... La risposta sul blog di Raffaella Ronchetta, che ringrazio molto per questa intervista!
https://raffaellaronchetta.it/interviste/francesca-raimondi-e-la-capacita-di-vedere-le-competenze-prima-della-disabilita/
mercoledì 26 dicembre 2018
domenica 23 dicembre 2018
I miei allievi preparano il concerto di Natale : studio, costanza e tanta passione!
Quest'anno, i miei allievi si sono preparati al concerto di Natale con molto impegno, studio e passione. Hanno lavorato tutti tanto e la motivazione è stata sempre molto alta. Ognuno ha fatto progressi e dall'anno scorso ho visto veramente una crescita ed un aumento di livello in tutti!
Claid sta lavorando su brani più complessi, sia al violino sia al pianoforte. In quest'ultimo strumento ha acquistato una maggiore espressività, un maggior controllo del suono, ed ha mantenuto la straordinaria musicalità che lo contraddistingue :
Sara sta lavorando molto sull'impostazione e sulla qualità del suono. Il primo obiettivo è ancora in fase di acquisizione, infatti sono migliorate sia la presa dell'arco sia la tenuta del violino, ma talvolta Sara torna alla "vecchia abitudine" di tenere lo strumento troppo basso ... ma è senza dubbio sulla strada giusta! La qualità del suono, invece, è migliorata tantissimo, infatti il suono è più pulito e l'arco più fluido. Brava Sara!
Anche con il pianoforte ha fatto grandi passi avanti, acquistando una sicurezza che prima non aveva :
Stessi obiettivi anche per il piccolissimo Laerte, 3 anni appena!, che suona il violino già da 1 anno!!
Il lavoro che sta facendo con la mamma sull'impostazione è ottimo, ed il piccolino ha una notevole precisione e capacità di concentrazione per la sua età :
Complimenti soprattutto ai suoi fantastici genitori!
Rebecca, 4 anni, ha iniziato ad utilizzare le dita della mano sinistra, ed ha un'impostazione davvero impeccabile, ma anche un bel suono. Chi ha detto che i bambini piccoli e gli allievi principianti devono avere un brutto suono??
Ed ecco qui Laerte e Rebecca insieme, durante una prova per il concerto :
Iris, 5 anni e mezzo, dimostra sempre musicalità ed espressività, e sta esercitandosi molto sull'uso dell'arco
Infine Noemi, 7 anni, affronta pezzi difficili per la sua età (lo scorso anno scolastico ha studiato il concertino op 11 di Kuchler, quest'anno invece la Gavotta di Martini), e, anche se dal punto di vista dell'intonazione è ancora "work in progress" - ma chi non lo è??-, ha fatto progressi nella tecnica d'arco, nel suono e nella precisione dell'esecuzione generale, evidenziando, come sempre fin da quando era piccolissima, una determinazione, una tenacia ed un temperamento veramente rari. Grande Noemi!
Concludo questa "carrellata" con Samuele ed Ines che si divertono a suonare insieme Folk Song di Suzuki. Ines suona il violino da meno di tre mesi! Ma con grande motivazione e costanza fa progressi ad ogni lezione, e suona in orchestra già da un mese. Avanti così!
Insomma, eccoci pronti per il primo evento del nuovo anno scolastico.... in bocca al lupo a tutti e godetevi questa esperienza!
lunedì 17 dicembre 2018
La Musica è Gioia : La mia storia su Radio Italia Anni 60
Ecco l'intervista andata in onda in diretta Martedì 11 Dicembre su Radio Italia Anni 60, per la rubrica Cosa Hai Messo nel Caffè di Noemi Serracini :
https://jumpshare.com/v/7F8ShscbOr3xUWtSM5FT
https://jumpshare.com/v/7F8ShscbOr3xUWtSM5FT
domenica 9 dicembre 2018
La differenza tra "recita" o "saggio" e concerto
Nelle locandine degli eventi del mio studio, qualcuno potrebbe rimanere stupito dal fatto di leggere sempre "concerto" e mai "saggio" o, peggio, "recita".
Dietro a questa scelta lessicale c'è un motivo preciso che ora vi spiego.
Dietro a questa scelta lessicale c'è un motivo preciso che ora vi spiego.
A mio parere, come ho detto più volte e continuerò a sottolineare, i bambini hanno (avrebbero...) il diritto a ricevere la miglior formazione possibile, di alto livello, fatta da persone competenti e specializzate nel settore della prima infanzia. Infatti, tale formazione andrebbe iniziata il prima possibile, fin dal nido d'infanzia se possibile. Attenzione, però, questo non significa riempire i bambini di corsi ed attività senza lasciare loro neppure un minuto libero. Ma significa che le persone che si occupano di loro, che insegnano, che li educano, dovrebbero essere adeguatamento formate, specializzate e motivate, proprio perchè l'educazione e l'insegnamento nella prima infanzia sono quanto di più complesso ci possa essere. E' importante gettare, in qualsiasi ambito (educazione, insegnamento, attività extra, sport, musica ecc...), basi solide e di alto livello fin da subito. Perchè i bambini lo meritano. Certo, a loro tutto questo non deve pervenire. Per loro deve essere tutto un gioco, piacevole, rilassante, motivante e coinvolgente. Niente deve mai essere stressante, prestazionale o carico di aspettative. I bambini devono giocare ed essere sereni ed a loro agio.
