Prima del resoconto del concorso di Omegna, vorrei dire GRAZIE alle famiglie che stanno accompagnando i miei bambini e ragazzi nel loro percorso di crescita attraverso la musica.
Grazie per il vostro impegno, la vostra fiducia e collaborazione, la vostra tenacia e costanza, la vostra disponibilità, grazie per l'entusiasmo, la passione e l'amore che trasmettete ai vostri figli.
Grazie perchè credendo in questo percorso i risultati in termini di soddisfazione, felicità e benessere dei vostri figli sono evidenti, e rimarranno per sempre un dono inestimabile che ricorderanno anche in futuro e che renderà MIGLIORE il loro futuro anche grazie alle esperienze che stanno vivendo ora.
Siete persone stupende e sono orgogliosa di condividere questo percorso con i vostri figli e con voi.
Senza di voi tutto ciò che stiamo realizzando non sarebbe possibile.
Lo spot andato in onda per la Giornata Mondiale dell'Autismo mostra un bambino chiuso nel suo mondo, in una bolla, ed una madre che entra nel suo mondo con il suo amore.
Peccato che tutto questo centri davvero poco con quello di cui le persone con autismo - che non sono solo bambini .,,, perchè i bambini crescono!. hanno bisogno non sia solo l'amore. Infatti i genitori dei bambini con autismo li amano come tutti gli altri, e le agghiaccianti teorie sul distacco materno che causa l'autismo sono per fortuna ormai ampiamente screditate.
Quello che serve alle persone con autismo e alle loro famiglie non sono pietà , compassione (non riesco quasi a scrivere questi termini da tanto mi infastidiscono...) e "vicinanza" ... ma conoscenza, strategie, competenze ed informazioni corrette.
Perchè l'autismo rende molte azioni, comportamenti ed apprendimenti più difficoltosi ... ma NON li impedisce.
Non impedisce di entrare in relazione, esprimere affetto .anzi, i miei allievi con autismo sono sempre stati tra i più affettuosi che io abbia mai conosciuto!, e soprattutto imparare, ma fa sì che le persone con autismo abbiano difficoltà a comunicare e comprendere le regole sociali, e che talvolta sembrino disinteressate agli altri, ma in realtà non lo sono.
Per quanto riguarda l'apprendimento, loro possono e vogliono imparare, materie scolastiche ed extra scolastiche -quale la musica, che non dovrebbe essere una materia "extra" ... ma purtroppo la è, e siamo noi insegnanti a doverci adattare alla persona che abbiamo davanti, cosa che tra l'altro sarebbe
auspicabile sempre, quando si insegna qualsiasi materia o competenza a chiunque.
Un esempio : ieri un mio allievo con autismo in un momento di pausa giocava con il pianoforte, suonandolo con il pollice e tenendo il resto della mano sotto alla tastiera. In un'ottica, che non condivido, di "terapia", oppure seguendo un pensiero del tipo "non può imparare a suonare", gli sarebbe stato permesso di continuare a suonare così, incoraggiandolo anche ad "esprimersi liberamente" per "liberare" la sua "vera" personalità ecc ecc
Invece io gli ho lasciato due minuti liberi per giocare in quel modo, e poi ho ripreso ad INSEGNARGLI a suonare, richiedendogli di utilizzare le diteggiature corrette, con tutte le dita, per suonare i brani che sta IMPARANDO :
Ecco altri esempi miei allievi con autismo che IMPARANO la musica,a vari livelli, dalla propedeutica strumentale al vero e proprio strumento - ed alla lettura ritmica.
Nei primi video che potete osservare, i miei allievi svolgono il programma Children's Music Laboratory per sviluppare le competenze - ritmiche, di manualità, orecchio e coordinazione- necessario allo studio dello strumento musicale.
Dopo qualche mese di propedeutica mirata e specifica per la pratica strumentale, iniziano a suonare, esattamente come i loro coetanei neurotipici. Certo, a volte con qualche difficoltà in più e con tempi leggermente diversi. ma ogni allievo, che sia nello spettro autistico o neurotipico, è diverso da un altro, e quello che conta è solamente adattare la proposta didattica alle caratteristiche individuali.
