domenica 31 dicembre 2017

L'apprendimento su istruzione è indispensabile ... i miei allievi non sono automi ma bambini che imparano DAVVERO a suonare!!

Una lettrice del blog, il cui commento potete leggere in un post di poco tempo fa, mi ha accusata di creare "automi nella musica" e, pur avendole già risposto, vorrei spiegare meglio qui il mio punto di vista.

Guarda caso, la stessa critica viene spesso rivolta ad entrambi gli approcci a cui mi ispiro: l'analisi comportamentale applicata (aba), per la quale sono formata essendo tecnico del comportamento, ed il metodo Suzuki, dal quale al momento prendo soltanto spunto non essendo abilitata, ma avendo solo la certificazione Children's Music Laboratory, percorso didattico nato come supporto allo studio dello strumento Suzuki ma ad oggi metodo a sè stante.

L'aba, addirittura, viene accusata di "robotizzare" i bambini, ai quali impedirebbe una crescita "libera" richiedendo un apprendimento prettamente su imitazione e richiesta e legato ai rinforzi estrinseci.

Beh, evidentemente le persone che muovono tali critiche NON conoscono l'approccio comportamentale, e non sanno che l'obiettivo che si pone è quello di rendere il bambino il prima possibile autonomo, indipendente ed in grado di scegliere, decidere ed agire da solo.



Allo stesso modo, è chiaro che chi critica il mio lavoro in questi termini non lo conosce e non ha idea dei presupposti su cui si basa e degli obiettivi che si pone. E neppure del percorso che i miei allievi svolgono.

Ma, oserei dire, questa persona non conosce neanche i meccanismi dell'apprendimento nè la psicologia dello sviluppo.

Un apprendimento complesso quale quello strumentale, infatti, non può avvenire in modo totalmente spontaneo e creativo - perchè immagino che la persona in questione sia convinta che come insegnante io impedisca ai miei studenti di essere creativi-, in particolare in un'età precoce e spesso in presenza di disturbi dell'apprendimento, del comportamento e talvolta anche ritardo mentale o cognitivo.

Certo, gli autodidatti nella musica esistono, ma sono per lo più adulti con capacità nella norma, se non superiori alla media, che comunque nella gran parte dei casi non raggiungono un livello strumentale accettabile e molto spesso si portano dietro errori di impostazione che impediranno loro di raggiungere, in caso lo volessero, competenze maggiori.

Se parliamo di bambini molto piccoli, invece, possiamo vedere come una prima fase di apprendimento meccanico ed automatico, su imitazione e tavolta neppure consapevole (nel senso di mancanza di metacognizione) sia non solo indispensabile, ma sia l'unico modo per acquisire certe abilità.

Laerte, 2 anni


I bambini piccoli che si vedono dimostrare capacità musicali straordinarie, suonando come se invece di 10 anni ne avessero 30, intanto sono una netta minoranza, che molto probabilmente fa parte delle persone ad alto potenziale cognitivo, per le quali imparare, interiorizzaren e rielaborare in modo personale è più semplice, poi sono il risultato di ore ed ore di lavoro quotidiano, che di solito la maggioranza degli studenti di musica non riesce a dedicare allo strumento.

Ecco un esempio di maturità ben superiore all'età cronologica - Leia Zhu, 10 anni



Questa bambina comprende già appieno la musica che suona, ma riesce anche ad esprimere a parole il suo lavoro di ricerca sull'interpretazione del concerto di Mendelsshonn, e quando suona è già una vera interprete, non certo solo una bambina di 10 anni.

Beh, piccoli musicisti come Leia Zhu non sono la norma, ma una rarità, ed inoltre questa ragazzina ha 10 anni,  e dubito che fosse così già a 3, l'età della maggior parte dei miei bambini.

Dunque, avete capito come essere interpreti e non "automi" da piccoli sia molto raro e difficile, e riguardi solo una cerchia davvero ristretta di studenti.

Gli altri sono bambini e suonano come tali, ma per quanto mi riguarda, nei primi anni ciò che conta è avere una buona impostazione, un'intonazione corretta e basi solide, per poi poter avanzare con tranquillità e sicurezza nel proprio percorso musicale :



Se poi consideriamo il fatto che un'alta percentuale dei miei allievi ha difficoltà di vario tipo e disabilità anche gravi, potete immaginare quanto il presente discorso sia ancor più valido.

Gli studenti autistici, ad esempio, in particolare quando sono piccoli hanno uno stile di apprendimento spesso meccanico e riescono ad imparare in modo efficace solo se ricevono istruzioni chiare, precise e dirette, soprattutto in una fase iniziale di acquisizione di determinate competenze.

Quindi sarebbe impensabile per loro avere la responsabilità da subito di dover imparare da soli e d improvvisando, senza una guida chiara e sicura, proprio perchè tale abilità nel loro caso va costruita e spesso non è presente dall'inizio.

Lo stesso discorso si può applicare ai bambini molto piccoli, ancor di più se con difficoltà.

Arianna, ad esempio, ha 3 anni ed una sindrome genetica molto rara. 
Con lei sto ancora lavorando sulla collaborazione e sull'esecuzione su richiesta ed imitazione, infatti per farle svolgere un intero esercizio devo a volte utilizzare un full prompt, termine tecnico che significa aiuto totale, che poi ovviamente diminuirò appena la bambina sarà in grado di eseguire l'intero compito in autonomia :




In realtà, quando decide lei è capacissima di svolgere compiti anche più complessi, quale il ritmo che esegue in questo divertentissimo video!



I critici del mio approccio direbbero "Allora perchè non lasciarla libera di lavorare quando e come vuole? Perchè obbligarla?"