Ma troppo spesso si pensa che con i bambini piccoli possa lavorare chiunque. Intanto "basta l'amore". Se poi si parla di bambini piccoli con disabilità, gli stereotipi la fanno da padrone. "Ma sì, tanto cosa vuoi che impari un bambini disabile .... cosa vuoi che capisca un bambino piccolo .... ci vogliono persone che gli diano amore". E, grazie a questa mentalità, assistiamo ad una situazione educativa e scolastica, a voler usare un eufemismo, imbarazzante. Educatori incapaci, insegnanti impreparati e rinunciatari, persone che, oltre a non insegnare nulla, fanno anche seri danni, di cui purtroppo si capisce la gravità solo con il passare del tempo.
Sì, perchè la formazione che si riceve nella prima infanzia può condizionare anche la vita futura. Soprattutto se il bambino ha un ritardo o delle difficoltà, il non ricevere interventi efficaci entro una certa età può compromettere tutta la sua vita. Ma se non ci sono difficoltà, un insegnamento di alto livello può comunque fare la differenza, e rendere il bambino una persona migliore, più felice e più competente e sicura di sè, rispetto ad uno "casuale" e generico.
A mio parere, i bambini meritano di poter imparare non solo bene, ma al livello più alto possibile, e di fare le cose seriamente e mettendo sè stessi completamente in ciò che fanno.
Ma, se ci pensate bene, loro già lo fanno. Per un bambino, qualsiasi attivit, gioco o evento di vita, ha un'importanza fondamentale e richiede concentrazione e dedizione assoluta. Guardate un bambino quando gioca, Lo fa con dedizione, impegno e passione, come se stesse davvero eseguendo un'azione di grandissima importanza o destinata a cambiare il mondo.
Solo da adulti subentrano la demotivazione, la noia e le azioni compiute in modo approssimativo.
Perchè i bambini piccoli, privi di senso del tempo, vivono tutto come se fosse "qui ed ora", e sono sempre "nel momento", completamente dediti a ciò che fanno.
Dunque, perchè non incoraggiare questa loro inclinazione, ponendoci NOI al loro altissimo livello, e capendo che i piccoli non agiscono " tanto per", ma desiderano e meritano il meglio?
E' difficile, lo so, ci vuole preparazione, competenza, passione, volontà, tempo , e soprattutto tanto, tanto studio. Quando alcuni genitori mi chiedono: "Ma come fai? Come fai ad essere sempre tranquilla, paziente, positiva?", io rispondo "Sono una professionista del campo. Ho studiato". Perchè l'amore non basta, molto spesso neppure la passione basta, bisogna prepararsi, studiare, aggiornarsi. Lavorare con i bambini piccoli per professione, non per ripiego o solo "per amore".
Solo così riusciremo ad essere al livello dei bambini . Ed a capire che per loro non esistono "saggi" o "recite", eventi ideati e svolti "tanto per", per gioco, da dilettanti, per "finzione", o, peggio, per compiacere gli adulti, per dimostrare loro qualcosa o per soddisfare le loro aspettative. Questo è terribile, eppure sapete quante volte avviene? invece i bambini non devono niente a nessuno, se non a loro stessi. Devono avere il diritto di svolgere attività vere, serie e organizzate con obiettivi specifici e mirati, obiettivi di cui il primo deve essere la loro felicità e soddisfazione.
Una "recita" è uno sfoggio di ciò che gli insegnanti hanno (o non hanno) fatto durante l'anno. E' per gli adulti e per soddisfare la loro vanità a spese dei bambini.
Un concerto è un evento durante quale un musicista, anche se di 3 anni!!, offre ad altre persone la propria arte, la propria gioia di suonare e di farlo con gli altri, il proprio amore per la musica e le proprie emozioni.
Riuscite a vedere la differenza??
E la cosa paradossale, è che, in base alla mia esperienza, per i bambini tutto ciò è chiarissimo. Per loro suonare ad un concerto e' una cosa seria. Hanno studiato giorni, mesi, se non anni per farlo. Hanno sviluppato competenze molto complesse, che ad un adulto che prova uno strumento potrebbero sembrare insormontabili. Si sono impegnati, hanno lavorato sodo. Si sono divertiti, sono stati insieme, hanno riso un sacco. Ma a volte hanno anche pianto. E tutto questo va loro riconosciuto.
Perciò non chiamerò mai i miei eventi "saggi", non sminuirò mai i miei bambini, e continuerò ad essere infastidita quando vedo adulti che, magari tra il pubblico, non prendono seriamente ciò che i bambini stanno facendo. A volte capita di sentire risatine se un bambino non ricorda una parte del brano o sbaglia a fare l'inchino. Ma sappiate che per il bambino questa è una cosa molto seria. Essere inteneriti da un bambino è meraviglioso, ma ridere di ciò che fa è bruttissimo.
Quindi, auguro ai miei allievi che stanno per suonare al loro primo appuntamento annuale.... BUON CONCERTO!
Divertitevi a fate capire agli adulti che spesso sono loro a dover imparare da voi.
