domenica 27 dicembre 2020

Gli esami Musica è Gioia 2020

Questo mese, grazie alla collaborazione di alcuni colleghi (Alessio Nacuzi di Siena ed Elena Saccomandi di Torino), si sono tenuti gli esami degli allievi delle sedi Musica è Gioia di Voghera e Torino.

32 candidati dai 3 ai 15 anni, con programmi che andavano dal primo al quarto Volume Suzuki, compresi alcuni piccolissimi Pre-Twinkle.

Gli esami si sono tenuti in parte online ed in parte in presenza nello studio di Voghera, con i commissari esterni collegati in remoto. 



Artemisia, 4 anni



Gli allievi, alcuni alla loro prima esperienza in assoluto in "pubblico" e con un programma che per il loro livello era molto impegnativo (anche 5-6 brani da eseguire senza pause), erano emozionati ma felici, non vedevano l'ora di suonare, e questo è stato l'aspetto a mio parere maggiormente positivo, perchè il mio scopo era di far vivere loro un'esperienza serena ed importante, che avrebbero ricordato con gioia in futuro.


Laerte e Stefano:




Nonostante al termine di ogni esame consegnassimo un attestato su cui erano riportati dei voti relativi a più competenza (arco, suono, impostazione, intonazione, ritmo ecc), come sempre ho voluto tenere la valutazione distinta dal concetto di giudizio: a differenza dei voti scolastici, infatti, voglio che per i bambini sia chiaro che eventuali punteggi, come nel caso di quelli agli esami, non danno un giudizio su di loro come persone, ma sono solamente valutazioni oggettive del loro livello di apprendimento e degli aspetti su cui è necessario lavorare nello specifico per migliorare ancora di più.

I voti che abbiamo dato, infatti, erano tutti molto alti, accompagnati da giudizi espressi in positivo e da ua spiegazione delle competenze che necessitavano di maggiore studio e focalizzazione.

In questo modo, nessuno è rimasto scontento del proprio risultato o si è sentito giudicato come persona, ma allo stesso modo a tutti era chiaro quali fossero gli aspetti che avevano bisogno di particolare studio ed attenzione.

Giulia, 5 anni





Come ho scritto nell'articolo precedente (Insegnare è una questione di equilibrio) per me è fondamentale essere onesta con gli allievi, dunque dire loro con sincerità ciò che penso e tenere sempre gli obiettivi alti, ma con tranquillità, serenità e con un atteggiamento positivo.

Maria, Riccardo, Sara, Francesca:






I miei colleghi erano perfettamente in linea con questo approccio, infatti è stato molto interessante per i miei allievi ricevere da loro consigli, commenti e feedback costruttivi sulle loro esecuzioni, e per noi tre è stato uno scambio di competenze e di professionalità veramente utile ed arricchente.


Federico, 10 anni


Dato che, dal periodo del primo lockdown, ho allievi da tutta Italia ed anche dall'estero, abbiamo avuto candidati provenienti da luoghi lontanissimi tra loro, dalla Sicilia alla Scozia, ed anche per loro è stata un'esperienza veramente stimolante.


Ecco Marika (da Trapani), Alys (da Caserta) ed Oona (da Edimburgo):










Gli esami in studio sono stati ancora più "adrenalinici" , perchè entrare uno alla volta, suonare dal vivo e poi ricevere la valutazione e l'attestato in presenza hanno aggiunto "ufficialità" ed un pizzico di tensione all'evento!

Inès:





Noemi:


Riccardo:



Sofia:




Alessia:



Rebecca:



Le esecuzioni sono state tutte, sia per lo studio di Voghera sia per quello di Torino, di alto livello e caratterizzate da impegno, preparazione e musicalità, quindi sono senza dubbio soddisfatta e vorrei fare i complimenti a tutti i partecipanti, con l'augurio di continuare con lo stesso impegno, dedizione ed entusiasmo anche in futuro!


Ecco alcune delle esecuzioni dei piccoli violinisti!

Artemisia, 4 anni:


Oona, 6 anni:




 
Sofia, 5 anni e mezzo:



Stefano, 5 anni e mezzo:




Maria, 8 anni:






Inès, 8 anni:



Sara, 7 anni:



Alessia, 9 anni:



Francesca, 7 anni:


Rebecca, 6 anni:



Noemi, 9 anni:

giovedì 17 dicembre 2020

Insegnare è una questione di equilibrio

A fronte degli insegnanti di cui ho parlato più volte su questi blog, quelli rigidi, autoritari e inutilmente severi, ce ne sono anche molti che hanno un approccio rinforzante e basato sulla comunicazione positiva,sulla gentilezza e sul rispetto del bambino.

