Ormai da un mese è ricominciato il nuovo anno scolastico, i vecchi allievi si sono riconfermati e ne sono arrivati di nuovi, le famiglie hanno ripreso con lo stesso coinvolgimento, la stessa costanza e dedizione nel seguire i loro figli, ed i corsi sono ripartiti anche in modalità online, con la nuova tipologia didattica che ho scoperto a partire dal lockdown di Marzo.
Lezione con Oona, dall'Italia alla Scozia! |
Lezioni con Alys e Maria, dalla Lombardia alla Campania ed alla Calabria! |
Ma la vera novità ha riguardato l'area della formazione : grazie alla richiesta ed all'incoraggiamento di una collega di Torino, lo scorso Gennaio ho iniziato a formare altri insegnanti sulla didattica speciale applicata all'insegnamento del violino, per iniziare a mettere a frutto gli studi e l'esperienza maturati in quasi 20 anni di mia formazione e 15 di lavoro educativo, didattico, musicale e psicologico condividendo con i colleghi ciò che ho imparato ed ideato nel mio percorso lavorativo e di vita.
Da anni mi scrivevano insegnanti da tutta Italia ed anche dall'estero per chiedermi consigli sull'insegnamento della musica ad allievi con disabilità, ma io, pur provando a dare una mano, spiegavo che il mio lavoro era il risultato di anni ed anni di esperienza, di pratica e di studi molto mirati, nonchè di titoli di studio impossibili per me da impartire in poco tempo e senza avere un'Università o un ente certificato alle spalle. Quindi non avevo idea di come trasmettere il mio approccio ad altre persone, e facevo anche fatica a spiegare perchè non potessi farlo.
Ciò che faccio, infatti, come ho scritto in un lungo post recente (La Musica è Gioia: storia ed evoluzione di un progetto), è il risultato di un lungo e complesso percorso che mi ha portata, e continua portarmi, verso molte strade che sono confluite tutte nell'obiettivo di creare un mio stile di insegnamento inclusivo poichè rivolto a tutti, ai bambini con difficoltà e disabilità ma non solo, e che fosse didattico e non legato alla musicoterapia o ad altre attività con il suffisso "terapia".
Il mio obiettivo, infatti, è quello di permettere a tutti i bambini, e dico TUTTI, di imparare a suonare e di studiare musica. E per fare questo ho "accumulato" titoli di studio, corsi, master, anni di esperienza pratica in ambito educativo in ogni campo possibile (disabilità di qualunque tipo, associazioni, nido ed infanzia, scuola, adolescenti, comunità, assistenza h24, istituti, scuole speciali, colonie, volontariato, tirocini, progetti musicali, lavoro come educatrice, insegnante e psicologa....), e poi studio dello strumento, diploma di Conservatorio, didattica del violino, convegni e conferenze, esperienze all'estero e migliaia di libri letti. Poi ho pensato, provato, sperimentato, aggiunto, modificato, cambiato strade, rivisto, migliorato, e continuo a farlo. Ma l'obiettivo è sempre lo stesso.
Però è tutt'altro che facile insegnare ad altri una professione così complessa, se non per forza di cose dandone un'infarinatura e poi lasciando ai colleghi la decisione di approfondire e continuare a sviluppare le loro competenze in questo campo che in Italia è pochissimo "battuto", perchè la maggioranza delle persone che lavorano con la musica e la disabilità crede che i bambini disabili, tanto più se piccoli, non possano e addirittura persino non debbano imparare a suonare, ma debbano essere "liberi di esprimersi" senza regole nè insegnamenti, perchè solo così uscirebbe la loro "vera personalità". Oppure, gli insegnanti volenterosi ed inclusivi provano a lavorare con allievi disabili ma fanno fatica perchè non possiedono abbastanza strumenti didattici per farlo e perchè ovviamente è qualcosa che il Conservatorio non insegna.
Quando la collega Elena Saccomandi mi ha chiesto di formarla nel mio metodo di lavoro, però, ho iniziato a pensare in modo più strutturato a ciò che avevi fatto fino ad allora, ho sintetizzato ed unito tutto ed ho creato un corso di formazione online, basato su un libro, di ben 170 pagine, che ho scritto appositamente, mirato a supportare gli insegnanti di violino interessati a rendere la loro didattica maggiormente inclusiva e rivolta a tutti. Il corso prevede anche esercitazioni pratiche, mentre per la parte relativa all'analisi comportamentale applicata, non avendo il titolo di studio richiesto per insegnarla, mi sono rivolta a due consulenti ABA.
Nel caso del secondo corso ho richiesto la collaborazione di una consulente inglese, Celia Chambers, per poter proporre anche una formazione in lingua inglese rivolta ad insegnanti di altri Paesi. L'interesse iniziale è stato altissimo, in pochi giorni infatti ho ricevuto richieste di informazioni da 70 docenti di 20 diversi Paesi del mondo, anche se poi ovviamente il numero di iscrizioni è stato più basso, ma comunque buono per una prima edizione, infatti attualmente il corso vede partecipanti da Italia, Germania, UK e USA.
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