E sappiate che, per quanto mi riguarda, io vi ammiro, vi stimo e voglio continuare ad imparare da voi.
giovedì 22 novembre 2018
Il metodo Suzuki : un percorso che cambia la vita
IL METODO
Quando vi imbattete nel volantino di un corso di musica, la
prima domanda che vi viene in mente è : “ Perché dovrei iscrivere mio figlio a
questo corso?”. Oggi è facile trovare proposte di tantissimi corsi diversi, ma
le proposte che fanno più presa sul pubblico sono quelle che promettono un
apprendimento “facile” ed immediato, senza sforzo né impegno. Quelle basate
sull’avere “tutto, subito e senza impegno”. Anche quando sono rivolte ad un pubblico molto
giovane. Corsi online di pochissimi incontri, lezioni via Skype senza nessun coinvolgimento della famiglia, tanti strumenti da “provare
improvvisando”, attività musicali solamente ludiche (“perché io non voglio che
mia figlia impari”, mi ha detto una volta una mamma che si informava sui miei
corsi…. Ovviamente non l’ho mai vista). Luoghi, insomma, in cui i genitori
possono portare i figli per qualche ora mentre vanno a fare la spesa o tornano
al lavoro…. Senza neppure sapere cosa facciano i loro figli in quel posto.
Sembra che i genitori di oggi siano troppo impegnati e presi dalle loro vite
per poter condividere qualcosa con i figli, per poter fare qualcosa CON
loro, e che abbiano bisogno di luoghi in
cui “mettere” i bambini mentre qualcun altro si occupa di loro. E non conta
quali siano gli obiettivi di queste attività né cosa otterranno o impareranno i
bambini svolgendole. Molti corsi, di musica, sportivi, teatrali ed artistici,
infatti, non hanno alle spalle un metodo preciso né obiettivi chiari e mirati,
ma sono molto generici e basati più sul gioco e l’improvvisazione che non
sull’apprendimento. Non dico che questo sia sbagliato, ma senza dubbio è ciò
che differenzia il metodo Suzuki da molti altri approcci. Soprattutto se sono
rivolti a bambini piccoli, questi corsi pongono l’accento sulla “libertà di
espressione”, sul’ “improvvisazione” (casuale) e sulla “libertà di esprimere la
propria personalità”, senza obiettivi ai apprendimento, e senza pensare, però,
che i bambini piccoli possono esprimersi molto meglio ed in modo più efficace
se vengono dotati di maggiori strumenti per farlo. Altrimenti questa libertà
rimane limitata perché priva di regole e di una cornice entro cui muoversi, e
quindi confinata alle possibilità espressive ancora limitate di un bambino
molto piccolo.
Il metodo Suzuki, invece, è diverso. Prima di tutto, NON è
facile. E’ facile per i bambini, che imparano con spontaneità e naturalezza
soprattutto quando sono piccoli. Ma NON è facile per i genitori. Come genitori,
infatti, dovrete partecipare ad ogni lezione (almeno uno dei due genitori, che
deciderà di seguire il bambino nel suo percorso). Dovrete imparare la musica e
lo strumento. Dovrete essere lì, in ogni momento, insieme al vostro bambino. Con
tutto il vostro essere, con la vostra mente ed il vostro cuore. Non porterete
ed andrete a riprendere il vostro bambino, ma passerete ore, giorni, mesi,
ANNI, CON lui. Imparando con lui, giocando con lui, divertendovi, osservandolo,
ascoltandolo, suonando con lui. Asciugando le sue lacrime e ridendo con lui. Ed
in questo modo, crescerete CON lui. La vostra vita cambierà per sempre.
Letteralmente, non sarà più la stessa. Ed è meglio che lo sappiate da subito,
perché il metodo Suzuki è un percorso di cresciuta con il proprio strumento e grazie ad esso. E’ un metodo educativo
che donerà a voi al vostro bambino qualcosa che non dimenticherete per tutta la
vita e che durerà per sempre. Diventerete entrambi persone migliori, più
competenti, più serene e più ricche dentro. Personalmente credo che non sia una
cosa da poco!
IL METODO DELLA LINGUA MADRE: PERCHE’ SI DOVREBBE E COME SI
FA AD INIZIARE COSI’ PRESTO??
Nei volantini del metodo Suzuki, avete letto che è possibile
iniziare a suonare a 3, 4, talvolta persino a due anni. Molti altri approcci
sostengono che sia impossibile imparare a suonare prima del 7-8 anni, perché un
bambino non avrebbe ancora le capacità di attenzione e concentrazione, ascolto
e lettura necessarie ad un corso di strumento. Beh, non è vero. Negli anni
Trenta, Shinichi Suzuki, un violinista giapponese, scoprì che anche i bambini
piccoli potevano imparare a suonare il violino, molto prima di imparare a
leggere ed a scrivere, grazie a quello che lui definiva il “metodo della lingua
madre”. Suzuki scoprì, infatti, che, se ogni bambino era in grado di imparare
la propria lingua madre grazie all’ “immersione” in un ambiente “linguistico”
fin dalla nascita, lo stesso bambino sarebbe anche stato in grado di imparare a
suonare grazie alle stesse strategie. Tramite l’ascolto, l’imitazione e la
ripetizione di suoni e movimenti. Con il supporto dell’adulto, con il suo aiuto
e tramite prove ed errori. Perché iniziare così presto, allora? Perché, come
una crescente mole di studi conferma, iniziare da piccoli è più semplice, è
spontaneo, naturale e divertente. Fino ai 3 anni, imparare è un gioco, ed ogni
bambino ha dentro di sé un potenziale straordinario che aspetta solamente di
essere sviluppato. Dopo, diventa tutto un po’ più complicato e meno naturale.
