venerdì 28 dicembre 2018

Il Concerto di Natale 2018 e i "Natali passati"!

Domenica 16 Dicembre si è tenuto all'Auditorium di Lungavilla (PV) il quinto Concerto di Natale Musica è Gioia.

A causa delle solite malattie stagionali, purtroppo erano assenti molti allievi, ne mancavano circa 15, ma il gruppo era comunque molto nutrito! Infatti hanno suonato più di 30 bambini dai 3 ai 9 anni, anche con difficoltà e disabilità di vario tipo.

Maria, 6 anni, sindrome di Down


Quest'anno avevo anche nuovi allievi che hanno partecipato al loro primo concerto dopo pochissime lezioni. Iris ed Ines suonavano da circa due mesi, ed Inès addirittura da appena 1 mese! Eppure hanno eseguito i brani di orchestra nei secondi violini esattamente come gli altri, con precisione e musicalità. Brave!

Inès in orchestra

Inès dopo due lezioni di violino



Iris



Come sempre, ha aperto il concerto il gruppo CML1, degli allievi del primo anno di propedeutica Children's Music Laboratory, insieme ai loro genitori ed ai bambini del CML2. Poi hanno suonato  alcuni solisti, gruppi di violini ed infine l'orchestra.

Il gruppo dei più piccoli era formato da minuscoli violinisti di appena 3 anni!

Giulia


Amelia

Laerte

Piccolissimi in concerto!
Rebecca, 4 anni


Il gruppo dei "grandi", invece, era formato da allievi dai 5 agli 8 anni, che hanno eseguito alcuni brani dal Vol. 1 di Suzuki :



I solisti "grandi"

Giulia

Francesca

Alessia


Filippo


Noemi




Riccardo

Giovanni



Ed ecco l'orchestra!




Come sempre, è stato molto emozionante vedere l'impegno e la passione di tutti i bambini, ma rispetto agli altri anni il miglioramento è stato evidente : tutti erano molto più "seri" e "professionali", ma anche più preparati, con una migliore impostazione, un suono più pulito ed un'intonazione più precisa. Senza dubbio si può fare ancora meglio, ma dopo quasi 5 anni di Musica è Gioia posso dire di aver compreso in quale direzione voglio andare e di stare trovando un mio stile di insegnamento ed un mio metodo di lavoro, con obiettivi più mirati ed un focus più chiaro in mente di ciò che voglio ottenere.

Come sempre, tutto questo non sarebbe possibile senza la collaborazione, l'aiuto e la determinazione delle famiglie dei miei allievi, che credono nel mio lavoro ma soprattutto nei loro figli e nel potere educativo della musica. Senza di loro, nè io nè i bambini potremmo mai raggiungere questi risultati.

Ecco una carrellata dei "Natali" de La Musica è Gioia!

2014


2015


2016


2017



2018



Nonostante l'evidente progresso tecnico e la crescita di tutti, quello che è rimasto costante è lo spirito di questo gruppo, caratterizzato da divertimento, serenità, allegria ed amicizia. 
E sono convinta che questo non cambierà mai!


mercoledì 26 dicembre 2018

Che cos'è La Musica è Gioia?

... La risposta sul blog di Raffaella Ronchetta, che ringrazio molto per questa intervista!

https://raffaellaronchetta.it/interviste/francesca-raimondi-e-la-capacita-di-vedere-le-competenze-prima-della-disabilita/




domenica 23 dicembre 2018

I miei allievi preparano il concerto di Natale : studio, costanza e tanta passione!

Quest'anno, i miei allievi si sono preparati al concerto di Natale con molto impegno, studio e passione. Hanno lavorato tutti tanto e la motivazione è stata sempre molto alta. Ognuno ha fatto progressi e dall'anno scorso ho visto veramente una crescita ed un aumento di livello in tutti!

Claid sta lavorando su brani più complessi, sia al violino sia al pianoforte. In quest'ultimo strumento ha acquistato una maggiore espressività, un maggior controllo del suono, ed ha mantenuto la straordinaria musicalità che lo contraddistingue :


Sara sta lavorando molto sull'impostazione e sulla qualità del suono. Il primo obiettivo è ancora in fase di acquisizione, infatti sono migliorate sia la presa dell'arco sia la tenuta del violino, ma talvolta Sara torna alla "vecchia abitudine" di tenere lo strumento troppo basso ... ma è senza dubbio sulla strada giusta! La qualità del suono, invece, è migliorata tantissimo, infatti il suono è più pulito e l'arco più fluido. Brava Sara!


Anche con il pianoforte ha fatto grandi passi avanti, acquistando una sicurezza che prima non aveva :



Stessi obiettivi anche per il piccolissimo Laerte, 3 anni appena!, che suona il violino già da 1 anno!!

Il lavoro che sta facendo con la mamma sull'impostazione è ottimo, ed il piccolino ha una notevole precisione e capacità di concentrazione per la sua età :


Complimenti soprattutto ai suoi fantastici genitori!

