sabato 15 ottobre 2016

L'importanza del rinforzo e della comunicazione positiva

Troppo spesso mi capita di vedere adulti, genitori ma a volte anche parenti, che comunicano in modo negativo con i propri figli, utilizzando punizioni e minacce, critiche e sottolineando i comportamenti sbagliati, ignorando invece quelli corretti, i progressi fatti e l'impegno messo in un determinato compito.

Attenzione : la punizione non è solamente una sberla o la sottrazione di un gioco, ma può essere anche una critica indiretta, un commento sarcastico, una dimostrazione di scarsa fiducia nelle capacità del bambino, o una minaccia "verbale" del tipo "se ti comporti male non andremo ai giardini",  ancora più inutile quando viene preannunciata e poi non attuata.

E gli adulti "punitivi" non sono solo quei genitori che utilizzano uni stile autoritario, basato sulla rigidità e l'imposizione con la forza di determinate regole, ma talvolta possono essere anche genitori molto efficaci dal punto di vista educativo, che però in alcune situazioni trovano più "facile" o veloce sottolineare l'errore invece della conquista o, spesso con buonissime intenzioni e senza rendersene conto, descrivono il bambino etichettandolo come "cattivo", senza rendersi conto che tale aggettivo può minarne l'autostima, facendogli pensare di essere davvero una persona cattiva ed un bambino "sbagliato".



Intendiamoci, le regole sono indispensabili e vanno fatte rispettare, soprattutto se sono inerenti aspetti inderogabili della vita quotidiana ad es. gli orari dei pasti o dell'inizio della scuola, l'igiene personale, i compiti o la frequenza alle attività pomeridiane scelte ecc...

Ma una comunicazione positiva ed improntata al rinforzo dei comportamenti corretti, e quindi alla messa in evidenza di quello che il bambino ha fatto bene, ed allo sviluppo di emozioni positive è sicuramente più efficace ed educativa rispetto ad uno stile relazionale critico e negativo.


Personalmente bandirei proprio frasi quali "Non sei capace di fare niente", "Sbagli sempre", "Sei un disastro", "Sei sempre il solito, non imparerai mai" o "Guarda che cos'hai fatto ... non te lo dico più, sono stufo di ripetere sempre le solite cose", "Non sei capace di stare attento, non ti concentri mai ... non ascolti" e via di questo passo ....

E' importante invece dire "Bravo, hai lavorato bene/hai suonato bene/ti sei comportato bene" invece di " Sei stato bravo" dopo aver detto "Sei stato cattivo" (che per un  bambino non equivale a "Ti sei comportato male")

Per il bambino, come è importante avere una regola chiara, precisa e definita - e possibilmente non formulata  lunghe frasi complesse-, è utile sapere che cosa ha fatto bene e come ha fatto a comportarsi nel modo corretto, è utile sapere perchè lo stiamo lodando, ed è anche più gratificante.





Invece noto che molte volte gli adulti si "dimenticano" di rinforzare i bambini, dando quasi per scontati i loro risultati, il loro impegno ed i loro apprendimenti. Forse anche a causa di una certa vecchia scuola che predicava l'inutilità delle lodi, l'educazione tramite le punizioni e la necessità di mettere in evidenza gli errori commessi, un po' come quando a scuola si sottolinea l'errore con la matita rossa o si dà una nota. E vi assicuro che vedo ancora tantissimi insegnanti dare note a destra ed a manca, già nei primi giorni di scuola primaria a bambini di 6 anni appena compiuti che devono ancora adattarsi al nuovo contesto .... mi chiedo a che cosa serva una punizione simile, e personalmente non trovo una risposta.




Invece sarebbe più efficace l'esatto opposto, ovvero ignorare i comportamenti non corretti per poterli sostituire con quelli attesi, cosa che però noto essere veramente complessa per la maggior parte dei genitori ed anche degli insegnanti.

Nel mio lavoro di insegnante di musica, càpita che alcuni genitori mi considerino troppo accomodante con gli allievi, perchè non mi vedono mai sottolineare gli errori, alzare la voce, sgridare o punire, anzi mi vedono sempre incoraggiare, far ripetere gli esercizi senza neppure dire "non va bene" o "hai sbagliato" e proporre più scelte tra i compiti da svolgere.

Ed alla fine di ogni lezione, a patto che il bambino abbia lavorato con impegno, vedono i "premi" dati ai loro figli, che sono anche premi materiali, quali stickers o, per chi ha studiato a casa tutti i giorni per almeno 6 giorni, palloncini o piccoli giochi.




In realtà, non alzo la voce perchè non penso sia necessario, ma poi so essere molto ferma ed esigente pretendendo anche dai più piccoli un lavoro preciso e di qualità. E' vero che lascio loro la scelta delle attività, ma senza che loro lo sappiano ho il controllo su tale scelta ... infatti propongo sempre due esercizi che sono nel programma e che ho deciso io di svolgere!