Imparare la postura e la presa dell’arco corrette sul violino, ad esempio, è
molto più semplice a 3 anni che non ad 8-9. Anche acquisire un bel suono e
tirare l’arco dritto senza tensioni aggiuntive viene più spontaneo da piccoli.
Proprio come imparare una nuova lingua. I bambini fino ai 3 anni, infatti, sono
in grado di imparare una nuova lingua in modo fluente e senza accento, cosa che
da grandi diventa difficile se non impossibile. Le persone che criticano questo
approccio immaginano un piccolo di 3 anni costretto a stare immobile davanti ad
un leggio per ore ed ore. Se dite al vicino di casa che il vostro bambino di
tre anni studia violino, vi sentirete rispondere “Ma sei matto?? Perché lo
obblighi? A tre anni deve giocare!”. Ovviamente, questa persona non può sapere
che le lezioni Suzuki sono divertenti, varie, ludiche, ricche di movimento ed a
misura di un bambino così piccolo. Nessun bambino, quindi, viene obbligato a
passare ore fermo a leggere la musica. Al contrario, un piccolo allievo Suzuki
si diverte molto, vive la lezione come un gioco e viene messo in condizione di
poter esprimere la propria personalità, anche se in un contesto in cui impara
anche la disciplina, l’autocontrollo e regole adatte alla sua età.
LA DIDATTICA FAMILIARE
Come ho accennato in precedenza, ciò che rende il metodo
Suzuki davvero unico è la didattica famigliare. Il metodo Suzuki non propone
corsi “parcheggio”, ma offre, invece, un’impareggiabile esperienza di
condivisione con il vostro bambino ed un’opportunità per fare realmente
qualcosa CON lui. Prima che sia troppo tardi, prima che cresca ed abbia la sua
vita. Ma, se da piccolo avrà vissuto questa esperienza con voi, anche quando
sarà cresciuto di ricorderà di ciò che avete vissuto insieme e condiviso.
Questo percorso, infatti, arricchirà e renderà ancora più intensa la vostra
relazione diventando, per entrambi, qualcosa che non scorderete.
Ma il motivo per cui almeno un genitore deve partecipare
attivamente alla lezione ha anche ragioni didattiche. Un bambino piccolo – e,
vi assicuro, anche un po’ più grande- non ha ancora la capacità di organizzare
il proprio studio quotidiano a casa in autonomia, né di mantenerlo con costanza
ed un efficace metodo di studio. Lo studio a casa è indispensabile perché
l’apprendimento di uno strumento abbia successo, ma va obbligatoriamente
guidato e supervisionato dall’adulto, almeno fino ai 10-11 anni. Adulto che,
gradualmente, sfumerà la sua presenza e rimarrà alla fine solo come figura di
sfondo e persona pronta ad ascoltare ed incoraggiare. L’indipendenza nello
studio e nel rapporto con lo strumento, quindi verrà con il tempo, ma è
qualcosa che all’inizio mancherà per forza di cose. L’autonomia nella pratica
strumentale, infatti, così come il talento, è qualcosa che si costruisce, non una
caratteristica innata. Questo è un tipo di apprendimento, dunque, che ha
successo solo se prevede il coinvolgimento attivo del genitore in ogni sua
fase, dalla lezione al lavoro a casa, ai concerti, alle lezioni di gruppo. Vi
siete mai chiesti perché i corsi di musica hanno una percentuale così alta di
abbandoni? Beh, eccovi la risposta. Non certo perché “ai bambini piace
cambiare”, come comunemente si crede, ma perché, senza il supporto di una
persona adulta, un bambino non avrà mai la costanza di portare avanti a lungo
un’impresa tanto impegnativa.
Inoltre, il metodo della lingua madre richiede la creazione
di un ambiente musicale fin da subito ed in tutti gli ambienti di vita del
bambino, cosa impossibile da creare senza il coinvolgimento di tutte le persone
che fanno parte di tali contesti.
L’ASCOLTO
Per creare un ambiente musicale serve, ovviamente, la musica.
Una parte fondamentale del metodo Suzuki risiede nel suo repertorio, suddiviso
in più volumi con cd allegati, che diventerà la nuova lingua del bambino. Più
l’allievo ascolterà i cd, più imparerà la nuova “lingua”, proprio come succede
quando ci si immerge in un contesto linguistico differente dalla nostra madre
lingua. Ma, al contrario di quanto avviene a noi adulti quando ci troviamo in
un paese straniero, per un bambino piccolo il repertorio Suzuki non sarà una
lingua “straniera”, ma, anzi, sarà una seconda madrelingua, perché l’avrà
ascoltata fin da piccolo ed appresa in modo quasi automatico. Questo è molto
evidente quando si osservano i fratelli degli allievi Suzuki, che sono esposti
alla musica ed allo specifico repertorio proprio fin dalla nascita. Questi
bimbi sembrano nascere conoscendo già i brani Suzuki, ma in realtà li
apprendono fin da neonati, essendo esposti ai cd che ascoltano i fratelli a
casa e sentendoli mentre si esercitano. E’ importante, dunque, dare al bambino
più opportunità possibili per ascoltare il cd, in ogni ambiente ed in ogni
momento della giornata.