Perchè se voglio che arrivi a suonare il violino a breve (e vi assicuro che lo vuole anche lei!), devo prima costruire con lei una serie di competenze - collaborazione, attenzione e concentrazione, imitazione, manualità- senza le quali non potrà mai suonare alcunchè.

Inoltre non si tratta di obbligarla, ma di insegnarle ad ascoltare e motivarla ad eseguire, a volte, anche richieste che non sono di suo gradimento, competenza che, tra l'altro, le servirà tantissimo anche nella vita quotidiana.

Ognuno di noi, se vuole imparare qualcosa di difficile, deve accettare di esercitarsi anche quando non ne ha voglia o svolgendo anche esercizi non graditi, pensate ai vostri interessi, la piscina, la palestra, la bicicletta, l'automobile, lo sci .... com'è stata la vostra prima fase di appprendimento? Vi siete divertiti ad ogni lezione? Avete fatto solo ciò che volevate? Vi siete solo rilassati o, qualche volta, anche stancati o frustrati?

Domande retoriche, direi.

Tornando, infine, all'implicità obiezione sulla mancanza di creatività, mia e dei miei allievi, mi viene facile smontare tale convinzione mostrandovi alcuni video di momenti delle mie lezioni.

A lezione alterno sempre momenti di lavoro su istruzione ed imitazione ad altri di totale libertà e creatività , nonostante io rimanga convinta che la vera creatività si esprima solamente in presenza di compentenze di un certo livello, e che il resto sia solo gioco.

Tutti i miei allievi sono liberi in certi momenti di improvvisare, giocare, fare proposte di lavoro o di gioco e sovvertire o modificare le regole decise da me ... poi tali proposte non saranno sempre accolte (scherzo!), ma di solito apprezzo tantissimo i nuovi input che loro mi danno e rimango affascinata dall'originalità e la profondità di alcune loro idee.

Giulia improvvisa al violino :



Iris esegue la lettura ritmica con l'armonica a bocca!



Hansa e Maddalena pronte a solfeggiare palleggiando :



A volte cerco anche di coniugare gli interessi dei bambini con le esigenze didattiche. 
Durante tutte le lezioni, Lorenzo ama giocare con la palla, quindi ho pensato di utilizzarla per aiutarlo a comprendere gli accenti nella Danza delle Streghe di Paganini, fin dalla prima lettura del brano :



Sono convinta, dunque, che nel mio studio non ci siano nè automi nè robot, ma solo bambini che vogliono imparare a suonare e per farlo devono attraversare varie fasi, di apprendimento e di creascita personale e strumentale.

Io ammiro tantissimo la loro volontà ed il loro impegno e spesso mi stupisco della loro musicalità, che riesce ad uscire anche in fasi precocissime di studio rivelando personalità in divenire molto interessanti, e della loro capacità di aggiungere al mio lavoro sempre nuovi spunti e nuove idee, arricchendo le mie proposte e facendomi emozionare e provare grande soddisfazione.

Grazie davvero, con un inizio così vi aspetta senza dubbio un futuro entusiasmante in cui potrete esprimervi grazie alla musica e donare agli altri emozioni indimenticabili.

mercoledì 20 dicembre 2017

Il Concerto di Natale 2017

Domenica 17 dicembre alle ore 11 si è tenuto, presso la Sala Auser di Voghera, il tradizionale concerto di Natale de La Musica è Gioia.

Ogni anno, per me è un appuntamento molto impegnativo, che mi richiede mesi di preparazione, a partire da quando assegno i brani ai bambini, fino a quando devo cercare la sala, affittare il pianoforte, trovare un pianista, preparare pubblicità, programmi, attestati, disposizione dei gruppi sul palco .... Insomma, anche se per fortuna i genitori sono molto disponibili e mi aiutano tantissimo, l'evento è tutto sulle mie spalle, e cerco sempre di fare in modo che riesca alla perfezione, anche se ovviamente non è possibile arrivare dappertutto!

Però, dalla prima edizione ad oggi, ho avuto l'impressione che i progressi ci siano stati, infatti ogni anno riesco a capire meglio come realizzare l'immane impresa, e gradualmente si riduce la sensazione di caos percepita da chi guarda, data dal fatto che anche solo gestire da sola 30-40 piccoli musicisti e le loro famiglie non è proprio semplicissimo.

Inoltre, quest'anno anche il pubblico era davvero numeroso, l'enorme sala era gremita, e la prima soddisfazione è stata proprio vedere quanta gente fosse intervenuta :


Ha aperto il concerto Iris, 5 anni non ancora compiuti, al suo debutto da solista, che ha eseguito il brano tradizionale natalizio The first Noel.

Come avrete letto in altri post, Iris sta facendo un grandissimo lavoro con la sua mamma, studia molto e con attenzione e passione, ed il risultato si è visto. Ha un bel suono, pulito e preciso, ed una personalità musicale già definita per la sua età. Quando suona è evidente la sua comprensione della frase musicale ed il modo in cui "sente" il brano che sta eseguendo, come se fosse più grande.



Anche in prova aveva eseguito il pezzo molto bene, e la mia impressione è che sia già in grado di trasmettere le sue sensazioni attraverso il violino.



Poi si è esibita la classe CML1, di propedeutica strumentale, formata da bambini dai 2 ai 5 anni anche con disabilità insieme ai loro genitori.


Di loro sono particolarmente orgogliosa : alcuni dei bambini erano davvero piccolissimi, alcuni avevano iniziato le lezioni da pochi incontri, ed altri avevano difficoltà del comportamento e disabilità che avrebbero potuto incidere in modo abbastanza importante sul loro primo concerto. 