Ed i premi arrivano solo quando vengono meritati, lavorando con attenzione per un tempo stabilito da me, che aumenta di settimana in settimana!, e completando una o due token economy, quindi "guadagnando" un gettone per ogni esercizio svolto correttamente e soprattutto con impegno.



A mio parere, dunque, è importante che i bambini, a lezione di musica come a casa, possano trarre sensazioni ed emozioni positive dalle loro interazioni con gli adulti, possano sentirsi apprezzati, valorizzati e capaci, nonchè amati a prescindere dai loro comportamenti a volte inadeguati o dal numero dei loro errori.

Solo così impareranno a cadere e rialzarsi, sbagliare e riprovarci, credendo sempre di più in sè stessi e sentendosi sicuri di ciò che sono e che diventeranno.







mercoledì 12 ottobre 2016

Siamo Sara, Manuel, Claid ed abbiamo una particolarità : la musicalità

Qualche giorno fa, parlando con la mamma di un mio allievo dello studente appena andato via, ho detto "E' come lui" , è lei mi ha chiesto "E' un bambino con autismo anche lui?"

"Mah, veramente- ho riposto io- intendevo dire che sono tutti e due molto musicali!"

In effetti, gli allievi erano entrambi ragazzini con autismo, ma non era quello il punto.

Nello studio di uno strumento, l'autismo non conta .... citando Benigni, conta la musica.

Contano la passione per la musica, le qualità musicali, orecchio, senso del ritmo e capacità di ascolto.

Ed i miei allievi hanno tutte queste caratteristiche, che sono poi a mio avviso gli aspetti che li descrivono maggiormente. Intonato, musicale, appassionato, dotato di orecchio assoluto.

Qui l'autismo passa davvero in secondo e anche terzo piano!

Prendete Manuel , ad esempio. 13 anni, bellissimo ragazzino, con gli occhi azzurri ed i riccioli biondi, ha come caratteristica più evidente l'orecchio assoluto. Riconosce qualsiasi nota, anche a distanza di semitono dalle altre e senza nessuna nota di riferimento. Accorda tutti gli strumenti che trova :) , e riesce a trasportare brani nuovi in più tonalità.

Eccolo alla prima lezione di ripresa dopo le vacanze :




Claidy, 11 anni, e Joshua, 9 anni, hanno una grande sensibilità musicale ed una velocità di apprendimento impressionante, tanto che devono essere "frenati" sia nello studio sia nell'esecuzione, altrimenti "macinerebbero" pezzi nuovi perdendo però un po' di precisione.

Comunque sono eccezionali!





Joshua

Claid suona a quattro mani con Sara



Sara, una tra i miei allievi di più lunga data, ha un entusiasmo ed una passione contagiosi e per la sua età ( quasi 10 anni) è già molto autonoma nello studio, ricordo tutti i brani da studiare, si corregge quando sbaglia, ama diteggiare i pezzi al pianoforte, e passa diverso tempo ad ascoltare su Youtube violinisti che ammira e dai quali impara l'interpretazione dei pezzi e la tecnica anche osservando le loro registrazioni video.





In questo video, Sara saluta la sua violinista preferita, il suo mito da anni di cui parla sempre e che ascolta su Youtube, Lucilla Mariotti :







Francesco, 8 anni, ed Alessandro, 10 anni, hanno ricominciato il nuovo anno scolastico con notevoli miglioramenti, dimostrando ottime capacità di apprendimento e grande voglia di imparare.

Ecco Francesco al pianoforte e mentre esegue un esercizio ritmico



Ed Alessandro al  lavoro sull'impostazione dell'arco del violino



A mio parere, tutto questo è possibile perchè la motivazione dei miei allievi è davvero grande, e permette alla loro musicalità di svilupparsi ed a loro di apprendere con convinzione, costanza ed allegria. E loro sono la prova di questa massima che ho trovato in rete :






mercoledì 28 settembre 2016

Non aprite quella porta : la vostra vita potrebbe cambiare per sempre!

Genitori, vi avverto : se aprite la porta del mio studio, la vostra vita potrebbe cambiare ... inesorabilmente.

Ecco un elenco in ordine sparso di ciò che potrebbe succedervi :

- Vi ritroverete a piedi scalzi su un tappeto circondati da bambini piccoli, a fare il girotondo insieme ad altri adulti perfetti sconosciuti

- Svilupperete presto un'ossessione per le "patatine fritte", intese non come cibo....  ma come ritmo che scandirà d'ora in poi tutte le vostre azioni quotidiane....

e che vi ritroverete a tamburellare senza accorgervene anche sul tavolo dell'ufficio o su ogni superficie disponibile .... arrivando prima o poi ad odiare le patatine fritte "vere"!

- Vi addormenterete e vi sveglierete per mesi ed anni con in testa la melodia di Bella Stella, in tutte le sue forme e varianti, che prima o poi diventerà gioco forza il vostro brano preferito

- Dovrete spiegare ai passanti ed ai vicini di casa che lo strumento che la vostra bambina di 3 anni ha in spalla NON è un violino giocattolo, ma uno strumento vero!



