venerdì 29 gennaio 2021

Ancora riguardo a tecnica vs "amore" nell'insegnamento....

 Sui social circola la fotografia di un insegnante che, fuori dalla classe, si sdraia accanto ad un bambino che si è buttato per terra perchè non vuole entrare, "per spiegargli che qualche volta anche gli insegnanti non hanno voglia di entrare in aula".



E tutti a scrivere "Ciò che conta è l'amore", "Ecco gli insegnanti che amano i propri alunni" e via così.

Purtroppo, questo è invece il classico esempio che prova l'incompetenza di alcuni insegnanti che, armati sì di passione, "amore" e buona volontà, provano ad agire in qualche modo con i loro alunni.

Beh, provare ed avere buona volontà non basta... ma non solo non basta, è sbagliato.

Rispondere ad un comportamento inadeguato (perchè, al di là del "romanticismo" e dei discorsi sui "bambini speciali", che nel 2021 anche no... E' inadeguato) in modo spontaneo, non controllato e guidato solo dalle proprie emozioni, può essere comprensibile per un genitore, una mamma, un papà, che non hanno studiato per fare i genitore... ma da parte di un professionista non lo è.

Saper adottare tecniche e strategie efficaci, comprovate e scientifiche, rispetto ad andare per tentativi ed errori perchè "basta l'amore", non vuol dire non essere empatici e comunicativi, non vuol dire non amare il proprio lavoro e non mettersi nei panni del bambino, ma, al contrario, vuol dire essere in grado di aiutare veramente i nostri allievi/alunni/pazienti o chiunque siano... vuol dire da loro strumenti per crescere, comunicare, apprendere e relazionarsi con gli altri nella società in cui vivono.

Nessuno di noi professionisti che lavora in modo competente con i bambini vuole modificarli, cambiare la loro personalità, forzarli o rimanere indifferenti davanti a loro come esseri umani... anzi!

Se io vedo un bambino che si comporta in modo scorretto e invece di abbracciarlo e consolarlo gli insegno un comportamento più funzionale non lo sto nè forzando nè trattado male, lo sto aiutando! Gli sto dando degli strumenti che nella vita gli serviranno realmente.

Se davanti ad un bambino che piange non piango con lui, ma mantengo il controllo e gli spiego come fare per sentirsi meglio, non vuol dire che non sono empatica e non provo emozioni, ma, al contrario, che ho imparato a gestire tali emozioni per poter essere davvero efficace nel mio lavoro con lui!

Se di fronte ad una mia allieva che si rifiuta di suonare un brano perchè ha paura di sbagliare scelgo di incoraggiarla ad eseguirlo anche se lei va in ansia e scappa, e le dò suggerimenti ed aiuti pratici finchè non riesce a farlo, non la sto nè obbligando nè maltrattando, ma lo sto insegnando che nella vita le difficoltà si possono superare anche se si ha paura, anche se ci si sente male, ma poi si ha successo e ci si sente più sicuri di sè e molto soddisfatti!


Ricordiamoci sempre con un insegnante, un educatore, un istruttore, uno psicologo NON è un genitore nè un amico, è un professionista, e non ha scuse per non essere preparato, competente ed efficace.

Imitare il comportamento scorretto di un alunno è sbagliato e controproducente, NON è "amore", è mancanza di competenza, con l'unica scusante di essere una persona dotata di buona volontà che, quantomeno, prova a fare qualcosa.

Ma tentativi ed errori spesso non portano da nessuna parte e fanno perdere tempo... e ve lo dice una che ha lavorato in questo modo per i primi anni, perchè purtroppo non è sempre possibile avere una formazione adeguata da subito, e anche perchè la voglia di fare spesso è una cattiva consigliera. Ma proprio per questo mi piacerebbe che le altre persone che lavorano nel mio campo non ripetessero i miei errori e pensassero bene prima di intraprendere alcune professioni, che, se ci pensate bene, danno il "potere" enmorme di influire sulla vita e sul futuro dei più piccoli, e non vanno, MAI, sottovalutate.




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