Io da piccola non mi sono mai annoiata. D'accordo, erano altri tempi, tra gli anni '80 ed i primi anni '90, ed inoltre ero una bambina particolare, creativa, fantasiosa e con la testa tra le nuvole, sempre con duemila idee, iniziative e progetti. Ora sono più vicina ai 40 che i 30, eppure non sono cambiata. Normale non la sono mai stata, quindi forse non faccio testo.
Tuttavia, da quando è iniziata la quarantena, vedo genitori stressati, forse più di prima, dalla necessità di riempire la giornata dei loro figli con attività su attività, giochi, lavoretti, compiti, cercando sempre nuove idee per intrattenerli programmando ogni minuto della loro giornata nel dettaglio, come se fosse obbligatorio fare sempre di più, sia da parte del genitore che del bambino.
Di questo argomento avevo già parlato in tempi "non sospetti" nell'articolo "Bambini troppo impegnati: perchè fare troppo non serve?" (http://musicaegioia.blogspot.com/2019/10/una-tendenza-genitoriale-degli-ultimi.html), ma adesso mi accorgo che la tendenza a fare troppo continua anche da casa.
Certo, la scuola non aiuta: leggo che gli insegnanti starebbero inondando le famiglie di compiti da far fare ai figli, senza essere in grado di implementare la didattica a distanza, ma preoccupandosi solo di non rimanere indietro con il programma, e creando quindi, nei genitori, una ancora maggiore ansia da prestazione nel tentativo di non "rimanere indietro" neanche loro, e quindi dovendo passare ore e giorni a svolgere insieme al bambino i compiti ricevuti. A che scopo, poi? Siamo davvero sicuri che tutti questi programmi così lunghi e pesanti servano a favorire l'apprendimento dell'alunno? Io penso proprio di no, ma l'impressione è che, come sostenevo nell'articolo precedente, il sistema scolastico non abbia come obiettivo l'apprendimento, bensì la dimostrazione di quanto si stia facendo, mettendo in secondo piano il come ed il perchè di ciò che viene insegnato. E non abbia come obiettivo neppure la motivazione, che spesso non viene proprio tenuta in considerazione. Pazienza se i bambini non sono motivati ad apprendere, l'importante è che facciano il più possibile.
Purtroppo, però, la stessa tendenza è presente, di riflesso, anche nei genitori, che, in questi giorni in cui hanno i bambini a casa, cercano di impegnare al massimo la loro giornata temendo di vederli annoiati o senza nulla da fare. Io penso, invece, che sarebbe bello che le famiglie riuscissero a trasformare un periodo di difficoltà in un'opportunità per ripensare il proprio stile di vita e quello dei loro figli. Fare insieme può essere molto bello, e sfruttare questo tempo a disposizione per stare insieme può essere un'ottima idea, ma senza fatica e stress, altrimenti si perderà, a mio parere, la possibilità di trarre il meglio da un periodo così buio.
Magari si potrebbe pensare di lasciare da parte, almeno per qualche ora, cellulari, tablet e tv, e fare altro insieme, leggere, disegnare, ascoltare musica, suonare, cucinare, fare giochi da tavolo (perchè non riscoprirli?), ma senza dover per forza riempire ogni minuto con un'attività.
I bambini potrebbero anche imparare ad annoiarsi, a gestire la noia e la frustrazione, e da questo potrebbe nascere la loro creatività, che oggi può risultare soffocata da un uso eccessivo della tecnologia (o, più che eccessivo, scorretto), ma che può benissimo venire riscoperta.
Quando io ero piccola giocavo con qualunque cosa - l'ho già detto, ero una bambina strana, ma è solo un esempio-... carta, rametti, fiori, foglie, colori, farina.... inventavo giochi, attività, progetti... scrivevo racconti, poesie e testi teatrali... cantavo e componevo... perchè non provare in questi giorni a fare un salto nel tempo e riscoprire i giochi e le attività di una volta, ma lasciando ai bambini più libertà ed iniziativa, nonchè lo spazio ed il tempo per annoiarsi e non sapere cosa fare?
Se avete un cortile o un giardino lasciate che i bambini lo utilizzino, all'aperto si possono inventare tantissimi giochi!
Riuscire ad allentare un po' il controllo sulle loro vite potrebbe renderli più responsabili ed autonomi, lasciando a voi genitori più tempo per voi stessi ed i vostri impegni, ed insegnando ad entrambi non solo a gestire la propria giornata con maggiore calma, ma anche a fermarsi ad ascoltare. Ed in questo periodo sappiamo quanto i bambini abbiano bisogno di essere ascoltati nell'espressione delle loro paure e preoccupazioni, e quanta necessità abbiano di entrare in contatto con le loro emozioni.
Chi, come i miei allievi, studia uno strumento, può dedicare all'esercizio quotidiano anche 30 minuti o un'ora al giorno in questo periodo, ma non di più, a meno che non sia lui a volerlo, in autonomia però. Lo studio giornaliero va svolto insieme al genitore, ma se poi un bambino vuole continuare a suonare da solo, anche giocando con lo strumento, a mio parere va benissimo, perchè la musica può diventare una certezza, nel mantenimento di una certa routine, una compagnia ed un veicolo di espressione emotiva.
Un discorso a parte riguarda i bambini con disabilità, e in particolare quelli nello spettro autistico. Nel loro caso, avere una giornata programmata e strutturata è fondamentale per abbassare i livelli di ansia e non lasciare che il bambino si perda troppo nelle stereotipie o sia eccessivamente destabilizzato dal cambio della sua routine, quindi sarebbe utile che terapisti e consulenti ABA rimanessero in contatto con la famiglia per dare suggerimenti, aiuto nella gestione dei comportamenti problema ed un supporto a distanza che sia il più "presente" possibile. Le famiglie lo chiedono e secondo me avrebbero il diritto di riceverlo, perchè per loro gestire in solitudine i figli chiusi in casa può essere molto, molto complesso.
Ma per tutti gli altri, il mio consiglio è quello di non cercare di replicare anche in quarantena il modello di comportamento e lo stile di vita di prima, perchè non sono così sicura che i bambini ne abbiano bisogno.
Non dimentichiamoci, inoltre, che i bambini sono estremamente resilienti. Loro si adattano a tutto molto di più di quanto potremmo pensare. Se si può andare a scuola, si va, altrimenti si fa scuola a casa; se si può uscire si esce, altrimenti si gioca in casa; se si ha la giornata piena la si accetta, ma se ci si può anche annoiare... forse è meglio. I bambini sono più forti di quanto noi adulti pensiamo, e non è detto che abbiano sempre bisogno di noi per risolvere ogni piccolo dubbio o difficoltà.
Esserci sempre a livello emotivo, con attenzione attiva e capacità di ascolto, è più importante rispetto a riempirli di attività e gestire ogni loro secondo di vita.
Pensateci, in questi giorni.
Forse, se questa esperienza così lunga ed emotivamente faticosa vi avrà aiutati a vedere la vostra vita e quella dei vostri figli con occhi diversi, allora sarà servita non solo a tutelare la salute di tutti, ma anche a renderci persone migliori per il momento in cui potremo tornare alla vita di prima.
Nessun commento:
Posta un commento