Nel mio percorso di insegnamento della musica ispirato ai principi del metodo Suzuki, mi sto rendendo conto di quanto sia importante per gli allievi essere costanti nello studio a casa ed avere continuità nella frequenza alle lezioni.
Per "continuità" intendo non tanto venire a lezione ogni settimana, cosa che quasi tutti fanno, ma continuare con la musica dopo il primo o secondo anno di corso, che sono i momenti più critici perchè di passaggio dalla propedeutica allo strumento, e dal primo anno di strumento, relativamente semplice, a programmi didattici più impegnativi ed avanzati.
Nel mio stile di insegnamento la motivazione è l'obiettivo prioritario, quindi le mie lezioni sono sempre piacevoli, interessanti, divertenti e ludiche per quanto possibile. Tuttavia, a volte non basta neppure questo, perchè ad un'alta motivazione dei bambini non sempre corrisponde quella dei genitori, oppure, viceversa, il bambino si diverte a lezione ma si demotiva molto facilmente nello studio a casa, perchè per un genitore è più difficile motivare ogni giorno e trovare strategie per rendere lo studio interessanti, dunque quando il programma diventa più complesso e va oltre l'apprendimento quasi automatico di canzoncine, ritmi o brani semplici, alcuni studenti smettono.
Invece, a mio parere, il bello arriva proprio insieme alla sfida : continuare a cercare strade per motivare i propri figli anche quando le cose diventano più difficili e sembra che continuare non abbia senso e diventi sono un'imposizione, perchè una scelta educativa non è sempre semplice da portare avanti, ma diventa realizzabile e gratificante proprio con i piccoli passi avanti fatti ogni giorno e la scoperta di una nuova motivazione, che diventa tale proprio quando si è stati capaci di superare i momenti di crisi.
Inoltre, il rapporto con lo strumento sarà sempre costellato di alti e bassi, perchè imparare a suonare è impegnativo, non lo nascondo, ma alla fine le emozioni, la soddisfazione ed i momenti positivi supereranno di gran lunga quelli negativi.
E la musica diventerà per genitori e bambini una metafora della vita, in cui i sacrifici e le difficoltà alla fine si superano e ci si sente ancora più forti e capaci.
Il fatto che alcuni dei miei allievi suonino da 5-6-7 anni, testimonia che comunque continuare è possibile, e che crescere suonando è una via a volte impervia ma che regala grande felicità e voglia di andare avanti in questo percorso.
Oltre alla continuità, un'altra difficoltà riportata dalle famiglie è relativa allo studio a casa, in tutte le fasce d'età, esclusa forse quella dei 2-3 anni quando i bambini non hanno ancora iniziato lo strumento.
I bambini amano venire a lezione e suonare, ma quasi nessuno prende in mano lo strumento a casa spontaneamente per ripassare i brani, perchè, terminato l'anno di propedeutica, la musica inizia ad essere vissuta soprattutto dai genitori come obbligo da imporre ai figli, anche inconsapevolmente a volte , e questo fa sì che gli adulti trasmettano ai bambini tensione, aspettative ed a volte delusione per il fatto di non riuscire a motivarli verso l'esercizio "casalingo".
E per i bambini lo strumento diventa un gioco che richiede però anche impegno, dunque è molto raro vedere bambini dai 3 ai 6 , anche 10 anni che studiano in autonomia, un po' perchè sono in effetti ancora piccoli, un po' perchè non avendo chiaro fino ai cinque-sei anni il senso del tempo, non colgono ancora il nesso tra esercizio e risultati, miglioramenti e quindi maggiore soddisfazione e divertimento.
A volte, invece, quando i genitori trovano la "chiave giusta" per coinvolgere i bambini anche a casa, una delle difficoltà è la costanza. Diverse famiglie riportano uno studio "a fasi" , che funziona magari una settimana sì ed una no, o "a giornate", con i piccoli che si esercitano un giorno sì ed uno no, ed in questi casi la difficoltà maggiore è la
quotidianità dello studio.
Nella pratica, dunque, il mio consiglio è di iniziare da subito a capire quali siano per il proprio bambino i punti di forza e di debolezza nella motivazione verso la musica, e di "sfruttare" i primi per lavorare sulla sua motivazione fin dal primo anno di propedeutica. Ci può essere, ad esempio, chi ama la ritmica, chi il movimento, chi l'ascolto, l'improvvisazione o l'esibizione in pubblico. Alcuni bambini amano suonare davanti agli altri, altri lo detestano, alcuni vogliono sempre suonare da soli, altri amano la musica da camera e l'orchestra.
Anche la motivazione estrinseca può essere sfruttata, con giochi da tavolo improntati sull'esercizio allo strumento, con premi finali scelti dal bambino stesso, "sfide" con genitori o fratelli in cui provano a suonare anche loro (e, purtroppo, perderanno sempre!!), esercizi tecnici basati sull'interesse particolare del bambino - es. inventare una storia musicale che parli di Pokemon, dinosauri o Winx in cui ogni personaggio sia rappresentato da un particolare esercizio o da un passaggio di un brano specifico...
Oppure si può suonare fuori casa, al parco, al mare, in auto (qui i violinisti partono avvantaggiati!)...
Spazio alla fantasia, quindi, senza ansie nè obblighi, ma mantenendo sempre un atteggiamento positivo verso la musica e l'apprendimento, per trasmettere al proprio bambino la gioia di imparare e di progredire.
E' importante anche variare molto e trovare le strategie più adatte in quel momento - anche di giorno in giorno o di settimana in settimana- ed in quella fase o età del bambino.
Tenendo sempre in mente che più si suona e si migliora più ci si appassiona e si cresce come persone migliori grazie alla musica ... ma per arrivare a questo ci vogliono impegno, costanza e dedizione da parte prima di tutto degli adulti, insieme a convinzione e continuità.
La musica a casa va proposta tutti i giorni, anche pochi minuti in più riprese quando i bambini sono molto piccoli, ed associata a sensazioni ed emozioni positive.
Fin da piccoli, i bambini devono sapere che lo strumento potrà aiutarli ad esprimere le loro emozioni come non potranno mai fare a parole, e che sarà un rifugio, un amico ed un porto sicuro.
All'inizio tutto questo non sarà nè chiaro nè immediato, ma saper attendere il momento "magico" in cui lo diventerà insegnerà loro il valore dell'attesa e della costanza.
Quindi vorrei dire ai genitori ... non arrendetevi, perchè quella che ora vi sembra una coercizione, in realtà è una scelta importante che arricchirà il futuro dei vostri figli e li renderà adulti migliori.