mercoledì 4 aprile 2018

Insegnare ai bambini piccoli con disabilità : l'amore e la musica non bastano!

Il programma CML (www.musicalgarden.it), ideato dalla pianista Elena Enrico, permette a bambini piccolissimi di apprendere in età molto precoce le basi della pratica e teoria musicale e soprattutto dello strumento, per poi iniziare a suonare - nel caso dei miei allievi, il violino, ma il CML getta le basi per qualsiasi strumento- nel giro di pochi mesi/un anno essendo già in possesso dei prerequisiti di ritmo, attenzione, coordinazione, manualità e repertorio che richiede la pratica strumentale.



Essendo pensato per bambini di 3 anni, e talvolta anche un po' meno, il CML può essere applicato anche agli allievi con disabilità, infatti molti dei "miei bambini" tra i 2 ed i 6 anni hanno disabilità e difficoltà di vario tipo, dal ritardo psicomotorio, ai disturbi dell'attenzione e del linguaggio, alle difficoltà emotive, fino ad arrivare a sindromi genetiche sia rare sia comuni, autismo e disabilità sensoriali.

Detto così, sembra che io faccia i "miracoli" e faccia lezione a chiunque.

La prima affermazione non è assolutamente vera, la seconda in parte, ma con alcune premesse.

Intanto, non faccio miracoli perchè, al contrario di quanto comunemente si crede, la musica NON fa miracoli : i bambini disabili che vedete su questo blog, che suonano come i coetanei neurotipici ed a volte anche meglio, hanno alle spalle un duro lavoro sia a lezione sia a casa, ore passate insieme ai loro genitori in un "gioco" che però è anche impegnativo e talvolta faticoso, e momenti di crisi, sconforto, rifiuto dello strumento e stanchezza, come succede a tutte le persone che studiano uno strumento ed a tutti i bambini piccoli che si appassionano a qualsiasi attività che richieda anche impegno e costanza.



Arianna, 3 anni e mezzo ( sindrome del 7q36) lavora a lezione con la mamma


Insomma, non è tutto rose e fiori, e, benchè la musica senza dubbio li faccia stare bene, dia loro gioia, divertimento e tantissime emozioni, crei amicizie, gruppo, inclusione e faccia vivere loro momenti che ricorderanno per tutta la vita ... però NON guarisce nessuno e NON fa nessun miracolo, e perciò non sostituisce in alcun modo gli interventi efficaci da mettere in atto in caso di reali difficoltà comportamentali, cognitive, linguistiche o motorie.

Suonare uno strumento è un arricchimento, un dono per la vita, un regalo che questi bambini impareranno ad amare ed apprezzare per sempre e che li renderà persone meravigliose, più di quanto non siano già, ma non è  nè un intervento nè una terapia, e vorrei che questo fosse chiaro soprattutto per chi mi porta bambini molto piccoli con difficoltà.

Tutti possono imparare allora? 

Certo, però, nella mia esperienza decennale di insegnamento, ho scoperto che, soprattutto per i bambini piccoli con una disabilità, l'approccio che funziona davvero è quello comportamentale.

Non starò a dilungarmi sull'analisi comportamentale applicata (aba), ma posso dirvi che è un approccio scientifico che si basa sulla creazione nel bambino della motivazione ad apprendere, che all'inizio può anche essere estrinseca, quindi non legata per forza all'attività in sè, ma poi diventa intrinseca; e sulla raccolta dei dati relativi ad apprendimenti e miglioramenti, nonchè sull'osservazione e l'analisi oggettiva dei comportamenti messi in atto durante la lezione, per modificarli in positivo se necessario e per insegnare in modo efficace e scientifico competenze di qualsiasi tipo.








Sull'ABA circolano molti stereotipi e pregiudizi, ma vi assicuro che, se applicata nel modo corretto e con competenza, funziona per qualunque apprendimento e rende possibile l'acquisizione di competenze anche complesse in bambini piccoli.

Quale, ad esempio, l'apprendimento della musica e di uno strumento.

L'Aba, però, è un approccio che ha la massima efficacia se viene applicato in tutti gli ambienti di vita e, se il bambino è molto piccolo oppure ha importanti difficoltà, in modo intensivo, per parecchie ore al giorno.

Pur essendo tecnico del comportamento, io non ho nè il tempo nè la possibilità di svolgere un intervento aba, ma mi limito ad utilizzarne le strategie per insegnare violino.