... che la piccola non è un genio ma una bambina come gli altri
perchè tutti i bambini possono imparare a suonare  ....

e che suonare a 3 anni non è un atto di schiavitù ma un dono inestimabile!

- Allo stesso modo, spiegherete al vicino di ombrellone che le "corna" ed il "dito medio" con i quali il vostro treenne lo saluta orgogliosamente non sono gestacci, ma esercizi di manualità funzionali allo studio del violino!







- Conoscerete altre mamme con cui scambiarvi non ricette ma i metodi più efficaci per far suonare a casa i vostri bambini

E vi ritroverete ad esercitarvi dovunque, perchè la motivazione del bambino va sostenuto appena si presenta, e più opportunità di apprendimento ci sono meglio è

- Quindi vi capiterà di bloccarvi nel bel mezzo della spesa al supermercato perchè il vostro bambino vi ha chiesto di ripassare un esercizio ... ed il carrello dovrà aspettare la fine della canzone prima di essere riempito.

- Tornerete sui banchi di scuola, imparando la lettura delle note, il solfeggio e la tecnica dello strumento

... spiegherete tutto questo anche a baby sitter e nonni, che d'ora in poi saranno tutti in prima linea nell'esperienza musicale del bambino. E chissà, magari inizieranno a suonare anche loro!




- Farete sollevamento pesi senza andare in palestra, ma solo iscrivendovi alla classe con il vostro bambino più piccolo



- E passerete diverse domeniche in giro per i concerti ed i concorsi, trasferte durante le quali la vostra bimba di due anni e mezzo sarà la mascotte dell'orchestra e ritirerà il suo premio con il violino da un parte e dall'altra il ciuccio!




Io vi ho avvertiti, ma se vi sentite pronti per tutto questo .... aprite quella porta!


martedì 20 settembre 2016

Dalla lezione all' esercizio a casa : a piccoli passi verso l'autonomia

Lo studio della musica che va al di là della lezione settimanale, quindi inteso come esercizio quotidiano a casa, è senza dubbio uno degli aspetti più impegnativi del percorso musicale degli allievi sia piccoli sia più grandi, ma ha anche un grandissimo aspetto positivo : quello di insegnare l'autonomia.

Partendo con il corso dei più piccoli, si può osservare che i bambini di 12-30 mesi sono quasi del tutto dipendenti dai genitori sia a lezione sia a casa, necessitando del supporto della mamma per provare per la prima volta gli esercizi e per ripassarli a casa durante i momenti di gioco e di routine quotidiana.



In queste classe Lullaby, infatti, vediamo la partecipazione attiva e completa delle mamme che, per dirla in termini comportamentali, forniscono  ai bimbi un "prompt totale", cioè li guidano fisicamente, con divertimento e grande piacere da parte di tutti genitori e figli :




In realtà, uno degli aspetti più interessanti della partecipazione del genitore a lezione è, anche con i piccolissimi, il suo ruolo di supporto che a volte però si "sfuma" per lasciar provare al bambino a fare da solo. Infatti,  sia a lezione sia a casa, le mamme dei piccoli prima li aiutano ad eseguire i compiti richiesti e poi li fanno provare da soli, per iniziare fin da subito ad farli esercitare sulla loro autonomia.

Appena diventano più grandi, a 3-5 anni, il genitore interviene quando c'è bisogno, ad esempio nelle fasi iniziali di acquisizione di una nuova competenza, lasciando però al bambino la libertà di essere autonomo negli esercizi che conosce già e limitandosi ad osservarlo, magari ripetendo lui stesso l'esercizio a distanza, e correggerlo in caso di errore importante o difficoltà.

Vediamo la mamma di Filippo, nuovo allievo di 3 anni e mezzo, che gli mostra come eseguire una canzone di manualità controllandone lo svolgimento da parte del bimbo :


Qui invece vediamo il papà di Alessia che osserva l'esecuzione al violino della bambina insieme alla sua compagna di classe Alexia .




Infatti è importante che il genitore sappia quando deve intervenire e quando lasciar sperimentare, per non togliere al bambino la possibilità di provare, eventualmente di imparare anche a gestire la frustrazione data dalle prime difficoltà, ma alla fine riuscire nel suo intento.



Filippo, 3 anni e mezzo si esercita in una coreografia

Beatrice, quasi 5 anni e la scrittura delle note




A questa età, ovviamente, lo studio a casa è ancora guidato dalla mamma e dal papà, che propongono di suonare, si esercitano insieme ai figli e li aiutano ed incoraggiano, perchè i bambini della scuola dell'infanzia, fino circa ai primi due anni di primaria, non possiedono ancora l'autonomia nè la motivazione al lavoro autonomo e costante.

Qui entra in gioco la didattica famigliare, la voglia di partecipare, di essere coinvolti in ciò che fa il  proprio figlio, e se necessario di mettersi in gioco in prima persona.