Rebecca, 4 anni, ha iniziato ad utilizzare le dita della mano sinistra, ed ha un'impostazione davvero impeccabile, ma anche un bel suono. Chi ha detto che i bambini piccoli e gli allievi principianti devono avere un brutto suono??



Ed ecco qui Laerte e Rebecca insieme, durante una prova per il concerto :


Iris, 5 anni e mezzo, dimostra sempre musicalità ed espressività, e sta esercitandosi molto sull'uso dell'arco



Infine Noemi, 7 anni, affronta pezzi difficili per la sua età (lo scorso anno scolastico ha studiato il concertino op 11 di Kuchler, quest'anno invece la Gavotta di Martini), e, anche se dal punto di vista dell'intonazione è ancora "work in progress" - ma chi non lo è??-, ha fatto progressi nella tecnica d'arco, nel suono e nella precisione dell'esecuzione generale, evidenziando, come sempre fin da quando era piccolissima, una determinazione, una tenacia ed un temperamento veramente rari. Grande Noemi!




Concludo questa "carrellata" con Samuele ed Ines che si divertono a suonare insieme Folk Song di Suzuki. Ines suona il violino da meno di tre mesi! Ma con grande motivazione e costanza fa progressi ad ogni lezione, e suona in orchestra già da un mese. Avanti così!



Insomma, eccoci pronti per il primo evento del nuovo anno scolastico.... in bocca al lupo a tutti e godetevi questa esperienza!

lunedì 17 dicembre 2018

La Musica è Gioia : La mia storia su Radio Italia Anni 60

Ecco l'intervista andata in onda in diretta Martedì 11 Dicembre su Radio Italia Anni 60, per la rubrica Cosa Hai Messo nel Caffè di Noemi Serracini :

https://jumpshare.com/v/7F8ShscbOr3xUWtSM5FT


domenica 9 dicembre 2018

La differenza tra "recita" o "saggio" e concerto

Nelle locandine degli eventi del mio studio, qualcuno potrebbe rimanere stupito dal fatto di leggere sempre "concerto" e mai "saggio" o, peggio, "recita".

Dietro a questa scelta lessicale c'è un motivo preciso che ora vi spiego.

A mio parere, come ho detto più volte e continuerò a sottolineare, i bambini hanno (avrebbero...) il diritto a ricevere la miglior formazione possibile, di alto livello, fatta da persone competenti e specializzate nel settore della prima infanzia. Infatti, tale formazione andrebbe iniziata il prima possibile, fin dal nido d'infanzia se possibile. Attenzione, però, questo non significa riempire i bambini di corsi ed attività senza lasciare loro neppure un minuto libero. Ma significa che le persone che si occupano di loro, che insegnano, che li educano, dovrebbero essere adeguatamento formate, specializzate e motivate, proprio perchè l'educazione e l'insegnamento nella prima infanzia sono quanto di più complesso ci possa essere. E' importante gettare, in qualsiasi ambito (educazione, insegnamento, attività extra, sport, musica ecc...), basi solide e di alto livello fin da subito. Perchè i bambini lo meritano. Certo, a loro tutto questo non deve pervenire. Per loro deve essere tutto un gioco, piacevole, rilassante, motivante e coinvolgente. Niente deve mai essere stressante, prestazionale o carico di aspettative. I bambini devono giocare ed essere sereni ed a loro agio. 




Ma troppo spesso si pensa che con i bambini piccoli possa lavorare chiunque. Intanto "basta l'amore". Se poi si parla di bambini piccoli con disabilità, gli stereotipi la fanno da padrone. "Ma sì, tanto cosa vuoi che impari un bambini disabile .... cosa vuoi che capisca un bambino piccolo .... ci vogliono persone che gli diano amore". E, grazie a questa mentalità, assistiamo ad una situazione educativa e scolastica, a voler usare un eufemismo, imbarazzante. Educatori incapaci, insegnanti impreparati e rinunciatari, persone che, oltre a non insegnare nulla, fanno anche seri danni, di cui purtroppo si capisce la gravità solo con il passare del tempo.



Sì, perchè la formazione che si riceve nella prima infanzia può condizionare anche la vita futura. Soprattutto se il bambino ha un ritardo o delle difficoltà, il non ricevere interventi efficaci entro una certa età può compromettere tutta la sua vita. Ma se non ci sono difficoltà, un insegnamento di alto livello può comunque fare la differenza, e rendere il bambino una persona migliore, più felice e più competente e sicura di sè, rispetto ad uno "casuale" e generico.

A mio parere, i bambini meritano di poter imparare non solo bene, ma al livello più alto possibile, e di fare le cose seriamente e mettendo sè stessi completamente in ciò che fanno.

