lunedì 20 maggio 2019

Fatica e soddisfazione vanno di pari passo ....

" Nessun risultato duraturo e significativo è raggiungibile con facilità".

Questo pensiero mi è venuto riguardando i video di alcuni miei allievi e ripensando alla prova di orchestra fatta sabato con i bambini ed alle numerose masterclass alle quali ho voluto farli partecipare in questo anno scolastico.

A Varese pronti per iniziare il Workshop Suzuki di Primavera!


Qualche anno fa lavoravo in modo diverso: avevo obiettivi molto più bassi, mi accontentavo, chiedevo ai miei allievi forse il 50% di quello che potevano dare ed ero soddisfatta così. Le famiglie non erano così coinvolte, non dovevano impegnarsi così tanto, molti allievi non studiavano o lavoravano male e, nonostante apprendessero comunque, era tutto un po' approssimativo e poco preciso.

Insomma, mi stavo allineando a quello che è l'atteggiamento odierno di moltissimi insegnanti, sia di scuola sia di attività extra, che tengono gli obiettivi il più bassi possibile da una parte per non impegnarsi in prima persona, dall'altra per evitare di avere problemi con i genitori e per accattivarsi, nel caso dei corsi post-scuola, più allievi possibili, attirati dalla possibilità di frequentare un corso senza fare fatica.

O, al contrario, certi insegnanti si preoccupano solo di inserire "negli" allievi più contenuti possibili, subissandoli di nozioni astratte e compiti fino a tarda sera, senza verificare che l'apprendimento sia stato effettivo e che ci sia stato un incremento reale di competenze e motivazione. Senza, insomma, porre attenzione al processo, ma solo al risultato.



Il risultato che si ottiene con entrambe queste modalità di lavoro può sembrare opposto, ma alla fine converge in uno stesso punto: in entrambi i casi la motivazione rimane bassa e l'acquisizione delle competenze è superficiale, non duratura e non lascia nulla al bambino. Se va bene il bambino impara qualcosa, ma senza reale interesse nè consapevolezza, se va male non impara, e nessuno si chiede perchè, ma anzi, l'allievo viene bollato come "limitato" o "privo di talento".

Tuttavia, più ci penso, più mi convinco che l'insegnamento e la didattica non debbano, e possano non essere, questo. Il motivo per cui ho scelto di fare l'insegnante è legato ad un progetto ambizioso: voglio cambiare le vite dei miei allievi, e magari anche delle loro famiglie.

Non con l'imposizione ed entrando in conflitto con loro, le loro credenze sulla vita e sull'educazione dei figli e le loro abitudini, ma ponendomi come una guida ed un supporto presente ed il più possibile competente ed efficace.

Con alcuni dei miei allievi premiati al concorso di Verbania!


In quest'ottica, quindi, non posso accettare, nè da parte mia nè da parte loro, di svolgere un lavoro superficiale e poco significativo, magari anche piacevole e rilassante, ma che non incida davvero sulle loro vite.

Il mio desiderio sarebbe quello di partecipare, come insegnante e di riflesso anche educatrice, insieme ai genitori alla crescita dei loro figli tramite la musica, insegnando ai bambini non solo il violino, ma anche l'impegno, la costanza, la determinazione, la tolleranza alla frustrazione, la tenacia e la disciplina.

Con la gioia, il divertimento, il sorriso e l'entusiasmo, ma non in modo facile nè immediato, mai.

Iris nel 2016 e nel 2019 ... impegno e volontà danno i loro frutti!!


Proprio perchè senza fatica ed impegno non è possibile ottenere risultati degni di nota, e non parlo di vincite ai concorsi o di ammirazione da parte degli altri, ma di soddisfazione personale ed apprendimenti, di musica e di vita, che vadano al di là delle quattro note imparate durante una lezione.