A volte, però, anche questo atteggiamento, senza dubbio auspicabile, viene portato un po' all'estremo, diventando quasi iperprotettivo nei confronti dei bambini, ai quali si chiede poco e nei confronti dei quali si ha quasi paura di essere troppo invasivi o decisi. A volte osservo, infatti, una tendenza ad abbassare molto le richieste di confronti degli alunni, chiedendo loro il minimo indispensabile e cercando di preservarli da errori, difficoltà e frustrazioni, proprio per non incorrere nei comportamenti autoritari di cui sopra.

A maggior ragione, se il bambino ha difficoltà o disabilità si fa in modo di ideare per lui obiettivi più bassi possibili, per "proteggerlo" da un eventuale "fallimento" e dalla conseguente frustrazione. Questo succede anche nel mio campo, quello della didattica musicale, ed anche con bambini che non hanno difficoltà: se il bambino "non se la sente" di suonare in pubblico, gli viene permesso di non farlo; se è timido, viene esonerato dall'orchestra fino a quando non sarà "pronto"; se non si impegna non gli si dice di studiare di più, perchè potrebbe rimanerci male.



Se poi un bambino è, magari, nello spettro autistico, allora l'importante sembra essere il "rispetto della sua identità", e quindi può suonare con un'impostazione sbagliata, mettere in atto stereotipie e comportamenti problema (perchè è il "suo modo di esprimersi"), scappare via, e quant'altro, perchè dargli regole e richiedergli precisione ed impegno equivarrebbero a "non rispettare la condizione autistica " ed a "volerlo cambiare, facendolo diventare diverso da quello che è".

Ma, al pari dell'atteggiamento autoritario, anche quello permissivo ha i suoi limiti.

Come ho detto più volte, un insegnante non è un genitore che, in virtù del suo totale coinvolgimento emotivo, può comprensibilmente essere iperprotettivo e troppo attento, ma, al contrario, è un professionista, e quindi  dovrebbe essere in grado di separare le proprie emozioni dal lavoro che sta svolgendo, per mettere al centro il bambino e non sè stesso.


Insegnare agli allievi maggiori competenze e dare loro strumenti per far fronte alle richieste della vita quotidiana, dunque, non vuol dire non accettarli per ciò che sono, ma, al contrario, diventare per loro insegnanti di vita prima che di qualsiasi altra materia. Insegnare e dare maggiori strategie non vuol dire non accettare il bambino come persona, ma, anzi, dargli la possibilità di diventare in futuro una persona più serena, capace e realizzata.

Un bambino che ha comportamenti aggressivi o pericolosi, che comunica in modo inadeguato non va "accettato nelle sue modalità di comunicazione", ma va aiutato a trovarne altre più funzionali. Un bambino che ha difficoltà comunicative, linguistiche, cognitive o emotive non va lasciato da solo ad affrontarle, ma supportato affinchè possa superarle. Troppo facile dire "crescerà... imparerà da solo... con il tempo troverà soluzioni più efficaci..."... certo, intervenire è più faticoso, perchè bisogna sapere come fare, ma è il nostro lavoro. I genitori possono, se vogliono, predicare l'efficacia di una presunta "crescita naturale", senza proposte, richieste o aspettative; noi, da professionisti, no.

Nella didattica musicale il discorso è lo stesso.

Ho già parlato in più articoli della differenza tra il mio lavoro, didattico, e la musicoterapia, ma ancora una volta mi piacerebbe ricordare che trattare i bambini autistici, o con disabilità, come "essere magici e speciali che vivono in un loro mondo fatato" (che ci crediate a no, questo è l'atteggiamento di molti professionisti) non rende loro giustizia,non li aiuta ed è un modo come un altro per discriminarli e non avere rispetto per loro.

Empatia, entusiasmo e capacità di comunicazione sono fondamentali, ma con equilibrio, senza lasciare che le emozioni guidino il nostro operato in modo incontrollato, ma avendo prima chiari modalità di lavoro, obiettivi e strategie, proprio perchè insegnare è una professione, non un hobby che può essere coltivato facendosi guidare unicamente dal cuore e dalla passione, e richiede molto, molto altro.

In conclusione, quindi, come ho detto più volte, anche gli allievi con disabilità e difficoltà sono prima di tutto bambini come gli altri (e non sono "speciali" in virtù delle loro difficoltà) e soprattutto possono imparare come gli altri, con i loro tempi, certo, ma timore, insicurezza ed iperprotezione nei loro confronti non portano da nessuna parte. Di certo non li aiutano e possono, addirittura, impedire loro di raggiungere i risultati che potrebbero avere, perchè un atteggiamento già sconfitto in partenza equivale al porre davanti al bambino ostacoli insormontabili che, in realtà, non esistono se non nella nostra mente.








martedì 15 dicembre 2020

Steven: a piccoli passi si va molto lontano!