Ma, se ci pensate bene, loro già lo fanno. Per un bambino, qualsiasi attivit, gioco o evento di vita, ha un'importanza fondamentale e richiede concentrazione e dedizione assoluta. Guardate un bambino quando gioca, Lo fa con dedizione, impegno e passione, come se stesse davvero eseguendo un'azione di grandissima importanza o destinata a cambiare il mondo.

Solo da adulti subentrano la demotivazione, la noia e le azioni compiute in modo approssimativo.

Perchè i bambini piccoli, privi di senso del tempo, vivono tutto come se fosse "qui ed ora", e sono sempre "nel momento", completamente dediti a ciò che fanno.

Dunque, perchè non incoraggiare questa loro inclinazione, ponendoci NOI al loro altissimo livello, e capendo che i piccoli non agiscono " tanto per",  ma desiderano e meritano il meglio?



E' difficile, lo so, ci vuole preparazione, competenza, passione, volontà, tempo , e soprattutto tanto, tanto studio. Quando alcuni genitori mi chiedono: "Ma come fai? Come fai ad essere sempre tranquilla, paziente, positiva?", io rispondo "Sono una professionista del campo. Ho studiato". Perchè l'amore non basta, molto spesso neppure la passione basta, bisogna prepararsi, studiare, aggiornarsi. Lavorare con i bambini piccoli per professione, non per ripiego o solo "per amore".

Solo così riusciremo ad essere al livello dei bambini . Ed a capire che per loro non esistono "saggi" o "recite", eventi ideati e svolti "tanto per", per gioco, da dilettanti, per "finzione", o, peggio, per compiacere gli adulti, per dimostrare loro qualcosa o per soddisfare le loro aspettative. Questo è terribile, eppure sapete quante volte avviene? invece i bambini non devono niente a nessuno,  se non a loro stessi. Devono avere il diritto di svolgere attività vere, serie e organizzate con obiettivi specifici e mirati, obiettivi di cui il primo deve essere la loro felicità e soddisfazione.



Una "recita" è uno sfoggio di ciò che gli insegnanti hanno (o non hanno) fatto durante l'anno. E' per gli adulti e per soddisfare la loro vanità a spese dei bambini.

Un concerto è un evento durante quale un musicista, anche se di 3 anni!!, offre ad altre persone la propria arte, la propria gioia di suonare e di farlo con gli altri, il proprio amore per la musica e le proprie emozioni.

Riuscite a vedere la differenza??



E la cosa paradossale, è che, in base alla mia esperienza, per i bambini tutto ciò è chiarissimo. Per loro suonare ad un concerto e' una cosa seria. Hanno studiato giorni, mesi, se non anni per farlo. Hanno sviluppato competenze molto complesse, che ad un adulto che prova uno strumento potrebbero sembrare insormontabili. Si sono impegnati, hanno lavorato sodo. Si sono divertiti, sono stati insieme, hanno riso un sacco. Ma a volte hanno anche pianto. E tutto questo va loro riconosciuto.

Perciò non chiamerò mai i miei eventi "saggi", non sminuirò mai i miei bambini, e continuerò ad essere infastidita quando vedo adulti che, magari tra il pubblico, non prendono seriamente ciò che i bambini stanno facendo. A volte capita di sentire risatine se un bambino non ricorda una parte del brano o sbaglia a fare l'inchino. Ma sappiate che per il bambino questa è una cosa molto seria. Essere inteneriti da un bambino è meraviglioso, ma ridere di ciò che fa è bruttissimo.

Quindi, auguro ai miei allievi che stanno per suonare al loro primo appuntamento annuale.... BUON CONCERTO!

Divertitevi a fate capire agli adulti che spesso sono loro a dover imparare da voi.

E sappiate che, per quanto mi riguarda, io vi ammiro, vi stimo e voglio continuare ad imparare da voi.