Ed ecco alcuni ottimi esempi!

il papà di Giulia, che suona al violino il brano che sta imparando la bambina






La mamma di Aditya durante una canzone per la manualità :





La mamma di Carlotta corregge la sua impostazione sul violino:



E la mamma di Samuele, che studia non solo con lui ma anche con le due sorelline, di 12 mesi e 8 anni, un compito di armonia :



Con il passare del tempo, i genitori possono iniziare ad "allontanarsi" un pochino, osservando a volte da vicino a volte da più lontano il percorso dei figli, fino a lasciare loro completa autonomia, che nel caso dello studio della musica arriva non prima dei 12-13 anni.

Lo studio di uno strumento, infatti, è molto complesso ed impegnativo, e non basta avere la motivazione, ma ci vogliono anche capacità di ascolto, di "metacognizione" e feedback (controllo del proprio operato), di autocritica, organizzazione autonoma e metodo di studio.

Tutte competenze che, purtroppo, la scuola raramente insegna - anche a causa di un sistema scolastico improntato più alla sottolineatura dell'errore ed alla critica mediante i voti che al rinforzo positivo- ma che la musica può insegnare.

Sara, 9 anni e mezzo, dopo 4 anni di lezioni ha raggiunto un ottimo livello di indipendenza, a casa infatti studia spesso da sola, ed ha tra i suoi passatempi preferiti l'esercizio di diteggiare in autonomia i brani che poi studierà al pianoforte :




Per i miei allievi più grandi, dagli 8 anni in su, infatti ho ideato delle "check list" per lo studio a casa, che loro devono compilare giornalmente per essere certi di aver studiato nel modo corretto, e che li aiutano a diventare progressivamente più indipendenti e consapevoli di ciò che stanno facendo.

Poi, essendo i passi verso l'autonomia graduali per essere veramente appresi, all'inizio anche questo metodo di studio viene monitorato dalla famiglia. Lorenzo, 9 anni, che studia anche a casa dei nonni, viene supportato nella compilazione della check list sia dalla mamma sia dai nonni, che ne hanno appreso il funzionamento e gli danno una mano ad autovalutarsi.




Maddalena, quasi 11 anni, è andata ancora oltre, aggiungendo alla check list un sistema di auto-votazione per ogni area considerata, idea che ho trovato ottima e che mi piace commentare con lei ogni settimana :





Qui sempre Maddalena esegue un esercizio di tecnica d'arco per imparare ad utilizzarlo distribuendo correttamente il peso della mano e del braccio, infatti suonare con l'arco al contrario aiuta a percepirlo meglio  :


Esercizi di questo tipo portano verso l'autonomia nello studio, facendo capire ai ragazzini che per studiare bene bisogna focalizzarsi sul problema tecnico cercando di risolverlo e non "suonare" tutto il brano dall'inizio alla fine senza scendere nei dettagli.

Da quando erano piccoli, fino alla pre adolescenza ed alla completa autonomia nello studio che raggiungeranno in adolescenza, gli allievi compiono un percorso di crescita e progressiva maggiore auto-consapevolezza, che li porterà a diventare grandi sia nel rapporto con il loro strumento sia nelle prove che dovranno affrontare giorno per giorno nella vita quotidiana.

Tali prove, grazie all'esperienza avuta con la musica, sembreranno infatti più semplici, ed il percorso musicale sarà stato per loro prima di tutto un insegnamento di vita.



mercoledì 7 settembre 2016

Ai nuovi genitori de La Musica è Gioia

Chiariamolo una volta per tutte, per le nuove famiglie (alle "vecchie" è già assolutamente chiaro!!) : genitori, il corso CML, così come quello di violino, non è un corso-parcheggio, in cui lasciare i bambini "occupati" per un'ora a settimana. Richiede invece la partecipazione attiva dei genitori, il loro coinvolgimento ed il loro impegno. Mi aspetto costanza, continuità e motivazione da parte di voi adulti, perchè senza il vostro supporto i bambini difficilmente prenderanno sul serio questo percorso, ed ancor più difficilmente continueranno oltre i primi mesi. Ma scoprirete che impegnarvi per condividere questa esperienza con i vostri bambini darà tantissimo a loro ed anche voi,e sarà per tutti un'opportunità indimenticabile ed importante. E' facile "provare" tanti corsi e poi sceglierne uno e cambiarlo dopo un mese, facile dire "porto mio figlio a fare un corso di "qualcosa" senza dover partecipare di persona o essere informati su ciò che si fa durante il corso, perchè i genitori in aula non sono ammessi ... ma soprattutto se i bambini sono piccoli a mio parere così non può funzionare, anche se può capitare che siano più tranquilli e collaboranti quando voi non ci siete .... ma imparare a lavorare insieme e collaborare per raggiungere un obiettivo è molto più gratificante ed educativo.  I bambini vogliono sentirsi sostenuti, supportati ed apprezzati da voi, devono avere l'opportunità di trascorrere con voi del tempo di qualità, significativo, intenso e ricco di esperienze, emozioni ed apprendimenti.

