domenica 5 gennaio 2020

Musica classica e pubblico: a cosa servono le regole dei concerti?

Chi ha assistito ai concerti dei miei allievi conosce molto bene la mia insistenza nel richiedere al pubblico, prima e durante il concerto, silenzio assoluto ed applausi solo in momenti stabiliti del programma. 
Nel mio caso, tale richiesta ha lo scopo di permettere a tutti i miei allievi di partecipare ai concerti, perchè alcuni hanno difficoltà di attenzione e concentrazione, e sono quindi facilmente distraibili in presenza di stimoli anche minimi, ed altri possono essere infastiditi dai rumori e dalla folla, a meno che le persone presenti non facciano sentire la loro "presenza" il meno possibile.
Nei concerti di musica classica, comunque, il fatto di rimanere seduti al proprio posto ed in silenzio , applaudendo nei momenti esatti, è una prassi, e per alcune persone è uno dei motivi a causa dei quali i giovani si avvicinano sempre meno alla musica classica e non amano partecipare ai concerti.



Beh, io non sono d'accordo.
Non tanto sul fatto che questo scoraggi i giovani, perchè è possibile, ma non sono d'accordo sul fatto che si debbano cambiare le regole e le routine dei concerti per rendere la musica classica più "interessante".

Prima di tutto, fare silenzio quando si ascolta un concerto ha un significato ed uno scopo ben precisi, che a mio parere sono molto importanti: intanto dimostra rispetto verso chi sta suonando, donando la sua arte, la sua competenza e le sue emozioni al pubblico; poi permette di ascoltare veramente, comprendendo ed apprezzando l'opera musicale e lasciandosi emozionare da essa.
Per lo stesso motivo, stare al proprio posto, applaudire tutti insieme ed evitare di fotografare facendo rumore ed usando i flash sono funzionali al permettere a tutti di ascoltare davvero e nel modo più concentrato e coinvolto possibile.



Non è facile, lo so, e capisco che per un adolescente o un giovane, abituato ad un genere di musica e ad ambienti ben diversi, in cui volume, ritmi e modalità di ascolto sono ben più "sostenuti", possa essere demotivante dover sottostare a regole simili. Ma penso che, se si iniziasse prima ad educare il potenziale pubblico all'ascolto, partecipare ad un concerto potrebbe diventare per tutti un'esperienza naturale, arricchente e piacevole, anche se più tranquilla rispetto ad altre.

La chiave dovrebbe essere quella della diffusione di una cultura musicale precoce, fin da quando i bambini sono molto piccoli, trasmettendo loro il piacere di ascoltare musica, andare ai concerti ed, ovviamente, suonare.

Questo permetterebbe di avere un pubblico più vasto e composto anche da giovani, abituati fin da bambini ad ascoltare ogni genere di musica compresa la classica, ma al tempo stesso abituato a seguire alcune regole, prima di tutto quella relativa alle modalità di ascolto.




I miei allievi, ad esempio, seguono i concerti fin da quando sono piccolissimi, già a 2-3 anni, e per loro è chiarissimo il perchè si debba stare fermi ed in silenzio per tutta la durata dello spettacolo, tuttavia non vivono queste regole come imposizioni, ma ne capiscono lo scopo ed, anzi, apprezzano la musica ed i concerti proprio grazie ad esse.
Addirittura, sono loro i primi a ricordarle ai genitori, spiegando che "altrimenti il concerto verrà male perchè nessuno riuscirà a concentrarsi".
Eppure non sono piccoli geni nè bambini diversi dagli altri, ma solo persone che sono state educate ad apprezzare la musica, a concentrarsi su qualcosa di importante e significativo escludendo altri stimoli (quali, sia a lezione sia ai concerti, tablet e cellulari), ma soprattutto all'ascolto ed al rispetto dell'altro.