L' "amore", la passione per il proprio lavoro e le capacità relazionali dovrebbero essere in un certo senso scontate e primo requisito per insegnare a qualsiasi allievo, ma quello che fa la differenza sono le competenze, le strategie e la capacità di adattare le tecniche al bambino o al ragazzo che abbiamo davanti.
"Entrare nel loro mondo" come propone il famigerato spot è piuttosto inutile se poi non si passa all'azione, non si mettono in atto strategie utili e concrete e non si insegna VERAMENTE ai bambini con autismo qualcosa di concreto per la loro vita quotidiana. La "compassione" (aiutooo) e la "vicinanza" alle famiglie contano poco se poi non le si aiuta a migliorare la qualità della vita loro e dei loro figli e non si mettono in condizione i bambini, fin da piccolissimi, di imparare comportamenti che possano farli vivere serenamente e con il maggior benessere possibile nel MONDO ... che non è il LORO mondo, ma è quello di tutti noi.
Francesco, ad esempio, è un bambino dolcissimo e molto affettuoso che segue il programma di CML1 (primo anno) ed ha una passione per alcune canzoni di repertorio che mi chiede di eseguire molto spesso.
Nicola, 8 anni e mezzo, segue un terapia ABA da 5 anni ed ha raggiunto un ottimo livello nella capacità di comunicazione, espressione dei suoi bisogni e delle sue scelte, capacità di partecipazione, ascolto e collaborazione.
E' un bambino sereno e stupendo che studia musica da meno di due mesi ma dimostra un grande musicalità, passione ed impegno.
Durante una delle scorse lezioni ho pensato di far lavorare insieme i due bambini, ed il risultato è stato ottimo.
Francesco ha subito abbracciato Nicola ( in barba al presunto distacco causato dall'autismo!), che lo ha salutato e gli ha mostrato gli esercizi che stava imparando, così hanno condiviso sia l'aspetto della socializzazione sia quello didattico esprimendo divertimento e soddisfazione soprattutto durante le loro canzoni preferite e nel suonare a turno il violino di Nicola.
Altro che bolla!!
E qui vediamo Manuel, un vulcano di entusiasmo e passione per la musica, mentre studia al pianoforte un brano di Thompson, dimostrando di aver compiuto grandi progressi tecnici rispetto anche solo a pochi mesi fa, nell'impostazione delle mani, nell'indipendenza delle dita e nella precisione esecutiva delle note e diteggiature (avendo già di base orecchio assoluto e grandissimo senso del ritmo) :
E per finire, ecco un altro ragazzino davvero incredibile, che in tre mesi di lezioni di musica ha già raggiunto un livello notevole, grazie ad una musicalità straordinaria ma soprattutto ad un costante e tenace lavoro quotidiano, sempre sfatando il mito che certi apprendimenti e risultati non siano "accessibili" ai ragazzini con autismo...
Quindi se non fossi stata abbastanza chiara lo ripeto : le persone con autismo non vivono in una bolla!
Hanno difficoltà a comprendere le regole sociali, ma questo non vuole dire che NON VOGLIANO socializzare. Hanno difficoltà di comunicazione ma VOGLIONO comunicare. Possono sembrare distaccate ma spesso sono in realtà molto affettuose.
Necessitano di modalità di insegnamento adatte a loro, ma POSSONO imparare, ed anche tanto!
NON HANNO BISOGNO di genitori che li amino, PERCHE' LI HANNO GIA'.
Hanno bisogno di genitori, operatori, insegnanti ed amici che sappiano cos'è davvero l'autismo e COME FARE concretamente per migliorare la qualità della loro vita .
Basta teorie vecchie di 60 anni, madri frigorifero, stress come causa dell'autismo, "guarigioni" miracolose, "terapie" fantasiose che provocano "catarsi liberatorie" agendo sull'inconscio e facendo "uscire dall'autismo" ....
Ancora ieri in libreria ho visto una presunta storia vera che aveva come sottotitolo questa frase " Il racconto di un bambino che ha sconfitto il suo autismo"...
Basta chiacchiere ed illusioni, sarebbe ora di iniziare invece a lavorare sul serio per dare la possibilità a molti bambini, ragazzi ed adulti di vivere al massimo delle loro potenzialità e possibilità...