Chi pensa che imparare a suonare sia solo tirare l'arco e fare le note, non importa come, un'ora a settimana a lezione, forse dovrebbe scegliere un "normale" corso di musica in cui a nessuno interessa capire e verificare se il bambino sia interessato, stia imparando o stia traendo qualcosa di importante dallo studio di uno strumento.

Per fortuna, i genitori dei miei allievi non la pensano così, e nonostante molti dei miei bambini abbiano difficoltà che rendono lo studio del violino ancor più complesso e faticoso, loro continuano a credere nell'importanza di ciò che facciamo insieme e lavorano senza lamentarsi e senza aspettarsi risultati immediati, ma godendosi giorno dopo giorno questo percorso, che solo in questo modo può acquistare un valore ed un significato reali.

Maria, 7 anni, sindrome di Down, studia ogni giorno con la sua mamma, con una grande soddisfazione da parte di entrambe e progressi evidenti, giorno dopo giorno:




Rebecca, 4 anni e mezzo, suona da quando ne aveva 3 ed ha sempre dimostrato costanza, volontà e passione, grazie anche ad una famiglia che crede tantissimo nel potere educativo della musica:



Artemisia ha appena 2 anni ed 8 mesi e studia violino già da 3 mesi!! Ma, nonostante la sua giovanissima età, ha una tenacia, una serietà ed una capacità di concentrazione davvero ammirevoli:

Concentratissima, al lavoro sulla presa dell'arco!


Artemisia pronta per la lezione





Giovanni e Noemi fanno parte della mia "precedente scuola di pensiero", ma, essendo bambini molto intelligenti e motivati, si sono subito adattati al "cambio di registro", e nell'ultimo anno e mezzo evidenziano un impegno ed una determinazione non da poco. Giovanni addirittura, ad 8 anni non ancora compiuti, studia quasi 2 ore tutti i giorni!

Eccoli, super felici ed entusiasti, durante il concerto finale della Masterclass Suzuki di Desenzano (sono i due bambini in prima fila vestiti tutti di blu):




Stefano e Camila, rispettivamente 4 anni, autistico, e 7 anni, sindrome di Down, pur avendo iniziato le lezioni da pochissimi mesi hanno già l'atteggiamento corretto: studiano quotidianamente con le loro bravissime mamme ed a lezione svolgono ogni esercizio con allegria e molto entusiasmo, come potete vedere in questo bellissimo video di Camila :




Per loro imparare velocemente non è semplice, ma non è questo che conta. L'importante è che anche loro, come gli altri, raggiungano i loro obiettivi personali nel modo migliore possibile, raggiungendo la "loro" eccellenza, ed amando il violino ed il percorso con la musica.

Stefano, 4 anni


Essendo una che non fa sconti, non prevedo per loro programmi troppo semplificati o diversi dagli altri, ma mi limito a calibrare in modo diverso gli obiettivi in modo che li possano raggiungere, ma con la stessa precisione e disciplina degli allievi che non hanno difficoltà. Perchè so che possono farlo.

Alla luce di tutto questo, quindi, tornando alla riflessione iniziale posso dire che questi bambini, così come la stragrande maggioranza dei miei allievi del presente anno scolastico, non stanno svolgendo un percorso semplice, immediato e privo di difficoltà e frustrazioni, ma proprio tale aspetto rende, e renderà, la loro esperienza con la musica davvero importante, duratura e colma di significato. Da grandi saranno persone migliori grazie a ciò che hanno vissuto, e ricorderanno per sempre gli anni trascorsi con la musica, sia che continuino in futuro sia che non lo facciano.

Solo così potranno avere ricordi come quello che vi propongo qua sotto, quando a Desenzano 12 miei allievi, tra cui Maria (che vedete in prima fila sulla sinistra), e Rebecca e Pietro di appena 4 anni, hanno suonato in concerto con altri 100 bambini... un'emozione indescrivibile per tutti, me compresa, che li ha ripagati di tutto lo studio ed i sacrifici e motivati a continuare su questa strada....