domenica 7 aprile 2013

Il CML



Nel 2013 ho conseguito l'abilitazione all'insegnamento con il metodo CML.

Tale percorso didattico, che si chiamava una volta "ritmica Suzuki",  ideato dalla pianista e didatta Elena Enrico, prende spunto dal metodo Suzuki, nato negli anni '30 in Giappone ad opera del violinista Shinichi Suzuki, secondo il quale tutti i bambini nascono provvisti di "talento" musicale, che però deve essere sviluppato dall'ambiente in cui vivono, mediante stimoli musicali forniti il più precocemente possibile.

La grande intuizione di Suzuki sta, tuttavia, nell'aver individuato nell'imitazione il "motore" dell'apprendimento umano nei primi anni di vita, basando il suo metodo della "lingua madre" sulla possibilità del  bambino di imparare a suonare uno strumento così come ha imparato a parlare, ovvero ascoltando ciò che gli viene proposto dall'insegnante e ripetendolo sullo strumento tramite un processo imitativo.






Tale metodo permette di iniziare a suonare prestissimo, anche a 2 - 3 anni, poichè la musica diventa per il bambino qualcosa di immediato e naturale, che si inserisce spontaneamente nella sua routine quotidiana e diventa, proprio come il linguaggio, una delle acquisizioni "naturali" del suo processo di crescita.




Il CML si occupa, invece, dell'educazione musicale, e non solo, del bambino iniziando prima del suo avvio allo strumento e continuando negli anni successivi in modo parallelo, per fornirgli competenze pisco- motorie e musicali di base che possano facilitare il successivo studio di qualunque strumento proposto nelle scuole Suzuki.

Il CML è articolato in 3 percorsi didattici :

- Music Lullaby ( 0 - 3 anni)
- Children's Music Laboratory ( 3 - 9 anni)
- Dottor Musica ( rivolto a bambini disabili)


Anche i bambini che non vorranno o potranno suonare un “vero” strumento, però,

avranno notevoli vantaggi grazie al CML, perché avranno acquisito maggiori abilità
cognitive, motorie e neurologiche, e si saranno avvicinati alla musica con gioia ed
interesse, e con una “marcia in più” nella loro educazione globale.

L’educazione attraverso la musica ha, nell’approccio CML, alcuni punti cardine.
Il corso CML1 inizia intorno ai 2 anni e mezzo, 3 anni, la lezione ha la durata di un’ora, si
svolge in gruppo, e , come nel metodo Suzuki, richiede la partecipazione di almeno un
genitore – spesso la mamma- , che deve essere presente ed attivo, seguendo insieme al
figlio tutti gli esercizi, ed imparando a capire, con il tempo, quando aiutarlo e quando,
invece, osservare, per lasciarlo provare da solo, intervenendo solo se necessario.


Genitori e bambini lavorano insieme, collaborando, magari osservandosi ed aiutandosi a
vicenda!, costruendo così un rapporto ancora più solido, profondo e gratificante per
entrambi, che continuerà ad essere “speciale” anche una volta terminato il corso, ed
anche quando il bambino sarà diventato un ragazzo e poi un uomo.

Fin dall’inizio, nel CML gli allievi hanno regole e priorità a cui attenersi, che dovranno poi
essere portate avanti a casa dal genitore. Con i bambini molto piccoli, infatti, è importante
che la comunicazione sia sempre chiara ed evidente, e che contenga regole e limiti,
affinché il bambino, troppo piccolo per sapere da solo come agire e per compiere scelte
reali, capisca quali sono le condotte di comportamento adeguate e quali sono gli orizzonti
del suo mondo.

Grazie alle regole ed alla disciplina possono svilupparsi anche capacità di autocontrollo,
ragionamento e risoluzione dei problemi, che non potranno mai essere conquistate dai
bambini nella confusione e nello smarrimento dati dal non conoscere, ad esempio, la
differenza tra giusto e sbagliato.