Credo che per trasmettere passione, voglia di studiare e gioia di suonare si debbano mettere in campo metodi appropriati, mezzi tecnici e teorici corretti ed esperienza, amore per l'insegnamento .... ma anche un po' di fantasia!
Personalmente mi è sempre piaciuto ideare, creare, inventare .... giochi, canzoni, storie, poesie, progetti .... ed uno degli aspetti che preferisco del mio lavoro è proprio la libertà che mi dà nell'esprimere anche la mia personalità, le mie idee - molto spesso bislacche .... ma se funzionano va bene lo stesso :))- e la mia fantasia, basandomi sugli studi compiuti e sui metodi , ma poi inventando, a volte improvvisando, e personalizzando la proposta didattica.
Ad esempio, per Maria , che è non vedente, ho preparato i cartelli ritmici tattili, fatti con palline di plastica incollate sul foglio :
Per Mariasole che, a 5 anni e mezzo, ama improvvisare al pianoforte e vorrebbe "comporre", ho anticipato un pochino i tempi insegnandole a scrivere le note al secondo anno di corso, ed ora lei scrive bene e mi chiede sempre di poter mettere su carta le sue "opere", totalmente ideate da lei con tanto di firma e titolo :
Per insegnare ai bambini del secondo anno di CML il riconoscimento dei bassi della cadenza mediante l'utilizzo di colori, oltre agli "spartiti armonici" da colorare già presenti nel metodo, invento altri spartiti con i personaggi preferiti dai bimbi .... ahimè, disegnati da me, ma loro si accontentano!!!, quale ad esempio l'inossidabile Peppa Pig :
L'obiettivo di sviluppo della manualità fine offre molteplici possibilità di creare esercizi sempre più "perfidi" e complessi, che a volte non riesco a svolgere nemmeno io!!. da proporre agli allievi dal secondo anno in su :
Esercizio di selezione delle dita sui gancetti, senza spostare nè far cadere il gancio centrale. per la serie ... complichiamoci la vita!
Dal quale poi sono nati altri esercizi e giochi inventati dai bambini stessi...
Variazione ideata da Mariasole, a quanto pare molto divertente!
Sempre per la manualità : torre di gancetti costruita prendendo ogni anellino con la "presa a pinza" e mettendone uno sopra all'altro senza farne cadere nessuno fino alla fine ... (il cursore in mezzo si mette solo alla fine!)
La fantasia nella didattica si può applicare anche ai momenti più "seri" di studio dei brani allo strumento e lezioni collettive di orchestra.
Ecco di nuovo Mariasole che, finita la lezione, ripone il violino ripassando il gioco dell' "orologio" imparato al primo anno per appoggiare il violino sulla spalla.
Maddalena (10 anni) ed Iris (3 anni) giocano insieme prima di iniziare una prova di orchestra :
Il violino di Beatrice, 4 anni, con un adesivo di riconoscimento naturalmente rosa, il suo colore preferito!
Poi però si lavora!! Ci stiamo preparando per diversi concerti e concorsi e , da brava stakanovista, faccio lavorare i miei piccolini sempre di più, sempre meglio e sempre ... prima!
Ecco Perla, 2 anni e 4 mesi, in orchestra :
Giorgio, 5 anni, studia la Sinfonia dei Giocattoli per un concerto molto importante in cui i bambini suoneranno con professionisti di alto livello :
David e Diana a lezione con un'ospite d'eccezione e molto gradita ... Iris, 14 mesi !!!
Alessandro si prepara per il suo primo concorso di pianoforte :
Insomma, incrementare la motivazione serve a far amare di più anche il lavoro e lo studio quotidiano costante, che non devono mai mancare, e di fronte ai quali è fondamentale insegnare ai bambini fin da piccolissimi a non mollare ma trovare sempre l'entusiasmo e la voglia di dedicarsi alla musica ed al loro strumento.
Alberto (nome di fantasia), 11 anni, è un ragazzino con autismo che come la maggioranza dei suoi coetanei ama l'Ipad, le M&M's ed il basket.
Però, a differenza degli altri, Alberto parla poco - solo con parole o frasi brevi e non sempre comprensibili-, non sa come fare amicizia nonostante sia molto affettuoso ed abbia voglia di conoscere gli altri, è quasi sempre in movimento, e si arrabbia quando un esercizio o un compito non gli riesce subito.