Quindi sappiate che se suonate alla porta del mio studio dovete rimboccarvi le maniche ed esserci al 100%! Non scoraggiatevi ... ce la farete!

I votr

martedì 30 agosto 2016

Gli stereotipi sull'educazione musicale precoce

Suzuki sosteneva che la musica rendesse esseri umani migliori. Più equilibrati, attenti, capaci nelle attività di tutti i giorni e più maturi e sensibili nei rapporti con gli altri.

Purtroppo, l'idea della pratica musicale precoce è ancora associata alla creazione di piccoli geni e di bambini prodigio mediante un'attività coercitiva e fine a sè stessa. Far musica da piccoli dovrebbe essere, invece, un pratica diffusa ed assolutamente naturale, facente parte della vita quotidiana del bambino con spontaneità e serenità.



Un percorso musicale proposto in modo ludico, ma con obiettivi chiari e modalità già sperimentate e verificate, infatti, può soltanto avvicinare all'obiettivo individuato da Suzuki, che non era quello di creare piccoli Mozart, ma quello di offrire ai bambini un'opportunità in più per crescere in armonia con gli altri tramite uno specifico apprendimento, conquistando ogni giorno nuove abilità sempre più complesse e che creano soddisfazione ed autostima nonchè la possibilità di esprimere la propria personalità attraverso la musica.

Fare musica da piccolissimi può diventare dunque un'esperienza altamente significativa ed un dono inestimabile per il futuro di ogni bambino.





venerdì 26 agosto 2016

Educazione tramite la musica in famiglia : soddisfazioni ma anche difficoltà. Alla base c'è sempre la motivazione

Nel mio percorso di insegnamento della musica ispirato ai principi del metodo Suzuki, mi sto rendendo conto di quanto sia importante per gli allievi essere costanti nello studio a casa ed avere continuità nella frequenza alle lezioni. 

Per "continuità" intendo non tanto venire a lezione ogni settimana, cosa che quasi tutti fanno, ma continuare con la musica dopo il primo o secondo anno di corso, che sono i momenti più critici perchè di passaggio dalla propedeutica allo strumento, e dal primo anno di strumento, relativamente semplice, a programmi didattici più impegnativi ed avanzati.



Nel mio stile di insegnamento la motivazione è l'obiettivo prioritario, quindi le mie lezioni sono sempre piacevoli, interessanti, divertenti e ludiche per quanto possibile. Tuttavia, a volte non basta neppure questo, perchè ad un'alta motivazione dei bambini non sempre corrisponde quella dei genitori, oppure, viceversa, il bambino si diverte a lezione ma si demotiva molto facilmente nello studio a casa, perchè per un genitore è più difficile motivare ogni giorno e trovare strategie per rendere lo studio interessanti, dunque quando il programma diventa più complesso e va oltre l'apprendimento quasi automatico di canzoncine, ritmi o brani semplici, alcuni studenti smettono.

Invece, a mio parere, il bello arriva proprio insieme alla sfida : continuare a cercare strade per motivare i propri figli anche quando le cose diventano più difficili e sembra che continuare non abbia senso e diventi sono un'imposizione, perchè una scelta educativa non è sempre semplice da portare avanti, ma diventa realizzabile e gratificante proprio con i piccoli passi avanti fatti ogni giorno e la scoperta di una nuova motivazione, che diventa tale proprio quando si è stati capaci di superare i momenti di crisi.




Inoltre, il rapporto con lo strumento sarà sempre costellato di alti e bassi, perchè imparare a suonare è impegnativo, non lo nascondo, ma alla fine le emozioni, la soddisfazione ed i momenti positivi supereranno di gran lunga quelli negativi.

E la musica diventerà per genitori e bambini una metafora della vita, in cui i sacrifici e le difficoltà alla fine si superano e ci si sente ancora più forti e capaci.



Il fatto che alcuni dei miei allievi suonino da 5-6-7 anni, testimonia che comunque continuare è possibile, e che crescere suonando è una via a volte impervia ma che regala grande felicità e voglia di andare avanti in questo percorso.

Oltre alla continuità, un'altra difficoltà riportata dalle famiglie è relativa allo studio a casa, in tutte le fasce d'età, esclusa forse quella dei 2-3 anni quando i bambini non hanno ancora iniziato lo strumento.

I bambini amano venire a lezione e suonare, ma quasi nessuno prende in mano lo strumento a casa spontaneamente per ripassare i brani, perchè, terminato l'anno di propedeutica, la musica inizia ad essere vissuta soprattutto dai genitori come obbligo da imporre ai figli, anche inconsapevolmente a volte , e questo fa sì che gli adulti trasmettano ai bambini tensione, aspettative ed a volte delusione per il fatto di non riuscire a motivarli verso l'esercizio "casalingo".