La prima esibizione pubblica, infatti, è difficile per tutti, perchè i bambini non sono ancora abituati ad eseguire su richiesta, ascoltare, collaborare, banalmente anche rimanere fermi ...  ma se di base ci sono già difficoltà in queste competenze, la cosa può diventare ancora più complessa.

Uno dei bambini, inoltre, non sopportava la confusione ed il rumore, e trovare un ambiente più caotico ed affollato di quella sala non sarebbe stato facile!

Per finire, il programma era per loro lungo e complesso, con coreografie diverse tra loro, esercizi di ritmo e manualità fine ed il girotondo finale che richiedeva anche capacità di collaborare anche con sconosciuti.

Ma, nonostante tutto questo, il risultato è stato ottimo, anzi, meglio di così non sarebbe potuta andare!

IL GRUPPO CML1


Come vedete nel video, tutti erano molto preparati, ed i genitori sono stati eccezionali nello svolgere esattamente ciò che avevo richiesto, conducendo i figli nei vari momenti del programma, collaborando tra loro e dimostrando entusiasmo, concentrazione ed affiatamento. Bravi!!!

Maria, 5 anni, bravissima allieva CML

La piccolissima e meravigliosa Giorgia, 2 anni

Dopo la classe collettiva, ha suonato in due con me la prima delle tre allieve di violino più piccole del concerto, Francesca, 4 anni, che ha dimostrato un senso del ritmo, una padronanza dello strumento ed una sicurezza notevoli, considerato anche che suona da meno di 6 mesi.

Le altre due mini-violiniste che hanno eseguito duetti di Hayes e Sassmannshauss erano Gioia, 3 anni e mezzo, e Giulia, 3 anni appena compiuti, entrambe straordinarie per la precisione, la capacità di concentrazione e la tranquillità dimostrata sul palco.

Giulia, con il suo violino di misura 1/32!!, sembrava già una professionista, ma in effetti una bimba che all'età di 3 anni è al terzo anno di musica è davvero cresciuta con il violino in mano!


Giulia ed il suo mini-violino



Riccardo, 7 anni, invece ha eseguito di Suzuki Song of the wind, con un bel suono e musicalità, grazie ad uno studio continuo e quotidiano che porta avanti insieme alla sua mamma. 

Il primo allievo di pianoforte delle mie lezioni di Milano è stato Francesco, 9 anni,  allievo autistico a basso funzionamento, che ha suonato tre brani di Thompson. Il suo livello di autonomia è sempre maggiore, e Franci riesce ad oggi a lavorare quasi per tutta l'ora di lezione quasi senza pause, impegnandosi per suonare sempre più da solo anche nei pezzi nuovi!




Sempre provenienti da Milano, hanno suonato anche Sara ed Alessia, 11 e 19 anni, le mie due allieve di lunga data, rispettivamente con autismo, e sindrome di Williams e sordità, che studiano con me da quando erano piccole.

Anche loro hanno suonato molto bene. Sara sta aumentando sempre la difficoltà dei suoi brani, con una passione ed un entusiasmo che crescono di giorno in giorno, ed Alessia , dopo un periodo di stacco per impegni vari, ha ripreso alla grande, e da quest'anno studia a casa da sola e vuole migliorare sempre.

Sara in concerto


Ormai, dopo anni di impegno e di lavoro, nella musica le loro difficoltà sono passate assolutamente in secondo piano, e sul palco spesso non si notano neppure, ma si vedono solo la loro voglia di suonare e la loro bravura.  Grandi!!

Alessia a lezione





Giulia, 7 anni e Giovanni, 6 anni, hanno dato davvero il meglio di sè, eseguendo alcuni brani dal primo volume Suzuki, nel quale stanno progredendo velocemente.





I bambini durante la prova generale

Lorenzo, 10 anni, ha suonato invece di Suzuki Bach Minuetto in sol maggiore, con sicurezza, pulizia tecnica e comprensione del carattere di danza del minuetto, concetto sul quale avevamo lavorato molto a lezione. Complimenti!




Noemi, 6 anni, ha dimostrato, sia nello studio n.8 sia nel Saltarello di Curci, una personalità ed un temperamento davvero rari alla sua età, coinvolgendo il pubblico con un'esecuzione intensa ed emozionante. Questa bambina è sulla strada giusta per diventare molto brava, l'importante è che continui a studiare e lavorare sodo e seriamente come sta facendo adesso.



Eccola durante una lezione con me :



Claid, 13 anni, allievo con autismo è , come Alessia e Sara, un esempio di come grazie alla motivazione le difficoltà possano scomparire : quando suona è prima di tutto uno studente di musica, e non mostra nessuna delle difficoltà che ha nella vita quotidiana. Anzi, è senza dubbio il più dotato tra tutti i miei studenti, con una facilità straordinaria ed una velocità di apprendimento fuori dal comune. E' un ragazzo che procede nel suo percorso con passione, dedizione e concentrazione, cercando sempre di dare il massimo e raggiungere l'eccellenza in tutti i brani che esegue.

Eccolo al pianoforte ed al violino :

Per finire, è stata la volta delle componenti del Quartetto Musica è Gioia : Martina, Hansa, Anastasia e Maddalena, quattro ragazzine tra i 10 ed i 13 anni che suonano insieme dall'anno scorso e, in così poco tempo, hanno già suonato in concerti e concorsi con ottimi risultati.