Nonostante alcune difficoltà, è un ragazzino straordinariamente brillante, con una velocità di apprendimento notevolissima ed una motivazione allo studio che, questa sì, non è per niente comune alla sua età.
La sua passione, più grande, però, è la musica, e da quando il fratello maggiore studia in Conservatorio lui lo ascolta suonare e prova a riprodurre al pianoforte le melodie che sente, ripetendole con il ritmo e le note corrette e spesso variandole con una logica musicale assolutamente corretta.
Senza aver mai preso lezioni di musica.
Per questo motivo, comprendendo il suo grande interesse, la mamma me lo ha portato per una prima lezione di pianoforte agli inizi di Gennaio, e da subito sono rimasta colpita dalla sua passione , determinazione, ma soprattutto dalle sue qualità musicali : orecchio assoluto, senso del ritmo e grandissima coordinazione e manualità fine, che lo portano a suonare praticamente qualsiasi brano con una facilità eccezionale.
Per iniziare gli ho proposto esercizi tecnici di base ed i primi brani di Thompson vol 1, che lui ha "divorato" imparandone due in pochissimi minuti.... perciò siamo passati direttamente al secondo volume, più o meno alla seconda lezione !!!
Alla terza gli ho fatto sentire il violino e mi ha chiesto di poterlo suonare, e dopo una settimana aveva già un'impostazione praticamente perfetta, un bel suono ed aveva imparato tutti i ritmi base delle variazioni di Bella Stella sulla corda di Mi.
Semmai il suo "problema", comune a quello delle persone molto brillanti e dotate, è quello di imparare tutto "troppo" velocemente, tralasciando a volte la precisione nelle diteggiature, suonando a memoria dopo la prima lettura senza più controllare lo spartito, e perdendo in alcuni passaggi la correttezza ritmica proprio perchè gli riesce tutto facile e spontaneo.
Ma stiamo parlando, prima che di un ragazzino con autismo non propriamente lieve, di un allievo che studia da neppure due mesi .... dunque queste "imprecisioni" sono non soltanto tollerabili ma del tutto comuni ... e semmai è Alberto a non essere affatto "comune"!
Infatti oltre alla facilità musicale è anche molto diligente, studia tutti i giorni, a volte anche mezz'ora o di più, e non si accontenta mai del risultato, ascoltandosi e correggendosi finchè l'esecuzione non è "almeno" ottima :)
Ad 11 anni ovviamente fa tantissimo ancora la famiglia, ed Alberto ha anche la fortuna di avere una mamma straordinaria, che lo segue con competenza educativa, dolcezza ma anche fermezza e grande intelligenza, ottenendo risultati eccellenti sia nella serenità e nel benessere di suo figlio che a scuola e nelle attività extra-scolastiche.
L'iperattività di Alberto all'inizio condizionava abbastanza la sua resa allo strumento, e da una presa dati in baseline i suoi tempi di attenzione medi si attestavano sui 30 secondi - con "picchi" verso il basso di 10-15" ad esercizio.
Dunque ho introdotto rinforzatori indicatimi dalla mamma e da subito una token economy con agenda visiva ("menù") dei rinforzatori, ideata dalla mamma e subito utilissima per il mio allievo, che ha incrementato immediatamente i tempi di attenzione e la capacità di attenzione e collaborazione di Alberto, portandolo in due mesi a riuscire a lavorare in media per 6 minuti consecutivi, arrivando anche a 10 minuti al pianoforte ed a quasi 30 minuti a casa, e permettendogli di imparare sempre più brani e con una precisione sempre maggiore.
Ecco il grafico dei suoi tempi di attenzione ad oggi, dopo circa 8 lezioni di musica e tanto, tanto lavoro a casa :
Oltre alla tecnica strumentale, ogni tanto gli faccio ripassare esercizi di manualità tratti dal metodo CML (www.musicalgarden.it), e lo faccio lavorare sulla lettura ritmica, che esegue come sempre ad una velocità stratosferica :)), infatti cerco di lavorare sul "rallentamento" della sua esecuzione ritmica.
Ed ecco alcuni estratti dalle sue lezioni .... (in uno dei video si sentono i gettoni delle token che cadono nella scatola)
In Maggio Alberto parteciperà al suo primo concerto, e senza dubbio si divertirà molto ad ascoltare gli altri esecutori e ad eseguire tutti i suoi pezzi preferiti con entrambi gli strumenti.
