Per un approfondimento su questo tema, vi rimando ad un mio articolo sul Priority teaching, che è stato pubblicato anche sulla rivista A Tutto Arco n.16/2019 : https://musicaegioia.blogspot.com/2018/09/priority-teaching-per-insegnare-ed.html
Sara, mia allieva autistica, ne è un esempio: ultimamente è in costante miglioramento nella qualità del suono e nel controllo dell'arco. Sull'impostazione stiamo ancora lavorando, ma i progressi ci sono e lei studia e si impegna. Sara ha iniziato il suo percorso musicale con me con il corso di propedeutica a 4 anni e mezzo oggi ne ha quasi 13 e continua ad imparare con la stessa passione e determinazione.
E qui, sempre di Suzuki, Song of the wind, eseguito durante la scorsa lezione (Ottobre 2019):
Dal confronto possiamo notare i risultati raggiunti da Sara negli aspetti tecnici e nella qualità dell'esecuzione, nell'intonazione, e nella presa dell'arco, che è in via di miglioramento.
A mio parere, nel percorso di studio strumentale questo è ciò che conta davvero.
Se si punta alla massima precisione, al miglioramento continuo ed all'apprendimento dei brani ad un livello sempre più alto, la pratica strumentale diventerà qualcosa di veramente importante per i bambini ed i ragazzi, qualcosa che lascerà un segno reale e duraturo nelle loro vite.
Se, invece, viene insegnato loro a suonare più brani possibili senza approfondirne nessuno, nella loro esperienza con lo strumento ci sarà sempre un "pezzo mancante" ed un aspetto di superficialità.
Nel caso di allievi con una disabilità, questo è ancor più vero, perchè, spesso, i loro tempi di apprendimento sono più lenti di quelli dei loro coetanei neurotipici, ma questo non impedisce loro di migliorare, lavorare con un obiettivo di continuo progresso e di crescita musicale e personale.
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