Tutte e quattro hanno suonato sia da soliste sia insieme, divertendosi molto, perchè la musica le sta accompagnando nel periodo complesso dell'adolescenza rivestendo un ruolo molto importante nella loro crescita. Il quartetto, in particolare, ha evidenziato un insieme di gran lunga maggiore rispetto all'anno scorso ed un affiatamento sempre in crescita. Brave ragazze!

Anastasia esegue Kuchler Concertino in sol maggiore, dopo un anno di violino :




Il Quartetto suona Nelson Trumpet Minuet :



La conclusione è avvenuta, come da tradizione, con l'orchestra al completo, formata da tutti gli allievi di violino dai 3 ai 13 anni che hanno eseguito il tradizionale Frà Martino e di Suzuki Remando Dolcemente e la prima variazione di Bella Stella.




 Quello dedicato all'orchestra è sempre il momento più emozionante! Alcuni bambini sono piccolissimi, altri sono hanno grandi difficoltà, eppure tutti suonano, benissimo, insieme. Ed ogni anni migliorano, l'esecuzione è sempre più accurata, musicale e piacevole da ascoltare. Come mi ha fatto notare qualcuno, sono piccoli ma suonano da grandi, con impegno, concentrazione e professionalità.

Tale aspetto mi fa riflettere su quanto vengano a volte sottovalutati i bambini piccoli.
Talvolta ci stupiamo che riescano a cantare una canzoncina o a scimmiottare gli adulti ballando o recitando, ma in realtà loro possono fare molto di più, possono svolgere attività serie ed impegnative al pari degli adulti, il cui scopo però non dev'essere quello di esibirli come "piccoli geni", ma quello di sviluppare al massimo le loro capacità con un lavoro mirato e qualificato, di alto livello.

Con serenità, divertimento e tranquillità, senza spirito di competizione, esibizionismo o protagonismi, ma con la voglia di fare qualcosa di meraviglioso insieme agli altri bambini, emozionandosi e trasmettendo agli altri sensazioni positive nel vedere qualcosa di riuscito di bello e riuscito bene.


Anche le testimonianze dei genitori mi hanno confermato la buona riuscita di questo progetto :

- Complimenti, quanto amore e quanto talento nella tua "squadra"! Grazie a tutti i genitori e soprattutto ai bambini.

- Siamo noi ad essere orgogliosi di aver trovato una maestra così preparata ed appassionata. Grazie per il tuo splendido lavoro! Grazie di cuore perchè stamattina ci hai arricchiti anche umanamente.

- Grazie per questi bei momenti e perchè sai trasmettere ai nostri figli la passione per la musica

- Mi sono commossa. Sono stata fortunata ad aver incontrato una persona come te nel percorso di mio figlio. Lui ormai è molto legato alla musica e a te.

- Grazie per il concerto. Da domenica G è molto più motivato ed ha tantissima voglia di studiare pezzi nuovi ... Non riusciamo più a tenerlo perchè vuole imparare un brano nuovo ogni giorno!

- Le ragazze del quartetto sono sempre più affiatate e si divertono molto!

- La nostra riconoscenza nei tuoi confronti è enorme, mai provata un'emozione così grande.

- E' molto bello vedere i bambini che, anno dopo anno, crescono nel loro percorso musicale.

 Appena finito il concerto, I chiede "Adesso possiamo suonare ancora?" e vorrebbe ricominciare tutto da capo!!





Anche il dopo-concerto si è svolto in allegria, a pranzo tutti insieme all'American Burghy-






Complimenti a tutti, davvero, sono molto fiera di voi, la sono sempre di più e sono contenta di condividere con voi, bambini e genitori, una piccola parte della vostra vita.

Continuate a credere nella musica come strumento educativo e di crescita e continuate a lavorare, gioire ed emozionarvi come state facendo! Siete grandi.



venerdì 8 dicembre 2017

Gli allievi de La Musica è Gioia vi raccontano... come si studia a casa!

Lo studio a casa è il punto dolente nel percorso musicale di chiunque, dagli esordi al diploma direi. 

Molti genitori pensano che ai bambini dovrebbe piacere suonare a casa, e che un bambino che non vuole prendere in mano lo strumento al di fuori della lezione non dovrebbe studiare musica. 
Non è così.

Perchè, davvero, se suonare piace praticamente a tutti, a NESSUNO piace invece studiare.
La lezione di violino è ( o dovrebbe essere, purtroppo con certi insegnanti non la è) divertente, interessante, stimolante. Per i bambini più piccoli è un gioco, ed il violino fa parte di questa ora ludica e motivante.

A volte la lezione è un gioco anche per gli studenti più grandi!

Suonare a casa, invece, non ha le caratteristiche della lezione, è molto più impegnativo e pesante, per quanto la mamma o il papà siano bravi a rendere questo momento piacevole, ed entra in competizione con molti altri impegni quotidiani, attività e giochi molto più rilassanti e stimolanti. E soprattutto che non richiedono sforzo, impegno e concentrazione.



Se ci fate caso, i bambini, a casa, scelgono di svolgere soprattutto attività che hanno già appreso e che possono portare avanti senza sforzo, appunto perchè, giustamente, questo li rilassa. Le costruzioni, le bambole, la cucina, il disegno, sono giochi che i piccoli sanno fare da tempo e che portano avanti anche alla scuola dell'infanzia. Sono quindi apprendimenti acquisiti ( alla scuola dell'infanzia, tra l'altro, si disegna tantissimo .... è per questo che ai bambini piace tanto farlo anche a casa!)

Suonare, invece, soprattuto all'inizio, non è per niente facile, è ben lungi dall'essere una competenza acquisita, e richiede concentrazione, fatica ed impegno.