giovedì 22 novembre 2018

Il metodo Suzuki : un percorso che cambia la vita



IL METODO

Quando vi imbattete nel volantino di un corso di musica, la prima domanda che vi viene in mente è : “ Perché dovrei iscrivere mio figlio a questo corso?”. Oggi è facile trovare proposte di tantissimi corsi diversi, ma le proposte che fanno più presa sul pubblico sono quelle che promettono un apprendimento “facile” ed immediato, senza sforzo né impegno. Quelle basate sull’avere “tutto, subito e senza impegno”.  Anche quando sono rivolte ad un pubblico molto giovane. Corsi online di pochissimi incontri, lezioni via Skype senza nessun coinvolgimento della famiglia, tanti strumenti da “provare improvvisando”, attività musicali solamente ludiche (“perché io non voglio che mia figlia impari”, mi ha detto una volta una mamma che si informava sui miei corsi…. Ovviamente non l’ho mai vista). Luoghi, insomma, in cui i genitori possono portare i figli per qualche ora mentre vanno a fare la spesa o tornano al lavoro…. Senza neppure sapere cosa facciano i loro figli in quel posto. Sembra che i genitori di oggi siano troppo impegnati e presi dalle loro vite per poter condividere qualcosa con i figli, per poter fare qualcosa CON loro,  e che abbiano bisogno di luoghi in cui “mettere” i bambini mentre qualcun altro si occupa di loro. E non conta quali siano gli obiettivi di queste attività né cosa otterranno o impareranno i bambini svolgendole. Molti corsi, di musica, sportivi, teatrali ed artistici, infatti, non hanno alle spalle un metodo preciso né obiettivi chiari e mirati, ma sono molto generici e basati più sul gioco e l’improvvisazione che non sull’apprendimento. Non dico che questo sia sbagliato, ma senza dubbio è ciò che differenzia il metodo Suzuki da molti altri approcci. Soprattutto se sono rivolti a bambini piccoli, questi corsi pongono l’accento sulla “libertà di espressione”, sul’ “improvvisazione” (casuale) e sulla “libertà di esprimere la propria personalità”, senza obiettivi ai apprendimento, e senza pensare, però, che i bambini piccoli possono esprimersi molto meglio ed in modo più efficace se vengono dotati di maggiori strumenti per farlo. Altrimenti questa libertà rimane limitata perché priva di regole e di una cornice entro cui muoversi, e quindi confinata alle possibilità espressive ancora limitate di un bambino molto piccolo.
Il metodo Suzuki, invece, è diverso. Prima di tutto, NON è facile. E’ facile per i bambini, che imparano con spontaneità e naturalezza soprattutto quando sono piccoli. Ma NON è facile per i genitori. Come genitori, infatti, dovrete partecipare ad ogni lezione (almeno uno dei due genitori, che deciderà di seguire il bambino nel suo percorso). Dovrete imparare la musica e lo strumento. Dovrete essere lì, in ogni momento, insieme al vostro bambino. Con tutto il vostro essere, con la vostra mente ed il vostro cuore. Non porterete ed andrete a riprendere il vostro bambino, ma passerete ore, giorni, mesi, ANNI, CON lui. Imparando con lui, giocando con lui, divertendovi, osservandolo, ascoltandolo, suonando con lui. Asciugando le sue lacrime e ridendo con lui. Ed in questo modo, crescerete CON lui. La vostra vita cambierà per sempre. Letteralmente, non sarà più la stessa. Ed è meglio che lo sappiate da subito, perché il metodo Suzuki è un percorso di cresciuta con il proprio strumento e grazie ad esso. E’ un metodo educativo che donerà a voi al vostro bambino qualcosa che non dimenticherete per tutta la vita e che durerà per sempre. Diventerete entrambi persone migliori, più competenti, più serene e più ricche dentro. Personalmente credo che non sia una cosa da poco!





IL METODO DELLA LINGUA MADRE: PERCHE’ SI DOVREBBE E COME SI FA AD INIZIARE COSI’ PRESTO??
Nei volantini del metodo Suzuki, avete letto che è possibile iniziare a suonare a 3, 4, talvolta persino a due anni. Molti altri approcci sostengono che sia impossibile imparare a suonare prima del 7-8 anni, perché un bambino non avrebbe ancora le capacità di attenzione e concentrazione, ascolto e lettura necessarie ad un corso di strumento. Beh, non è vero. Negli anni Trenta, Shinichi Suzuki, un violinista giapponese, scoprì che anche i bambini piccoli potevano imparare a suonare il violino, molto prima di imparare a leggere ed a scrivere, grazie a quello che lui definiva il “metodo della lingua madre”. Suzuki scoprì, infatti, che, se ogni bambino era in grado di imparare la propria lingua madre grazie all’ “immersione” in un ambiente “linguistico” fin dalla nascita, lo stesso bambino sarebbe anche stato in grado di imparare a suonare grazie alle stesse strategie. Tramite l’ascolto, l’imitazione e la ripetizione di suoni e movimenti. Con il supporto dell’adulto, con il suo aiuto e tramite prove ed errori. Perché iniziare così presto, allora? Perché, come una crescente mole di studi conferma, iniziare da piccoli è più semplice, è spontaneo, naturale e divertente. Fino ai 3 anni, imparare è un gioco, ed ogni bambino ha dentro di sé un potenziale straordinario che aspetta solamente di essere sviluppato. Dopo, diventa tutto un po’ più complicato e meno naturale. Imparare la postura e la presa dell’arco corrette sul violino, ad esempio, è molto più semplice a 3 anni che non ad 8-9. Anche acquisire un bel suono e tirare l’arco dritto senza tensioni aggiuntive viene più spontaneo da piccoli. Proprio come imparare una nuova lingua. I bambini fino ai 3 anni, infatti, sono in grado di imparare una nuova lingua in modo fluente e senza accento, cosa che da grandi diventa difficile se non impossibile. Le persone che criticano questo approccio immaginano un piccolo di 3 anni costretto a stare immobile davanti ad un leggio per ore ed ore. Se dite al vicino di casa che il vostro bambino di tre anni studia violino, vi sentirete rispondere “Ma sei matto?? Perché lo obblighi? A tre anni deve giocare!”. Ovviamente, questa persona non può sapere che le lezioni Suzuki sono divertenti, varie, ludiche, ricche di movimento ed a misura di un bambino così piccolo. Nessun bambino, quindi, viene obbligato a passare ore fermo a leggere la musica. Al contrario, un piccolo allievo Suzuki si diverte molto, vive la lezione come un gioco e viene messo in condizione di poter esprimere la propria personalità, anche se in un contesto in cui impara anche la disciplina, l’autocontrollo e regole adatte alla sua età.