LA MOTIVAZIONE
Un’altra domanda frequente nei genitori Suzuki “alle prime
armi” è : “Come faccio a capire se mio figlio vuole davvero suonare?”. In
ottica Suzuki, questa è una domanda senza senso. Scegliere di far studiare
musica al proprio figlio dovrebbe essere, infatti, una scelta educativa. La
possibilità di suonare uno strumento musicale è un dono che un genitore fa a
suo figlio ed alla sua vita presente e futura. Non si tratta solo di imparare
uno strumento, è molto di più. I bambini che suonano uno strumento sono,
infatti, persone straordinarie con una “marcia in più”. Grazie al violino, un bambino imparerà ad
essere paziente, gentile, tranquillo sereno e disponibile verso gli altri.
Acquisirà maggiori competenze nella lettura, nella scrittura, nella matematica
e nella logica. Avrà un maggiore
autocontrollo, sarà in grado di aspettare prima di ottenere un risultato, saprà
riflettere sugli eventi e collaborare con gli altri. Imparerà a lottare per i
suoi sogni ed a non arrendersi davanti alle sconfitte. Apprenderà la costanza,
la determinazione e la resilienza. Diventerà più forte a più sicuro di sé
stesso, con una maggiore autoefficacia ed autostima.
Questa scelta, dunque, non può ricadere sul bambino, che non
ha idea di tutti questi aspetti legati allo studio della musica, e non può
comprenderli appieno. Deve essere una decisione del genitore che vuole regalare
a suo figlio una vita meravigliosa ed indimenticabile. La motivazione, di
conseguenza, non può essere solo interna al bambino, ma deve partire prima di
tutto dal genitore. Chiedere ad un bambino di tre anni di prendere una
decisione che, ormai lo avrete capito, è molto importante, può essere sbagliato
e persino dannoso. Un bambino così piccolo non può essere caricato di una
responsabilità così grande. Ma non è finita qui. Prendere una decisione
importante ed attenersi ad essa è impegnativo persino per un adulto: pensate a
quante volte avete scelto un’attività, un corso, un hobby, un corso di studi, e
poi vi è venuta voglia di lasciar perdere dopo poche lezioni. Forse vi piaceva,
probabilmente anche molto, ma anche per voi non è stato facile decidere di
portare avanti qualsiasi attività settimana dopo settimana. Magari un giorno vi
siete svegliati e non avevate voglia di andare all’università, a calcio, al
corso di cucina, in palestra. Perché avevate altro da fare, o perché eravate
semplicemente stanchi. Perché dovrebbe essere diverso per un bambino, per di
più se molto piccolo? La motivazione verso qualunque attività della vita raramente è solo intrinseca, ed ancora meno
di frequente dura per molto tempo. E’ nella natura umana voler cambiare dopo un
po’, provare altre cose, o anche lasciar perdere, arrendersi. Ma se permettiamo
al nostro bambino di smettere alla prima avvisaglia di demotivazione o al primo
segno di stanchezza, non gli avremo insegnato niente. La determinazione, la
costanza e la motivazione stessa si accrescono e si sviluppano anche grazie ai
momenti di stanchezza e demotivazione. Allo stesso modo, fallimenti ed errori
fanno parte del processo di apprendimento, aiutano a crescere, e non possono
essere una ragione sufficiente per mollare.
Esistono varie strategie per supportare ed incrementare la
motivazione del bambino, ed il vostro insegnante ve ne mostrerà alcuni. Nel
frattempo, però, il vostro compito come genitori sarà quello di trasmettere al
vostro bambino l’amore per la musica, per lo strumento e per il lavoro a casa.
Ma anche per gli errori, i momenti di stanchezze e gli ostacoli che si troverà
a dover superare. Questo dovrà essere il vostro obiettivo principale ed il
vostro “compito” più grande.
LE LEZIONI DI GRUPPO
Quando gli allievi sono pronti per iniziare le lezioni
collettive, spesso i genitori faticano a capirne l’importanza. Le lezioni di gruppo, invece, costituiscono
una parte essenziale del metodo Suzuki, perché suonare insieme agli altri offre
una serie di vantaggi, dal punto di vista didattico ma non solo. Le lezioni di
gruppo danno la possibilità di ripassare per l’ennesima volta (ricordatevi, la
ripetizione non è mai troppa!!) il repertorio studiato dal bambino, che può
anche ascoltare brani più avanzati eseguiti da allievi più grandi. Il lavoro
con i pari, inoltre, aumenta la motivazione, l’autostima e la voglia di
imparare. Il vostro bambino prenderà ad esempio gli allievi più grandi, che
diventeranno per lui modelli da seguire ed a cui aspirare, ed imparerà a
collaborare, lavorare in gruppo ed aiutare i più piccoli. Vedere studenti più
avanzati offre, inoltre, sia ai bambini sia ai genitori stessi, un’immagine di
come sarà il loro futuro, musicalmente parlando. Ecco perché le lezioni di gruppo sono
fondamentali in questo percorso.
CONCLUSIONI: NON APRITE QUELLA PORTA!
Non aprite quella porta … la vostra vita potrebbe cambiare
per sempre!