Quindi, come potete pensare che sia un'attività piacevole?



Allora, perchè convincere i bambini a studiare uno strumento?

Perchè quando avranno imparato i primi brani,  e potranno suonarli agevolmente e divertendosi a casa, in pubblico, ai concerti o concorsi, il divertimento e la soddisfazione personale arriveranno, e piano piano il bambino inizierà a comprendere che esiste una correlazione tra il tempo e la qualità del lavoro a casa e la gioia di poter suonare come e ciò che si vuole.





Ma non illudetevi,  ho detto "inizierà a comprendere", infatti tra questa scoperta "iniziale" ed il momento in cui lo studio diventerà almeno un po' piacevole passeranno ancora molti, molti anni .... di solito si inizia infatti ad amare l'esercizio a casa non prima dei 15-18 anni !!

Proprio perchè, ripeto, a NESSUNO piace studiare uno strumento a casa!

Come fare, quindi, per supportare il bambino nel suo lavoro quotidiano ed indispensabile con uno strumento?

Le famiglie di alcuni miei allievi hanno trovato la chiave per far esercitare OGNI GIORNO i loro figli di 4-7 anni.



Alcune famiglie usano, dietro mio suggerimento, le token economy, quindi un sistema di rinforzo a punti in cui si stabilisce un obiettivo da raggiungere, scelto dal bambino tra qualcosa che gli piace, e funzionano, anche se l'obiettivo resta, ovviamente, quello di non aver più bisogno di usarle in futuro, quando appunto la motivazione diventerà intrinseca e guidata, semmai, dal rinforzo sociale.

Ma tutte le famiglie che riescono ad oggi a far studiare i bambini ogni giorno hanno un aspetto in comune : sono state capaci di creare una routine.

Hanno trovato un momento della giornata da dedicare sempre ed ogni giorno al violino, spesso la sera ma a volte anche al mattino prima di andare a scuola. Un momento non molto lungo, spesso di pochi minuti, che possono diventare di più nel weekend, ma fisso, sempre quello, e soprattutto non derogabile e non negoziabile.

Il bambino che sa che, ad esempio, alle 20.30 ogni sera si suona il violino, si aspetterà che la mamma tiri fuori lo strumento a quell'ora, e se questo non succederà sarà lui a richiederlo.

Quasi tutti i miei allievi lo fanno, e addirittura "sgridano" i genitori se per un giorno si sono dimenticati di seguirli negli esercizi!

Beatrice, ad esempio, di 6 anni appena compiuti, ricorda alla mamma che dopo cena viene il momento di suonare, e la sua motivazione è cresciuta talmente tanto che da qualche giorno "compone" anche brani al violino, facendomeli ascoltare poi a lezione e scrivendoli sul pentagramma.






Maria, allieva CML, si esercita sul programma di ritmica con la sua straordinaria mamma, insegnante creativa ed appassionata sia con i suoi alunni a scuola sia con la sua bambina, che fa progressi continiui e tra poco riceverà il violino:









Anche Francesca, 4 anni, ha una mamma eccezionale che le trasmette tantissima passione ed entusiasmo, studiando lei stessa violino con me. 
La bimba, infatti, è sempre stata innamorata del violino, e addirittura ha messo da parte i suoi soldini per un anno per acquistarne uno! 
A lezione ha appreso il funzionamento della token economy, ed una volta a casa ha chiesto alla mamma di comprarle un libro di stickers da "guadagnarsi" studiando violino!



Riccardo si esercita insieme alla mamma e a ... Dea, il suo cane, che, arrivata a casa loro quando era un cucciolo, si è abituata da subito al suono del violino, e quando Richi suona lei ... "canta"!









Giovanni, 6 anni, studia la mattina prima di andare a scuola con il papà e, grazie ad un lavoro attento e preciso, sta preparando il suo primo concerto in cui suonerà da solista Moto Perpetuo di Suzuki.



Rispetto ai video dello studio a casa, Giovanni ha fatto ad oggi un ottimo lavoro sull'impostazione soprattutto dell'arco, ed in questa esecuzione più recente ne possiamo vedere i frutti :



Gioia, che non ha ancora 4 anni, ha iniziato le lezioni di violino, piccolissima, 1 anno fa, ed attualmente si esercita sulle variazioni e sulla parte del secondo violino, a corde vuote, del programma di orchestra :





Iris ha un programma di studio costante ed efficace con la sua mamma, e negli ultimi due mesi ha fatto notevoli passi avanti, nel suono e nell'impostazione, iniziando ad evidenziare anche una musicalità interessante per i suoi 5 anni non ancora compiuti :




Anche Filippo, 4 anni, suona ogni giorno, compilando anche una check list di brani da iniziare e ripassare grazie alla sua mamma che gli propone di attaccare uno sticker ogni volta che esegue un brano del programma.






Insomma, molti miei allievi sono riusciti a conquistare l'obiettivo di esercitarsi a casa ogni giorno, ed il loro esempio è la prova di come sia possibile studiare violino fin da piccolissimi con obiettivi chiari e risultati eccellenti.

Ora la difficoltà sarà continuare su questa strada e non mollare ... ma io sono sicura che loro ce la faranno! 



Sara e Claid : due strumenti, molto lavoro e tanta passione!

Sara e Claid, 11 e 13 anni, sono due allievi autistici che studiano sia violino sia pianoforte. 

Tutti e due mostrano, per la loro età, una notevole maturità nel rapporto con la musica : sono molto musicali, ma, soprattutto, studiano tanto e con impegno, attenzione ed ottimi risultati. 