A proposito : questa settimana ha imparato, ovviamente con un suono pulitissimo, l'arco dritto e la posizione impeccabile della mano sinistra, il suo primo "vero" brano al violino, arrivando a padroneggiare già due variazioni di Twinkle twinkle.
Perla, Margherita ed Elisa oggi hanno rispettivamente due anni e mezzo e quasi 3 anni ... ma la loro "storia musicale" è già molto lunga, essendo iniziata quando le bimbe avevano dai 6 mesi all'anno e mezzo!
Infatti tutte e tre hanno frequentato da piccolissime i miei corsi Lullaby, rivolti agli allievi dai 6 ai 30 mesi circa, ideati dalla didatta Elena Enrico (www. musicalgarden.it) e pensati appositamente per favorire lo sviluppo neurologico e la crescita attraverso l'apprendimento della musica fin dalla più tenera età.
Nell'iniziare un percorso musicale ad un'età così precoce, ciò che conta sono soprattutto la motivazione del genitore, la sua tenacia nel portare avanti un cammino che per un adulto è impegnativo e richiede di mettersi in gioco e partecipare attivamente agli incontri insieme al proprio bambino, e la voglia nonchè la capacità di trasmettere al piccolo la passione e l'entusiasmo per la musica, da vivere come un gioco piacevole ed arricchente da condividere anche a casa.
L'avvertimento che dò a tutte all'inizio è "non sarà facile, sarà faticoso, coinvolgente e non sarà certo il solito corso-parcheggio in cui le mamme avranno tempo e modo di chiacchierare tra di loro e passare un'ora di relax .... ma vi divertirà, vi emozionerà e vi darà tantissimo, e soprattutto permetterà al vostro bambino di crescere con gioia, tante competenze in più apprese come un gioco spontaneo e naturale, e con un rapporto di condivisione e più avanti stima per voi che gli avete fatto questo stupendo regalo". Quindi la chiave sta nel crederci e non mollare alla prima difficoltà.
Le mamme di Perla, Elisa e Margherita l'hanno capito, e questi sono stati i loro inizi nel meraviglioso mondo della musica :
Perla a 12 mesi
https://www.youtube.com/watch?v=5iu_yyrXJR8
Margherita a 15 mesi
https://www.youtube.com/watch?v=Pa1-6bKmEqw
Più di un anno dopo, le mie piccolissime allieve continuano a studiare musica, e dal programma Lullaby sono passate al Children's Music Laboratory, pensato per bambini dai 3 anni in su, che però a loro ho proposto un pochino prima perchè avendo svolto il programma precedente possedevano già competenze molto avanzate.
Addirittura, Perla ed Elisa hanno iniziato a compiere i primi passi anche con il violino, ed oltre ad imparare i ritmi di base suonano anche nei secondi violini in orchestra, dimostrando una capacità di attenzione e concentrazione ed una coordinazione che stupiscono gli allievi più grandi.
A loro quest'anno si è aggiunta anche Iris, 3 anni compiuti a Gennaio, che ha fatto subito amicizia con le sue coetanee ed adora "giocare" con loro durante le lezioni ed imparare la musica cantando, ballando e suonando.
Ciò che colpisce di più in queste bimbe è la passione e l'entusiasmo che hanno sviluppato nei confronti del mondo dei suoni ed in particolare del violino. Essendo in pratica "nate" e diventate "grandi" con la musica, per loro gli esercizi, lo strumento, il ritmo e le canzoncine sono qualcosa di quasi scontato nella loro vita, che fa parte di loro e della loro esperienza e che regala loro sempre nuovi giochi da ripetere a casa con la mamma, momenti da condividere con altri bambini anche molto più grandi - Elisa ha fatto amicizia ed in orchestra gioca spesso con Maddalena, che ha 10 anni- , ed esperienze che per loro sono solo un bellissimo passatempo, ma che per la maggioranza degli "altri" bambini di due o tre anni sarebbero qualcosa di sconosciuto e davvero fuori dall'ordinario.
Infatti quando le loro mamme raccontano ai conoscenti che le piccole suonano il violino, nessuno ci crede!!