E per i bambini lo strumento diventa un gioco che richiede però anche impegno, dunque è  molto raro vedere bambini dai 3 ai 6 , anche 10 anni che studiano in autonomia, un po' perchè sono in effetti ancora piccoli, un po' perchè non avendo chiaro fino ai cinque-sei anni il senso del tempo, non colgono ancora il nesso tra esercizio e risultati, miglioramenti e quindi maggiore soddisfazione e divertimento.



A volte, invece, quando i genitori trovano la "chiave giusta" per coinvolgere i bambini anche a casa, una delle difficoltà è la costanza. Diverse famiglie riportano uno studio "a fasi" , che funziona magari una settimana sì ed una no, o "a giornate", con i piccoli che si esercitano un giorno sì ed uno no, ed in questi casi la difficoltà maggiore è la quotidianità dello studio.

Nella pratica, dunque, il mio consiglio è di iniziare da subito a capire quali siano per il proprio bambino i punti di forza e di debolezza nella motivazione verso la musica, e di "sfruttare" i primi per lavorare sulla sua motivazione fin dal primo anno di propedeutica. Ci può essere, ad esempio, chi ama la ritmica, chi il movimento, chi l'ascolto, l'improvvisazione o l'esibizione in pubblico. Alcuni bambini amano suonare davanti agli altri, altri lo detestano, alcuni vogliono sempre suonare da soli, altri amano la musica da camera  e l'orchestra.

Anche la motivazione estrinseca può essere sfruttata, con giochi da tavolo improntati sull'esercizio allo strumento, con premi finali scelti dal bambino stesso, "sfide" con genitori o fratelli in cui provano a suonare anche loro (e, purtroppo, perderanno sempre!!), esercizi tecnici basati sull'interesse particolare del bambino - es. inventare una storia musicale che parli di Pokemon, dinosauri o Winx in cui ogni personaggio sia rappresentato da un particolare esercizio o da un passaggio di un brano specifico...

Oppure si può suonare fuori casa, al parco, al mare, in auto (qui i violinisti partono avvantaggiati!)...

Spazio alla fantasia, quindi, senza ansie nè obblighi, ma mantenendo sempre un atteggiamento positivo verso la musica e l'apprendimento, per trasmettere al proprio bambino la gioia di imparare e di progredire.



E' importante anche variare molto e trovare le strategie più adatte in quel momento - anche di giorno in giorno o di settimana in settimana- ed in quella fase o età del bambino.

Tenendo sempre in mente che più si suona e si migliora più ci si appassiona e si cresce come persone migliori grazie alla musica ... ma per arrivare a questo ci vogliono impegno, costanza e dedizione da parte prima di tutto degli adulti, insieme a convinzione e continuità.

La musica a casa va proposta tutti i giorni, anche pochi minuti in più riprese quando i bambini sono molto piccoli, ed associata a sensazioni ed emozioni positive.

Fin da piccoli, i bambini devono sapere che lo strumento potrà aiutarli ad esprimere le loro emozioni come non potranno mai fare a parole, e che sarà un rifugio, un amico ed un porto sicuro.

All'inizio tutto questo non sarà nè chiaro nè immediato, ma saper attendere il momento "magico" in cui lo diventerà insegnerà loro il valore dell'attesa e della costanza.

Quindi vorrei dire ai genitori ... non arrendetevi, perchè quella che ora vi sembra una coercizione, in realtà è una scelta importante che arricchirà il futuro dei vostri figli e li renderà adulti migliori.





giovedì 28 luglio 2016

Corso estivo "Musica è Gioia" 2016


Ed eccoci arrivati, per il terzo anno consecutivo, alla conclusione del corso estivo Musica è Gioia, quest'anno rivolto ad un gruppo di 11 bambini e ragazzi tra i 5 ed i 14 anni con disabilità dello spettro autistico.

Ogni partecipante era seguito da un educatore in rapporto 1:1, e l'equipe era supportata da volontari ed una coordinatrice pedagogica. Io mi occupavo invece delle lezioni di musica giornaliere, di violino, pianoforte ed orchestra, anche per chi non aveva mai suonato, ma ha potuto dunque avvicinarsi a questa attività educativa e di apprendimento e socializzazione secondo me utilissima e che dovrebbe far parte del curriculum scolastico di tutti i bambini.

Come l'anno scorso, anche questa volta il corso ha avuto fin dall'inizio il sapore di una "sfida" : portare in vacanza da soli bambini piccoli e con difficoltà mai stati fuori di casa, che non avevano mai costituito prima un gruppo e non si conoscevano tra loro, garantendo loro tranquillità, benessere, serenità e divertimento, amicizia ... E tanta, tanta musica!

Posso dire che la sfida è stata superata, il gruppo si è creato, grazie soprattutto alla preparazione, la passione e la competenza di tutti gli operatori, ed i bambini si sono divertiti ed hanno portato a casa un bagaglio di esperienze varie, nuove ed emozionanti, progressi nell'autonomia e tante emozioni positive e condivise da tutti.



