lunedì 7 aprile 2025

Bambini, spettacoli e "recite" : no allo stress, sì al divertimento ed all'apprendimento di nuove abilità!

 


Leggo i resoconti delle"recite" natalizie nelle scuole e, a parte il fatto che "recita" è un termine che non sopporto a meno che non sia riferita al teatro o all'opera VERI, e allora quello è un altro discorso... mi vengono alcune riflessioni. Lo so, le faccio tutti gli anni, ma lasciatemi essere ripetitiva!

Sembra veramente che lo scopo della "recita" sia quello di dimostrare ai genitori il lavoro svolto dagli insegnanti "mettendo in mostra" i bambini, ma il paradosso è, avendo questo come obiettivo primario, il risultato dello "spettacolo" è spesso deludente, infatti i bambini fanno pochissimo (e purtroppo gli alunni con disabilità fanno ancora meno) rispetto alle loro capacità, si stufano, si stancano, scappano dai genitori, piangono, a volte sono addirittura tesi e stressati.

Voi direte "sono bambini! Hanno 3,4,5 anni, che problema c'è?"

Ma infatti il problema non sono i comportamenti dei bambini o la riuscita "tecnica" della recita, ma il fatto che da una parte ci siano aspettative molto alte da parte delle maestre che devono "dimostrare" e dei genitori che devono "far vedere" cosa sanno i fare i loro bambini, e dall'altra invece che i bambini vengano sottovalutati con "produzioni" a volte veramente semplicissime, nelle quali viene loro richiesto di ripetere una frase, battere le mani o fare il girotondo.

Ed alla fine molto spesso è una delusione per tutti.
Per i bambini che, percependo le aspettative di "successo" degli adulti non si divertono e si stressano.
Per i genitori che vorrebbero un bambino "perfetto" in un contesto nel quale, però, non viene messo in condizione di dare il meglio di sé e a volte non viene neppure rispettato in quanto bambino con il proprio carattere e le proprie emozioni.
Per gli educatori ed insegnanti che entrano in tensione anche perchè spesso sono costretti ad insegnare competenze che loro stessi non hanno: cantare, suonare, ballare, recitare.

Quindi che senso ha?

Non sarebbe meglio alzare gli obiettivi e diminuire le aspettative?

Chiedendo, qualora fosse proprio necessario realizzare uno spettacolo teatrale e musicale (perchè si potrebbe anche non fare, eh), il supporto di qualcuno che lo faccia di mestiere e quindi possa realizzare un progetto dal quale i bambini possano imparare DAVVERO qualcosa?

Oppure fare una bella festa di Natale e basta, senza stress nè "recite" finte?

Perchè non togliere aspettative e carico ai bambini facendoli divertire e basta? O al contrario, se si decidesse di fare una performance, farla VERA e non finta?

Perchè bisogna sempre sottovalutare i bambini proponendo loro "surrogati" di ciò che fanno gli adulti e non esperienze "serie" (ma a misura di bambino! Vi ricorda qualcosa?) e reali?

Quindi secondo me sarebbe più utile organizzare semplicemente una festa di Natale con bambini e genitori, senza dover “dimostrare” nulla a nessuno , o al contrario un evento “serio”, strutturato, provato ed organizzato, ma con gioia, divertimento e tranquillità, che sia PER I BAMBINI, per il loro apprendimento, per il loro piacere e la loro crescita, e non per gli adulti.





martedì 14 gennaio 2025

Who am I? My cv (SHORT ENGLISH VERSION)

FRANCESCA RAIMONDI


 Born in Italy in 1983, she started teaching music in 1998 and she has been working in the field of childhood, music, teaching and education since.

 She started working as a special educator, with any kind of  disability in 2003 and she has a long experience as a teacher, educator, helper and later as a psychologist for children and parents. 

She has a degree in violin (Parma Conservatory- Italy), she is a Children Psychologist (Parma University - Italy) and she also obtained a Post Graduate Certificate in String Teaching at Chichester University in UK and a Post Graduate Cert in Sport and Performance Psychology at CISSPAT in Padova (Italy). She is a certified Suzuki Teacher (British Suzuki Music Association in London) and a Children's Music Laboratory and Lullaby Teacher (Musical Garden Association in Reggio Emilia – Italy). 

She has a basic training in Colourstrings Method (by Geza Szilvay, Finland) and she is a Behaviuor Technician (ABA). She also has a training in REBT (Rational Emotive Behaviour Therapy), AAC (Augmentative Alternative Communication) ACT (Acceptance and Commitment Therapy) and MBCT (Mindfulness). 

She has been a thesis advisor at some italian Universities (Bicocca University Milan, Pavia University) and she regularly writes articles for some specialized journals on music teaching in Italy, Germany, Sweden and Norway. She used to teach propaedeutic, general music and violin in nurseries, primary schools and kindergartens and she currently works as a violin teacher in her private studio in Voghera (Italy) both live and online (Music is joy has students in Italy, UK, USA, India, Germany, Poland, Denmark and Croatia). 

Francesca also works a psychologist and as a behaviour technician.

 She is a musical events planner and a teacher trainer in the field of instrumental teaching and inclusive teaching. 

She is the artistic director of some musical events such as the International Massimo Marin Violin Competition in Pinerolo (Turin).

 She was a speaker in some conferences about music, inclusive teaching and special needs since 2010. Among them, the International ESTA Conference in Cremona (Italy) in 2019. 

She has been interwied by newspapers, radios and television channels such as RAI2, RAI3 (national channels), Oasi Tv, Radio Italia Anni 60, Corriere della Sera Blog, La Stampa, Radio Rainbow and much more.

   Francesca also carried out a writing activity since 1995 winning some wiriting and poetry prizes and she was a Finalist in Premio Manzoni in Baveno (Italy) in 2001. She published her first book in 1998 (Ci vuole un fiore – poems collection) and her 2 nd book in 2005 (Farfalle senza ali – Armando Editore), she also participated as a co-writer in other pubications (Psychology Manual)