Sara, per avere solo 11 anni, è anche molto autonoma nello studio. Ogni settimana le scrivo un programma da seguire con le indicazioni per lavorare sugli aspetti da migliorare, e lei lo segue studiando a casa in completa indipendenza, esercitandosi ogni giorno sia sui brani nuovi che sul programma di ripasso. Avendo iniziato prima il pianoforte rispetto al violino, fino a pochissimo tempo fa ha dato la precedenza a questo strumento, ma da questo anno scolastico ha iniziato a dedicarsi anche al violino con grandissimi progressi, sia nel suono sia nell'intonazione,come potete vedere in questo video :





Anche Claid, che suona da quasi due anni, inizialmente dava la precedenza al pianoforte, ma da circa 6 mesi riesce a suddividere il suo tempo equamente su entrambi gli strumenti, e nel corso dell'estate ha imparato al violino da solo diversi brani del Vol.1 di Suzuki arrivando al primo Minuetto di Bach, mentre al pianoforte ha iniziato il Vol.2.

Al pianoforte è molto sicuro ed espressivo, come si vede in questa esecuzione della Musette di Suzuki :



Durante la scorsa lezione, in vista del concerto di Natale che si terrà la settimana prossima, ho proposto a Sara e Claid di suonare insieme il programma di orchestra, e loro hanno lavorato benissimo su tutti i brani, divertendosi ed esprimendo molta allegria!



La musica è, per entrambi, una grandissima passione, che li accompagna ogni giorno ed alla quale si dedicano con molta costanza. 

Nonostante nella vita quotidiana abbiano difficoltà di comunicazione, linguaggio, autonomie e relazione, nella musica Sara e Claidy sono studenti come tutti gli altri, anzi per certi versi anche più bravi, ma io pretendo sempre di più e mi aspetto che ad ogni lezione facciano passi avanti e continuino ad impegnarsi... di sicuro sono una che non fa sconti!

Ma loro apprezzano la mia "severità", ed anzi mi dimostrano di volere sempre nuovi stimoli e motivazioni e di essere più che disponibili ad alzare sempre i loro obiettivi.

Ormai la loro motivazione verso la musica è diventata solo instrinseca, pertanto con loro non uso più da tempo sistemi di rinforzo estrinseco quali la token economy, e non ho neanche più bisogno di utilizzare il timer per incrementare l'attenzione, perchè entrambi sono in grado di suonare anche per più di un'ora senza pause... e se pensate che Sara è partita da 2 minuti di lavoro, e Claid addirittura da 10 secondi .... beh, è un risultato non da poco.

Ad oggi per loro bastano il rinforzo sociale e la soddisfazione interna che provano nell'apprendere un nuovo repertorio e nel suonare sempre meglio.

Complimenti davvero, sono fiera di voi! Siete un esempio di quanto il lavoro e l'impegno possano dare grandi frutti e di quanto lo studio della musica sia accessibile a tutti, indipendentemente dalle difficoltà di partenza.

Perchè la passione, la volontà e lo studio aiutano a raggiungere qualsiasi obiettivo!




martedì 5 dicembre 2017

Attenzione, questa non è un'esercitazione!

Suonare uno strumento può essere un gioco, ma lo strumento non è un giocattolo!

Come insegnante di musica, gli obiettivi principali che mi pongo, oltre all'apprendimento puro, sono due : tramettere la passione per la musica e per lo strumento, ed insegnare il valore dello stesso, del percorso che si sta seguendo e dello strumento musicale in sè.

Per i bambini piccoli, infatti, suonare dev'essere un gioco, ma, per quanto possa questa possa sembrare una contraddizione, tale gioco deve essere "serio". Deve avere delle regole, e deve avere un valore, cioè non deve essere portato avanti in maniera superficiale o casuale, ma deve essere considerato importante sia dal bambino sia dalla famiglia.



Attenzione, però : una cosa non esclude l'altra. La lezione di musica può e deve essere portata avanti con il sorriso e con il divertimento dei bambini, ridendo, scherzando, giocando, ballando e saltando, ma contemporaneamente l'allievo deve sapere che ciò che sta facendo è anche serio, importante, richiede impegno e disciplina, e non va preso sottogamba.

Ci sono i momenti in cui si gioca, si inventa, si chiacchiera anche, ed i momenti in cui si dà il massimo,  si sta fermi, si studia, si ripetono centinaia di volte le stesse note, e magari ci si stanca anche, ma poi si ricomincia a giocare, improvvisare e ridere.

Nel mio studio, i bambini, anche di 3 anni, passano dal far volare in aria i palloncini all'impegnarsi per raggiungere l'eccellenza, cioè il loro massimo, nell'esecuzione di un brano, e tutto senza soluzione di continuità.

E' proprio questa fluidità che rende il lavoro un gioco interessante e piacevole, ma non ne altera il valore e la serietà.




Una delle prime cose che faccio, infatti, è insegnare agli allievi, di solito intorno ai 2 anni, a prendersi cura del loro materiale e del loro strumento. A 2 anni lo strumento è di plastica e non suona, ma non importa, loro devono sapere che non è un giocattolo e che quindi va trattato con attenzione, cura e rispetto.

Sul violino in plexiglass i bambini possono attaccare gli stickers, come faranno poi anche con il violino "vero", ma non possono sbatterlo, lanciarlo, farlo cadere, perchè poi impareranno a fare lo stesso anche con lo strumento in legno.


Il valore che trasmetto loro non è tanto materiale/economico, quanto una sorta di rispetto verso un oggetto che li accompagnerà nella loro crescita, e che è anche una metafora di come si trattano gli altri, le persone.

Con attenzione, interesse, cura ed amore.

