la possibilità di trarre il meglio da un periodo così buio.

Magari si potrebbe pensare di lasciare da parte, almeno per qualche ora, cellulari, tablet e tv, e fare altro insieme, leggere, disegnare, ascoltare musica, suonare, cucinare, fare giochi da tavolo (perchè non riscoprirli?), ma senza dover per forza riempire ogni minuto con un'attività. 



I bambini potrebbero anche imparare ad annoiarsi, a gestire la noia e la frustrazione, e da questo potrebbe nascere la loro creatività, che oggi può risultare soffocata da un uso eccessivo della tecnologia (o, più che eccessivo, scorretto), ma che può benissimo venire riscoperta.

Quando io ero piccola giocavo con qualunque cosa - l'ho già detto, ero una bambina strana, ma è solo un esempio-... carta, rametti, fiori, foglie, colori, farina.... inventavo giochi, attività, progetti... scrivevo racconti, poesie e testi teatrali... cantavo e componevo... perchè non provare in questi giorni a fare un salto nel tempo e riscoprire i giochi e le attività di una volta, ma lasciando ai bambini più libertà ed iniziativa, nonchè lo spazio ed il tempo per annoiarsi e non sapere cosa fare?

Se avete un cortile o un giardino lasciate che i bambini lo utilizzino, all'aperto si possono inventare tantissimi giochi!



Riuscire ad allentare un po' il controllo sulle loro vite potrebbe renderli più responsabili ed autonomi, lasciando a voi genitori più tempo per voi stessi ed i vostri impegni, ed insegnando ad entrambi non solo a gestire la propria giornata con maggiore calma, ma anche a fermarsi ad ascoltare. Ed in questo periodo sappiamo quanto i bambini abbiano bisogno di essere ascoltati nell'espressione delle loro paure e preoccupazioni, e quanta necessità abbiano di entrare in contatto con le loro emozioni.

Chi, come i miei allievi, studia uno strumento, può dedicare all'esercizio quotidiano anche 30 minuti o un'ora al giorno in questo periodo, ma non di più, a meno che non sia lui a volerlo, in autonomia però. Lo studio giornaliero va svolto insieme al genitore, ma se poi un bambino vuole continuare a suonare da solo, anche giocando con lo strumento, a mio parere va benissimo, perchè la musica può diventare una certezza, nel mantenimento di una certa routine, una compagnia ed un veicolo di espressione emotiva.




Un discorso a parte riguarda i bambini con disabilità, e in particolare quelli nello spettro autistico. Nel loro caso, avere una giornata programmata e strutturata è fondamentale per abbassare i livelli di ansia e non lasciare che il bambino si perda troppo nelle stereotipie o sia eccessivamente destabilizzato dal cambio della sua routine, quindi sarebbe utile che terapisti e consulenti ABA rimanessero in contatto con la famiglia per dare suggerimenti, aiuto nella gestione dei comportamenti problema ed un supporto a distanza che sia il più "presente" possibile. Le famiglie lo chiedono e secondo me avrebbero il diritto di riceverlo, perchè per loro gestire in solitudine i figli chiusi in casa può essere molto, molto complesso.



Ma per tutti gli altri, il mio consiglio è quello di non cercare di replicare anche in quarantena il modello di comportamento e lo stile di vita di prima, perchè non sono così sicura che i bambini ne abbiano bisogno.

Non dimentichiamoci, inoltre, che i bambini sono estremamente resilienti. Loro si adattano a tutto molto di più di quanto potremmo pensare. Se si può andare a scuola, si va, altrimenti si fa scuola a casa; se si può uscire si esce, altrimenti si gioca in casa; se si ha la giornata piena la si accetta, ma se ci si può anche annoiare... forse è meglio. I bambini sono più forti di quanto noi adulti pensiamo, e non è detto che abbiano sempre bisogno di noi per risolvere ogni piccolo dubbio o difficoltà.

Esserci sempre a livello emotivo, con attenzione attiva e capacità di ascolto, è più importante rispetto a riempirli di attività e gestire ogni loro secondo di vita.

Pensateci, in questi giorni. 

Forse, se questa esperienza così lunga ed emotivamente faticosa vi avrà aiutati a vedere la vostra vita e quella dei vostri figli con occhi diversi, allora sarà servita non solo a tutelare la salute di tutti, ma anche a renderci persone migliori per il momento in cui potremo tornare alla vita di prima.


martedì 10 marzo 2020

La Musica è Gioia ai tempi del coronavirus

Da quando ho chiuso lo studio causa coronavirus, i miei allievi non hanno MAI smesso di lavorare : studiano ogni giorno, mi inviano video dei loro esercizi, ricevono i miei feedback e preparano nuovi video, e da ieri facciamo anche lezione online, e non solo con i grandi ma anche con i piccoli, di 4 anni.

Può sembrare che insegnare violino a distanza a bambini piccolissimi e ad assoluti principianti sia impossibile. Come far seguire le indicazioni, come mostrare cosa fare, come correggerli senza poterli toccare e senza potersi avvicinare? 
All'inizio ero un po' in dubbio anch'io, non tanto per una questione di lontanaza quanto di motivazione, infatti durante le mie lezioni ho a disposizione diverso materiale "accessorio" per rendere la lezione più varia e divertente: giochi, stickers, palloncini, strumenti vari, pianoforte e molto altro, dunque temevo che i bambini si sarebbero annoiati dovendo concentrarsi molto di più sulla tecnica e non potendo fare nient'altro che suonare.