LA DIDATTICA FAMILIARE
Come ho accennato in precedenza, ciò che rende il metodo Suzuki davvero unico è la didattica famigliare. Il metodo Suzuki non propone corsi “parcheggio”, ma offre, invece, un’impareggiabile esperienza di condivisione con il vostro bambino ed un’opportunità per fare realmente qualcosa CON lui. Prima che sia troppo tardi, prima che cresca ed abbia la sua vita. Ma, se da piccolo avrà vissuto questa esperienza con voi, anche quando sarà cresciuto di ricorderà di ciò che avete vissuto insieme e condiviso. Questo percorso, infatti, arricchirà e renderà ancora più intensa la vostra relazione diventando, per entrambi, qualcosa che non scorderete.
Ma il motivo per cui almeno un genitore deve partecipare attivamente alla lezione ha anche ragioni didattiche. Un bambino piccolo – e, vi assicuro, anche un po’ più grande- non ha ancora la capacità di organizzare il proprio studio quotidiano a casa in autonomia, né di mantenerlo con costanza ed un efficace metodo di studio. Lo studio a casa è indispensabile perché l’apprendimento di uno strumento abbia successo, ma va obbligatoriamente guidato e supervisionato dall’adulto, almeno fino ai 10-11 anni. Adulto che, gradualmente, sfumerà la sua presenza e rimarrà alla fine solo come figura di sfondo e persona pronta ad ascoltare ed incoraggiare. L’indipendenza nello studio e nel rapporto con lo strumento, quindi verrà con il tempo, ma è qualcosa che all’inizio mancherà per forza di cose. L’autonomia nella pratica strumentale, infatti, così come il talento, è qualcosa che si costruisce, non una caratteristica innata. Questo è un tipo di apprendimento, dunque, che ha successo solo se prevede il coinvolgimento attivo del genitore in ogni sua fase, dalla lezione al lavoro a casa, ai concerti, alle lezioni di gruppo. Vi siete mai chiesti perché i corsi di musica hanno una percentuale così alta di abbandoni? Beh, eccovi la risposta. Non certo perché “ai bambini piace cambiare”, come comunemente si crede, ma perché, senza il supporto di una persona adulta, un bambino non avrà mai la costanza di portare avanti a lungo un’impresa tanto impegnativa.
Inoltre, il metodo della lingua madre richiede la creazione di un ambiente musicale fin da subito ed in tutti gli ambienti di vita del bambino, cosa impossibile da creare senza il coinvolgimento di tutte le persone che fanno parte di tali contesti.





L’ASCOLTO
Per creare un ambiente musicale serve, ovviamente, la musica. Una parte fondamentale del metodo Suzuki risiede nel suo repertorio, suddiviso in più volumi con cd allegati, che diventerà la nuova lingua del bambino. Più l’allievo ascolterà i cd, più imparerà la nuova “lingua”, proprio come succede quando ci si immerge in un contesto linguistico differente dalla nostra madre lingua. Ma, al contrario di quanto avviene a noi adulti quando ci troviamo in un paese straniero, per un bambino piccolo il repertorio Suzuki non sarà una lingua “straniera”, ma, anzi, sarà una seconda madrelingua, perché l’avrà ascoltata fin da piccolo ed appresa in modo quasi automatico. Questo è molto evidente quando si osservano i fratelli degli allievi Suzuki, che sono esposti alla musica ed allo specifico repertorio proprio fin dalla nascita. Questi bimbi sembrano nascere conoscendo già i brani Suzuki, ma in realtà li apprendono fin da neonati, essendo esposti ai cd che ascoltano i fratelli a casa e sentendoli mentre si esercitano. E’ importante, dunque, dare al bambino più opportunità possibili per ascoltare il cd, in ogni ambiente ed in ogni momento della giornata.