Però è proprio così, e le bambine sono anche "gelosissime" del loro strumento e della loro valigetta per gli esercizi, che i fratelli più grandi non possono neppure toccare, come succederebbe con il pupazzo o la bambola preferiti.
A chi non avesse dimestichezza con il mondo dei piccolissimi o con quello della didattica a loro rivolta, tutto questo sembrerà strano, una sorta di "coercizione" verso qualcosa che potrebbe sembrare complesso ed innaturale, una insana volontà delle famiglie di creare "piccoli Mozart" ... ma vi assicuro che non c'è niente di più lontano dalla realtà che vivono i miei allievi e le loro famiglie.
Per queste piccoline le note e la pratica strumentale sono un mezzo per crescere, una fonte di allegria, espressione di sè e relazione con gli altri, sono momenti di felicità allo stato puro ed emozioni pure e spontanee.
L'apprendimento e l'impegno ovviamente ci sono, ma passano attraverso la naturale curiosità dei piccolini e la loro propensione all'acquisizione di abilità tramite il gioco, non sono mai imposti nè subìti.
E questo, a mio parere, è straordinario.
Auguro a Perla, Elisa, Margherita ed Iris di continuare a diventare grandi come stanno facendo, accompagnate dalla sette note e da un "giocattolo" un po' fragile ed un po' strano, che suona quando lo si sfiora e si può abbracciare come una bambola, ma che se vorranno le sosterrà per sempre nel loro percorso di vita.
Io non uso mai la parola "talento" : non mi piace, la trovo abusata e poco realistica.
Le doti innate, infatti, se non sviluppate lasciano il tempo che trovano, e personalmente credo che il 90% delle competenze di un bravo musicista dipendano dall'ambiente in cui è cresciuto musicalmente, dallo studio, dalla motivazione, dall'impegno e dall'apprendimento.
Non condivido, dunque, la linea di pensiero secondo cui la musica dovrebbe essere totale libertà, spontaneità assoluta ed espressione di sè senza regole nè vincoli, in particolare in caso di persone con disabilità.
Anzi, secondo me dovrebbe essere esattamente il contrario : se alcuni bambini o ragazzi senza difficoltà possono anche fare musica da autodidatti - senza superare, però, quasi mai un certo livello, e quindi senza potersi mai esprimere veramente-, i ragazzi con disabilità hanno bisogno di un insegnamento strutturato e di maggiore studio e lavoro per sviluppare le loro capacità, anche e soprattutto in ambito musicale.
Detto questo, in alcuni casi, capacità "innate" , o comunque, difficilmente spiegabili in seguito ad un apprendimento - senso del ritmo, orecchio assoluto, musicalità- possono essere presenti e molto evidenti, anche a mio parere meriterebbero comunque ed in qualsiasi caso di essere sviluppate e coltivate.
I miei due allievi Manuel e Maria ne sono un esempio. Ecco perchè li ho definiti due grandi talenti. Entrambi hanno un grandissimo senso del ritmo, orecchio assoluto - ancora più sorprendente, se pensate che entrambi hanno difficoltà uditive e protesi acustiche- e capacità di riprodurre all'istante melodie ascoltate anche solo una volta, introducendo anche variazioni personali una volta suonato il brano originale!!
Ma tutti e due studiano musica. Non "fanno" musica per gioco, per socializzare, per "passare il tempo". STUDIANO uno strumento - due, nel caso di Manuel- per impararlo, come i loro coetanei senza difficoltà.
Manuel ha disturbi alla vista, all'udito - sindrome di Charge- ed autismo, mentre Maria è sordocieca.
Ed eccoli mentre studiano brani nuovi e poi suonano insieme, questa volta sì improvvisando :), alla fine della lezione .... sono o non sono bravissimi!!!
Anche in questo inizio del 2016, pur lavorando molto a livello individuale, per dare maggiore attenzione ad ogni allievo e curare la parte tecnica ed il programma personalizzato di ognuno, sto creando sempre nuove occasioni per promuovere l'apprendimento cooperativo, in coppia, in piccolo gruppo e con il gruppo al completo dei miei allievi.