Una preoccupazione che riportano le maestre di scuola non mi creava, invece, nessun problema: secondo alcuni loro articoli e post, la didattica a distanza sarebbe infattibile perchè i bambini avrebbero bisogno di vicinanza e contatto fisico, abbracci, coccole; ma, come ho detto più volte, io non penso che un'insegnante debba dare amore agli alunni, almeno non nel senso di coccole e fisicità, ma che la relazione insegnante-allievo possa benissimo svilupparsi ed esistere in altri modi, prima fra tutte la competenza didattica e la passione per il proprio lavoro, che non vuol dire, però, fare le veci di un genitore.

Dunque le mie lezioni sono iniziate e subito con ottimi risultati. I bambini sono motivati, volenterosi, concentrati, e i genitori collaborano, seguono le mie istruzioni, prendono appunti ed ascoltano, anche a distanza, i miei suggerimenti con interesse ed impegno.

Francesca durante una lezione a distanza

Data la preparazione dei genitori, che nel corso del nostro lavoro insieme in studio hanno imparato ad aiutare i figli anche dal punto di vista tecnico, il fatto di non poter guidare fisicamente gli allievi non è un problema, perchè lo fanno loro, e l'unica vera difficoltà che incontro è relativa al controllo della qualità del suono, perchè il microfono del pc mi fa arrivare il suono del violino piuttosto distorto e difficile da valutare con precisione. Tuttavia, anche per questo problema ho trovato una soluzione, e chiedo alle famiglie di inviarmi dopo la lezione dei video dai quali sento meglio suono ed intonazione.

Francesca esegue la scala di Sol maggiore :



La cosa più bella è davvero la serietà e la passione con cui i bambini affrontano questa novità purtroppo obbligata. Loro hanno una capacità di adattamento, una volontà ed una resilienza che vanno oltre ogni imprevisto e difficoltà. Non possono fare lezione in studio? La fanno online. Non possono vedermi di persona? Mi vedono tramite uno schermo, sorridono e sono felici lo stesso e mi mostrano la loro stanza, la loro casa, i loro animali. Mi raccontano dei compiti di scuola e di come sia difficile rimanere sempre in casa; ma il violino fa loro compagnia, è evidente e molto gratificante.

In questo periodo così surreale e complicato lo studio del violino rimane per loro un punto fermo, una certezza ed un mezzo di espressione nonchè, come sempre, uno strumento educativo. I genitori credono tantissimo nell'importanza educativa del nostro percorso, lo vedo da quanto sono coinvolti, attenti e desiderosi di lavorare il meglio possibile con i propri bambini con costanza, serenità e tranquillità.  Per quanto possibile nel periodo in cui ci troviamo, ma questa esperienza è utile anche per mantenere la concentrazione su altro e passare un tempo di qualità e persino allegria con i propri figli.




Inoltre la mia relazione con loro può esprimersi anche a distanza, io sono, come sempre, sorridente, accogliente, sinceramente interessata a loro e felice di vederli, non ho bisogno di essere vicina per trasmettere il mio entusiasmo per il lavoro che facciamo insieme, e loro lo sentono e reagiscono di conseguenza. 

Sono davvero fiera degli allievi che sono e delle persone che sono e che stanno diventando, della loro forza e determinazione e della loro gioia di suonare e vitalità, nonchè dei progressi che fanno ogni giorno anche quando le cose non sono facili.

Anche i piccolissimi lavorano a casa con la loro mamma ed il loro papà, ed i risultati sono a dir poco ottimi.

ecco il piccolissimo Thomas, non ancora 3 anni, allievino con la sindrome di Williams, che studia a casa con il papà:



Artemisia, 3 anni e mezzo, lavoro con grande concentrazione e precisione sia con il papà sia con la mamma, e tra poco sarà pronta per suonare con le dita!





Pietro è uno dei miei allievi più "giovani", un minuscolo violinista di 2 anni appena compiuti, eppure si divertente talmente tanto con la musica che arriva a studiare anche 20-30 minuti in un solo giorno!!



Edoardo ha compiuto 3 anni a Dicembre ed ha iniziato le lezioni con me a Novembre, ma in così poco tempo ha già svolto una parte consistente del programma. Purtroppo un paio di settimane fa si è rotto un braccio, ma neanche questo lo ha fermato, e studia lo stesso a casa il programma di ritmica, CML e la presa dell'arco. 



I più grandi portano avanti programmi complessi e fanno passi avanti costanti senza arrendersi mai.

Noemi ha iniziato a suonare a 4 anni, poi l'anno scorso l'ho avviata al metodo Suzuki facendola ricominciare dal Volume 1, eppure lei non si è mai scoraggiata nè arresa ed ha sempre studiato con molta tenacia e passione, ed oggi continua a progredire nel suono, nell'intonazione e nel controllo tecnico:



 Per finire, ecco Maria,8 anni (Trisomia 21) che ha imparato a suonare tutta la prima variazione di Bella Stella con sicurezza e precisione e lavora a casa con grande entusiasmo:



Insomma, il coronavirus starà pure creando difficoltà e scombussolando le loro vite, ma per questi bambini la musica rimane qualcosa di importante e quotidiano anche nelle lunghe giornate a casa, e quando tutto sarà finito ricostituiremo anche l'orchestra e sarà bellissimo ritrovarsi, non più davanti ad uno schermo ma "per davvero!", a suonare insieme.


domenica 19 gennaio 2020

Campagna di Crowfunding Musica è Gioia: aiutatemi a realizzare un sogno!

Ho bisogno del vostro aiuto per realizzare un progetto molto importante: un campo estivo musicale per bambini anche con disabilità, e la registrazione di un cd di miei piccolissimi allievi (5-9 anni). Per favore, date anche un piccolo contributo e soprattutto fate girare il più possibile!! Grazie!

PAGINA DEL PROGETTO

https://www.eppela.com/it/projects/26643-musica-e-gioia-2020

VIDEO DI PRESENTAZIONE PROGETTO