Anche quando giocano con lo strumento, suonandolo quindi "casualmente",  i miei bambini imparano a giocare "bene", tenendo l'arco correttamente e ricercando un bel suono. Poi le note possono essere quelle che preferiscono, possono anche produrre suoni o rumori strani, effetti, ma sempre con un obiettivo di bellezza e significato, non in modo superficiale e senza aver prima imparato, almeno, l'impostazione di base e qualche ritmo sulle corde vuote.




Imparando a prendersi cura delle loro cose, i piccoli svilupperanno anche una maggiore autonomia e senso di responsabilità, e, a dispetto della loro età, saranno in grado di svolgere da soli compiti considerati impegnativi - riporre lo strumento e l'arco, chiudere la custodia, controllare l'accordatura, mettere la pece, e maneggiare l'arco stesso che, se ci pensate, appuntito com'è , può diventare molto pericoloso.

Vedo però che il fatto di dare loro fiducia ed autonomia li rende fieri ed orgogliosi di sè, aumenta la loro autostima e li incoraggia a prestare attenzione ed a considerare i loro strumenti come qualcosa di importante, che è stato affidato a loro e che sono capaci di gestire.




Loro sanno che avrò sempre fiducia in loro e che, anche se sono piccoli, li ritengo assolutamente capaci di essere responsabili ed autonomi, e quindi si impegnano sempre di più per creare con il loro strumento qualcosa di meraviglioso ogni giorno, con serietà ma anche con entusiasmo, tranquillità, serenità e gioia.



giovedì 23 novembre 2017

Musica e autismo: perchè la musica dev'essere terapia??

Quando si parla di attività rivolte a persone con disabilità, sempre più spesso leggo definizioni delle proposte particolari e fantasiose, come se quella attivià, che sia musicale, sportiva o artistica, dovesse essere diversa e differenziata nei contenuti solo perchè destinata ad allievi con difficoltà.

Il nuoto diventa "terapia in acqua", lo sport "velaterapia", "baskin" o "calcio inclusivo" .... un corso di pittura diventa "arteterapia" ... l'attività musicale si chiama "coinvolgimento sinfonico e orchestrale", "il suono che cura", "riabilitazione tramite la musica"...

Non sono tanto le iniziative in sè che non condivido, quanto il modo in cui vengono proposte e gli obiettivi che si pongono. 
A mio parere, intanto, considerare "terapia" tutto ciò che viene proposto alle persone disabili è sbagliato ed anche fuorviante, perchè alimenta false speranze ed aiuta a credere nei miracoli. perdendo di vista gli obiettivi di acquisizione di competenze reali, concrete e spendibili nella vita quotidiana.

Inoltre, secondo me non sarebbe necessario cambiare nome e contenuti a queste attività per renderle accessibili, ma basterebbe cambiare modalità di insegnamento, adattandole alla persona che abbiamo davanti, che abbia una disabilità oppure no.

Ognuno è una persona a sè ,ed un insegnante deve essere consapevole delle caratteristiche di ogni studente per essere in grado di trasmettere competenze in modo efficace. 

Quindi se fossimo in grado di vedere una disabilità come un insieme di caratteristiche, comportamentali, emotive, fisiche, cognitive, psicologiche ecc, e non come qualcosa di strano, spaventoso o disorientante, faremmo un grande favore ai bambini con cui lavoriamo ed anche a noi stessi, perchè lavoreremmo con molta più facilità, naturalezza ed efficacia.







E' davvero inutile inventare percorsi o attività "diversi" per persone disabili,  nella convinzione che quelli "normali" non siano a loro accessibili, perchè non è vero.

E' la modalità di insegnamento che fa la differenza, non i contenuti.

Se chiamiamo il teatro "drammaterapia" o la musica "coinvolgimento orchestrale" non li rendiamo più semplici nè più inclusivi, ma anzi, non facciamo altro che sottolineare la differenza tra le persone "neurotipiche" , che possono nuotare, andare in bibicletta, recitare, suonare davvero, e quelle "disabili" che, per definizione, possono avere accesso solo ad un "surrogato" di questi apprendimenti.




Comunque non tutti i bambini che iniziano un corso diventeranno sportivi, musicisti o attori, ma questo non dovrebbe essere comunque l'obiettivo principale con il quale far intraprendere un'attività ad un bambino. Un livello base di apprendimento in qualsiasi campo è accessibile a tutti, basta saper insegnare, e soprattutto non pensare che, se la persona che abbiamo davanti ha una disabilità o una difficoltà, per lei un'attività debba per forza essere "curativa", "riabilitativa" o risolutiva di qualche lacuna.





Perchè tutti possono avere il piacere di imparare qualcosa, e riceverne sicuramente benefici e vantaggi, ma senza che tale attività debba per forza essere "terapeutica".

I sostenitori di questo approccio, però, di solito obiettano dicendo che loro vogliono che il loro lavoro sia terapeutico, e motivano questa scelta con esempi che proverebbero i "miglioramenti" avvenuti nei "pazienti" grazie al loro intervento.

In alcuni articoli di musicoterapia leggo, ad esempio, che un bambino con autismo ha dimostrato una "migliore sintonizzazione affettiva" improvvisando - leggi ; schiacciando a caso i tasti del pianoforte- in risposta all'improvvisazione del terapeuta.

Sì, in realtà però è assolutamente casuale che un bambino, autistico o no, schiacci i tasti di un pianoforte, se lo fa una volta su dieci, inoltre, non c'è proprio nulla di "relazionale" in questo comportamento, ed il massimo della competenza che io vedo in questa scena è relativa, semmai, alla capacità di prendere il turno, competenza quindi molto molto più di base rispetto alla grandiosa "relazione" millantata da questo terapeuta.