LA MOTIVAZIONE
Un’altra domanda frequente nei genitori Suzuki “alle prime armi” è : “Come faccio a capire se mio figlio vuole davvero suonare?”. In ottica Suzuki, questa è una domanda senza senso. Scegliere di far studiare musica al proprio figlio dovrebbe essere, infatti, una scelta educativa. La possibilità di suonare uno strumento musicale è un dono che un genitore fa a suo figlio ed alla sua vita presente e futura. Non si tratta solo di imparare uno strumento, è molto di più. I bambini che suonano uno strumento sono, infatti, persone straordinarie con una “marcia in più”.  Grazie al violino, un bambino imparerà ad essere paziente, gentile, tranquillo sereno e disponibile verso gli altri. Acquisirà maggiori competenze nella lettura, nella scrittura, nella matematica e nella logica.  Avrà un maggiore autocontrollo, sarà in grado di aspettare prima di ottenere un risultato, saprà riflettere sugli eventi e collaborare con gli altri. Imparerà a lottare per i suoi sogni ed a non arrendersi davanti alle sconfitte. Apprenderà la costanza, la determinazione e la resilienza. Diventerà più forte a più sicuro di sé stesso, con una maggiore autoefficacia ed autostima.
Questa scelta, dunque, non può ricadere sul bambino, che non ha idea di tutti questi aspetti legati allo studio della musica, e non può comprenderli appieno. Deve essere una decisione del genitore che vuole regalare a suo figlio una vita meravigliosa ed indimenticabile. La motivazione, di conseguenza, non può essere solo interna al bambino, ma deve partire prima di tutto dal genitore. Chiedere ad un bambino di tre anni di prendere una decisione che, ormai lo avrete capito, è molto importante, può essere sbagliato e persino dannoso. Un bambino così piccolo non può essere caricato di una responsabilità così grande. Ma non è finita qui. Prendere una decisione importante ed attenersi ad essa è impegnativo persino per un adulto: pensate a quante volte avete scelto un’attività, un corso, un hobby, un corso di studi, e poi vi è venuta voglia di lasciar perdere dopo poche lezioni. Forse vi piaceva, probabilmente anche molto, ma anche per voi non è stato facile decidere di portare avanti qualsiasi attività settimana dopo settimana. Magari un giorno vi siete svegliati e non avevate voglia di andare all’università, a calcio, al corso di cucina, in palestra. Perché avevate altro da fare, o perché eravate semplicemente stanchi. Perché dovrebbe essere diverso per un bambino, per di più se molto piccolo? La motivazione verso qualunque attività della vita  raramente è solo intrinseca, ed ancora meno di frequente dura per molto tempo. E’ nella natura umana voler cambiare dopo un po’, provare altre cose, o anche lasciar perdere, arrendersi. Ma se permettiamo al nostro bambino di smettere alla prima avvisaglia di demotivazione o al primo segno di stanchezza, non gli avremo insegnato niente. La determinazione, la costanza e la motivazione stessa si accrescono e si sviluppano anche grazie ai momenti di stanchezza e demotivazione. Allo stesso modo, fallimenti ed errori fanno parte del processo di apprendimento, aiutano a crescere, e non possono essere una ragione sufficiente per mollare.
Esistono varie strategie per supportare ed incrementare la motivazione del bambino, ed il vostro insegnante ve ne mostrerà alcuni. Nel frattempo, però, il vostro compito come genitori sarà quello di trasmettere al vostro bambino l’amore per la musica, per lo strumento e per il lavoro a casa. Ma anche per gli errori, i momenti di stanchezze e gli ostacoli che si troverà a dover superare. Questo dovrà essere il vostro obiettivo principale ed il vostro “compito” più grande.



LE LEZIONI DI GRUPPO
Quando gli allievi sono pronti per iniziare le lezioni collettive, spesso i genitori faticano a capirne l’importanza.  Le lezioni di gruppo, invece, costituiscono una parte essenziale del metodo Suzuki, perché suonare insieme agli altri offre una serie di vantaggi, dal punto di vista didattico ma non solo. Le lezioni di gruppo danno la possibilità di ripassare per l’ennesima volta (ricordatevi, la ripetizione non è mai troppa!!) il repertorio studiato dal bambino, che può anche ascoltare brani più avanzati eseguiti da allievi più grandi. Il lavoro con i pari, inoltre, aumenta la motivazione, l’autostima e la voglia di imparare. Il vostro bambino prenderà ad esempio gli allievi più grandi, che diventeranno per lui modelli da seguire ed a cui aspirare, ed imparerà a collaborare, lavorare in gruppo ed aiutare i più piccoli. Vedere studenti più avanzati offre, inoltre, sia ai bambini sia ai genitori stessi, un’immagine di come sarà il loro futuro, musicalmente parlando.  Ecco perché le lezioni di gruppo sono fondamentali in questo percorso.