Violino, pianoforte, CML, orchestra, e poi piscina, pittura, cucina, equitazione, yoga, attività motoria, uscite serali ... insomma tantissime proposte, esperienze e momenti di allegria ed entusiasmo!

Gli iscritti erano :

- Edoardo, 5 anni  chiacchierone, simpaticissimo,appassionato di numeri, cartelli stradali e gioco UNO
- Stefano, 6 anni  tenerissimo, molto musicale ed intonato, imparava il programma CML alla velocità della luce! Cantando le canzoni ovunque ed in qualsiasi momento
- Nicola, 8 anni coccolone, appassionato di libri, disegno e musica, studia pianoforte e violino con me da pochissimi mesi,ed al corso ha imparato a suonare il suo pezzo preferito "I bimbi sul bus"
- Joshua, 9 anni, molto simpatico e brillante, grande esperto di dinosauri e Pokemon, dopo la prima lezione di musica si è appassionato ad entrambi gli strumenti e non vedeva l'ora di suonare, rivelando una grandissima musicalità
- Sara, 9 anni mia allieva storica, che conosco da quasi cinque anni, è una potenza, bellissima e con un temperamento artistico, ama la musica, e la pittura, ma anche lo sport, nuoto ed equitazione in particolare. Ha formato un duo violino e pianoforte con Alessandro.
- Alessandro, 9 anni, il musicista del gruppo. Studia ben quattro strumenti, in particolare il pianoforte da due anni, ed ha doti musicali eccezionali, orecchio assoluto, facilità ed una grandissima passione. Suonava sempre ed era soprannominato "juke box" per la sua capacità di eseguire ad orecchio qualsiasi brano!
- Giona, 10 anni un piccolo grande uomo, molto maturo per la sua età, sensibile e profondo, un ragazzino davvero unico, che ama tutti gli sport e la musica italiana e non si ferma davanti a nessun ostacolo.
- Alessandro, 10 anni, dolce ed affettuoso, è mio allievo di musica da due anni ed ha già partecipato a vari concerti e concorsi. Durante la vacanza ha dimostrato un grandissimo coraggio superando le sue paure ed andando in piscina e persino a cavallo. Grande Ale!
- Simone, 11 anni molto sensibile, ed anche lui come Sara propenso verso l'arte, disegna benissimo e canta (quando nessuno lo vede), ed adora gli aerei.
- Alice, 11 anni amichevole ed allegra, la più solare del gruppo. Ha fatto amicizia con alcuni degli altri bambini ed in vacanza si è divertita davvero tanto! Studia flauto dolce e si è subito appasionata anche al volino ed al pianoforte, chiedendomi di farle lezione più volte al giorno!
- Lorenzo, 14 anni, una forza della natura, sempre allegro, entusiasta, sorridente, disponibile verso tutte le proposte, essendo il più grande si comportava un po' da "fratello maggiore". Avrebbe voluto suonare musica rock ma si è accontentato della classica!

I più piccoli, Stefano, Edoardo e Nicola durante un'uscita serale



Per sviluppare il programma musicale, ho assegnato ad ognuno un brano da imparare al pianoforte nei sei giorni. Chi suonava già, ha scelto un pezzo mai studiato, mentre chi non aveva mai suonato ha potuto scegliere tra diversi brani sulle cinque dita, ma che fossero già piuttosto piacevoli e motivanti da imparare, quali trascrizioni semplificate di brani classici oppure canzoncine tradizionali (Wheels of the bus, Vecchia fattoria e altri).

Alessandro ed Alice



Nicola


Lorenzo



Al violino, invece, hanno imparato tutti la prima variazione di Bella Stella, alcuni già la melodia con le dita della mano sinistra, altri solo l'accompagnamento con il ritmo di "patatine fritte". Ho richiesto a tutti di produrre un suono di buona qualità e di lavorare sulla presa corretta dell'arco, proprio per  acquisire anche se in poco tempo un'impostazione migliore possibile e da subito il "gusto" di suonare bene.

Prima lezione di violino per :

Edoardo

Lorenzo e Giona

Ed ecco Lorenzo migliorato tantissimo a fine corso : bravo!!!



 Ed Alice durante una lezione di pianoforte :



Sara a lezione e durante una sessione di studio prima dell'inizio del corso :




Ancora Sara,  a lezione di pianoforte, alle prese con un brano totalmente nuovo :



Per insegnare a bambini che non avevano mai suonato, come faccio sempre ho utilizzato tecniche comportamentali - token economy, timer, rinforzatori,  guida fisica, prompt e fading, ma soprattutto creazione della motivazione intrinseca passando dal rinforzo sociale- ed ho abolito la lettura delle note, se non in minima parte, puntando di più sul modeling e sull'apprendimento per imitazione tramite ascolto e riproduzione di ciò che facevo.

In questo modo, tutti hanno imparato un piccolo pezzo con la massima accuratezza e precisione possibili.

