domenica 5 aprile 2015

Perchè nei film gli insegnanti di musica sono figure negative?

Dopo aver visto di recente il film "La famiglia Bèlier", peraltro ottima produzione francese che consiglio senza dubbio, ho iniziato a riflettere sulla "rappresentazione sociale" degli insegnanti di musica, che si riflette spesso nei film, e che personalmente mi rattrista un po', soprattutto perchè, a fronte di tanti insegnanti appassionati, convinti e motivanti, la ritengo purtroppo abbastanza veritiera.

Nel film che ho citato, l'insegnante di canto appare come un musicista frustrato, demotivato e demotivante, severo, critico, e ben disposto solo verso gli allievi migliori quelli che "hanno talento". Ma questo esempio non è l'unico. Nella banalissima commedia americana "Nata per vincere". troviamo di nuovo un insegnante di pianoforte e canto veramente scostante, offensivo e perennemente insoddisfatto, che non si "abbassa" neppure a dedicare il suo tempo all'allieva che alla prima lezione arriva impreparata. 

Anche nell'emozionante "Goodbye Mr Holland" e nel divertentissimo "Sister Act 2", gli insegnanti che poi si riveleranno dotati di grandi capacità comunicative e passione didattica, all'inizio vivono il loro incarico come un dovere , poco interessante ed imposto da circostanze esterne.




Come dicevo, purtroppo tale rappresentazione non è così lontana dalla realtà .... soprattutto in Italia, il lavoro dell'insegnante di musica è considerato da molti un ripiego, soprattutto se svolto all'interno della scuola  ... chi non ricorda come un incubo le noiosissime lezioni di flauto alle medie, con quello strumento dal suono indefinito e quasi fastidioso, i tentativi falliti di produrre qualcosa che assomigliasse ad una melodia, e le orribili trascrizioni semplificate di brani che suonate in quel modo perdevano completamente di significato ??





Ma anche nelle scuole di musica e nei Conservatori la situazione non è migliore, ed anche in contesti in cui la musica dovrebbe essere motivante per definizione, si trovano spesso demotivazione, severità insensata tanto da diventare punitiva, ambienti tristi ed insegnanti frustrati.

Certo, conosco personalmente anche docenti appassionati, entusiasti, tecnicamente preparati ma anche umanamente sensibili, capaci di comunicare e di insegnare non solo le note ma prima di tutto la passione e la voglia di impegnarsi e dare il massimo con serenità ed amore per la musica.

Purtroppo, però, penso che questi insegnanti siano una minoranza ... e che il disinteresse nei confronti dell'insegnamento, non solo della musica tra l'altro, e dell'importanza che tale ruolo dovrebbe rivestire nella crescita di bambini e ragazzi, sia reale, e parta proprio dai maestri e docenti stessi, per trasformarsi in una mancanza di interesse verso l'apprendimento da parte degli alunni.

Però continuo a pensare che almeno film e libri potrebbero offrire un'immagine più ottimistica della figura dell'insegnante, e che quella solitamente proposta sia legata forse più allo stereotipo del musicista frustrato ed incapace di comunicare se non con le note che ad una ricerca di "realismo" ...

ed è forse l'aspetto che mi infastidisce maggiormente.

Per quanto mi riguarda, il mio approccio è opposto a quello che ho descritto .... e sono convinta che la negatività e l'atteggiamento punitivo non siano MAI utili nè efficaci, con qualsiasi tipologia di allievi, ed a qualsiasi età.

Al massimo posso capire l'utilizzo dell'ironia con gli adolescenti, che rende forse più diretta la comunicazione con loro, ma dev'essere un'ironia positiva che non  sconfini mai del sarcarsmo o nella critica neppure indiretta alla persona che abbiamo davanti.

Con i bambini, poi, la positività e l'entusiasmo sono fondamentali, il sorriso dovrebbe essere il linguaggio primario - anche con i ragazzi, ovviamente-, e la critica pesante ed offensiva (che, vi assicuro, ho sperimentato molte volte da allieva) non dovrebbe proprio far parte del repertorio di un'insegnante.

Insomma, la capacità di comunicare è fondamentale .... ed agli insegnanti dovrebbe "venire insegnato" per prima cosa come relazionarsi e comunicare con i propri alunni .... altrimenti continueremo a trovarci davanti a docenti magari anche preparati ma distratti, distaccati, disinteressati alla relazione con gli alunni e quindi scoraggianti .... e ad allievi svogliati, "pigri" e demotivati .... senza passioni, interessi nè capacità di impegno e disciplina.

Ma non sarà colpa loro!!!

Tutto questo andrebbe, inoltre, applicato fin dall'asilo nido, e, parlando di musica, anche da parte degli insegnanti dei bambini piccoli, che dovrebbero allontanarsi quanto più possibile dal metodo tradizionale - solfeggio, lettura, tecnica, imposizioni e .... noia ...., ancora applicato da molti- per imparare a comunicare la LORO passione per la musica e per il loro strumento - ammesso che ce l'abbiano .... la passione, intendo!- con il linguaggio che sentono più consono alla propria personalità ed esperienza didattica ed umana.

Insomma, ripeto sempre che LA MUSICA E' GIOIA ... ma anche L'INSEGNAMENTO DOVREBBE ESSERLO!!

Noi insegnanti siamo FORTUNATI, abbiamo la possibilità di far CRESCERE piccole persone rendendole ADULTI MIGLIORI magari anche di quelli che siamo diventati noi ... abbiamo la possibilità di MIGLIORARE LA QUALITA' DELLA VITA dei nostri allievi e cambiare anche il corso della loro vita a volte solo con un sorriso, un incoraggiamento o una frase (a me è capitato anche questo come alunna ....grazie ad insegnanti eccezionali), ma soprattutto con il nostro atteggiamento quotidiano.

E' una grande responsabilità, ma anche un'enorme fortuna .... perchè buttarla via lasciando spazio alla noia ed ai musi lunghi???

Cambiare è sempre possibile ... e cambiare la vita degli altri è la soddisfazione più grande che ci sia.

Per chiudere, ecco una "carrellata" di piccolini che stanno crescendo con la musica .... non  importa cosa faranno da grandi, se sceglieranno di continuare oppure, se diventeranno musicisti, insegnanti, sportivi, impiegati, medici o qualunque altra cosa .... quello che conta è che la musica avrà fatto parte dei loro primi anni di vita e, forse, rimarrà nella loro vita come sottofondo anche quando saranno grandi ... avendo insegnato loro la costanza, l'impegno, la disciplina .... ma soprattutto la gioia.

Leonardo, 1 anno




Lucia, 2 anni



Giovanni, 3 anni





Rebecca e Maddalena, 9 anni