CONCLUSIONI: NON APRITE QUELLA PORTA!
Non aprite quella porta … la vostra vita potrebbe cambiare per sempre!
Ecco cosa potrebbe succedervi:
-        Svilupperete un’ossessione per le “patatine fritte”, intese non come alimento, ma come ritmo della prima variazione di Bella Stella, al punto da non riuscire più a mangiare le patatine fritte vere! Vi ritroverete inoltre a canticchiarlo e tamburellarlo, senza neppure accorgervene, su ogni –superficie- disponibile.
-        Andrete a dormire e vi risveglierete con in testa la melodia di Bella Stella, che ben presto diventerà il vostro brano preferito.
-        Dovrete spiegare a vicini e conoscenti che suonare il violino a tre anni non è schiavitù, ma è il regalo più grande che avreste potuto fare al vostro bambino. Che la minuscola custodia di vostro figlio non contiene uno strumento giocattolo, ma un violino vero! E’ che NO, vostro figlio, NON è un genio, perché tutti i bambini possono imparare a suonare.
-        Tornerete sui banchi di scuola. Imparerete anche voi le basi del violino, la ritmica, il solfeggio, le note.
-        Nonostante tutti i vostri impegni, riuscirete a trovare ogni giorno il tempo per esercitarvi insieme al vostro bambino, supportando e sostenendo la sua motivazione.
-        Passerete i weekend alle lezioni di gruppo o in alternativa in giro per il mondo per i corsi, i concerti e gli eventi musicali.
-        Tutta la vostra famiglia, parenti, nonni ed altri figli compresi, si ritroverà coinvolta nell’esperienza musicale del bambino.
Vi ho avvisati …. Ma se proprio vi sentite pronti a vivere l’esperienza più incredibile, coinvolgente ed indimenticabile della vostra vita …. Aprite quella porta!



martedì 20 novembre 2018

Suzuki method : a life changing experience



THE SUZUKI METHOD
When you stumble across a leaflet offering a music course, the first question coming to your mind is “Why should I choose this course for my son?”.  In today’s world, it’s easy to find lots and lots of offers and proposals. The most appealing ones are related to the concept of “ learning something easily”. Online courses, video lessons, trying out more and more instruments for fun, doing musical activities like in a rec center …. Places where parents can take their children for an hour while they do shopping or come back to work … without even knowing what their children do there.  It seems that todays parents are too busy to do anything with their children, and they need some place where to “put” them, and someone else to look after them all the time. No matter what the goals of these activities are and what the children will learn or obtain being there. Lots of music course for children, in fact, don’t have specific aims or a clear method. Particularly if they are for very young children, the accent of the offer is on “experimenting”, “free their abilities”, “express their personality”, “exploring”, “improvising” and so on … without real learning goals. Well, Suzuki method is different. First of all, it’s NOT easy. It is easy for the children, who learn having fun and using their natural abilities. But it’s NOT easy for the parents. You’ll have to take part at every lesson. You’ll have to learn music too. You’ll have to be there together with you children. With your whole self, with your mind and your heart. You won’t take and bring your child back, but you’ll spend hours, days, months and years WITH him. Learning with him, playing with him, having fun with him and growing up with him. Your life will change forever. It won’t literally be the same again. It’s better you know it from the start. Because Suzuki method is a method for growing up with an instrument and THANKS TO it. It’s an educational method, and it’ll give you and your child something which you will never forget and which will last forever. You will both become happier and better human beings and  througout a musical instrument.  In my opinion, that’s no small thing.




THE MOTHER TONGUE METHOD : WHY AND HOW IS IT POSSIBLE TO START SO EARLY?
In the Suzuki method’s leaflet, you have read these courses are for very young children. Aged 3, 4 and sometimes even 2 years old. All the other courses “say” it’s impossible to start playing before  7 or 8 years of age. Because a child would need high concentration and reading skills to learn an instrument. Well, this is not true. In the Thirties, a man called Shinichi Suzuki discovered that every child could learn to play an instrument very early.  Way before being able to read or write, with the Mother tongue method. Every child learns to speak his mother tongue from a very young age, being immersed in a certain linguistic environment, listening and imitating what he hears. Learning music could happen in the same way. Listening, imitating, repeating movements, gestures and sounds. By trial and error and with a parent or an adult’s prompt and support. Why so early then? Because, as a growing body of research proves, starting early is easier. Untill 3 years old every child has an incredible potential only waiting to be developed. Learning the correct posture and bow hold is much easier at 3 than it is at 7 or 8. Acquiring a beatiful ringing tone on an instrument is a natural thing for younger children. But it becomes harder and harder as the child gets older. Just like speaking a new language. Children up to 3 years old can acquire another language in a very brief span of time and without any accent. Learning an instrument at a very young age is also a natural and spontaneous thing and a great fun. Some people are critical towards this approach because they imagine a 3 years olded stuck in front at a music stand for hours and hours. On the contrary, in the Suzuki method each lesson is full of movements, enjoyable and varied. So no child is obliged to stay still reading a music sheet for hours. Instead he can have fun and express himself, only in a frame of discipline, self control and clear and appropriate –for-his-age rules.




