domenica 13 ottobre 2013

Perchè insegno ? Una mamma descrive benissimo il mio scopo ...




" Forse tu non te ne rendi conto, ma oltre ad insegnare musica stai assolvendo ad un ruolo ancora più importante : tu insegni a noi genitori a CREDERE nei nostri bambini, al di là dei condizionamenti, dei loro limiti e delle loro difficoltà ... al di là di tutto quello che il mondo può
credere o pensare di loro.

E questo non  è facile da trovare in chi insegna, neppure in coloro che esercitano la loro professione con tutto l'amore del mondo ...

Ed è solo credendoci che le opere ed i sacrifici fioriscono, dando frutto in quei miracoli quotidiani a cui assistiamo e che abbiamo l'onore di poter custodire!"



Violino e adolescenti difficili : Mission Impossible?




Per alcuni mesi mi è stato chiesto di tenere un corso di violino e musica in una comunità per adolescenti "difficili", allontanati dalle famiglie per difficoltà socio-economiche, culturali e psicologiche dei genitori e dei ragazzi stessi.

All'inizio sembrava una missione impossibile : ragazzi problematici, a volte con esordi patologici di tipo psichiatrico, con instabilità emotiva, affettiva e disturbi del comportamento ... e in più adolescenti, in un'età in cui tutto è complicato, confuso ed indefinito, in cui le emozioni dominanti sono la rabbia ed il rancore verso tutto e tutti, e, soprattutto in situazioni ambientali e famigliari poco favorevoli, lo scontro con l'altro e la demotivazione verso tutto sono la regola.

Io avevo lavorato con gli adolescenti per la prima volta ben 9 anni prima, quando ero anch'io poco più che teenager e mi ponevo sul loro stesso piano, diventavo una di loro perchè la ero, e non avevo "armi" nè strumenti per affrontare quel tipo di contesto di volontariato, ma "mi buttavo" e provavo lo stesso ad a fare qualcosa, ad agire, ad aiutarli, compiendo poi più errori che altro, adesso lo riconosco, ma forse in quel momento della mia vita non avrei potuto fare di meglio, ed era stata comunque un'esperienza importante, intensa e formativa.

Proprio in questo momento, mentre scrivo, per trovare l'ispirazione sto ascoltando un cd registrato da uno dei ragazzi di quella comunità, di cui ho parlato nel mio libro "Farfalle senza ali" (Armando editore, 2006), un 17enne appassionato di Vasco Rossi che cantava davvero bene, pur non avendo mai studiato musica ... e, a distanza di quasi 10 anni, quella voce mi trasmette ancora emozioni forti facendomi ripensare alla vita travagliata di quel ragazzo, ma anche alla sua forza ed al suo coraggio.





Insomma, quel ritorno ad uno dei miei primi lavori, dopo così tanto tempo, mi preoccupava un po', ma come la prima volta mi sono "lanciata", con un'intuizione ed un'unica certezza : dovevo avvicinarli partendo dalle loro passioni e dai loro interessi, parlare (per quanto possibile) il loro linguaggio, non "salire" troppo " in cattedra", ma neppure fingere di avere la loro età, insomma, trovare il giusto equilibrio tra (per citare ancora "Farfalle senza ali") coinvolgimento e distacco, tra professionalità e complicità.

Durante la prima lezione siamo partiti subito con il violino : ho spiegato loro che è uno strumento con molte più possibilità di quanto si creda, che permette infatti di suonare non solo la "noiosa" musica classica, ma anche qualsiasi altro genere musicale, comprese le canzoni di loro interesse, a parte forse quelle rap basate esclusivamente sul ritmo, ma in realtà anche nel rap sarebbe stato possibile eseguire un ritmo di accompagnamento al testo, volendo anche pizzicato per renderlo più simile al parlato.

Loro mi guardavano scettici .... allora li ho fatti provare : mostrando velocemente, ma in modo accurato, l'impostazione sullo strumento, ho chiesto loro di provare ad emettere dei suoni tirando l'arco, mentre io improvvisavo vari "effetti" con la sinistra : glissando, gettato, ritmi sostenuti, suoni simili a quelli dell'ambiente, o brani musicali da loro conosciuti, famosi "classici" o canzoni pop.

Da lì siamo passati ad esercizi ludici ( ovviamente adatti alla loro età) sulla presa dell'arco e dello strumento, sul "pizzicato" ed a brevi sequenze di note a corde vuote suonate camminando con un ritmo preciso e con passi differenti.

Il glissando è stato l' "effetto" che li ha colpiti di più, che volevano eseguire più spesso ed hanno imparato da soli per la settimana successiva.

Questo approccio al violino immediato e diretto li ha spiazzati ma divertiti e coinvolti, e da lì a pensare "mi piacerebbe imparare a suonare pezzi veri" il passo è stato breve.





Ma imparare richiede sforzo ed impegno ... e quale adolescente, soprattutto se con disturbi emotivi ed una storia difficile, vorrebbe passare ore della sua vita davanti ad un leggìo??