Ecco cosa potrebbe succedervi:
-
Svilupperete
un’ossessione per le “patatine fritte”, intese non come alimento, ma come ritmo
della prima variazione di Bella Stella, al punto da non riuscire più a mangiare
le patatine fritte vere! Vi ritroverete inoltre a canticchiarlo e
tamburellarlo, senza neppure accorgervene, su ogni –superficie- disponibile.
-
Andrete
a dormire e vi risveglierete con in testa la melodia di Bella Stella, che ben
presto diventerà il vostro brano preferito.
-
Dovrete
spiegare a vicini e conoscenti che suonare il violino a tre anni non è
schiavitù, ma è il regalo più grande che avreste potuto fare al vostro bambino.
Che la minuscola custodia di vostro figlio non contiene uno strumento
giocattolo, ma un violino vero! E’ che NO, vostro figlio, NON è un genio, perché
tutti i bambini possono imparare a
suonare.
-
Tornerete
sui banchi di scuola. Imparerete anche voi le basi del violino, la ritmica, il
solfeggio, le note.
-
Nonostante
tutti i vostri impegni, riuscirete a trovare ogni giorno il tempo per
esercitarvi insieme al vostro bambino, supportando e sostenendo la sua
motivazione.
-
Passerete
i weekend alle lezioni di gruppo o in alternativa in giro per il mondo per i
corsi, i concerti e gli eventi musicali.
-
Tutta
la vostra famiglia, parenti, nonni ed altri figli compresi, si ritroverà
coinvolta nell’esperienza musicale del bambino.
Vi ho avvisati …. Ma se proprio vi sentite pronti a vivere l’esperienza
più incredibile, coinvolgente ed indimenticabile della vostra vita …. Aprite quella
porta!
martedì 20 novembre 2018
Suzuki method : a life changing experience
THE SUZUKI
METHOD
When you stumble across a leaflet offering a music course,
the first question coming to your mind is “Why should I choose this course for
my son?”. In today’s world, it’s easy to
find lots and lots of offers and proposals. The most appealing ones are related
to the concept of “ learning something easily”. Online courses, video lessons,
trying out more and more instruments for fun, doing musical activities like in
a rec center …. Places where parents can take their children for an hour while
they do shopping or come back to work … without even knowing what their
children do there. It seems that todays parents
are too busy to do anything with their children, and they need some place where
to “put” them, and someone else to look after them all the time. No matter what
the goals of these activities are and what the children will learn or obtain
being there. Lots of music course for children, in fact, don’t have specific
aims or a clear method. Particularly if they are for very young children, the
accent of the offer is on “experimenting”, “free their abilities”, “express
their personality”, “exploring”, “improvising” and so on … without real
learning goals. Well, Suzuki method is different. First of all, it’s NOT easy.
It is easy for the children, who learn having fun and using their natural
abilities. But it’s NOT easy for the parents. You’ll have to take part at every
lesson. You’ll have to learn music too. You’ll have to be there together with you
children. With your whole self, with your mind and your heart. You won’t take
and bring your child back, but you’ll spend hours, days, months and years WITH
him. Learning with him, playing with him, having fun with him and growing up
with him. Your life will change forever. It won’t literally be the same again.
It’s better you know it from the start. Because Suzuki method is a method for
growing up with an instrument and THANKS TO it. It’s an educational method, and
it’ll give you and your child something which you will never forget and which
will last forever. You will both become happier and better human beings and througout a musical instrument. In my
opinion, that’s no small thing.
THE MOTHER TONGUE METHOD : WHY AND HOW IS IT POSSIBLE TO
START SO EARLY?
In the Suzuki method’s leaflet, you have read these courses
are for very young children. Aged 3, 4 and sometimes even 2 years old. All the
other courses “say” it’s impossible to start playing before 7 or 8 years of age. Because a child would
need high concentration and reading skills to learn an instrument. Well, this
is not true. In the Thirties, a man called Shinichi Suzuki discovered that
every child could learn to play an instrument very early. Way before being able to read or write, with
the Mother tongue method. Every child learns to speak his mother tongue from a
very young age, being immersed in a certain linguistic environment, listening
and imitating what he hears. Learning music could happen in the same way.
Listening, imitating, repeating movements, gestures and sounds. By trial and
error and with a parent or an adult’s prompt and support. Why so early then?
Because, as a growing body of research proves, starting early is easier. Untill
3 years old every child has an incredible potential only waiting to be
developed. Learning the correct posture and bow hold is much easier at 3 than
it is at 7 or 8. Acquiring a beatiful ringing tone on an instrument is a
natural thing for younger children. But it becomes harder and harder as the
child gets older. Just like speaking a new language. Children up to 3 years old
can acquire another language in a very brief span of time and without any
accent. Learning an instrument at a very young age is also a natural and
spontaneous thing and a great fun. Some people are critical towards this
approach because they imagine a 3 years olded stuck in front at a music stand
for hours and hours. On the contrary, in the Suzuki method each lesson is full
of movements, enjoyable and varied. So no child is obliged to stay still
reading a music sheet for hours. Instead he can have fun and express himself,
only in a frame of discipline, self control and clear and appropriate –for-his-age
rules.