PARENTAL INVOLVEMENT
Like I said before, what makes the Suzuki method unique is first of all parental involvement. This is not a “parking course”. Instead it’s an experience of sharing something very important with your child. A priceless opportunity of actually doing something WITH your child. Before it’ll be too late because he will be grown up. This will deepend and tighten you relationship and it’ll become a life changing experience both of you will never forget. But there is also a teaching reason for this requirement. A very young child hasn’t sufficient skills to make an independent home practice. He needs supervision, help and feedback from an adult. Home practice is essential to actually learn an instrument, but it has to be guided and supervised, especially at a young age, and sometimes even later. Independent practice will come with the time. Still it will be a gradual acquisition, not something a child will have from the start. That’s why this type of learning can take place only if a parent is involved in the whole process. Starting from each lesson and going on at home. Independence is something acquired and developed, not inborn. Moreover, the mother tongue method requires the creation of a “musical environment”. Which would be impossible to create without the involvement of the entire child’s life entourage.



LISTENING
To create a musical environment, we obviously need music. A crucial part of the Suzuki method is its repertoire, which becomes the child’s new language. A cd comes along with each Suzuki’s book, and the child has to listen to it as often as possibile. Just like a newborn who learns his mother tongue by listening to people who speak, a Suzuki child has to learn the repertoire by listening to the recording. It’s important to provide the child with as many opportunities as possibile to listen to it.



MOTIVATION
Another typical question parents ask themselves is “How can I understand if my child does want to play an instrument?”. In the Suzuki method’s view, this is a nonsense question. Choosing musical learning for your child should be, in fact, an educational choice. Playing an instrument is a gift for your child’s present and future life. It’s not just about “playing the violin”, it’s much more. Children who play an instrument become wonderful human beings with superior abilities. Thank to the violin they learn how to be patient, kind, happy and loving people. They acquire higher skills in language, reading, writing, mathemathics and logic. They can control themselves, wait for a result, reflect about things and help other children. They learn to fight fot their goals and to be not taken aback if they fail. They are capable of constance, determination and resilience. They are stronger and more self confident, in a positive way. Therefore this choice should be made by their parents who want to give them a spectacular and unforgettable life. Motivation should come from the parents and not (just) from the child. Asking a 3 years olded to make a so important choice is, moreover, dangerous and wrong. A very young child shouldn’t have a so heavy burden on his shoulder. But this is not all. Making an important choice and stuck to it is hard even for an adult. Think about how many times you applied to a course but you wanted to quit after few lessons. Perhaps you liked it, but it was not easy to carry it on each week. A day you wake up and you had some other things to do, or you were simply tired. Shouldn’t it be like this for a very young child? Motivation for any activity is never completely intrinsic and it rarely lasts for a very long time. It’s in the human nature to want to change, try other things or quit after a while. But if we allow our child to quit after few lessons, he won’t have learnt anything. Endurance, strength and motivation develop also thanks to moments of tiredness. Similarly, mistakes and failure are part of learning and they shouldn’t become an excuse to give up. There are many strategies to support children’s motivation, and you teacher will show you how to use them. Meanwhile, you as parents will have to teach your child how to love his instrument, music and home practice. This will be you biggest task.




GROUP LESSONS
When the students are ready to take part at group lessons, it’s hard for the parents to understand why they are so important. They are indeed an essential part of the method. Playing in a group helps to review the repertoire once more, in different ways, and it offers opportunities to listen to more advanced pieces. Peer tutoring is also very effective as it enhances motivation, self confidence and willingness to learn. Your child will find role models in his peers and he will learn how to cooperate, work in a team and help the others. Seeing older kids who are more advanced gives, to the pupil as well as to the parents, a clear picture of what will be their future musically speaking. That’s why taking part consistently at group lessons is vital for a Suzuki student.





REPETITION AND REVIEW
Young children learn by watching, listening and imitating. Repetition is natural to them and it’s something they look for and love. They like doing the same things over and over again. Suzuki method, then, follows this natural predisposition every child has. Repetition and review can be enjoyable and fun. For the children more than for the parents! But your child will love to listen or play the same song once again, and he will learn better and better.



CONCLUSIONS : DON’T OPEN THAT DOOR!
Your life could change forever.
That’s what could happen to you :
-        You’ll develop an obsession for the “Everybody down up” rhythm, and you’ll find yourself tapping and drumming it without even noticing. In each-  single - available - surface.
-        You’ll go to bed and wake up with the Twinkle melody in your head. And it’ll soon become your favourite song ever.
-        You’ll have to explain to your neighbours and friends that playing an instrument at 3 is not slavery,  but is the greatest gift you could have given to your child. And NO, your child is not a genius, because EVERY CHILD CAN LEARN.
-        You’ll be back to school. You’ll learn violin basics, posture, rhythms and notes.
-        You’ll find time yourself to practice with your child every day and everywhere, to support and catch his motivation.
-        You’ll spend lots of weekends away for concerts, masterclasses and music events.
-        Your whole family will be involved in the child’s musical experience.
I’ve warned you …. Still, if you feel ready to live the most involving and unforgettable experience of your and your child’s life …. Just open that door!!