Giulia, 4 anni, sindrome di Charge


Di conseguenza, da un lato le competenze che insegno sono relative allo strumento musicale, non costituiscono nessuna terapia e per essere generalizzate necessitano di ben altro rispetto all'ora settimanale con me; dall'altro, bambini disabili molto piccoli che seguono con me il programma CML o di violino, impareranno la musica davvero se anche a casa ed in altri contesti verrà utilizzato con  loro l'approccio ABA.

Pietro ne è un esempio.

Quattro anni, con un ritardo psicomotorio, studia con me da un anno e mezzo. Ha seguito prima il programma Lullaby (propedeutico al CML e rivolto ai bambini da 0 a 3 anni), poi il CML1, e da poche settimane ha iniziato lo studio del violino.



Da quando l'ho conosciuto, Pietro è cambiato tantissimo : è molto più autonomo, capace di relazionarsi, ha acquisito numerose abilità e, al contrario di quando era più piccolo, adesso parla, addirittura con frasi intere e sostenendo brevi e semplici conversazioni.

Ma tutte queste competenze non le ha imparate da me e neppure dal violino.

Pietro, infatti, segue da due anni una terapia ABA sia a casa sia a scuola, insieme ad un intervento logopedico, ed è seguito da eccellenti professioniste e da una famiglia meravigliosa, che oltre a tanto amore gli sta dando molte competenze permettendogli di sviluppare al massimo le sue potenzialità.

Questo, però, fa sì che per lui anche le lezioni di musica siano più semplici e proficue, infatti il mio metodo di insegnamento non si discosta molto da quello che lui segue a casa ed a scuola. 
Pietro è abituato a collaborare ed a lavorare sodo, e possiede già i prerequisiti che gli servono per poter svolgere il programma di primo anno CML.

Come vedete in questi video, il suo livello di impegno e collaborazione è davvero alto, e Pietro non solo ama la musica, ma può apprenderla come i suoi coetanei, con grande serenità e soddisfazione :





Anche con il violino sta lavorando benissimo, imparando l'impostazione dell'arco e dello strumento, che per lui sono piuttosto complessi avendo una ipotonia ed una disprassia piuttosto marcate.

Ma Pietro è un bambino che non si arrende, e finchè non riesce noi non demordiamo e continuiamo a farlo provare :




Sono molto fiera di lui e sono certa che il suo percorso continuerà con conquiste sempre più grandi e la stessa gioia di avvicinarsi alla musica!


Recentemente, ho scritto su un forum, e vorrei ribadirlo qui perchè ne sono davvero convinta, che nel lavoro con i bambini, e in particolare con i bambini disabili, L'AMORE NON BASTA :

non basta amare i bambini e volere il loro bene per produrre cambiamenti, ma bisogna avere, oserei dire prima di tutto, preparazione, esperienza nel campo, conoscenze e competenze. 

Nonchè un metodo di lavoro preciso, specifico e basato su  strategie efficaci, obiettivi, passaggi intermedi e verifica dei risultati.

La passione e l'entusiasmo sono fondamentali, ma non sono tutto : il nostro compito come professionisti è appunto quello di PRODURRE UN CAMBIAMENTO ed un MIGLIORAMENTO rispetto alla situazione di partenza dei nostri allievi, alunni, bambini, pazienti.

Il mio compito è quello di INSEGNARE, ed io insegno. 

Amo il mio lavoro e a volte mi "innamoro" dei miei bambini, ma il mio scopo NON è quello di amarli, ma quello di regalare loro la musica e la capacità di suonare il violino, e se questo vuol dire accompagnarli anche attraverso momenti di difficoltà, stanchezza e frustrazione, beh, lo faccio, consapevole che da grandi capiranno e mi ringrazieranno.

Se avessi solo l'obiettivo di amarli, invece, eviterei loro ogni ostacolo, frustrazione e problema, invece sono convinta che quello dell'insegnante sia un lavoro molto più complesso e che richiede davvero una preparazione ed un continuo studio che non finiscono mai.

Così come l'amore, per i bambini più piccoli e con difficoltà maggiori, anche la musica NON BASTA : quando il mio lavoro avviene in parallelo ad un intervento svolto a casa su altre competenze, il piccolo allievo può imparare a suonare prima e con  meno difficoltà.

Proprio perchè, a mio parere, i miracoli non esistono, ma la tenacia, un metodo di insegnamento condiviso anche dalla famiglia e soprattutto tanto, tanto lavoro possono anche fare miracoli.








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