Oppure che "per i bambini meno colpiti  (testuali parole!!!), la musica può servire da tramite per la comunicazione verbale. Ad esempio, tutta la mia comunicazione con un bambino Asperger era fatta di canzoni... se inizio a parlare con un tono di voce normale, lui perde l'attenzione, inizia ad autostimolarsi e se ne va"

Fantastico .... peccato che una persona Asperger sia ASSOLUTAMENTE in grado di parlare in modo corretto e funzionale, spesso anche di conversare, e che sia gravissimo e scorretto permettergli di non partecipare ad una conversazione, di andarsene e di parlare solo cantando!!

Proprio perchè è una competenza che lui ha e deve, semmai, solo rendere più adeguata al contesto sociale in cui si trova, abilità che gli va INSEGNATA con un training specifico sulla conversazione, non certo cantando con lui!

In un altro articolo sulla musica in gruppo, leggo : " La peggior cosa che si possa fare con un bambino (autistico) è lasciarlo seduto ad aspettare senza far nulla mentre gli altri suonano".




Certo, perchè nella vita non dovrà mai aspettare il proprio turno, è autistico, quindi è scusato, può fare ciò che vuole, non è in grado di aspettare!!

Tra l'altro, questa frase è in aperta contraddizione con tutto il presunto lavoro sul turno effettuato in "terapia", nel quale l'apprendimento del turno è casuale, ma poi non viene incoraggiato negli altri momenti dell'incontro, anzi, viene scoraggiato ed impedito.

Infine, tutta l'enfasi sulla libertà e sull'improvvisazione  musicale come strumento di relazione è addirittura pericolosa e porta a grandi difficoltà per una persona con autismo.

Un musicoterapeuta scrive 
Attraverso il “gioco” improvvisativo musicale, dove non ci sono regole restrittive e si è in balia dell’imprevedibile, si creano quegli attimi di ascolto in cui l’altro, tramite uno sguardo o un movimento, ci farà capire che è comunque presente, che non riesce a nascondere di essere sensibile al “bello” e ci mostrerà come abbia bisogno di quella cosa cosi impalpabile ma potente che è la musica.

A parte l'allucinante insieme di stereotipi ( "è presente" ... come se un bambino autistico non lo fosse.... è sensibile al bello" ... ma no??), non c'è nulla di più confusivo e disorientante per una persona con autismo della mancanza di regole e dell'imprevedibilità.

L'assenza di regole, di una struttura e di un programma, quindi, manda in confusione totale un bambino esposto a questa situazione, e rende più probabili meltdown, comportamenti problema e manifestazioni di ansia o comportamenti di evitamente della proposta.

Altri musicoterapeuti affermano che la musica serve al bambino per "esprimere sè stesso", ma esprimersi attraverso la musica senza saper suonare è come esprimersi verbalmente senza essere in grado di parlare. Anche senza considerare l'ossimoro costituito da questa frase, il massimo che si potrebbe ottenere sarebbe una comunicazione incomprensibile, confusa, senza significato e casuale, come è infatti l' "improvvisazione" data dallo schiacciare casualmente i tasti del pianoforte o dal pizzicare le corde di una chitarra senza avere idea di come si suona.

E' come parlare senza parole, costruire una frase senza regole grammaticali o scrivere le parole saltando delle lettere.

A mio parere questa non è espressione di sè nè comunicazione, perchè non esprime nulla e, in realtà, non deriva da un intento comunicativo, ma è solo un gioco per il bambino, che appunto non ha in questo modo i mezzi e gli strumenti per esprimersi.

Un bambino che non parla, infatti, senza dubbio comunica, ma di certo non esprime completamente sè stesso, perchè non ne ha gli strumenti, e proprio per questo è fondamentale darglieli... con i segni, la CAA, ove possibile le parole, magari anche con la musica , ma insegnandogli a suonarla, prima.




Credo che il concetto cardine di questo discorso sia relativo alla visione che si ha di una persona con disabilità e, ricollegandomi agli esempi che ho fatto, in particolare con autismo : se noi consideriamo un bambino autistico come un "essere speciale", diverso da noi, lontano ed irraggiungibile, perso nel "suo mondo" nel quale dobbiamo "entrare" - guarda caso, visione "magica" e romantica di gran parte dei "terapeuti" che ho citato-, allora è lecito voler fare delle "magìe" per entrare nella "bolla" in cui questo bambino è rinchiuso, per comunicare con lui con modalità "alternative" e fantasiose, senza preoccuparci di rendere il nostro intervento concreto e mirato, intanto l'importante è la "sintonizzazione affettiva", la tanto millantata "relazione" che magicamente "guarisce".

Se, invece, vediamo un bambino per quello che è .... e, quindi, un bambino e basta, magari con caratteristiche diverse dalla maggior parte dei bambini, ma sue, che però non lo rendono speciale, magico o irraggiungibile perchè "perso nel suo mondo" ...

e se capiamo che anche lui vive nel nostro stesso mondo e, quindi, ha bisogno di strumenti per poterne far parte attivamente,

allora capiamo che non c'è bisogno di inventarsi terapie prive di concretezza nè interventi o attività apposta per lui.

Ma basta rendere accessibile a questo bambino le attività che esistono già e che svolgono tutti gli altri bambini, basta aiutarlo ad apprendere le abilità che ancora non possiede tramite un insegnamento adatto al suo modo di apprendere.

Basta dargli la possibilità di vivere nel mondo reale insieme agli altri.