PARENTAL INVOLVEMENT
Like I said before, what makes the Suzuki method unique is
first of all parental involvement. This is not a “parking course”. Instead
it’s an experience of sharing something very important with your child. A
priceless opportunity of actually doing something WITH your child. Before it’ll
be too late because he will be grown up. This will deepend and tighten you
relationship and it’ll become a life changing experience both of you will never
forget. But there is also a teaching reason for this requirement. A very young
child hasn’t sufficient skills to make an independent home practice. He needs
supervision, help and feedback from an adult. Home practice is essential to
actually learn an instrument, but it has to be guided and supervised, especially
at a young age, and sometimes even later. Independent practice will come with
the time. Still it will be a gradual acquisition, not something a child will
have from the start. That’s why this type of learning can take place only if a
parent is involved in the whole process. Starting from each lesson and going on
at home. Independence is something acquired and developed, not inborn.
Moreover, the mother tongue method requires the creation of a “musical
environment”. Which would be impossible to create without the involvement of
the entire child’s life entourage.
LISTENING
To create a musical environment, we obviously need music. A
crucial part of the Suzuki method is its repertoire, which becomes the child’s
new language. A cd comes along with each Suzuki’s book, and the child has to
listen to it as often as possibile. Just like a newborn who learns his mother
tongue by listening to people who speak, a Suzuki child has to learn the
repertoire by listening to the recording. It’s important to provide the child
with as many opportunities as possibile to listen to it.
MOTIVATION
Another typical question parents ask themselves is “How can I
understand if my child does want to play an instrument?”. In the Suzuki
method’s view, this is a nonsense question. Choosing musical learning for your
child should be, in fact, an educational choice. Playing an instrument is a
gift for your child’s present and future life. It’s not just about “playing the
violin”, it’s much more. Children who play an instrument become wonderful human
beings with superior abilities. Thank to the violin they learn how to be
patient, kind, happy and loving people. They acquire higher skills in language,
reading, writing, mathemathics and logic. They can control themselves, wait for
a result, reflect about things and help other children. They learn to fight fot
their goals and to be not taken aback if they fail. They are capable of
constance, determination and resilience. They are stronger and more self
confident, in a positive way. Therefore this choice should be made by their
parents who want to give them a spectacular and unforgettable life. Motivation
should come from the parents and not (just) from the child. Asking a 3 years
olded to make a so important choice is, moreover, dangerous and wrong. A very
young child shouldn’t have a so heavy burden on his shoulder. But this is not
all. Making an important choice and stuck to it is hard even for an adult.
Think about how many times you applied to a course but you wanted to quit after
few lessons. Perhaps you liked it, but it was not easy to carry it on each
week. A day you wake up and you had some other things to do, or you were simply
tired. Shouldn’t it be like this for a very young child? Motivation for any
activity is never completely intrinsic and it rarely lasts for a very long
time. It’s in the human nature to want to change, try other things or quit
after a while. But if we allow our child to quit after few lessons, he won’t
have learnt anything. Endurance, strength and motivation develop also thanks to
moments of tiredness. Similarly, mistakes and failure are part of learning and
they shouldn’t become an excuse to give up. There are many strategies to
support children’s motivation, and you teacher will show you how to use them.
Meanwhile, you as parents will have to teach your child how to love his
instrument, music and home practice. This will be you biggest task.
GROUP LESSONS
When the students are ready to take part at group lessons,
it’s hard for the parents to understand why they are so important. They are
indeed an essential part of the method. Playing in a group helps to review the
repertoire once more, in different ways, and it offers opportunities to listen
to more advanced pieces. Peer tutoring is also very effective as it enhances
motivation, self confidence and willingness to learn. Your child will find role
models in his peers and he will learn how to cooperate, work in a team and help
the others. Seeing older kids who are more advanced gives, to the pupil as well
as to the parents, a clear picture of what will be their future musically
speaking. That’s why taking part consistently at group lessons is vital for
a Suzuki student.
REPETITION AND REVIEW
Young children learn by watching, listening and imitating.
Repetition is natural to them and it’s something they look for and love. They
like doing the same things over and over again. Suzuki method, then, follows
this natural predisposition every child has. Repetition and review can be
enjoyable and fun. For the children more than for the parents! But your child
will love to listen or play the same song once again, and he will learn better
and better.
CONCLUSIONS : DON’T OPEN THAT DOOR!
Your life could change forever.
That’s what could happen to you :
-
You’ll
develop an obsession for the “Everybody down up” rhythm, and you’ll find
yourself tapping and drumming it without even noticing. In each- single - available - surface.
-
You’ll
go to bed and wake up with the Twinkle melody in your head. And it’ll soon
become your favourite song ever.
-
You’ll
have to explain to your neighbours and friends that playing an instrument at 3
is not slavery, but is the greatest gift
you could have given to your child. And NO, your child is not a genius, because
EVERY CHILD CAN LEARN.
-
You’ll
be back to school. You’ll learn violin basics, posture, rhythms and notes.
-
You’ll
find time yourself to practice with your child every day and everywhere, to
support and catch his motivation.
-
You’ll
spend lots of weekends away for concerts, masterclasses and music events.
-
Your
whole family will be involved in the child’s musical experience.
I’ve warned you …. Still, if you feel ready to live the most
involving and unforgettable experience of your and your child’s life …. Just
open that door!!
lunedì 12 novembre 2018
"Music is joy" orchestra : when disability becomes an opinion
An old definition of disability, proposed by the World Health
Organization in 1980, saw it as the consequence of an impairment. This
impairment was considered like a physiological function’s abnormality, which
led to an handicap.