 Steven ha 4 anni e mezzo. E' un bambino autistico con importanti difficoltà, non verbale, ma anche con ottime capacità di apprendimento, una buonissima memoria, musicalità ed orecchio.



Ha iniziato a studiare violino a Novembre seguendo una lezione online a settimana con me insieme alla sua mamma, Rovena, bravissima nel seguirlo e nel lavorare con lui sia durante le lezioni sia nello studio quotidiano.

In caso vi stiate chiedendo come sia possibile insegnare violino online a bambini piccoli con disabilità, ecco la risposta: grazie ai loro genitori. Per la mia esperienza, se il genitore che partecipa alla lezione del bambino è formato in ABA ed è già abituato a collaborare e lavorare a casa con il proprio bambino, la didattica a distanza diventa non solo possibile ma anche semplice, naturale, non molto diversa da quella in presenza, che comunque rimane sempre da preferire, ma , qualora si sia distanti (io ho allievi in tutta Italia ed anche all'estero), si può fare anche DAD  in un'ottica inclusiva senza tutti i problemi che gli insegnanti di scuola lamentano ormai da mesi.

Steven segue i programmi Pre-Twinkle Suzuki e CML1 (Children's Music Laboratory), lavorando su impostazione del violino ,lettura ritmica, manualità, motricità fine e coordinazione.

E' un bambino che ama imparare le canzoni ed i ritmi e si impegna molto anche con lo strumento, infatti,essendo partito a Novembre con l'impostazione sul violino tenuta per secondi, ad oggi riesce a mantenerla per 10 secondi e sta per arrivare a 15 secondi consecutivi.

Forse può sembrare poco, ma nel mio lavoro è molto importante stabilire obiettivi mirati e raggiungibili e procedere a piccoli passi, per poi riuscire ad alzare sempre di più la difficoltà dei compiti e la durata degli esercizi, e solo in questo modo è possibile ottenere, con  calma ma con precisione, risultati degni di nota.

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A breve inizieremo a lavorare anche sulla presa dell'arco, ma intanto Steven, insieme alla mamma, ha iniziato a provare ad utilizzarlo per imparare il ritmo della prima variazione di Bella Stella:



Rovena, seguendo le mie indicazioni riguardo al programma didattico, gestisce molto bene i tempi di lavoro del bambino,la sua motivazione e collaborazione, ed è evidente quanto per Steven la musica sia importante e sia un risorsa per la sua crescita e per lo sviluppo dei suoi interessi.




Tornando al discorso sulla formazione dei genitori, come ho spiegato in diversi articoli, l'analisi del comportamento fornisce loro strategie per lavorare con i propri figli incentivando l' apprendimento di competenze di vita quotidiana e di comportamenti funzionali ed adeguati. Un bambino che è seguito in ABA imparerà molto più facilmente anche a suonare, oltre ad avere ovviamente maggiori competenze nella vita quotidiana a livello comportamentale, comunicativo, linguistico e cognitivo.

Quando una nuova famiglia inizia il percorso musicale con me, dunque, dico sempre che, per la mia esperienza e secondo le ricerche scientifiche, l'intervento ABA fa davvero la differenza, prima di tutto nella vita di tutti i giorni ma anche nell'apprendimento della musica. E molti miei allievi ne sono la prova, perchè chi di loro lo segue  ed ha genitori formati apprende molto meglio, è più motivato e collabora di più.

Purtroppo ci sono tanti pregiudizi al riguardo, avvallati da una certa "vecchia scuola" secondo la quale l'intervento comportamentale sarebbe rigido e "robotizzerebbe" i bambini. Invece è esattamente il contrario, perchè esso mira invece a creare indipendenza, autonomia e motivazione intrinseca.

Gli stessi obiettivi che mi pongo io, ma per la musica: cerco di fare in modo che i bambini diventino capaci di suonare da soli e che si appassionino al violino, tuttavia una prima fase di "addestramento" è indispensabile per tutti gli allievi (ma se ci pensate...qualcuno di voi ha forse imparato a guidare da autodidatta ed inventandosi le regole della strada??), che, una volta imparata la tecnica di base, saranno liberi di esprimersi attraverso lo strumento.

Per ora Steven è solo all'inizio del suo percorso, ma ha tutte le carte in regola per percorrere una strada lunga, appassionante e ricca di emozioni e soddisfazioni.

Complimenti a lui ed ai suoi genitori e buon lavoro!!