Lavorando insieme, gli allievi, oltre a percepire quella parte della lezione come più "leggera", imparano anche a porre attenzione all'altra persona, ascoltarla, ascoltarsi meglio e adattare la propria esecuzione, a livello ritmico, di intonazione ed interpretazione, all'allievo con cui stanno suonando.
Inoltre diventano maggiormente responsabili di ciò che stanno eseguendo- soprattutto nel caso di studenti di livello più avanzato che si occupano dei più piccoli- e del risultato finale del brano, e riescono ad autovalutarsi e ad apprezzare le caratteristiche musicali e personali degli altri bambini.
Infatti personalmente cerco sempre di sottolineare gli aspetti positivi di ogni partecipante alle lezioni collettive, facendo notare che ogni allievo ha qualità magari differenti dall'altro ma altrettanto importanti. C'è chi ha un maggior senso del ritmo, chi ha un suono particolarmente bello e curato, chi ha un orecchio molto sviluppato e chi legge bene a prima vista o dà un significato musicale personale a ciò che suona. Chi ha un'impostazione o una postura migliori, e chi riesce a comporre o improvvisare con molta creatività.
Non sottolineo mai gli errori, che invece faccio gentilmente notare durante le lezioni singole, ma faccio in modo che ognuno possa apprezzare e valorizzare l'altro, nell'ottica di creare un clima di gruppo positivo e sereno in cui gli obiettivi siano l'impegno, il miglioramento ma anche la socializzazione e l'amicizia tra piccoli e grandi.
In questi video, ad esempio, vediamo Giorgio, 5 anni, che esegue al violino Song of the Wind di Suzuki prima da solo e poi insieme a Lorenzo, 8 anni :
Suonare in due all'unisono è più complesso perchè necessitano di un ascolto approfondito non solo della propria parte ma anche di quella dell'altro violinista, e nel caso degli strumenti ad arco questo è ancora più importante a causa delle difficoltà di intonazione di due strumenti non temperati e che , quindi, richiedono che le note vengano "create" dal musicista stesso.
Ma loro hanno apprezzato l'esperienza, e l'hanno poi ripetuta con l'Allegro, sempre di Suzuki, nel quale Lorenzo ha insegnato a Giorgio l'inizio del pezzo che il più piccolo sta studiando in questi giorni :
Bravi !!
David e Diana, invece, sono due nuovi allievi di 6 anni appena compiti - questa settimana!- che studiano con me da solo un mese.
Entrambi sono musicali, convinti ed appassionati, infatti hanno subito iniziato con lo strumento e non vedono l'ora di venire a lezione, grazie anche alle loro mamme che trasmettono loro un grande entusiasmo ed una forte motivazione.
Qui li sentiamo cantare, proprio insieme alle mamme, la versione originale di Song of the Wind, in rumeno :
Bellissimi :))
Ed ecco David al suo debutto in orchestra, dopo il quale mi ha detto "E' stato troppo bello, mi sono divertito tanto!!"
In prima fila si vede anche la violinista più piccola dell'orchestra, E., di appena 2 anni e mezzo!!
Il suo amore per la musica e per il violino ed il suo entusiasmo sono trascinanti e contagiosi, infatti tutti si stupiscono della sua voglia di suonare e della capacità di concentrazione che dimostra pur essendo così piccola.
Meravigliosa!
In queste occasioni, gli allievi di 10-11 anni aiutano i piccoli anche negli aspetti pratici quali riporre il violino, mettere la pece, tirare i crini dell'arco, ed in questo modo fin dai due anni i bambini imparano a prendersi cura del proprio strumento, a non trattarlo come un giocattolo, pur vivendo l'esperienza come un bellissimo gioco, e ad avere rispetto dell'oggetto che stanno utilizzando, ma anche degli spazi degli altri e delle loro cose. Mentre i più grandi imparano a rispettare e adattarsi ai tempi più "lenti" dei baby-violinisti e ad assecondare a volte le loro richieste di ripetere o eseguire canzoncine più semplici e ludiche.
Addirittura durante l'ultima prova le piccoline hanno insegnato ai "veterani" una canzone con coreografia dal programma di primo anno, e tutti si sono prestati ad apprenderla ed eseguirla insieme a loro, anche se alla fine non hanno voluto ammettere di essersi divertiti lo stesso, pur avendo superato da un pezzo l'età della propedeutica!