This definition put the accent on what one couldn’t do. It
stressed one’s limits and his deviation outside the norm, in a statistic sense.
Today, on the contrary, the accent is put on one’s
abilities. Stressing what a person can
do, we can see his functioning areas and how the environment can affect this
skills, both un a positive and in a negative way.
If someone will live in a favourable environment, though, he
will be able to develop to his full potential. This way, his limits couldn’t be
espressed and could not become an handicap.
My students are a clear example of this latter definition.
My lessons are open to everyone : very young children (aged
2-3 years old), school-aged children, teens, neurotypical children, disabled
ones, gifted children, adhd students, autistic
pupils, blind, deaf students or kids with very rare genetic syndromes.
Alessia, today 20 years old, has deafness and Williams syndrome |
I don’t want to make any selection of them, because I think
talent is acquired and not inborn.
Everyone can develop it with a constant and daily work.
I select just the families.
I need motivated and determined parents who want to work restlessly with
their child every day. This is my only condition.
In other words, I want to select the right environment. A
supportive and positive environment will enable everyone to learn.
I’ve been teaching officially for almost 10 years
(officially, because I actually had my first students 18 years ago!) and I have
never encountered a child who was unable to learn. Never.
Each one could learn something with his unique skills and in
his own way. But each one of my students made progress and did learn something.
In my students’ orchestra differences are pretty important.
Each child, in fact, has the freedom to express his personality, his ideas and
his strengths. At the same time, it’s a context where you can’t see one’s
limits and disabilities.
This group is composed of 25 children aged 3- 14 years old.
The rules are the same for everyone, and they are proposed by the children and
chosen by the whole group, included myself.
During the lesson, all the children have to … speak with a low tone of voice, be kind
toward the others and their instruments, listen to the teacher, be quiet when
the others are playing or speaking. They have to help each other, enjoy the
experience and have fun!
In this group each child is appreciated and valued as a
member of the group and as a special and unique person. Each one skills and
strengths are recognized and highlighted. I always have a positive, calm and
encouraging attitude. I’m never cross or critical but I always use positive
reinforcement, just like the children do.
For me it’s really important for each of them to feel
understood and valued. Everyone can also give ideas or make proposals, even the
youngest ones, and I always listen to them and value their ideas.
In my orchestra there are also some disabled students. Some
of them have severe disabilities and disorders, but I don’t feel the need to
explain these concepts to the other children. It’d put just an unecessary
emphasis on some aspects none even notices.
During rehearsals, lessons and public events, these features
don’t come out and children are just children. Each one of them is engaged at
his fullest and gives his contribution. I expect not less than 100% from all of
them, but this 100% may be different for each child. Each one has “its own” 100%.
But I want from all of them attention, commitment, precision, a good posture, a
clean sound, a correct bow hold, and a proper preparation. On this matter, you
can’t see any difference between “neurotypical” and “disabled” children.
These children are a tight-knit and cohesive group. They
often make friends in the group and some of them are literally growing up
together. These relationships go beyond each one’s features, but they are also
based on them.
When they ask me direct questions of this matter, I just say
that anyone has strenghts and weaknesses, and we are all like this. None of us
can do everything and each of us can’t do something. But everyone has strenghts
and positive aspects. Everyone is wonderful as he is. And everyone can learn.
This concepts can be understood even by the youngest child.
And I don’t feel any need to go further, because for the children it’s
unnecessary.
Another crucial aspect of my orchestra is independence’s
development. Unluckily, being my studio really small, I can’t let the parents
in during group lessons. They take part at every other lesson, but I just
haven’t enough room to allow them to stay during the orchestra’s rehersals.
So I’m alone with 15-20 children and I physically can’t
follow all of them. Because of that, since they are very young they learn how
to look after themselves and the other children. They can take their jackets
and shoes off (no shoes in my studio, as we work mainly on the carpet), prepare
their instruments and bows and organize the whole room by themselves.
The older ones help the younger or disabled ones, because they
are aware of our first rule. As members of a group, they should cooperate and
help each other.
Being
immersed in a quite and nice environment, they just ignore or don’t even notice
inadequate behaviours. This way, attention seeking behaviours don’t get any
reinforcement and they just stop after a while. Moreover, these behaviours are
put in action not just by disabled children, but almost all the children engage
in them. Because they are so young and they still have to learn how to behave,
cooperate and work in a group. But they will. I work a lot on behaving well,
listening, following rules, being socially competent and so on. I like also
using routines like start and final greetings, Twinkle variations to start the
lesson, and lots of similar clues.
Also some students who work with
me in my 2nd studio take part at the orchestra’s concerts and events.
Sara and Claid, for example, both
autistic pupils, have been playing a very important role in the group for some
years :
In conclusion, these children are
so lucky to live a great life experience. Playing in this group is and
educational, formative and enriching experience. Through their violin, they are
growing up and they learn while enjoying themselves.
I’m well aware of asking much to
them and their families. Still, when I see them smiling and being happy and
proud of themselves, I know I’m on the right track. And I know their efforts and
sacrifices will be repaid.
And I’m sure they
will remember these moments forever.
Iscriviti a:
Post (Atom)