Allora è arrivata (non da me, ma da una persona a me vicina a cui concedo il "brevetto" della proposta) l'idea geniale :

Organizzare in comunità un talent show, come quello che vanno tanto di moda oggi in tv ed a cui ogni ragazzo vorrebbe partecipare ... Con tanto di squadre, giudici, sfide, votazioni (con le palette!!), e premi non solo finali, ma anche intermedi - per dirla con i terapisti ABA, un rudimentale token economy!- ...., basati sulle prove sia di violino e teoria sia di canto.

Il nome non è mai stato deciso, ma qualcuno ha proposto "Amici di Francesca" .... non che mi esaltasse particolarmente essere paragonata a Maria De Filippi ... ma immagino che fosse un "effetto collaterale" del lavoro con gli adolescenti!

Le squadre erano due : gialla e blu, ed i giudici quattro : io e tre educatori, con me ed un educatore nella veste di "giudici esperti" stile Morgan ed Elio di X Factor, essendo io l'insegnante di musica e l'altro ragazzo chitarrista.






Già dalla seconda lezione, i ragazzi si sono "galvanizzati", ed hanno iniziato a prepararsi per le "sfide", pur studiando poco come tutti gli allievi di quell'età.

La prima prova aveva il  seguente programma :

- Vocalizzi di base ( con la bocca chiusa dicendo "mmm" e con la vocale "o")
- Canzone di Jovanotti "A te", che ognuno avrebbe dovuto cantare da solo, con la base registrata
- Un esercizio a corde vuote al violino
- Uno studietto dalla Tecnica Fondamentale di Curci - 1^ Vol., con il primo dito

Nel canto alcuni partivano avvantaggiati, avendo già una buona intonazione ed un bel timbro di voce, altri invece avevano più difficoltà, ma proprio questi si impegnavano di più, ripetendo i vocalizzi, il testo con il ritmo esatto - all'inizio ho scelto Jovanotti per la linearità e semplicità della melodia- , e cercando di ascoltare il più possibile i loro errori di intonazione,

" A te" , poi , a parte essere una delle mie canzoni preferite, è anche intensa e romantica, e per questo piaceva molto alle ragazze, mentre i ragazzi storcevano un po' il naso, accusandoci di essere eccessivamente "mielose" ... !

Nel violino,  erano  tutti allo stesso livello, ma un paio di loro hanno evidenziato da subito una grande facilità, riuscendo ad acquisire nel giro di un paio di settimane una postura eccellente, un arco fluido ed un'intonazione quasi sempre impeccabile.

Altri avevano problemi più che altro nella coordinazione e manualità fine , allora ho proposto loro ludici esercizi di manualità e brani più semplici rispetto agli altri, esigendo però che li eseguissero al massimo delle loro possibilità.






Il giorno della prima sfida la tensione di tagliava col coltello ... sembra incredibile, ma i ragazzi erano veramente sotto pressione e volevano davvero fare una buona impressione sul personale.

Era proprio come ad X Factor : tavolo lungo con i giudici schierati, cartellone su cui riportare i punteggi (d'accordo, un po' più artigianale rispetto ai reality della tv ... e niente televoto!), squadre sedute davanti a noi pronte ad essere chiamate, tutti in silenzio a ripassare mentalmente canzoni e brani , noi serissimi ... va bene che si trattava di un gioco, ma bisognava pur creare un po' di suspence !!!

L'inizio comunque è stato positivo, quasi tutti hanno dato il massimo impegnandosi in tutte le "specialità", c'è stato chi è andato meglio nel canto, chi nel violino, che nella tecnica pura, ma l'atmosfera è rimasta "solenne" e professionale, se posso dirlo, molto più che in tv !

Io ero il giudice più severo, non facevo sconti a nessuno ed ero sempre esigente e critica su qualche aspetto, sottolineando però anche i progressi e le note positive, incoraggiando a continuare e distribuendo, alle fine, voti piuttosto alti, quasi mai inferiori al 7 su 10.

La prima sfida ha registrato un netto prevalere della squadra Gialla, ma tutti erano soddisfatti e divertiti, e prontissimi per un nuovo programma da preparare!



Durante i mesi successivi ho iniziato ad incrementare gradualmente le richieste e le difficoltà tecniche.

Siamo passati ad utilizzare tutte le dita della mano sinistra sul violino, a sperimentare nuovi colpi d'arco, ad esercizi di solfeggio sia parlato sia cantato molto fantasiosi e giocosi, ma sempre rigorosi nella richiesta di studio ed esecuzione, a scale e vocalizzi più complessi abbinati ad esercizi di respirazione (che finivano sempre in scoppi di risa per i risultati all'inizio disastrosi!), ed a canzoni di musica leggera scelte da loro, anche in base ad un'autovalutazione delle proprie capacità e dei progressi raggiunti.

Al violino ho proposto loro di suonare sia musica classica sia leggera.

Per la classica ho utilizzato libri tradizionali, tra cui i 50 Studietti melodici di Curci - che stranamente spesso apprezzavano - ; il primo volume di Suzuki, ovviamente presentandolo loro come una raccolta di brani classici semplificati, e non certo come un libro nato per bambini di 3 anni ... ! ... ed un' altra raccolta di pezzi famosi rivisitati, tra cui hanno scelto l'Inno alla Gioia di Beethoven, la Primavera di Vivaldi ed il Can Can di Offenbach, difficilissimo per la richiesta agilità nella mano sinistra, ma che li ha motivati molto.