Ai più piccoli ho proposto anche alcuni esercizi dal programma CML, per sviluppare orecchio, senso del ritmo e manualità fine, che sono stata apprezzati tantissimo, in particolare i Tuffi per l'apprendimento di ritmi e scale ed alcune Canzoni per Fare.

Mentre per i più grandi ho introdotto la lettura ritmica, eseguita con gli strumentini a percussione o con i movimenti del corpo, saltare, correre sul posto, battere i piedi ...

Nicola esegue la lettura ritmica





Oltre alle lezioni di musica, ogni giorno si svolgeva un'attività a scelta tra almeno due.

Ed eccoci in piscina!

Edoardo e Claudia

Alessandro e Irene




Alessandro e Claudio, Lorenzo e Pigi










A cavallo! Grazie ad Irene Moroni del centro ippico Winner horse :


Alice







Joshua


Nicola


Alessandro







Grazie all'istruttrice Silvia, i bambini hanno fatto yoga :







Con Valentina, il laboratorio di cucina, durante il quale hanno preparato buonissimi cup cakes e torte di mele :




E con Alessandro l'attività motoria :




Ma anche i momenti di socializzazione, gioco libero e nuove amicizie sono stati molto importanti!
I bambini con il passare dei giorni hanno formato un gruppo ed hanno fatto amicizia in piccoli gruppi, inoltre in occasione del concerto finale hanno incontrato altri miei allievi con cui hanno giocato e fatto conoscenza.













Tutte queste esperienze hanno permesso loro di uscire dalla solita routine, mettersi in gioco e superare le proprie paure, e vivere momenti ed occasioni che per qualcuno potrebbero sembrare scontati ma che per bambini con queste caratteristiche non sono affatto così semplici nè frequenti.

Le difficoltà di relazione - i bambini con autismo vorrebbero avere amici e conoscere persone, ma non sanno come fare-, la sensibilità ai rumori, il timore delle novità, nella vita quotidiana possono limitare molto le loro possibilità di fare esperienze nuove, insolite e magari non direttamente connesse ai loro interessi principali. Al corso estivo, invece, tutto questo fa parte della completa novità costituita da una vacanza da soli, e viene accettato con più facilità, fa meno paura.




Come ogni anno, anche il corso estivo 2016 si è concluso con il concerto finale.

Ennesima, grande, sfida.

Perchè per la maggior parte i partecipanti di questo corso non avevano mai suonato, eppure hanno donato agli altri la loro musica, ancora appena iniziata, poche note, ma che è stata la conclusione di un percorso intenso, impegnativo ma anche gratificante.

Ho voluto far suonare tutti per far comprendere loro l'importanza e la bellezza di ciò che avevano fatto in quei giorni, per instillare in loro la soddisfazione di avercela fatta, di aver imparato qualcosa di nuovo e molto difficile, che però avrebbe potuto far provare loro soddisfazione, gioia, entusiasmo ed aumentare il loro senso di autoefficacia e la loro autostima.

"So di essere bravissimo!" ha esclamato un ragazzino durante le prove ... ed io non avrei potuto essere che d'accordo con lui!

La prova generale




Il concerto!
                                                     Una degli "ospiti", Noemi


Nicola esegue il brano preparato al corso : ottimo lavoro!




L'orchestra al completo




Terminato il concerto, ci siamo salutati, dandoci appuntamento all'anno prossimo.

Nonostante le difficoltà, purtroppo soprattutto economiche, nel realizzarlo, rimango convinta che un progetto di questo tipo abbia un significato profondo ed una grande importanza in particolare per bambini con disabilità (il mio obiettivo è comunque quello di arrivare ad un corso estivo in cui siano presenti da subito anche bambini senza difficoltà), che per la prima volta possono uscire di casa rimanendo "al sicuro" in un contesto protetto che, al contempo, favorisca la loro autonomia, e cimentarsi in un apprendimento gratificante e stimolante qual è quello di uno strumento musicale, in una situazione anche di gruppo in cui fare nuove amicizie ed incontrare pari con cui passare del tempo "di qualità" sia strutturato sia libero.

Certo, per i bambini che suonano già un corso di questo tipo può essere più indicato, infatti nei miei progetti futuri ci sarebbero più turni, dedicati alcuni a chi studia già musica ed altri a chi vuole iniziare.

L'aspetto fondamentale è, comunque, per le famiglie "buttarsi" nonostante le comprensibili ansie e preoccupazioni legate al lasciare il loro bambino "solo" per la prima volta, e per me quello di poter contare ogni anno su un'equipe di grandissimi professionisti, preparati, appassionati e capaci di restare uniti e collaborare per aiutarmi a realizzare ogni volta un "sogno" così temerario.

Un sogno che vede la musica come strumento di crescita per tutti i bambini, capace di valorizzare i loro punti di forza e dare loro una marcia in più per affrontare la vita.



PS Un ringraziamento speciale a tutti gli operatori : la coordinatrice, gli educatori e le volontarie. Siete stati grandi!