Il tempo che il genitore dedicherà a suo figlio in quel periodo della vita così prezioso e
cruciale si rivelerà essere stato utile e produttivo quando, una volta cresciuto, il ragazzo si
dimostrerà un essere umano equilibrato, consapevole e capace, nonché in possesso di
ottime competenze sia intellettive sia pratiche.

La lezione tipo del primo anno di CML, che subirà poi alcune variazioni negli anni
successivi – fino al sesto- , prevede otto momenti prefissati, che potranno essere
minimamente modificati nella sequenza a seconda dell’esigenze del gruppo classe.
Ogni lezione inizia e finisce con una canzone, rispettivamente l’Appello ed il Saluto, che ha
lo scopo di creare un gruppo con una routine stabile e riconoscibile.

Il secondo momento è dedicato all’acquisizione di scale e tonalità, alle quali di
aggiungeranno arpeggi, cadenza, intervalli …, tramite la canzone “Mi preparo per il tuffo”.
Seguono poi la ritmica, con l’esecuzione su imitazione di ritmi via via più complessi ; gli
esercizi di manualità, basati su elementi ritmici e melodici già conosciuti, per sviluppare
coordinazione ed abilità motorie fini; le canzoni tratte dal repertorio Suzuki, a cui vengono
aggiunte coreografie per renderne l’interiorizzazione più spontanea ed accurata; le
filastrocche, molto importanti per incrementare la memoria ed accrescere le abilità
linguistiche, ed infine le “canzoni per fare”, canzoncine che mirano specificatamente allo
sviluppo motorio fine e globale, a quello visuo –spaziale e di coordinazione.

Per la lezione vengono utilizzati materiali specifici, pensati appositamente per il tipo di
esercizi proposti e gli obiettivi del corso, contenuti in una valigetta che viene consegnata
durante la prima lezione : un violino “muto” in plexiglas con due archi, di cui uno, più lungo,
per il genitore ; un bastone con un foro, detto “legnone”; tre cubetti di legno, che
diventeranno, tra l’altro, le “note” degli arpeggi e degli accordi; una coppia di nacchere, utili
sia come strumenti a percussione sia come “ausili” per l’incremento della manualità; un
anellino ed un cursore, che saranno inseriti nelle coreografie della “canzoni per fare”; una
pallina, proposta anche per lo sviluppo percettivo e tattile, oltre a funzioni più ovvie di
incentivazione delle abilità motorie; una coppia di legnetti, e materiale per i genitori,
costituito da un libro informativo sul metodo ed un cd con il repertorio per gli esercizi da
svolgere a casa.

Come dimostrato negli anni ’50 dal neurologo americano Glenn Doman, ed ancora prima
da Piaget, nel bambino piccolo l’apprendimento avviene essenzialmente attraverso il
corpo, in seguito ad esperienze pratiche motorie e sensoriali.

Il CML, infatti, propone un percorso in cui tutte le acquisizioni musicali passano prima
attraverso l’esperienza corporea, per creare nel bambino, grazie all’utilizzo della fisicità e
del movimento, ma anche della memoria procedurale, un apprendimento automatico e
quasi “inconsapevole”, perché non ancora mediato dalla riflessione e dalla meta
cognizione, la capacità di riflettere non solo sul materiale imparato, anche sulla propria
modalità di apprendere, tipici di un’età più avanzata.

Così l’allievo, muovendosi dal basso verso l’alto mentre canta la canzone “Mi preparo per
il tuffo” o imitando la posizione della mano a “lumachina”, imparerà, senza saperlo e senza
esserne consapevole, rispettivamente le scale e l’impostazione della mano sull’arco del
violino, proprio come aveva appreso la formazione della frase in italiano o la parola “cane”
associata ad un animale peloso a quattro zampe.

Tramite l’ascolto, l’imitazione e, nel nostro caso, il movimento.




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