Ricordo un momento veramente gratificante durante una delle sfide, in cui una ragazza, dopo aver eseguito benissimo l'Inno alla Gioia, ha esclamato : "E' fantastico, mi sento un Dio!", esprimendo tutta la sua soddisfazione per la bravura raggiunta , ed anche passione per quello strumento inizialmente così strano, "ostile" e lontano dalla sua realtà.

Per far suonare loro la musica leggera, ho scritto un accompagnamento a corde vuote - molto ritmico e regolare- di un'altra canzone di Jovanotti, ed alla terza sfida, quando ormai suonavano da circa 4 mesi, li ho invitati a " cercare" ad orecchio le note del ritornello di una canzone a scelta, e due ragazzi hanno riprodotto benissimo "La notte" dei Modà, stupendosi delle loro capacità "improvvisative"!

Nel canto, a grande richiesta, ho introdotto anche il coro. Quasi tutti si erano, un'altra volta inspiegabilmente!- appassionati alla melodia dell'Inno alla Gioia, allora ho pensato di trascrivere la parte corale del brano, mooolto semplificata, e proporre loro di impararla tutti insieme, cantando le note, poichè il testo originale sarebbe stato troppo complicato.


Beethoven è diventato, quindi, uno dei loro cavalli di battaglia, proposto poi anche dalle singole squadre durante alcune sfide, con sicurezza e precisione nell'intonazione.





In seguito abbiamo imparato anche alcuni canoni dal libro Cantintondo, descritti da uno di loro con un .... "Non so perchè,  ma mi piace ... mi sto prendendo bene con questa storia dei canoni!", e scelto  canzoni di autori sia loro" contemporanei"  - Arisa, Nina Zilli, Alessandra Amoroso, Laura Pausini -, sia di epoche .... storiche .... ricordo ad esempio un'ottima esecuzione di " Almeno tu nell'universo", ed anche una ragazza che aveva iniziato a studiare (essendo dotata di una voce straordinaria,  davvero da cantante professionista) "Insieme" di Mina, che poi però non ha potuto portare in sfida essendo tornata a casa prima dell'appuntamento ... ma ha comunque eseguito per noi " Someone like you" di Adele, meritandosi un bel 10 e lasciandomi personalmente a bocca aperta ....




Un ragazzo con grandi difficoltà comunicative ed un lieve ritardo cognitivo è stato, inoltre, uno degli allievi che mi ha gratificata di più.

Non parlava mai, quasi con nessuno, esprimendosi con pochissime parole sussurrate oppure scrivendo - tra l'altro con un'ottima proprietà di linguaggio e capacità espressiva-, ma, essendo appassionato di musica, è riuscito col tempo a cantare a lezione una scala di do maggiore ed a diventare bravo col violino, tanto da eseguire con sicurezza davanti ai "giudici" Bella Stella con un suono pulito ed esprimendo per una volta quello che aveva dentro!




Mentirei se dicessi che non ci stati momenti duri e crisi .... a volte,e  succedeva soprattutto con le ragazze ma anche con alcuni maschi, i miei allievi avevano giornate di rifiuto, sconforto e crisi di autostima, in cui dicevano di non essere in grado di cantare, suonare, di non essere interessati ad imparare una certa canzone o a continuare la gara ... ma alla fine riprendevano, e si riprendevano sempre, provando a suonare o cantare insieme, a studiare con il mio aiuto o a riflettere con me sulle loro reali capacità - che io, seriamente, ritenevo ottime ed in continuo miglioramento - e sullo scopo di ciò che stavamo facendo.

Il nostro reality "casalingo" si è concluso dopo 8 mesi per mancanza di fondi ... con un ottimo livello raggiunto da tutti  sia nel violino sia nel canto, la vittoria della squadra gialla, ma soprattutto con tante soddisfazioni, bellissimi ricordi ed un profondo arricchimento da parte di tutti.

Loro, il personale, ma soprattutto io che, ancora una volta, ho ricevuto molto di più di ciò che ho dato, in termini di sorrisi, affetto, risate, soddisfazioni, piccoli e grandi vittorie ... e crescita umana e professionale.

Questo "esperimento" prova che anche gli adolescenti considerati più difficili e senza speranza hanno in realtà dentro di sè grandi capacità e risorse, potenzialità e motivazioni, che vanno solo "tirate fuori", sostenute ed incoraggiate ....

e che la passione per la musica si può far nascere con qualsiasi mezzo e strumento, senza porsi limiti di genere musicale , programmi o metodi, ma solamente con la convinzione, la "fantasia" e l'amore per l'insegnamento e l'educazione anche in situazioni complesse.

Spero che a loro sia rimasto dentro almeno la metà di ciò che è rimasto a me, e che qualcuno di loro, chissà, un giorno o l'altro, riprenda a cantare, ascoltare musica che non sia solo leggera, o suonare uno strumento .... chissà .... tutto è possibile!